Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: Blue Tokage    04/09/2011    1 recensioni
E' in un paio di occhi rossi che trovo il coraggio e la forza di continuare a vivere, che ritrovo la dolcezza di un sorriso e ciò che mi farà andare avanti...
[piccolo spoiler]
Genere: Comico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Comincio col dire che ho reso Seishiro un emerito deficiente 0.0 ed io anche, se mi sono venute in mente simili battute. Buona lettura.

Kurogane parcheggiò l'auto di servizio poco distante dalla grande folla di curiosi che si era creata ai piedi di un grattacielo. Si fece largo tra la folla a suon di spintoni e improperi e finalmente raggiunse i suoi colleghi pompieri. Si avvicinò alla capogruppo, impegnata a organizzare il soccorso: "Cosa succede, Souma?" Lei sospirò: "Uno vuole buttarsi dal 13° piano."
Kurogane impallidì, non che fosse un tipo superstizioso, ma da quando si era ritrovato Yuko Ichihara come superiore aveva iniziato a pensare che fosse meglio non sfidare le credenze popolari.
Souma stava dando disposizioni ai colleghi su come stendere la rete elastica: "EHI TU, PIVELLO, FISSALO BENE! Bah...- rivolse un'occhiata autoritaria a Kurogane -Mi auguro non si risolva in una tragedia. 13° piano, ufficio n°17." Il ragazzo sentì il bisogno di un gesto scaramantico e fece una smorfia: "Perchè ci devo andare io? Non è ancora arrivato quell'idiota dello psicologo?"
"Certo che sono arrivato, Kurogane."
Quella voce gli provocò un tic nervoso: "Ciao Seishiro. Perchè devo andare io?"
L'altro si aggiustò gli occhiali: "Perchè per certe cose servono tipi speciali e pieni di tatto...e perchè è una disposizione di Yuko. Se fosse per me non lascerei quel povero pazzo nelle tue mani.- gli sorrise angelicamente -In ogni caso, se avrai bisogno, puoi chiamarmi sul cellulare."
Kurogane trattenne una sfilza di proteste e si avviò verso l'entrata del palazzo, ma la voce dell'altro lo fermò: "Sappi che se qualcosa andrà storto sarà colpa tua.- nel suo sorriso Kurogane scorse qualcosa di diabolico e sinistro -Buon lavoro!"
Kurogane lo maledisse un paio di volte, lui e l'ascensore, rotto.

