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Autore: dahlia variabilis    05/09/2011    4 recensioni
La guerra è persa. Bellatrix è morta. Rodolphus piange.
Cit.Colse il fiore e lo mise dietro l’orecchio di Bella.
Sì, Bella.
Perché per lui era semplicemente stata Bella Black, non Bellatrix Lestrange.
Bellatrix Lestrange era terribilmente orgogliosa e un po’ altera.
Bellatrix Lestrange era fredda e distaccata, quando si trattava di relazionarsi con gli umani, che fossero maghi o mangiamorte.
Bellatrix Lestrange era crudele e sadica, non si tirava mai indietro quando c’era da combattere, da uccidere.
Ma quella non era la donna che aveva conosciuto a quindici anni, alla loro festa di fidanzamento organizzata dai parenti, con l’espressione di chi desidererebbe essere ovunque tranne nel posto in cui si trova.
Quella che aveva conosciuto era Bella Black.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Rodolphus/Bellatrix
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Lo sguardo vuoto di Rodolphus Lestrange si posò sul corpo marmoreo di Bellatrix; si soffermò sui ricci scomposti, sulle labbra livide, sulla pelle semi-trasparente, per poi ritornare alle labbra.
Quelle labbra che per tanto tempo aveva desiderato, ma non con tutto il cuore. Con tutta l’anima.
Perché Rodolphus sapeva di non avere un cuore.
La moglie invece, l’aveva avuto. Nel cuore di Bellatrix però, c’era posto per una sola persona, il Signore Oscuro.

Rodolphus l’aveva bramata più di ogni ricchezza, più di ogni tesoro.
Ma sapeva.
Sapeva che Bellatrix lo considerava un debole.
E forse, veramente lo era stato.
Si era fatto mettere i piedi in testa anche quando ormai era abbastanza grande da poter prendere le sue decisioni da solo. Avevano deciso chi e come doveva essere, chi doveva sposare, a chi doveva fedeltà..

Rodolphus concentrò  nuovamente l’attenzione sul cadavere della moglie, mentre Narcissa lentamente gli si avvicinava e gli posava una mano sulla spalla.
Una piccola, solitaria lacrima, sfuggì al controllo del suo occhio sinistro, e cadendo, si posò su un candido fiore bianco. Quel fiore bianco era esattamente tutto quello che Bellatrix non era mai stata. Pura, innocente, delicata, bianca. Lei era sadica, crudele, sola.
Colse il fiore e lo mise dietro l’orecchio di Bella.

Sì, Bella.
Perché per lui era semplicemente stata Bella Black, non Bellatrix Lestrange.

Bellatrix Lestrange era terribilmente orgogliosa e un po’ altera.
Bellatrix Lestrange era fredda e distaccata, quando si trattava di relazionarsi con gli umani, che fossero maghi o mangiamorte.
Bellatrix Lestrange era crudele e sadica, non si tirava mai  indietro quando c’era da combattere, da uccidere.

Ma quella non era la donna che aveva conosciuto a quindici anni, alla loro festa di fidanzamento organizzata dai parenti, con l’espressione di chi desidererebbe essere ovunque tranne nel posto in cui si trova.

Quella che aveva conosciuto era Bella Black.
Bella Black che la prima notte di nozze, si era voltata dall’altra parte e aveva pianto silenziosamente. Quella, era stata la prima e l’ultima volta che Rodolphus Lestrange aveva visto piangere la moglie, e un po’ gli era dispiaciuto. Perché Rodolphus Lestrange l’aveva amata. E aveva sprecato il suo amore su una persona che forse non lo meritava nemmeno. Da quella notte, avevano sempre dormito in stanze diverse, in letti diversi.

Quella che aveva conosciuto era Bella Black.
Quella Bella Black che sentiva singhiozzare nel bel mezzo della notte, a volte. Divorata dai fantasmi della solitudine e dell’odio. Perseguitata dai ricordi delle persone che aveva tradito e ucciso.
Tante.
Troppe.
Anche se a volte si era pentita di avere ucciso. Come nel caso di Sirius. Quel cugino che aveva tanto amato da bambina, quel cugino per cui si era presa una leggerissima cotta a otto anni (sempre che a otto anni si possa prendere una cotta).

Quella che aveva conosciuto era Bella Black.
Quella Bella Black che si chiedeva in continuazione se nessuno l’avesse mai vista come una donna, invece che come una mangiamorte, una strega, una rivale. Oh, Bella, se solo avessi saputo vedere, ti saresti accorta che Rodolphus avrebbe venduto l’anima al Diavolo per te. E l’aveva fatto. Aveva venduto l’anima al Signore Oscuro.

Quella che aveva conosciuto era Bella Black.
Quella Bella Black che si sentiva sola.
Quella Bella Black che era sola.

Quella che aveva conosciuto era Bella Black.
Quella Bella Black che si era innamorata di un padrone che la considerava poco più di un oggetto.
Quella Bella Black che si era innamorata di un’idea, di un illusione.
Quella Bella Black che si era innamorata di un fantasma.

Quella che aveva conosciuto era Bella Black.
Quella Bella Black che si era abituata alla solitudine e al dolore.

La mano di Narcissa si strinse nuovamente sulla spalla dell’uomo. Rodolphus si riscosse dallo stato di semi-incoscienza in cui era caduto. Dietro di lui, Lucius lo osservava con un espressione che nessuno gli aveva mai visto in viso. Compassione.

“La guerra è persa. Bella è morta. Lucius prova compassione.. Il mondo deve proprio girare alla rovescia.” si disse Rodolphus.

-Andiamo a casa Rodolphus.
 Alzò gli occhi verso Narcissa, che lo guardava con gli occhi traboccanti di dolore e tristezza. “E’ giusto. In fondo ha appena perso più di una sorella. Ha perso una guida, un’amica.” Narcissa prese nuovamente parola. –Domani, è un altro giorno.
-Sì- si disse-Domani è un altro giorno.
   
 
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