Capitolo VI
Il gabbiano volteggiava
aggraziato sopra le loro teste, facendo vibrare al vento le piume candide,
aprendo il becco e lanciando il suo richiamo stridulo. Gli occhietti neri
saettavano da una parte all’altra, ma sembravano particolarmente interessati a
quello che succedeva più in basso.
Le loro orme sulla sabbia
erano a tratti cancellate dalle onde che con i loro fluttui le ingoiavano e le
spazzavano via, mentre il sole del tramonto faceva apparire il mare rosso
sangue, mentre le nuvole rosa dell’orizzonte si incupivano sempre di più,
annunciando l’arrivo dell’imbrunire. Sopra il cielo rosseggiante, già l’empireo
di tingeva di blu.
Kahlan voltò lo sguardo
verso il mere, aveva sempre desiderato assistere al tramonto sulla spiaggia.
Già, con Richard. Quello che aveva fatto poco prima la stava ancora
tormentando, e le immagini di quella scena le erano ancora ben impresse negli
occhi. Ricordava con un misto di disgusto e piacere il dolce desiderio che
aveva provato in quel momento, e la forma delle labbra di Rahl la tormentava
ancora. Dentro di sé, ardeva il forte desiderio di baciarlo ancora, e di cedere
alla sua passione, ma allo stesso tempo, lo stomaco le doleva al solo pensarci.
Aveva tradito Richard.
L’aveva tradito con le
azioni, baciando Rahl. Ma soprattutto, l’aveva tradito con il pensiero. Sì, il
pensiero di quanto piacere avrebbe provato abbandonandosi alla lussuria. I
pensieri che l’avevano invasa in quel momento le facevano ribrezzo, come aveva
potuto pensare ad una cosa simile?
I suoi occhi erano ancora
gonfi per via del pianto, e il volto era rigato dalla scia luccicante delle
lacrime che le erano scese dagli occhi poco prima. Aveva smesso di piangere
circa un ora prima, perché ormai, non aveva più lacrime da versare. Ancora, di
tanto in tanto, sentiva gli occhi di Rahl che la soppesavano. Non capiva se era
per constatare che lei stesse bene, o per verificare che avesse smesso di
piangere, oppure per il semplice piacere di vederla soffrire, eppure, le pareva
che lui la prendesse in giro. E quel pensiero la tormentava tanto quanto quello
di aver tradito Richard. E pensare che qualche attimo prima di quel bacio, era
convinta che quella notte, Rahl l’avrebbe aggredita. Non era andata così, in un
certo senso, Rahl era degno di fiducia, era lei quella di cui non bisognava
fidarsi. A stento, la stessa Kahlan si riconosceva. Non avrebbe mai potuto
immaginare di fare una cosa simile, eppure l’aveva fatto… come? No, sapeva
com’era successo, la vera domanda che non le dava pace era: perché?
Perché aveva ceduto a dei
sentimenti così volgari? Mai, oltre che con Richard, le era capitato di voler
stare con qualcuno il quel modo. Mai le era capitato di desiderare un intimità
così forte. Mai prima dall’ora l’aveva sfiorata il desiderio di fare l’amore
con qualcuno che non fosse Richard, mai in quel modo, così squallido e volgare.
Non avrebbe mai liberato il
suo potere su qualcuno solo per saziare la sua lussuria.
Per un momento, tutto prese
un senso più lucido e preciso.
Il suo potere.
Sì, non aveva mai incontrato
qualcuno capace di restare illeso dal suo potere. Mai, tranne che in quel
momento. Aveva sempre desiderato poter amare, avere un figlio e vivere con un
uomo che l’amava, ma che l’amava veramente, non perché preda del suo potere.
Era stato lui, il suo potere. Ora lo capiva. Tutti i suoi sfrenati desideri di
passione e amore con Richard s’erano realizzati, ma con l’uomo sbagliato. Aveva
provato esattamente quello che voleva: piacere e appagamento da un bacio, ma
non con Richard.
