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Autore: fraloveddy    04/09/2011    9 recensioni
Amo Orgoglio e Pregiudizio, dalla prima all'ultima pagina del libro. Ma se c'è una cosa che proprio non definirei perfetta, e il modo con cui la Austen ha descritto la prima dichiarazione di Darcy. Con questa piccola one-shot ve la ripropongo, ma in un contesto differente e in una maniera differente. Ho cercato con grande attenzione di riproporvi i personaggi con i loro caratteri e modi di fare originali e spero sinceramente di esserci riuscita :)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NELLA PENOMBRA

Pride & Prejudice

Quando Elizabeth entrò nella piccola stanzetta per avvertire il signor Darcy che il resto della compagnia intendeva ripartire, rimase sorpresa nel trovarlo seduto a terra, accanto alla piccola finestrella che dava sul lato nord della casa.

Si avvicinò di alcuni passi, incerta se andarsene e lasciarlo alle sue riflessioni, o se invece farsi notare rivolgendogli la parola.

Fece ancora un passo, badando di non far rumore.

Ora era abbastanza vicina da poter notare il luccichio delle lacrime negli occhi dell'uomo.

-Piangete?- Chiese, incapace di trattenere lo stupore.

Darcy ebbe un sobbalzo nel notare la presenza della ragazza, ma si ricompose subito e, levato lo sguardo su di lei, mormorò.

-Vi sbagliate, dev'essere la poca luce che ve lo fa credere-

Elizabeth, sicura di aver visto giusto, gli si accostò ulteriormente.

-Da quale sentimento siete afflitto, signore?- Insistette.

Il signor Darcy cedette subito di fronte all'ostinazione della ragazza e non cercò di nascondere oltre il suo malumore.

-Ancora non ne sono sicuro-

-Beh, dovrete pur avere un'idea-

-Suppongo, singorina Elizabeth, che si tratti di una pena d'amore-

Se il fatto di vederlo piangere l'aveva stupita, l'idea che il sigonr Darcy potesse essere in pena per una donna la scioccava totalmente.

Non sapendo come comportarsi di fronte ad una simile rivelazione, la ragazza decise di sedersi sul pavimento, ad un'adeguata distanza dal gentiluomo che continuava imperterrito a fissare il cielo buio fuori dalla piccola finestra.

-Non so molto sull'amore, ma dicono sia una cosa bella... perché vi rattristate, dunque?- Mormorò Lizzie, nascondendo il viso nella penombra.

Darcy sospirò piano e abbassò lo sguardo, permettendo ad Elizabeth di notare per la prima volta quel velo di dolcezza che ricopriva i suoi occhi cerulei.

-Sarebbe molto più che meraviglioso, se soltanto fosse ricambiato- Rispose l'uomo, con la voce particolarmente roca.

Lizzie sentì un groppo alla gola.

-Ma signore.. chi è costei?- Domandò, facendosi leggermente più vicina.

Darcy contrasse le labbra.

-Una signorina davvero graziosa, statene certa- Rispose a bassa voce.

Non diede a Lizzie neppure il tempo di riflettere e si voltò verso di lei, sorridendole con cautela.

-Perdonate l'impertinenza, ma voi avete mai sofferto per amore?-

-No, e onestamente, signor Darcy, credo che l'uomo capace di farmi disperare per lui non sia ancora nato-

Per un istante il viso dell'uomo si fece più pallido, ma riprese presto il suo normale colorito.

-State dunque dicendo che non avete mai provato neppure la più leggera simpatia? Mai un'inclinazione, mai una preferenza in tutta la vostra vita?-

Il calore con cui Darcy pronunciò quelle parole fece quasi spavento alla ragazza, che per tutta risposta, sebbene dopo un attimo di esitazione, annuì con vigore.

-Nemmeno una volta, signore. E posso garantirle che se mai dovesse il mio cuore provare qualcosa per un uomo, quello sarebbe senza dubbio il giorno più bizzarro della mia vita- Rispose, con una sicurezza tale da renderla quasi sfacciata.

L'uomo rimase interdetto per alcuni istanti.

Studiò per un momento il volto fiero e ostinato di Elizabeth ed infine puntò nuovamente lo sguardo al di fuori della finestrella.

-Siete fortunata dunque.. posso dirvi solo questo-

Lizzie rimase sorpresa da quelle parole. Si sarebbe piuttosto aspettata un rimprovero, o quantomeno una risposta meno gentile.

-Ma signore... vedere voi, che siete sempre così calmo e sostenuto, disperarvi per una donna... dovete comprendermi, la cosa mi incuriosisce non poco... potrei sperare di estorcervi il nome di costei?- Chiese, sperando che la domanda non la facesse passare per una sciocca ficcanaso, e temendo allo stesso tempo che il signor Darcy potesse incollerirsi di fronte a tanta impertinenza.

Ma i timori della ragazza scomparvero non appena essa vide il gentiluomo voltarsi nuovamente verso di lei con un'espressione di pacata tenerezza.

-Ma signorina... chi, se non voi?-

Lo stupore di Elizabeth nel sentire tali parole, superò di gran lunga l'imbarazzo che provò il signor Darcy nel notare la reazione di lei.

Infatti Lizzie rimase talmente sorpresa da non riuscire a muovere un muscolo per quasi due minuti.

-Signor Darcy... vi diverte tanto prendervi gioco di me?- Farfugliò, non appena le fu possibile.

-Non vi prenderei in giro su un argomento così delicato- Le assicurò l'uomo, che aveva ora assunto un'espressione di totale serietà.

Poi, fattosi coraggio, proseguì.

-Ora che conoscete i miei sentimenti per voi, sebbene non sia stato in grado di esplicarveli nella maniera che si addirrebbe ad un gentiluomo, vorrei chiedervi signorina Elizabeth, con ogni dovuto riguardo, l'onore di ricevere la vostra mano-

  
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