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Autore: Jo Shepherd    04/09/2011    1 recensioni
Un ragazzo sfrutta una sua particolare abilità, verso chi ne mostra la necessità... o almeno, nella maggior parte dei casi.
Genere: Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Voglio illuderti e renderti felice

 

- Cosa succede? -

La bambina lottò contro le lacrime, e nonostante i singulti ancora forti, disse: - Mi... fa... m-male ! - Indicando il ginocchio sbucciato, con un pianto che tornò copioso.

La osservavo un po' infastidito per quel suo strillare e piagnucolare del tutto esagerato ai miei sensi da adulto; ma era pur sempre una bambina, un tempo anche io facevo come lei, se non di peggio.

Feci un respiro profondo, cercando di tenere a bada i nervi, e le dissi: - Se fai la brava... ti farò vedere quello che desideri. - Terminai con un sorriso

Magicamente, i singulti, le lacrime e le urla si esclissarono velocemente. Distolse i dorsi, ormai fradici, delle piccole e grassocce mani dagli occhi; ancora qualche singhiozzo la scuoteva, mentre le guance arrossate erano tutte rigate dalle lacrime già passate.

- Che... c-cosa? - Pronunciò con tono spezzato e ingenuo.

Risi. - Quello che vuoi. -

Nonostante la tenera età, mi lanciò un'occhiata di totale incomprensione; un'incomprensione che le donava almeno venti anni in più: da un bambino mi aspettavo più fiducia e che fosse di facile soggiogamento.

 

- Ma tu... -, proruppe una voce acuta da dietro le spalle, che mi spaventò. Entrambi ci voltammo. Un bambino s'era accostato silenzioso e nell'incontrare il suo volto un senso di familiarità m'assalì: l'avevo già incontrato; ne riconobbi gli occhi cerulei dal sottile taglio, inconfondibili.

- … tu... sei quello del dinosaurooo! - Allungò e riempì quella “o” di una grande meraviglia.

- Ehm, sì. Tu devi essere... Christian. -

- Sì! - Fece, contento della mia buona memoria: una cosa che sicuramente lo fece sentire importante.

- Quel dinosauro... era bellissimooo. Me lo fai rivedere? Ti prego, ti prego, ti prego, ti prego... - Per quella incontrollata insistenza rischiava di diventarmi indigesto in quel momento.

- Ehi, ehi, ehi! - Lo zittii. - Vediamo prima questa bambina cosa vuole: che ne pensi? -

Lanciò un'occhiata alla piccola, incerto. Poi tornò su me.

- Ma io voglio vedere il dinosauro! - Fece perentorio, mettendo anche il broncio.

La bimba mi guardò inespressiva, guizzando con gli occhi fra me e Christian, voleva capirci qualcosa.

- Cosa vuoi vedere tu? - Le chiesi.

Non rispose.

- Dici che vuoi vedere il dinosauro. - Suggerì Christian, sussurrandole in modo poco discreto all'orecchio. E lei: - Voglio vedere il dinosauro! -

- Sei sicura? -

Accennò un sì.

- Non c'è niente che tu voglia vedere... di tuo?-

- Sì... il dinosauro! - Esclamò, come fosse un suo desiderio.

Inspirai. - E va bene. E dinosauro sia! -

Christian sussultò dalla contentezza, la bambina si limitò a sorridere ed applaudire; ormai il ginocchio sbucciato era del tutto inesistente.

- Datemi le mani! - Ordinai, e lo fecero quasi gettandomele addosso.

Feci scivolare i pollici in cerchio sui loro palmi, concentrandomi al meglio. Osservavano rapiti ogni singolo gesto che compievo.

- Va bene. - Le lasciai andare e chiesi: - Guardatemi negli occhi. - Che indicai con l'indice. Quasi mi venne da ridere nel vedere le loro espressioni concentrate.

- Ooooh, vedi, vedi, vedi, vedi, vedi, vedi, vei! - La bambina strinse la spalla di Christian agitando le dita verso di me. -Hanno cambiato colore! - E non poté notare che anche i suoi, prima castani, si tinsero col medesimo colore...

M'affrettai a riprendere il controllo della situazione: - Dove volete che il dinosauro appaia? -

Christian non perse tempo: - Lo voglio vedere... -, guardò un po' ovunque, poi, indicò qualcosa oltre gli alberi, - … lo voglio vedere uscire da quel palazzo! -

- Uhm. E va bene. Sei un po' catastrofico tu, eh? -

- Che vuol dire... catato... catasto... catastorofico? -

- Ah, ah, ah... Va bene, va bene; lasciamo perdere. Su, venite qui e preparatevi a vederlo. -

I ragazzini presero posto davanti a me, mentre io fissavo la facciata grigia di quel condominio appena fuori il parco, cercando di rendere tutto il più accattivante e realistico possibile.

 

Mi spaventai persino io quando il dinosauro si aprì con brutalità un varco fra quelle mura, facendo esplodere l'intera facciata. I detriti volarono dappertutto: piegarono tronchi e rami, appiattirono cespugli, affondarono nel terreno alzando piccole nubi di terra e danneggiarono seriamente alcune auto, facendone partire l'assordante antifurto.

Quando le polveri, che coprivano il luogo del violento squarcio, si dissiparono, un feroce T-rex prese forma. Guardò nella nostra direzione, o almeno così gli ordinai di fare. Lo feci avvicinare di qualche passo e i bambini fremevano ad ogni sussulto del suolo. Fattasi strada fra gli alberi, lo feci giungere a pochi metri dalla faccia di Christian che lo accolse cingendogli il muso duro e ruvido fra le piccole mani.

L'altra bimba non la finiva di ridere. Sconvolgente il fatto che non provasse un minimo di paura nel vederlo. Decisi di spingermi un po' oltre: gli feci issare il capo in aria e lo lasciai ruggire con tutta la forza concessagli dai polmoni, fatti di sola finzione.
I bambini non stavano più nella pelle dalla contentezza: saltellavano, applaudivano e ridevano senza ritegno. Gioii insieme a loro, contento di aver fatto qualcosa di buono. Di tanto in tanto, riuscivo a farlo davvero bene.



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