Desiderava essere amata, e
in quel momento, la passione che aveva letto negli occhi di Rahl aveva
infiammato il suo animo, e l’avevano fatta cedere.
Sì pentì quasi
immediatamente di aver desiderato per tanto tempo una cosa del genere. In quei
giorni di viaggio, era riuscita a vedere realizzati due dei suoi più intimi e
profondi desideri.
Contemplare il mare al
tramonto, insieme ad un uomo, e poter fare l’amore con qualcuno.
Tutto quello si stava
realizzando, ma con l’uomo sbagliato. Con l’uomo che aveva aiutato ad uccidere.
Rahl, un tempo, era il suo peggior nemico, e adesso si trovava a provare
sentimenti così forti per lui, a condividere con esso un momento tanto profondo
quale un bacio. Come poteva essere? Perché?
Ad un tratto, i suoi
pensieri ritornarono ad incanalarsi verso il suo potere. L’aveva rilasciato, e adesso,
lo sentiva crescere dentro di sé, rinnovandosi. Quanto desiderava liberarsene,
poter vivere come una semplice donna.
Una folle paura, ma anche
uno strano senso di felicità l’avvolse. Si fermò di scatto e bloccò Rahl
stringendo una delle sue braccia scolpite. Sentiva la tensione dei suoi muscoli
e il tepore irresistibile della sua pelle. Si costrinse a scacciare quei
pensieri, e alzò lo sguardo per fissarlo.
Quegli occhi blu le ferirono
il cuore e lo frantumarono in mille pezzi. Quanto desiderava baciarlo ancora,
quanto desiderava non essersi mai interrotta poco prima. Scacciò quei pensieri
scuotendo energicamente la testa, e decise di concentrarsi su quello che voleva
dire:<< perché mi hai salvata dall’attacco delle Sorelle dell’Oscurità?
>> chiese di colpo, mentre sulle labbra di Rahl si allargava un
sorrisetto furbo. Per un attimo il suo sguardo fu pervaso da un lampo di
divertimento, poi parve assumere nuovamente un aria più calma e
contenuta:<< Il mio caro fratellino mi avrebbe creduto se gli avesse
detto che le Sorelle dell’Oscurità ti avevano uccisa? >> rispose con una
domanda maliziosa, che irritò al quanto Kahlan. Rahl l’aveva salvata solo per
salvare sé stesso? Doveva aspettarselo, come poteva quell’uomo, provare
sentimenti umani? In quel momento, la gravità del suo tradimento le ricadde
nuovamente addosso.
<< Dimmi la verità!
>> ordinò in un ringhio.
Rahl la fissò irritato e si
divincolò con forza dalla sua presa:<< se stai cercando di capire se il
tuo potere ha avuto effetto su di me, bhé, allora sei proprio stupida, Kahlan!
>> le disse, riprendendo a camminare a testa alta.
La donna rimase immobile per
un attimo, il suo potere non aveva avuto effetto, era vero, Darken Rahl non
poteva essere confessato. Se l’uomo avesse risposto in modo differente e più
reverenziale a quella sua domanda, allora avrebbe capito che il suo potere
aveva ancora presa su di lui, invece, non era così.
<< Rahl! >>
sbottò la donna riprendendo a camminare con maggiore fretta, raggiungendolo ben
presto:<< come hai fatto? >> gli chiese in uno sbuffo, con voce più
calma, facendo in modo di fissarlo, bloccandolo con una mano sulla spalla.
L’uomo scosse per un attimo
la testa e ridacchiò soddisfatto, poi riacquistò il suo tipico contegno
reverenziale:<< Il tuo potere agisce sull’anima, Kahlan… >> prese a
spiegare con voce così piena di saggezza che Kahlan ne fu per un attimo
irritata:<< La pozione di Giller agiva sull’anima, e a dispetto del
corpo, l’anima di un uomo rimane sempre la stessa, anche dopo la morte… >>
disse con un pizzico di auto compiacimento nella voce.
Kahlan lo lasciò andare e
incrociò di nuovo il suo sguardo infiammato, che le ferì le membra come fosse
una lancia. Rahl l’aveva battuta ancora una volta.
