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Autore: ThePirateSDaughter    06/09/2011    16 recensioni
Lo so, vi sto tormentando, ma è più forte di me!
E comunque avevo promesso una long su AxH ed eccola qui!
Parte dalla fine di TDWT e...
Beh, il resto scopritelo voi! :)
"Joan Smitherson si precipitò alla sua postazione dietro il bancone e quelli la raggiunsero poco dopo.
-Hanno bisogno di...- cominciò la Aden, ma l'uomo la coprì urlando.
-Una sala... Vogliamo una sala...
Si chinò su sè stesso per un attimo e riprese fiato.
-Una sala operatoria?"
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alejandro, Altro personaggio, Heather | Coppie: Alejandro/Heather
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Alejandro/Heather Moments'
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6 This is how we will end it

Deeper Than Any Game


#6: This is how we will end it.

I medici si guardarono in faccia, increduli e impotenti.
Il ragazzo che, fino a qualche momento fa, era stato sconvolto dagli effetti di una crisi stroncante ora giaceva immobile al loro cospetto, la bocca semiaperta, gli occhi che si erano spalancati negli ultimi secondi di agonia illuminati da una fievole luce.
Il corpo martoriato e lucente di poche gocce di sudore appariva ancora in tensione; non era rilassato nemmeno nella morte. Aveva una fermezza quasi patetica...
Il chirurgo guardò l'orologio appeso al muro.
-Ora del decesso...

Adesso mi alzo. Scemenze o no io adesso mi alzo e vado a vedere cosa succede. Non possono farmi aspettare tanto a lungo, maledizione a loro.
Nonostante la decisione acida di quel pensiero Heather non rialzò la testa dalle braccia.
Sentiva un'agitazione febbrile in corpo e contemporaneamente non desiderava muoversi. Che cosa era peggio? I due lati, uno dolce e l'altro amaro, della conoscenza o la calma, insopportabile ignoranza?
Sollevò di poco lo sguardo, giusto per riuscire a vedere ciò che le succedeva attorno.
Non c'era un'anima in tutto il corridoio. E la porta della sala era ancora maledettamente chiusa. Chiusa.
Tirò una leggera testata al proprio braccio, stufa.
-Heather.
Un tocco lieve sul suo braccio. La ragazza si girò di scatto, trovandosi di fronte una vecchia infermiera, accovacciata in modo che il viso rugoso fosse quasi alla stessa altezza del suo.
No... era quell'infermiera, quella di sempre. Quella che stava al bancone da che lei aveva messo piede in quell'ospedale per la prima volta... Smitherson, doveva essere il suo nome.
-Alejandro ha avuto una crisi gravissima, è del tutto improbabile che si rimetta in fretta. Dovresti andare a casa e riposare un po'.
-Si faccia i fatti propri- rispose galantemente lei, sentendo la parte assillante del proprio cervello esultare per la cattiveria della frase. La vegliarda parve non raccogliere.
-E'bene che tu sappia anche un'altra cosa...
Notando il suo silenzio, l'infermiera continuò. Sentiva di doverlo dire...
-Tu hai detto che Alejandro ha accusato diversi attacchi prima di essere portato in sala operatoria, giusto? Ma i dottori hanno decretato, ogni volta che li hai chiamati, che stava bene...
Heather la fissò di traverso, non riuscendo a capire dove volesse andare a parare. Annuì leggermente per far capire che stava ascoltando.
Joan Smitherson sospirò, grave. Il ragionamento era molto semplice: basandosi su ciò che il signor Burromuerto le aveva detto la sera prima...
Avrebbe povuto capirlo. E magari sventare ciò che era successo...
-I suoi attacchi sono stati finti, Heather- spiegò -La sera prima mi aveva confidato di volersi vendicare di te e di volere il mio aiuto: quindi deve aver simulato crisi per farti spaventare e metterti in cattiva luce agli occhi dei medici, facendoti passare per stupida. Solo che lo sforzo è stato eccessivo, nelle sue condizioni...
Sospirò e la fissò. Heather non aveva cambiato espressione per tutta la durata del racconto.
-Sono certa che sia andata così...- aggiunse l'infermiera.
La ragazza rimase ferma nella propria impassibilità. Non mosse nemmeno un sopracciglio: sembrava essere diventata una statua. Era talmente immobile che Joan Smitherson ne ebbe quasi paura.
-... Heather?
-Io lo odio.
Tre parole e il viso delicato della ragazza cominciò a rianimarsi e a passare dall'impassibile all'irato in un cambiamento repentino.
-Quel, quel... Quell'idiota, quel doppiogiochista, quel maledetto calcolatore, approfittatore, schifoso, manipolatore! Io lo odio!
Balzò in piedi, tutto d'un tratto piena d'energia.
-Oh, ma appena esce da quella sala operatoria io lo uccido!