*

Yui, in piedi su un cornicione, guardava ciò che c'era sotto di lui: dal tredicesimo piano tutto appariva molto più piccolo, gli alberi, le case, le auto e le persone, facendo sembrare i suoi problemi ancora più grandi. Sospirò: "Tra poco tutto questo non mi interesserà più."
"Razza di idiota, ma che pensi di fare?!"
Una voce affannata e una serie di imprecazioni giunse fino a lui. Un po' piccato per essersi sentito chiamare "idiota", sbottò: "Che cosa fai quassu?"
Un ragazzo moro, alto e con indosso la divisa dei pompieri lo guardò con una smorfia: "Vengo a vedere il panorama. Ti tiro fuori dai guai deficiente."
Yui per un attimo rimase a fissare il ragazzo, che trovava terribilmente sexy. Scosse la testa: era anche per quello se aveva deciso di farla finita. "Vattene."
Il moro si sporse dalla finestra: "Ma allora sei scemo! Torna dentro."
Yui scosse la testa: "No!"
"Stupido, rientra!"
Yui, continuò ad ignorarlo: "No!" Ma cosa accidenti voleva da lui, in quel momento aveva interessi diversi dallo stare a parlare con un pompiere maleducato.
L'altro, spazientito, gli urlò: "Accidenti a te! Entra per l'amor del cielo!"
"NOOO!"
Il moro, esesperato, alzò gli occhi al cielo: "Sta fermo lì." Prese il cellulare da una tasca e digitò un numero.
"Kurogane, ti fai sentire così presto?"
La voce di Seishiro era fastidiosa anche attraverso una cornetta: "L'idiota non vuole scendere." Sentì una risatina: "Lui vuole scendere, semplicemente non dalle scale."
Per poco non lanciò il cellulare dalla finestra: "Razza di cretino! Ma da dove le tiri fuori certe...- ingoiò una parolaccia -...Che accidenti devo fare?"
"Evitare che si butti. Comincia col fare conversazione..."
Kurogane chiuse la comunicazione. Era vero che si sarebbe sparato piuttosto che dar ragione a quel demonio, ma quando si trattava del suo lavoro non c'era nessuno che lo sapesse fare meglio.
Si avvicinò nuovamente alla finestra: "Ehi, tu. Come ti chiami?"
Il ragazzo del cornicione voltò stranito il viso verso di lui: "Cosa ti importa?"
Kurogane fece una smorfia: "Mi importa eccome se tenti di buttarti dal tredicesimo piano di un grattacielo!"
"Mi chiamo...Fay." Yui si morse un labbro, un'altro dei motivi che lo spingevano a buttarsi.
"Perchè ti vuoi buttare?" gli chiese direttamente Kurogane?
Yui sgranò gli occhi: "Che modi!" In attesa di...non osava pensarlo...farla finita...non gli sembrava un'idea malvagia fare quattro chiacchiere con quello schianto di pompiere: "Eh no, signor pompiere, non si fa così. Prima di farmi certe domande dovresti presentarti anche tu."
Il moro sbuffò: "Mi chiamo Kurogane."
"Kurogane!- trillò Yui -E' troppo lungo...ti chiamerò...vediamo...ecco! Ti chiamerò Kuro-Tan!"
Kurogane sbraitò: "Ma come ti permetti!"
Yui rise: "Avanti Kuro-Myu, non fare così!"
Il pompiere cercò di trattenersi dallo spingerlo giù di persona. Stava per chiedergli di nuovo il motivo per cui si volesse suicidare, ma il biondino sul cornicione lo anticipò: "Sentiamo, Kuro-Chin, come mai fai il pompiere?"
"KUROGANE! E non sono affari tuoi. Dimmi piuttosto perchè ti vuoi buttare."
L'altro scosse la testa: "Non sono cose che ti riguardano, Kuo-scorbutico..."
Kurogane biascicò tra se e se qualche impropero e Yui mise il broncio: "Non sono cose da dire, Kuro-brontolone. Sai che se continui così ti verrà l'ulcera?"
Il moro osservò in cagnesco il biondo per qualche minuto, non gli andava di fare conversazione con il primo pazzo suicida che incontrava. Con uno sbuffo gli rispose: "Perchè volevo togliere dai guai gli idioti come te."
Osservò il biondo che voltava il viso verso di lui e si accorse delle due pozze d'acqua che lo fissavano: "Signor pompiere, sei davvero un bravo bambino." Kurogane fece una smorfia in direzione di quel sorriso, a una prima occhiata così dolce ed allegro, ai suoi occhi talmente falso: "Dacci un taglio di fare il cretino e dimmi per quale ragione idiota ti vuoi buttare."