<< Da che parte
adesso? >> sbottò la voce dura di Cara, rivolta Richard, che poco più
indietro, stava terminando di salutare un anziano uomo che lo ringraziava con
una seria di piccoli goffi inchini.
<< Da che parte!
>> urlò Cara, tesa come una corda di violino, voltandosi verso di lui per
fissarlo con sguardo gelido. Richard intraprese una brave corsa verso la
Mord-Sith che lo attendeva impaziente ad un bivio, con le mani ai fianchi e lo
sguardo torvo.
<< Potresti dimostrati
un po' meno irritata, Cara! >> sbottò l’uomo, dopo averla raggiunta.
<< E tu potresti
dimostrarti un po' più interessato alla tua missione, piuttosto che soccorrere
tutti i vecchi idioti a cui si è rovesciato il carretto! >> rimbeccò lei,
senza mutare la sua espressione fredda e iraconda:<< da che parte?
>> sbottò infine, con voce di rimprovero tipica di una madre
insoddisfatta del figlio.
Richard la fissò innervosito
per qualche attimo, il tono della sua voce gli ricordava quello di Denna, e
aveva il potere di spaventarlo più di qualsiasi altra cosa. Il cercatore
estrasse la bussola e la consultò per qualche attimo, infine la rimise alla
cintura e fissò Cara per qualche attimo, con sguardo indagatore:<< dimmi
cosa ti succede, Cara! >> ordinò deciso. Cara sogghignò e incrociò le
braccia sul petto, alzando e abbassando le spalle:<< dimmi dove andare…
>> rispose lei, senza scomporsi molto.
<< No, Cara, ne ho
abbastanza, sono gironi che il tuo comportamento è insopportabile, adesso
voglio sapere cosa ti succede! >> sbottò lui di rimando.
La Mord-Sith scosse un poco
ilo capo, doveva aspettarsi quella domanda. Si ricordò le istruzioni che Lord
Rahl le aveva dato e pensò alla risposta a quella domanda. Aveva commesso un
errore, si era dimostrata troppo ansiosa. Se avesse fallito, Lord Rahl
l’avrebbe uccisa, era stato molto chiaro al riguardo: ‘attenta, Cara, non credere che io non mi ricordi, che un tempo, tu mi
hai tradito. Fallisci in questa semplice missione, e il tuo trapasso sarà più
rapido di un respiro, e ancora prima che te ne possa rendere conto te ne
ritroverai nel Mondo Sotterraneo, a prostrarti davanti al Guardiano. Di contro,
se avrai successo, la tua ricompensa sarà di gran lunga superiore alla tua
riammissione nella splendente famiglia delle Mord-Sith… ‘ le aveva detto,
stringendole la mascella tra le dita, a pochi centimetri dallo sfiorarle le
labbra.
<< Siccome tu sei
troppo impegnato ad aiutare poveri vecchi indifesi, Kahlan non c’è, e Zedd è
chissà dove per spiare Kahlan e Darken Rahl stà evidentemente progettando
qualcosa, io sono l’unica minimamente interessata alla missione! O ti sei
dimenticato che la tua missione è quella di trovare la Pietra delle Lacrime e
riparare il velo che separa il Mondo dei Vivi da quello dei Morti? >>
spiegò in un ringhio Cara, sfogando tutta la sua frustrazione, non poteva
deludere Lord Rahl, soprattutto ora che le aveva mostrato la verità dei fatti.
Nessuno era interessato a lei, e in quei giorni se ne era resa conto. Quando
Zedd era ancora con loro, lei era l’unica interessata alla missione, perché
Richard e suo nonno parlavano di come spiare Kahlan. Ora che Zedd se n’era
andato, Richard era più interessato ad aiutare imbecilli, piuttosto che seguire
la sua missione, e ancora una volte, lei restava sola.