I medici spostarono i carrelli di utensili per creare uno spazio sufficiente a portar via la barella.
Il cadavere costituiva una presenza fastidiosa tra loro, quasi fosse stato ancora vitale e pronto a spiare ogni loro gesto.
-Dottor Paulwooth, vada ad avvisare la ragazza che il suo amico è deceduto- ordinò pacatamente il chirurgo a un sottoposto, che uscì immediatamente dalla sala per cambiarsi -Povero ragazzo- sospirò poi, osservando il corpo, ancora attaccato ai vari macchinari, gli ultimi che avrebbero dovuto essere spenti -Un caso orribile il suo. Orribile.
-Ma con i dovuti esercizi avrebbe potuto riprendersi- obiettò la collega, avvicinandoglisi -Fisioterapia, chirurgia plastica e tutto il resto... Avrebbe potuto ricominciare a vivere normalmente.
-"Avrebbe"- sottolineò il chirurgo -Ma, a quanto pare, il suo corpo ha avuto la meglio.
Entrambi fissarono Alejandro, immobile di fronte a loro.
-Così giovane...- commentò la donna -Finito.
-E c'era anche quella ragazza, che lo stava aspettando...- Il chirurgo scosse la testa -Beh, è andata così. Su, ora stacchiamo i macchina...
... Bip.

-Heather, calmati, ti prego.
-Calmarmi! Quello stronzo ha architettato una vendetta alle mie spalle e io dovrei calmarmi! Io lo denuncio! Lui e lei, che sapeva tutto e non ha fatto niente!
Se, in quel momento, la parte acida di Heather non fosse stata azzittita dall'ira, avrebbe decretato che quello era un discorso tipicamente da Courtney; e se la particina smielata avesse avuto voce -cosa che, comunque, le capitava raramente, se non mai- avrebbe decantato come Alejandro era simile a lei, nel suo desiderio di vendetta contro chi gli faceva un torto...
Ma non c'era spazio per nulla in quel momento, se non per scorno, irritazione, furia.
Quel Burromuerto!
E lei si era anche preoccupata, era stata male per lui!
Che se ne andasse dritto sparato all'inferno! L'aveva gabbata, approfittando della sua debolezza!
Però... se quelle crisi le aveva fatte di proposito, significava che era sveglio quando le aveva finte. Quindi aveva sentito tutte le frasi acide che lei gli aveva detto! Tanto meglio. Heather sentì un sorrisetto malvagiamente compiaciuto stirarle le labbra e qualcosa dentro di sé parve riattaccarsi a qualcos'altro.
La porta della sala operatoria si aprì e ne uscì un dottore. Heather sentì il sorrisetto scivolarle via dalla faccia e la sensazione al proprio interno sgretolarsi in nuovi, dolorosi pezzi.
Cercò di dedurre qualcosa dall'espressione dell'uomo ma, dopo aver dato un'occhiata generale, comprese di non poterlo sopportare. Ignorò i commenti derisori della propria mente -cominciava ad averne abbastanza- e si scagliò addosso al tizio.
-Come sta? Come sta Alejandro?
Quello la fissò con aria di compatimento.
-Mi dispiace signorina, ma purtroppo il signor Burromuerto non ce l'ha fatta.
Stasi.
Immobilità.
Assenza d'aria nei polmoni.
Un vuoto improvviso, velocissimo. Nessuna reazione. Stasi.
Heather fissò la faccia molle di quell'idiota di fronte a lei, quell'emerito idiota che non era stato capace di salvare Alejandro.
... Il suo Alejandro.
Perchè ora lo poteva dire.
E a che cosa erano servite le messinscene, gli orgogli maledetti, le sfide, le frecciatine, il malcelato piacere ad ogni suo fallimento, il calcolo, la freddezza e ciascuna delle altre cose che componevano il suo essere?
A niente. Niente...
La porta della sala si spalancò di nuovo. Un'infermiera giovane comparve, trafelata.
-Dottore, venga, di corsa!
L'individuo fissò interrogativo prima la ragazza poi Heather; infine girò sui tacchi e tornò indietro di gran carriera.
Lasciando Heather ad afflosciarsi di nuovo a terra, svuotata.
Una confusione invisibile, ma sottile ed inesorabile riempiva ogni suo pensiero.
Alejandro.

