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Autore: Rainbone    06/09/2011    9 recensioni
Nel linguaggio dei fiori l'Iris è messaggero, denota l'avvicinarsi di novità ed è per questo che l' ho scelto come titolo di questa AU in cui non esistono Mello e Matt ma solo un giocattolo notturno dei viaggiatori il primo e fumatore dalle mille esperienze il secondo.
Infine vi auguro buona lettura e spero sia decente.
Genere: Commedia, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Matt, Mello
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il bicchiere umido sembrava scivolargli dalle mani, per cui cinse forte le dita attorno ad esso.
Le suole di gomma cigolavano sull’asfalto umido quasi riproducendo un’eco dei suoi passi.
I capelli chiari ondeggiavano alternandosi coi  fianchi eppure qualcosa non quadrava.
Quella buffa eco sembrava troppo forte e quell’ombra che si ingigantiva sempre più gli dava la sensazione di essere  seguito da diversi isolatati.

Gli era già successo.

Uomini arrapati che alle quattro del mattino si accartocciavano dietro ai muri e attratti come falene dalla luce rincorrevano il sogno di una notte dai biondi capelli e dagli occhi di ghiaccio.
 
 
Decise di stare al gioco.
Gli anfibi scuri  producevano piccoli schizzi che si sollevavano impercettibilmente e poi ricadevano su se stessi.
Man mano che il centro abitato si allontanava alle spalle di Mihael e del suo misterioso inseguitore , le strade si incupivano e le ombre prendevano il posto dei bagliori.
Spudorato l’inseguitore accese i fari, illuminando la snella figura del ragazzo che infine fu costretto a rivelarsi.
 
 
 


Il faro lo investì con la calda e polverosa luce gialla.
Le zone in ombra sembravano molte meno ora e i suoi capelli schizzarono contro una spalla quando il viso si voltò di scatto.
Mail Jeevas assaporò quello sguardo.
Lo gustò con ogni senso.
Le papille gustative che analizzavano ogni millimetro del proprio labbro superiore, alla ricerca di un eventuale ultima traccia dell’amaro estasiante sapore del tabacco.
Le iridi che accarezzavano eccitate le curve di quella figura perfetta.
Nelle narici un profumo, una fragranza così piacevole.
Odore di terreno umido, profumo di rugiada.
E le sue orecchie che timide ascoltavano … il silenzio .
E fu il più bel silenzio che avessero mai ascoltato.
Non di quei silenzi strillanti e ululanti che ti stordiscono e ti rendono la mente ostile.
Ma di quei silenzi che preferiresti durassero per sempre.
Le mani che freneticamente cingevano le tasche del cappotto senza maniche e poi andavano a sfiorare la morbidezza della lana che riempiva le cuciture.
Tutto il corpo coinvolto in una celestiale visione. La visione di una donna meravigliosa.

Quest’ultima  fece pochi passi verso il rosso e si accostò al suo finestrino posandovi su i gomiti nudi.
-Hai…- la sua voce era fredda, ma sensuale e provocante al contempo.- Bisogno di un po’ di compagnia?-
Mail non si era evidente sbagliato riguardo al mestiere della ragazza.
Durante … quello che si può chiamare “inseguimento da stalker” aveva pensato al fatto che lei potesse essere una prostituta.
-Quanto vuoi?- chiese Jeevas, cercando di controllare gli ormoni che dentro il suo corpo facevano scintille e provocavano reazioni all’esterno che in determinate situazioni potevano risultare imbarazzanti.
La voce calda e arrochita dal fumo invase i timpani della ragazza.
-Tutto settanta*. Per stasera sarò clemente…- lo disse con naturalezza.
Forse era abituata a clienti più abbienti ma Mail quella sera aveva si e no qualche banconota avanzatagli dalla spesa di sigarette fatta quella mattina.
-Cle… mente?- con fare melodrammatico Jeevas corrugò la fronte .- Ti riesco a rendere …- le mani affondarono nelle tasche e frugarono alla ricerca di qualche spicciolo.
Mihael roteò gli occhi al cielo e si portò una mano ai capelli scostandoli dalla spalla.
-Quarant.. quarantadue e .. venti centesimi **.- Mail sporse le mani verso la bionda e glieli porse con un sorrisino che doveva sembrare convincente.
-Ti bastano, piccola?-
Gli occhi della piccola si strapuzzarono e le labbra vennero mordicchiate nevroticamente da un lato.

-Beh… diciamo che io sono un po’ più speciale di quello che tu …- ma Mail non aveva voglia di sentire storielle sulla sua nazionalità e sulle origini della sua famigliola, le chiacchiere sarebbero venute dopo.
-Come vuoi… ma… comincia a salire.- borbottò interrompendola.
La fronte di MihaEl si distese plasmando sul suo viso un' espressione scioccata.
Poi analizzò quello di Mail, rilassato, un po’ impacciato mentre accendeva la sigaretta tra le sue labbra.
Tra i capelli arruffati scorse delle buffe lenti da aviatore che prima non aveva notato.
Le lunghe ciglia castane si adagiavano sulla palpebra al di sopra della guance spruzzate di lentiggini.

Era bello.

Le labbra non troppo piene  avevano una tinta rosea e beh … per quello che gli davano (poco)… e tutto quello che il capo gli sottraeva (molto)… cosa gli costava.
Non sarebbe stato ricco.
Ma nemmeno povero…
 

Mihael, la bionda, fece il giro dell’auto e si accomodò al sedile del passeggero e mentre Mail metteva in moto l’auto le rivolse un sorriso cordiale.
 
Di quelli che mai aveva avuto.
 
 
 
 
 
*  70,37 Dollari Statunitensi= 50 Euro 
 
**  42,22200 Dollari Statunitensi =30 Euro







Note:
Chiedo venia per il ritardo ... avevo detto di essere mattiniera e che avrei aggiornato la mattina presto ... ma  degli imprevisti di questa mattina me lo hanno impedito. Comunque eccomi qui con l'incontro tra i due .
.U.U
Spero che gradiate il capitolo più di queste sciocchezze che sto farneticando...

Un bacio.
  
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