Darken Rahl aveva ragione,
aveva ragione su tutto. Solo le Mord-Sith erano la sua vera famiglia, ed era Lord
Rahl l’unica persona che l’amava veramente. Non poteva deluderlo. Doveva
trovare le Piera delle Lacrime e consegnarla nelle sue, e solo sue mani.
<< Cara… >>
disse Richard, afferrandola per la spalle e squotendola delicatamente:<<
sai che non è così, dobbiamo aiutare chi è in difficoltà, credevo che tu l’
avessi capito… >> disse dolcemente, fissandola con sguardo
sincero:<< da quando Rahl è tornato, tu sei strana… >>
mormorò:<< se è successo qualcosa, tu me lo devi dire… >> aggiunse
con la voce più bassa.
Cara lo fissò con sguardo
gelido, sembrava che le sue parole non la colpissero per niente.
<< Sono stanca,
Richard! >> sbottò, infine, divincolandosi con forza:<< e mi sento
l’unica minimamente interessata alle sorti del mondo, tu e Zedd siete troppo
preoccupati per Kahlan, e Rahl non si sa cosa abbia in mente! >> sbottò
poi, con voce meno salda, la sua, sembrava una confessione sincera e spontanea
di una frustrazione umana e legittima, che da tempo attanagliava anche Richard.
<< Cara, è normale sentirsi
così! >> spiegò il cercatore, fissandola con apprensione:<< presto
troveremo la Pietra della Lacrime… >> la rassicurò:<< e allora
tutto avrà fine… >>.
Cara annuì debolmente, era
vero, la fine si avvicinava sempre di più, ma non sarebbe stata come Richard se
l’aspettava.
<< Nord-est! >>
dichiarò, poi fieramente Richard:<< continuiamo verso nord-est! >>.
Il buio era palpabile, e lo
sciabordare delle onde rimbombava nelle sue orecchie così forte che per un
attimo temette di scoppiare. Odiava profondamente quel rumore, l’acqua, la
sabbia e il vento freddo misto a quell’odore intollerabile di salsedine. Il
D’Hara non era così, il D’Hara era civilizzato e ordinato, ancora il Palazzo
del Popolo lo attendeva. E presto si sarebbe nuovamente seduto sul suo scrano e
avrebbe regnato incontrastato su tutti e tre i territori. Bastava quel pensiero
a rimetterlo di buon umore, la sua vittoria era sempre più incalzante. Cara era
completamente sotto il suo potere, Kahlan avrebbe presto ceduto, e quello che
era successo la mattina glielo confermava. Zedd stava già facendo il suo gioco,
anche se non se ne rendeva conto, e Richard… Richard sarebbe ben presto
arrivato al suo ultimo respiro, tradito dalla persona che amava più al mondo.
Fissò con sguardo torvo e misterioso Kahlan che sedeva dall’altra parte del
fuoco da campo che aveva allestito, mentre fissava il mare, che pareva una
distesa di pece, talmente era reso scuro dall’imbrunire.
I gabbiani che gridavano e
saltellavano poco più in là attraevano la sua attenzione, calamitando il suo
sguardo in un modo che nemmeno lui capiva. C’era qualcosa di strano in quegli
animali odiosi, e difficilmente il suo istinto sbagliava.
<< Devo dirlo a
Richard… >> la voce sottile e calma di Kahlan lo distolse dai suoi
pensieri, costringendolo a spostare il suo sguardo dai gabbiani al volto della
depositaria.
<< Sono stata io…
>> aggiunse lentamente:<< lo dirò a Richard, non hai nulla da
temere da lui… >> disse rivolta all’uomo, senza alzare lo sguardo dal
piatto di zuppa che aveva cominciato a fissare. Rahl soppesò per un attimo le
sue parole, ma non disse nulla, sapeva che la donna volva aggiungere qualcosa.
<< gli dirò tutto e
cercherò di spiegare, tu non hai fatto niente, non hai colpa… >> quelle
parole suonavano strane anche alle sue stesse orecchie. Rahl non aveva fatto
nulla di male, eppure, le riusciva strano difenderlo, dopo tutte le cose
malvagie ed oscure che aveva fatto.
