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Autore: HellenJonson    05/09/2011    0 recensioni
Fratelli che si amano profondamente.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Buio.
Nient'altro che fottuto buio.
 
Alexis, andava a tentoni per camera sua, sentiva sotto le mani la stoffa di maglie, pezzi di carta e poi alla fine qualcosa di metallico, ah era il suo accendino;
Lo prese fra le mani e cercò di accenderlo, in quel momento nella sua testa si sentì una vocina,
" Idiota è scarico, e devi ancora caricarlo." 
-Fanculo stupido accendino.- 
Disse lanciandolo dietro di se in un punto non ben preciso della stanza, sentì solo che era andato a sbattere contro qualcosa di più duro, la cassettiera oppure la porta?
Vabbè non era questo il momento di farsi problemi dove era finito l'accendino, il problema ora era trovare l'interruttore della luce, per poter vedere qualcosa.
A forza di dai trovò l'interruttore, si sentì un rumore sordo quando lo fece scattare, ci volle qualche secondo che i suoi occhi si abbientassero a tutta quella luce, e poi vide il casino che c'era in camera sua.
 
- Oh mio Dio.-
 
Disse sconvolta non penava che ci fosse quel caos, ora sapeva perchè sua madre continuava a dirle su per il caos che c'era.
Si alzò da terra e si mise a sedere sul bordo del letto, girò il capo verso l'orologio che esso segnava che mancavano cinque minuti alle quattro;
se suo padre avesse scoperto che era tornata a quell'ora non ci avrebbe pensato due vole a tirarle una sberla, e poi era tornata a casa in una condizione pessima, ubriaca e fumata, la seconda cosa si notava dall'alone violaceo attorno ai suoi occhi.
 
Prese il cellulare dalla tasca della felpa azzurra, rimase stupefatta, otto messaggi e due chiamate senza risposta, cominciò a vedere chi l'avesse chiamata, entrambe le chiamate perse erano con il numero sconosciuto, fece spallucce e chiuse il menù delle chiamate per concentrarsi sui messaggi, erono tutti quanti di Andrew, ma non era possibile ciò, fino all'altro ieri non le importava nulla di lei e ora si ritrova con otto messaggi suoi.
 
Cominciò a leggerli tranquillamente, ma si bloccò leggendo il quarto messaggio mandato,
 
"Alex, è successo un casino con Al ora lo stiamo portando all'ospedale" 
 
Guardò l'ora che l'aveva mandato, 20 minuti fa.
 
Non ci pensò due volte prese il casco del motorino e le chiavi e si diresse verso la porta di casa, ma prima di uscire scrisse un biglietto ai suoi:
 
" Ciao papà, sono all'ospedale, Al sta male. " 
 
Fu molto sintetica  e fredda in quel momento, mica poteva mettersi a fare un poema.
Corse verso il suo motorino e ci saltò praticamente sopra, si mise il casco e accese il motore, per poi partire ad alta velocità verso l'ospedale.
Che cazzo sarà successo!?
Continuava a pensare nella propria mente preoccupatissima per suo fratello, in quel momento cominciaro a uscire le cose più assurde nella sua mente per cosa poteva essere successo.
 
Dopo dieci minuti scarsi era di fronte all'ospedale, corse dentro e andò verso la reception, una ragazza sui vent'anni le fece un sorriso, ma in quel preciso momento le avrebbe voluto rispodere:
" Leva quel cazzo di sorriso che ti ritrovi e dimmi dove è mio fratello"
ma si trattenne nel farlo, e gli chiese con voce tremolante:
 
-Mi scusi, saprebbe dirmi dove si trova Albert McDays? - 
 
Chiese osservandola, essa rispose dopo aver controllato una cartellina dove c'erano scritte tutte l'entrate di pazienti e le uscite, 
 
-In questo preciso momento è ancora in sala rianimazione.-
 
Rispose con freddezza. 
Che cosa? Al era in sala rianimazione, stava cadendo nel panico più totoale.
 