Dopo quelli che sembrarono millenni il dottore di prima tornò fuori.
E dietro di lui un altro.
E un altro. Uno ancora.
L'intera equipe che aveva portato Alejandro in sala operatoria uscì al gran completo.
Lui incluso.
Heather assistette alla processione in silenzio, reprimendo lacrime che non volevano saperne di uscire, lo sguardo fisso sulla barella dove giaceva l'uomo che avesse mai amato veramente.
Ogni pensiero che prima avrebbe giudicato sdolcinato, ora si riversava all'esterno da solo, senza più commenti acidi.
-...Stai bene, Heather?- chiese una voce alla sua destra. Sussultò: si era totalmente dimenticata della presenza della vecchiaccia, la Smitherson.
Non si sarebbe certo presa la briga di rispondere.
Si trasse in piedi e si avvicinò, cautamente al gruppo di medici che, nel frattempo, erano andati oltre. Uno degli ultimi dovette sentire dei passi dietro di sé, perchè si voltò, lasciando il resto del gruppo a portare avanti la barella.
-Lei deve essere Heather...?- domandò inclinando la testa.
La ragazza sentiva che, se avesse provato a parlare, la sua gola avrebbe dimostrato mancanza di collaborazione: quindi si limitò ad annuire.
E quel medico fece l'ultima cosa che si sarebbe aspettata. Avrebbe dovuto mettersi le mani in tasca o iniziare a parlarle in tono di condiscendenza oppure mostrarle pietà...
Invece quello sorrise.
-Ah, ecco quindi di chi ha chiesto il signor Burromuerto non appena si è svegliato- esclamò, indicando con il pollice la sala operatoria.
Heather rimase interdetta.
Di cosa stava parlando quell'idiota?
Ah ecco. A quanto pareva si riferiva a quando si era svegliato, la notte prima che lei tornasse a trova...
-E'successo ciò che non ci aspettavamo. Non lo definirei miracolo, sarebbe potuto succedere, ma le probabilità erano infinitesimali, specie nella gravità del caso... Il signor Burromuerto ha avuto un arresto cardiaco che ci ha fatto temere il peggio però, pochi istanti prima che i macchinari che registravano elettrocardiogramma e condizioni vitali venissero staccati, hanno reagito...
L'idiota continuò a parlare di cose che, d'improvviso, Heather non riuscì più a sentire: gradatamente tutto parve scemare in un blaterare confuso e assolutamente non importante, alla luce di quello che la ragazza credeva di aver capito.
E se quel che credeva di aver capito corrispondeva a verità, niente di quel che doveva dire quel medico era importante.
-Mi sta dicendo- lo interruppe bruscamente -che... che Alejandro è vivo?
Il dottore sorrise, con divertito piacere.
-Sì, signorina, sì.
E adesso ti metterai a piangere per lo spavento anche sulla sua di spalla?
-Ma la crisi che ha subito è stata gravissima per le sue condizioni... Dovrà rimanere in ospedale molto più tempo e effettuare lunghe ore di fisioterapia, interventi di chirurgia plastica eccetera eccetera... Lei non è una parente, giusto? La fidanzata, suppongo?
A quelle parole Heather sentì un violento rossore attaccarle le guance e non rispose. Il dottore fece un altro divertito, odioso sorriso.
-Immagino che vorrà vederlo. Al momento dorme ma poi vederla gli farebbe piacere. Provvederemo poi a telefonare a un parente per informarlo di tutti i dettagli e della salute del paziente...

