Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: chiupetta    05/09/2011    2 recensioni
-Che vuoi ragazzo?- dissi con aria superficiale.
-Ciao baby, li vedi quei due ragazzi nascosti dietro l'albero?- mi girai per vedere.
-Si li vedo, quindi?- con aria quasi scioccata, continuò indisturbato.
-Ho fatto una scommessa con loro: vogliono che sia tu a chiedermi il numero di telefono.-
-Ma questo io non lo farò, quindi vai via.-
-Lo so, io sono un gentiluomo, quindi ora farai finta di darmi un biglietto e poi me ne andrò.-
-Ma perché proprio io?! Ci sono altre cinquanta ragazze qui al parco!-
-Perchè i tuoi occhi sono speciali, hanno qualcosa da raccont...raccont.. si insomma ci stai o no?-
-D'accordo, basta che poi sparisci!-
Mi guardò come pietrificato e poi alzò il sopracciglio sinistro.
Feci quello che mi aveva chiesto, infine si alzò e mi fece l'occhiolino.
Ci guardammo fino a quando arrivò dai suoi amici, poi mi girai e ripresi da dove mi aveva interrotto.
Che strano... anche i suoi occhi, gli occhi color miele, avevano tanto da raccontare, persino più dei miei.
Genere: Drammatico, Poesia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(Nota dell'autrice: quando l'ispirazione supera le aspettative, non mi fermo più. Grazie a chi mi ha inviato le recensioni, sempre sincere dritte al punto.)

Sarah's Chapter.


Quel ragazzo, si proprio lui, vorrei affogarlo con le mie mani, o tagliarlo in due con una motosega.
Pensieri troppo affrettati? Oh no, non credo proprio.
Non riesco a capacitarmi sul fatto che abbia avuto le sue mani luride sul mio corpo.
Com'è potuto accadere una cosa simile?
Spero proprio di non incontrarlo più, o finirà male con me tra i piedi.

Uscì dall'infermeria accompagnata dal dottore, e aprì la porta della sala d'attesa chiamando il sig. Justin Bieber.
Si chiama così pensai, in effetti è un bel nome, troppo affascinante per uno come lui.
E Bieber? No, questo è proprio adatto alla sua faccia scomposta.
Chissà quali pensieri avrà avuto su di me in quella macchina, io inerme e incapace di tenere aperte le palpebre per più di tre minuti.
-Salve dottore, come sta?- chiese "l'apparentemente" preoccupato Justin Bieber.
-Sto bene!- sputo io di getto.
-Si a quanto pare si.- mi rivolge un mezzo sorrisetto sarcastico, insopportabile.
-Si ragazzi, potete andare e forse è meglio che vada anch'io...- si allontana il dottore con un filo di sorpresa nella voce.
-Su andiamo ragazza, qual..qual'è il tuo nome?-
-Mi chiamo Sarah.- rispondo seccata.
-Bene Sarah, andiamo, dobbiamo recuperare l'auto dal meccanico.-
-Quale auto?!-
-La tua auto, quella che ho lasciato nel bel mezzo del nulla per salvarti la vita.-
-Oh, ti ringrazio mio eroe, quanto sei esagerato!- rispondo così ironicamente da farmi paura.
Mi sorride e mi blocca per i polsi, come se fossi una prigioniera, e mi fa salire sull'auto.
A quanto pare una Range Rover.
Di sicuro non erano certo i soldi a mancargli, di questo ne ero più che certa.

Justin's Chapter.

Tosta la ragazza, ma di certo non sarà questo a interrompere i sogni.
Ricorda: per lei sei Justin, e non Justin Bieber, non devi perderla.
-Allora ti fa male? Intendo la testa?-
-Non molto.- risponde secca lei, almeno è meno infastidita di prima.
-Dove ti porto?-
-Alla mia auto, grazie tante.-
-No a quello pensiamo dopo, magari andiamo a prendere qualcosa da mangiare.-
Lei non rispose, a quanto pare era un "sì", così la portai in una gelateria sperduta chissà dove.
Almeno il gelato era buono.
Nel lasso di tempo che va dalla gelateria al viaggio per recuperare la sua auto, nè io nè lei spiccicammo una parola.
Silenzio dell'oltre tomba, e in effetti non era del tutto a suo agio con me.
Pensavo che dirgli chi ero veramente magari avrebbe incupito di più la situazione, così me ne rimasi zitto concentrato sulla strada.
Ogni tanto mi fissava di scatto, quatta quatta come una gatta, furtiva.
Semplicemente meraviglioso.

Quando arrivammo dal meccanico, ed era pronta a lasciarmi, ebbi il coraggio di chiederle un appuntamento.
In effetti ero abbastanza nervoso, e lo intuì anche lei.
-Allora Sarah, emh ti va se facciamo una passeggiata al parco domani pomeriggio?-
-Mi sembra una buona idea.- mi sorrise...e che sorriso.
Le sfiorai la mano con un dito e sentì che provò un brivido lungo il braccio e l'avambraccio, trasalì al mio tocco.
Poi indietreggiò e apparentemente sembrò impacciata, ma ho detto apparentemente.
Feci un passo e le cinsi i fianchi con le mie braccia, e le diedi un bacio sulla guancia.
Una pelle così morbida e delicata mai vista, era fredda, ma morbida come la seta.
Le mie labbra l'assoporarono per bene e quando mi ritenni soddisfatto mi staccai.
Era tutta rossa, la ragazza.
Così le feci l'occhiolino e salì sulla macchina, per scomparire un'altra volta.
To be continued.

   
 
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