- Sono la sorella Alexis McDays, saprebbe dirmi cosa gli è successo? -
 
- Da quanto mi hanno detto i suoi amici, ha fatto rissa con un ragazzo, ma esso invece di usare i pugni ha tirato fuori un coltellino e lo ha pugnalato quattro volte.-
 
Disse mentre sul volto di Alexis si dipingeva un espressione strana, un mix fra rabbia, disperazione e preoccupazione profonda.
Si diresse verso la sala d'aspetto, ma prima di arrivare incontrò nel corridoio Andrew, , lei se ne era accorta di lui, ma lui stava fissando un punto non preciso sul muro.
 
- Andrew. -
 
Lo chiamò cercando di attirare la sua attenzione, il ragazzo girò il capo verso la ragazza e si avvicinò ad essa.
 
- Alexis, tuo fratello ha fatt-
 
- Lo so cosa è successo me lo ha detto l'infermiera.-
 
Disse interrompendolo, per la prima volta ci fu un contatto umano, Andrew la stava abbracciando a se, appena ci fu quel contatto la ragazza scoppiò a piangere silenziosamente fra le braccia del ragazzo.
Non voleva perdere l'unica persona che volesse realmente bene, non voleva perdere suo fratello Albert per niente al mondo.
 
- E' stato Frèdèric.- 
 
Disse Andrew, in quel momento Alexis smise di piangere, e dentro di lei cominciò a crescere la rabbia, che pian piano le prendeva tutto il corpo; 
si staccò da quell'abbraccio e fece retrofront andando in direnzione dell'entrata dell'ospedale, ma Andrew appoggiò una mano sulla sua spalla e la girò.
 
- Che cazzo pensi di fare eh? Non ti basta sapere che tuo fratello è quelle condizioni, vuoi fare la sua stessa fine? -
 
Chiese quasi arrabbiato. 
 
- Frèdèric deve pagare per ciò che ha fatto.-
 
Disse con freddezza, mentre cercava di trattenere la rabbia.
 
- Non è questo il momento adatatto per vendicarsi.-
 
Disse con la stessa freddezza che aveva usato lei contro Andrew, non aveva tutti i torti, ora doveva pensare solo a suo fratello;
in quel preciso momento arrivò il dottore, che chiamò Andrew, le fece un segno con la mano di rimanere lì mentre andava dal dottore, quando fu a pochi passi da lui gli disse:
 
- Il suo amico è fuori pericolo, ha perso molto sangue, ma con un ciclo di trasfusioni si riprenderà presto.-
 
Andrew face un sospiro di sollievo, e poi andò verso Alexis con un sorriso sul volto.
 
- Al è fuori pericolo, ora deve solo riposarsi e fare un ciclo di trasfusioni e in un giro di una settimana sarà a casa se tutto va bene.-
 
- Toglie quel fottuto bene.-
 
Disse fissandolo negli occhi, Andy sbuffò per poi dirle:
 
- Se vuoi ora puoi andarlo a vederlo, ma non lo stancare.-
 
- Ok in che stanza si trova? -
 
- La 345 -
 
Cominciò a camminare per i corridoi dell'ospdale, mentre osservava i numeri sulle porte, 342, 342, 344, eccola stanza 345.
Alexis si fermò prima di entrare, dentro di se provava rabbia, perchè Albert doveva sempre cacciarsi nei problemi? Non bastavano i problemi che c'erano in casa con i loro genitori? 
A quanto pare no.
 
Mise la mano sul pomello della porta, lo abbassò e aprì la porta con lentamente, di fronte a se Albert, dal suo corpo partivano vari tubicini, uno era della flebo, uno era per farlo respirare.
 
- Che ci fai qui tu?-
 
Chiese sottovoce Albert, aveva detto ciò con un tono quasi di rimprovero, infatti Al non voleva farsi vedere dalla sorella in quello stato.
 
- Sei un idiota.-
 
Disse la sorella con voce tremolante mentre si avvicinava al fratello, gli occhi le pizzicavano, e in men che non si dica le lacrime le rigavano il volto, in quel preciso momento Albert sentì una fitta al cuore, era bruttissimo vedere la propria amata sorella in quello stato, soprattutto se la colpa era sua.
 
- Mi dispiace..-
 
Disse appoggiando delicatamente la mano sul volto della sorella, togliendo delle lacrime con il pollice.
Rimasero abbracciati per uttto il tempo, e alla fin fine Alexis si adddormentò fra le braccia del fratello.
La mattina sefuente vennerro i genitori di loro due preoccupatissimi.
  
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