Il biondo mise il broncio: "Kuro-scortese, se mi voglio...- deglutì -...se voglio farlo avrò i miei buoni motivi."
L'altro lo guardò storto: "Certo..."
Yui abbassò la testa e guardò il cielo, quel giorno così grigio, grigio di nubi, di sogni infranti, di rimpianti...grigio di una tristezza che prendeva tra le sue braccia e non lasciava scampo; con un sospiro chiese a Kurogane: "Ti va di fare un gioco?"
In quel momento il telefono di Kurogane emise un lungo e fastidioso "PUUUH!": "Pronto?"
"Kurogane, sono già passati venti minuti...ne avete di cose da dirvi."
"Seishiro chiudi la bocca.- già venti minuti -Mi chiede di fare un gioco..."
"Chissà che gioco è...fai attenzione che non ti proponga di fare bungie jumping senza corda..."
Kurogane gli urlò qualche invettiva: "Ma che ti fumi per dire simili cretinate?!"
Arrivò un verso simile ad una risatina appena trattenuta: "Sei sempre il solito simpaticone...comunque, fate pure questo gioco, se non è a rischio l'incolumità di entrambi. Cerca di stabilire una comunicazione."
"Stabilire una comunicazione...ma che vuol...pronto? PRONTO?" L'altro aveva già attaccato.
Kurogane si sporse dalla finestra: "Che gioco vuoi fare?"
Yui continuò a guardare il cielo terso: "Non so come si chiami...sai quello in cui io faccio una domanda a te, poi tu ne fai una a me e via così?"
Il pompiere sbuffò: "E va bene...ma dovrai rispondere."
Il biondino sorrise: "Certo Kuro-brontolo! Comincio io...sei single?"
Il moro arrossì: "Ma che domande...?!- l'espressione del biondo lo ammonì -...uffa...sì. Perchè ti vuoi buttare?"
"Kuro-Myu! Non essere così diretto!!" si lamentò l'altro mettendo il broncio.
Kurogane non si fece impressionare: "Devi rispondere."
Yui voltò il viso in direzione opposta: "Non c'è gusto a giocare con te..."
Il moro fece una smorfia: "E' il contrario, sei tu quello che non rispetta le regole..." Continuò a fissare il ragazzo, che gli rivolse uno sguardo sofferente: "Non capiresti..."
Kurogane era impassibile: "Ah no? Prova, vediamo se hai ragione."
Il biondo lo fissò seccato: "Smettila, non sono affari tuoi- ora i suoi occhi avevano la sfumatura del ghiaccio -Non credo che uno come te possa comprendere. Ci sono troppe cose che..." Le sue guance erano rigate di lacrime, il corpo scosso da singhiozzi violenti: "Non sai la vita che ho vissuto...non sai niente...non...non..." Piangeva, piangeva disperatamente. Kurogane lo vide tremare, se avesse continuato così sarebbe caduto.
"Io...io ho deluso tutti...ho deluso Fay...Ashura...Chii...io merito di morire..."
Kurogane era salito sul cornicione, una corda legata in vita e fissata al piede di una scrivania: "Che il cielo ci aiuti." Si avvicinò lentamente al ragazzo, stando attento a non mettere i piedi in fallo: "Non guardare giù...non guardare giù..."
Il biondo non si accorse di Kurogane e, quando si sentì toccare, sussultò, rischiando di cadere: "Cosa...cosa fai?" Il moro gli strinse un polso: "Ti porto in salvo."
"HO DETTO CHE NON POSSO! IO MERITO DI MO-"
"Smettila! Smettila di dire che meriti di morire! Non è vero!"
Yui fissò gli occhi di brace dell'altro: "Mio fratello è morto per me...nostro padre adottivo sta per morire di cancro...la mia migliore amica non mi rivolge più la parola...io...io..."
Il moro lo avvicinò: "Non credo che la tua morte possa rendere felice qualcuno. Se tuo fratello si è sacrificato per te è perchè voleva tu vivessi; tuo padre non sarà più felice se morirà sapendo di aver perso un altro figlio. Per quanto riguarda lei...dovresti semplicemente chiederle scusa, morendo le faresti un torto ancora più grande."
Il ragazzo biondo abbassò lo sguardo: "Però io sono...ga-" Un piede scivolò e il ragazzo cadde. Tutto accadde in qualche frazione di secondo, ma Kurogane vide tutto rallentato: il ragazzo che scivolava di lato, il suo corpo che cadeva, i suoi occhi blu terrorizzati...