Era in camera da tempo immemore e lui dormiva ancora.
Quanto tempo era passato? Dieci minuti? Mezz'ora? Quarantacinque minuti? Quarantacinque ore?
Non lo sapeva e, francamente, le importava anche meno.
Aveva aspettato tanto in quella camera; poteva farlo ancora per un po'.
Seduta sul bordo del letto di Alejandro, Heather trasse un profondo respiro, fissandosi attorno. Quante cose erano accadute in quella camera. Giorni e giorni e giorni in attesa del suo risveglio; ansiosi minuti lunghi delle eternità durante le complicazioni delle sue condizioni; istanti di acidità prima dell'attacco finale, quello che l'aveva colto solo quel pomeriggio... sembrava passata un'eternità. E, ultima, la calma ovattata che la permeava dopo la vuotezza provata al momento dell'annuncio della morte di Alejandro.
Al solo pensarci le veniva un brivido. Non solo per come si era sentita in quel momento, ma anche per cosa sarebbe seguito adesso, che sapeva che Alejandro era vivo e aveva buone possibilità di ricondurre una vita normale.
Che cosa avrebbe riservato il futuro? Quella camera dove tutto aveva rischiato di finire poteva rappresentare un inizio?
E lei lo voleva? Sentiva, in fondo all'anima, che , per la miseria, lo voleva. Ma al contempo si sentiva strappata in due, dalla solita acidità che aveva cominciato a darle sui nervi.
Alejandro aveva combattuto contro la morte, lei stava battendosi contro sè stessa.
Che cosa fare? Sarebbe stato giusto lasciarsi andare all'eventualità del destino?
E, provvidenzialmente, giusto per darle una mano a decidersi, Alejandro diede segni di vita.
Heather avvertì un nuovo brivido.
E adesso?
Ora che lo vedeva muoversi e sapeva che aveva rischiato di perderlo, si sentiva in tremenda soggezione. Quel suo stupido, stupidissimo cuore...
Lui aprì gli occhi, verdi, appannati dalla fatica e dal dolore, ma vivi, che si muovevano per l'ambiente, riconoscendolo, vivendolo, spostandosi su di lei e fissandola.
Con puro, inequivocabile, imbarazzante, totale amore.
Il momento zuccheroso era nell'aria. E Heather non riuscì a resistervi.
-Okay, Burromuerto, adesso apri bene le orecchie, sempre se ti funziona ancora l'udito. Chiariamo le cose. Non pensare che adesso andrà tutto splendidamente, dolcemente, con spruzzate di amore ogni giorno, carezzine, coccole e quant'altro. Sai che non sono proprio il tipo di persona. Devo ancora far sì che tu la paghi per lo sporco trucco delle convulsioni che, francamente, è stato prevedibile e nemmeno troppo intelligente, viste le tue condizioni. Me la lego al dito, sappilo.
Lui non disse nulla.
Cinque secondi dopo Heather avvertì una presa talmente leggera sul proprio polso che le sembrò che una farfalla le avesse sfiorato la pelle. Invece era la mano di Alejandro, seppur debole e lieve.
La trasse piano verso di sè e lei, non sapendo nemmeno bene cosa stesse facendo, lo seguì, trovandosi quasi adagiata sul petto del ragazzo. Fece per ritirarsi su -chissà se per imbarazzo, desiderio di non fargli male o stizza- ma dopo giusto un paio di centimetri arrivarono prima uno e poi un altro braccio a bloccarla lì.
Il tocco era lieve, ma si sentivano tante cose in quell'abbraccio. Tante.
-Avrai pazienza di aspettare?- le chiese solamente Alejandro. Era la prima volta che sentiva la sua voce ed era... deturpata, come tutto il resto. Ma Heather non se ne curò. Si stava curando del -Sì- che lei aveva risposto.
Decisamente smielato, devo dire...
Oh, stai zitta, una buona volta.
Smieloso o no, Alejandro aveva appena rischiato di morire... E poi era suo: non l'avrebbe lasciato andare tanto facilmente.




VUALAAAAA'!!!
E allora? Siete contenti/e?
Ma insomma, vi pareva che facevo morire il mio amatissimo Alejandro?!?!? O_____O
Ammetto che, come finale, mi ha intrigato parecchio *riceve occhiate assassine* ma girano troppe storie tragiche su questo sito, mi andava di farla finire bene questa ^^ E poi... sono tanto bellini loro assieme ^^"
*Fine momento di shipping compulsivo*
Questo è uno dei capitoli compresi nel disegno iniziale. Dovete infatti sapere che, in questo mio fantomatico disegno iniziale, Alejandro aveva il primissimo attacco, lanciava l'occhiata gelida a Heather, poi gli passava l'odio e accadeva il momento dolcioso qui narrato: ma sentivo che mancava qualcosa in mezzo U.U
Poi le vacanze furono proficue per l'ispirazione e nacque il capitolo delle convulsioni finte.
Le reazioni terrificate di alcuni di voi fecero nascere il capitolo 5 (mi intrigava scriverlo e... avevo una voglia folle di farvi spaventare ^^ Sono sadica, lo so^^)
E ora, siamo tornati ai piani originali.
Ma non è stato mai, mai, MAI nei miei piani uccidere quel ragazzuolo ç___ç
Piaciuto il momento dolcioso? C'è abbastanza dolcessssa per un diabete ma che volete farci? L'ho detto che sarebbe stata una fic romantica *occhioni sberluccicanti*.
E ora... Qualcuno è uscito dall'IC?
Ho scritto qualche boiata?
Mi volete ancora uccidere?
Vi è piaciuto questo capitolo?
Fatemi sapere! :)
Adoro incondizionatamente ognuno di voi *______*
Ci vediamo all'...ultimo capitolo :D
Vostra Pirata.


   
 
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