Il silenzio calò su
entrambi, Kahlan prese un cucchiaio di zuppa e lo ingoiò rapidamente, non aveva
fame, ma piuttosto che guardare in faccia Rahl, preferiva mangiare.
<< Io penso… >>
la voce forte e decisa di Rahl le forò le orecchie, non si aspettava una risposta
del genere:<< che in alcuni casi valga la pena mantenere dei segreti…
>> disse senza increspature nella voce, sembrava deciso.
<< Mi stai suggerendo
di mentire a Richard? >> sbottò Kahlan irritata, alzando di scatto la
testa:<< come credi che possa farlo? >> domando irritata, mentre il
volto si imporporava per la rabbia.
Rahl non parve
particolarmente colpito dalla sua reazione e fece comparire un sorrisetto furbo
sul volto:<< ti basterà fingere che non sia successo nulla, Kahlan!
>> rispose non curante.
<< E se lo scoprisse?
>> sbottò la donna:<< sei un folle! >>.
Rahl sogghignò:<< non
lo scoprirà mai, chi altri, apparte tu ed io sa di quello che c’è stato tra di
noi… >> disse con tocco di malizia nella voce, che non fece altro che
irritare ancora di più Kahlan.
<< Non c’è stato
nulla! >> sbottò la donna irritata:<< era solo un bacio! >>
si difese.
Rahl parve contrariato e
sollevò un sopracciglio:<< eppure non sono io quello che si sente
incolpa, o mi sbaglio, Kahlan? >> incalzò l’uomo.
Kahlan rimase per un attimo
in silenzio, mentre la rabbia cresceva, come poteva quell’uomo trattarla così?
<< E’ ovvio! >>
sbottò:<< tu non provi niente, come puoi capire quello che sento io! Come
puoi capire che io ho tradito Richard! >> sbottò, mentre sulla sabbia i
gabbiani gridavano ancora più forte, contendendosi un pezzo di alga, portata a
galla dalle onde del mare. Rahl voltò lo sguardo nella loro direzione, c’era
qualcosa che non andava, lo sentiva, era un presenza che incombeva su di lui,
una forza paragonabile a quella di una magia, ma non capiva da dove provenisse.
<< Io l’ho tradito!
>> urlò Kahlan disperata, sull’orlo delle lacrime:<< e la cosa
peggiore è che non mi sarei fermata! >> sbottò, rivelando le sue paure in
modo più sincero di quanto avesse sperato di dover fare davanti a quell’uomo.
Rahl sogghignò e parve
assaporare il suono di quelle parole, era evidente che quella situazione non
gli provocava nessun ripensamento:<< ma non l’hai fatto! >> sbottò
poi, riacquistando improvvisamente un’espressione più seria:<< non sei
andata oltre! >> sbottò:<< perché devi rovinarti la vita per una
cosa che non hai fatto! >> cercò di persuaderla, mentre lei riprendeva a
fissare la zuppa nel piatto.
Ci fu un attimo di silenzio.
Kahlan non sapeva se aggiungere altro o lasciare le cose come stavano, sentiva
l’enorme peso di quello che aveva fatto gravare sul suo cuore e le faceva
capire di non poter sopportare altro:<< ma io l’ho pensato! >>
sbottò:<< ho pensato di cedere all’istinto! Ed è questo il tradimento più grande di
tutti! >> spiegò irritata:<< ma tu non lo puoi capire, perché non
hai mai amato e mai amerai nessuno! E mai sarai amato! >> ringhiò,
puntandogli un dito contro, e alzando di nuovo lo sguardo.
Rahl scosse la testa
contrariato:<< la verità, Kahlan! >> prese a dire con furia
autentica nella voce:<< è che hai paura di non essere più pura! >>
sbottò:<< hai paura di ammettere che mi hai desiderato e che mi desideri,
perché poi più nessuno crederà alla storia della pura depositaria che aiuta gli
indifesi, salva il mondo e mette davanti ai suoi nobili sentimenti per il
cercatore la sua missione! >> disse diventando un poco rosso per la
rabbia:<< hai paura di essere normale, vero? Di provare sentimenti
normali e volgari! Chi non ha mai desiderato andare a letto con qualcun alto
solo per provare piacere? >> sbottò.