*

In quei secondi in cui rimase sospeso nel vuoto, Yui si vide davvero passare la sua vita davanti agli occhi: l'incidente d'auto in cui Fay era morto, proteggendolo dall'urto, il padre adottivo che lo stringeva a se e gli prometteva di stargli accanto, la scoperta del suo tumore, il litigio di pochi giorni prima con l'unica vera amica che avesse mai avuto...e gli occhi di Kurogane, rossi come il sangue che scorre nel corpo, come le fiamme che bruciano piene di vita. Si aggrappò a quegli occhi e alla sua mano.

*

"Resisti!" Kurogane stringeva la mano del ragazzo e si aggrappò al telaio della finestra. Con uno sforzo enorme riuscì a rientrare e, allo stremo, tirò dentro alla stanza anche il ragazzo.
Souma spalancò la porta dell'ufficio n°17: "Kurogane!" Vide l'amico steso a terra ansimante e un ragazzo in lacrime stretto a lui.
Il moro gli carezzò i capelli: "Tranquillo, è tutto finito."
Yui singhiozzava con il viso contro la divisa dell'altro: "Kuro-pon...grazie..."
Con un sospiro di sollievo, il ragazzo sorvolò sull'ennesima storpiatura del suo nome: "Razza di idiota, visto che non ne valeva la pena?"
Il biondino si mise a sedere, sempre a cavalcioni sul moro: "Avevi ragione- finalmente Kurogane potè ammirare gli occhi del ragazzo, il loro cielo liquido -sei il mio eroe!" il biondo lo abbracciò, facendolo avampare.
"Adesso mi dici come ti chiami?"
Yui arrossì: "Yui...come te ne sei accorto?"
Il pompiere gli scompigliò i capelli: "Perchè ti sei lasciato sfuggire il nome Fay mentre mi parlavi dei tuoi problemi...sei davvero un cretino!"
"O-hooo! Kurogane..." Il solito tic prodotto da quella voce si rifece vivo: "Seishiro..."
Yui tornò a sedere: "Kuro-Superman, perchè non mi presenti i tuoi colleghi?"
Seishiro ridacchiò sotto i baffi: "Kuro-Superman...uhuhuh" Il moro iniziò a sbraitare di chiamarsi Kurogane mentre Yui sorrideva sornione. Si ricordò in quel momento una cosa e gli diede "gentilmente" un pugno sulla testa. "Kuro-violento! Mi hai fatto male!" si lamentò il biondino mettendo il broncio.
Kurogane gli si avvicinò e sussurrò, in modo che Seishiro non potesse sentire: "Non mi sembra una motivazione giusta per lanciarsi l'essere gay...cosa credi dovrei fare io?"
Yui arrossì leggermente: "Kuro-CapitanAmerica, tu sei...?"
Il moro annuì e voltò il viso in direzione dello psicologo, impegnato in conversazioni piuttosto intime al cellulare con un certo Subaru: "Anche lui...oddio, più che altro è un deviato...mi sembra che la sua ultima vittim, a-hem, nuova fiamma sia un ragazzino delle superiori...- guardò Yui -in ogni caso questa conversazione non esce da questo ufficio."
Yui annuì, ma un altra botta gli fece sgranare gli occhi: "Kuro-Hulk! Ma ci hai preso gusto a riempirmi di botte?"
Kurogane strepitò: "Così impari a volerti buttare dal 13° piano!"

*

Lentamente tutto tornò normale, Yui decise che non era così male vivere e risolse i suoi problemi e con il suo aiuto, Kurogane fu costretto ad imparare l'autocontrollo.
L'avventura di Kurogane e Yui non finì lì: i due, infatti, si incontrarono ancora e da una semplice amicizia fiorì qualcosa di più, qualcosa che portò il biondo a chiamare l'altro "Kuro-Amore" ed il suddeto a ricambiare con un "idiota" ed un sorriso.
Questa, però, è un'altra storia e Yuko è disposta a raccontarvela...ad un equo prezzo ovviamente. Siete disposti ad accettarlo? 

  
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