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Autore: Ulisse85    05/09/2011    3 recensioni
La Morte... una storia di omicidi inspiegabili. Il sovrannaturale si mischia alle vicende di vita quotidiana di Marco e Ettore... lungo un cammino che li porrà a confronto con se stessi e con qualcosa di molto più grande di loro.
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giovedì 17 febbraio

 

Ormai l’appuntamento del giovedì con lo spoglio ciliegio era diventato un rituale.

E ormai l’aspettativa della tragica e consueta notizia di una nuova morte era quasi dolorosa, più della morte stessa che annunciava. I primi tre giorni della settimana venivano mandati come nella modalità veloce del registratore, per far scorrere la cassetta fino la momento clou ed inevitabile, vivendo il meno possibile l’aria della attesa agonizzante, attimi scanditi da lancette dei secondi e dei minuti che si rincorrevano incuranti, su tutti gli orologi del Giornale.

Marco ed Ettore avevano infine raggiunto le lancette e la notizia del direttore raggiunse loro.

Nella notte era morto Renato Desino.

Era il principale indagato per quella rapina con stupro del 6/7 gennaio su cui Marco aveva scritto il suo primo articolo.

Non era esattamente quella la lieta conclusione che il giovane si augurava di scrivere per quella storia. Beh, non proprio.

Ma è sicuro che la sua morte sia inspiegabile come le precedenti, che magari non sia morto perché non ce la faceva a reggere l’infamia di un’accusa ingiusta e falsa..”

Marco sapeva esattamente come le altre persone presenti nella stanza che quella era la settima della striscia delle morti dei giovedì ed esattamente come gli altri era del tutto convinto che Desino fosse colpevole di ciò di cui era stato accusato.

Ma aveva bisogno di chiederlo.

Era come se un po’ si sentisse in colpa.

Non sapeva dire perché, forse perché aveva dato, e dava ancora, per certa la colpevolezza e per questo non era riuscito a far emergere dal suo articolo la presunzione di innocenza dovuta a chiunque non si stato ancora dichiarato colpevole da un giudice. Forse così aveva macchiato la memoria di un uomo che stava per morire, e che così è deceduto nell’infamia più totale.

Ma d’altronde era sicuro che fosse colpevole.

Le sue riflessione furono interrotte dal direttore: “Anche se a dire il vero c’è una differenza rispetto agli altri decessi: in tutti gli altri c’era o un testamento oppure era comparso uno di quei maledetti articoli di provenienza sconosciuta, invece stavolta.. niente.”

Sapevano che non aveva razionalmente un gran significato ma sentivano che doveva voler dire qualcosa.

Inoltre – continuo il direttore – stavolta è stato trovato il suo telefono vicino al muro con lo spinotto staccato, come se avesse ricevuto una telefonata indesiderata e lo avesse scagliato contro il muro”

Era stato appena accusato di quello che tutti sappiamo – intervenne Ettore- sai quante telefonate di insulti prima di morire avrà ricevuto?!”

Si ma è l’ultima quella che credo potrebbe essere interessante… - Marco si interruppe- non era stato trovato anche Davide Liotti con il telefono accanto a sé , sul letto?”

Hmm.. probabilmente anche la polizia ci avrà fatto caso, quindi potrebbero stare facendo un controllo incrociato sui tabulati delle telefonate ricevute dai due…” riflettette il direttore

Lei aveva un amico alla omicidi, o sbaglio? – Ettore, avuto conferma continuò- suggerisca di allargare il controllo anche alle altre vittime… per scrupolo”

Ottima idea” il direttore stava già cercando il numero di quel suo amico poliziotto, così i due uscirono dall’ufficio e andarono verso il proprio, quasi sollevati di aver già saputo a chi era toccato questa settimana.

Quando sai che una cosa brutta deve accadere ti senti quasi meglio dopo che è accaduta, rispetto all’attesa dell’evento negativo.

In tutto quell’inspiegabile che avvolgeva la causa dei decessi, la motivazione, i criteri di scelta e il nome del colpevole c’era finalmente uno spiraglio di realtà solida e concreta, l’idea dei tabulati.

C’erano di mezzo delle telefonate, e le telefonato erano qualcosa di tangibile, finalmente.

C’era un soffio di sollievo in Marco ed Ettore, mentre andavano in ufficio per l’ultimo giorno lavorativo del giornale.

   
 
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