Kahlan era sull’orlo delle
lacrime, non poteva più sopportare la parole taglienti di Rahl. Quelle
affermazioni le distruggevano l’animo e le attanagliavano le budella, forse
perché in esse c’era un fondo di verità…
Rahl la fissò intensamente,
quanto desiderava veder soffrire quella donna, in un certo senso, lo faceva
sentire bene vederla vulnerabile e fragile.
<< Non è così!
>> sbottò Kahlan, mentre le urla stridule dei gabbiani le ferivano le
orecchie:<< devo dire tutto a Richard! >> urlò la donna disperata,
coprendosi il volto con le mani, non le piaceva piangere davanti a
Rahl:<< non posso sentirmi così per il resto della vita! >>
sbottò:<< tu hai una minima idea di quello che si provi a mentire ad una
persona che ami?! >> urlò, senza nemmeno pensare alle sue parole, voleva
solo sfogare la sua frustrazione, nientaltro.
Rahl ascoltava
distrattamente le sue parole, sapeva che era solo una breve crisi di nervi, che
presto sarebbe terminata, non gli importava molto delle parole della donna, era
più interessato al gruppo di gabbiani che erano in riva al mare. Cercava di
identificare il flusso di forza che sentiva aleggiare nell’aria, ma non
riusciva ad agganciarlo, chiaro segno che si trattava di magia Aggiuntiva.
Fissava intensamente gli animali che agitavano le ali e rumoreggiavano, eppure
non vedeva nulla di sospetto.
Scrutò per dei lunghi minuti
quelle bestie, il loro piumaggio bianco e nero, i becchi lunghi e gli occhi.
Erano delle piccole orbite completamente marroni, ma in ognuno di essi brillava
una luce particolare che li faceva apparire differenti l’uno dall’altro. Su uno
in particolare, ebbe dei seri dubbi. Era leggermente più grosso degli altri, ma
quello che più lo insospettiva era che, anche se in modo velato, quel gabbiano,
lanciava delle furtive occhiate verso di loro, ed i suoi occhietti, parevano
essere illuminati da una luce leggermente umana…
Quando Kahlan ebbe finito di
urlare e lamentarsi sommessamente, anche le lacrime smisero di scendere dai
suoi occhi, e per un attimo, la donna alzò il volto verso Rahl.
<< Non posso mentire…
>> disse infine, debolmente, mentre Rahl la fissava
imperscrutabile:<< mi assumerò le mie responsabilità, è giusto così!
>> disse.
Rahl scosse la
testa:<< credi davvero che Richard crederà che sia stata tu a baciarmi?
>> sbottò poi:<< credi che ti perdonerà e mi accoglierà a braccia
aperte? >>.
Kahlan lo fissò dubbiosa, le
sue parole erano vera, Richard covava una rabbia così profonda nei confronti di
suo fratello maggiore, che mai avrebbe creduto che fosse stata lei a concedersi
di sua spontanea volontà a quell’uomo, e questo, metteva in grave pericolo
Darken Rahl.
<< Tu vuoi solo
salvare te stesso, come al solito! >> sbottò:<< non ti importa
nulla della mia coscienza, vuoi solo evitare che Richard ti uccida di nuovo!
>>.
Rahl si irritò parecchio al
sentire quelle parole:<< per colpa tua! >> sbottò.
Quelle parole distrussero
l’autostima di Kahlan, era vero, era colpa sua, Rahl non centrava nulla, ma
Richard non ci avrebbe mai creduto. Doveva dunque mentire? Solo per salvare
Rahl doveva mentire all’uomo che amava? A chi sarebbe mancato Darken Rahl?
Anche se lei diceva la verità, non sarebbe successo nulla, Richard avrebbe ucciso Rahl e nessuno avrebbe mai più sentito
parlare di lui. Lei sarebbe stata libera dal suo senso di colpa e Richard
avrebbe continuato ad amarla. Era perfetto!
Per un attimo le parve di
tornare a sorridere nel pensare a tutto quello, poi il suo buon senso ebbe la
meglio. Non poteva farlo, sarebbe stato come mentire ancora, Rahl non aveva
fatto nulla, e anche se lo meritava, non poteva essere ucciso solo perché lei
aveva commesso un errore. Già, lei aveva commesso un errore, non lui, lei e
solo lei, ed era lei che doveva pagare.
Avrebbe perso per sempre
l’amore di Richard, lo sapeva, ma non poteva mentigli.
<< Glielo dirò!
>> disse poi:<< non posso vivere con questo peso sulla coscienza…
>>.
Rahl scosse la testa,
visibilmente in disaccordo con lei, ma Kahlan non ci fece caso.
Le urla dei gabbiani si fecero
sempre più irritanti e le parve che le sue orecchie scoppiassero.
<< Dirò a Richard che
l’ho tradito! >> disse infine, decidendo che avrebbe fatto esattamente
così, qualsiasi cosa Rahl le avesse detto!
Ben presto, Kahlan si
addormentò, e per Rahl fu il momento più opportuno per alzarsi e dirigersi
furtivamente verso la boscaglia alle sue spalle. Il buio lo aiutava a
mimetizzarsi in modo migliore, e i richiami degli animali notturni nascosero
quasi alla perfezione e suoi passi.
Si fermò in prossimità di un
albero abbastanza alto, da quella posizione era sufficientemente lontano da
evitare che qualcuno lo sentisse o vedesse, e allo stesso tempo poteva
controllare Kahlan senza dare nell’occhio.
Mentre si spazientiva sempre
di più per via dell’attesa, un ombra si delineò da dietro un gruppo di alberi.
Ben presto la figura di una donna vestita di rosso e di altre sue quattro
sorelle si fece sempre più nitida, fino a fermarsi esattamente davanti a lui.
Vi fu attimo di silenzio,
durante il quale i sei si fissarono, poi le quattro donne alle spalle della
prima estrassero in un gesto rapido i loro dacra e glieli puntarono contro.
Con non curanza, Rahl
sollevò un sopracciglio e fece comparire il suo sorrisetto compiaciuto sulle
labbra:<< ottimo lavoro! >> tuonò rivolto alla prima donna:<<
i Guardiano ne sarà felice… >> aggiunse.
La donna lo fissò con aria
di sfida:<< abbiamo ricevuto il messaggio delle tua Mord-Sith, la notte
scorsa, e abbiamo eseguito gli ordini assegnatici, ma il Guardiano non ne sarà
felice, ci aveva già ordinato di ucciderti! >> sbottò.
Rahl scosse la testa
debolmente:<< e allora è giunto il momento che una delle tue Sorelle
porti un messaggio al Guardiano da parte mia! >> disse con sguardo cupo e
freddo:<< sono dalla sua parte, recupererò la Pietra della Lacrime a la
distruggerò… >> disse.
<< Il Guardiano non si
fida più di te! >> sbottò la Sorella dell’Oscurità:<< e nemmeno io,
come posso crederti? Hai già tradito il mio padrone una volta, come posso
pensare che questa volta sarà diverso? >> chiese seria, estraendo a sua
volta il dacra.
<< Ti dovrai fidare
sulla parola! >> disse Rahl con voce impregnata di malizia e furbizia.
Eccoci, qui, come al solito a fine capitolo… non
mi dilungherò molto:
Mi sembra che nella prima seria sia specificato,
comunque, Giller è il mago che creò la pozione contro il tocco delle
depositarie utilizzando gli Shurkay (non
so se si scrive così Shurkay).
Come al solito ringrazio tanto chi ha recensito:
Dreaming_Archer; flore_moon (scritto giusto, sta volta), Shalna e (ultima ma
non meno importante) locisvu82!! Grazie mille!!
Un saluto…
Hivy!!!