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Autore: Nereisi    06/09/2011    2 recensioni
Un passato condiviso, un segreto inconfessabile, due vite che finalmente torneranno a incrociarsi.
Riuscirà l'amore tra Misa e Usui a vincere, o il passato di lui getterà un'ulteriore ombra sulla loro storia? Chi ordisce in segreto contro i due?
Riusciranno a stare insieme?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Misaki Ayuzawa, Nuovo personaggio, Takumi Usui
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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 Spazio Autrice – LEGGETE PER FAVORE – IMPORTANTE!
 
Kon’ichiwa! Pensavo di non finirlo più questo capitolo!!! In questo periodo ho avuto molto da fare, tra vacanze, ripassi e letture. E per di più il liceo è alle porte!  *terrorizzata* quindi posterò i capitoli molto più lentamente. Abbiate pazienza!
 
Vorrei avere un vostro parere: stavo pensando di scrivere altre fanfiction, solo che ho le idee confuse e non so quale scrivere per prima. Le proposte sarebbero: inuyasha e kagome, ikuto e amu (shugo chara), edward e winry (fullmetal alchemist) e maka e soul (soul eater). Aspetto vostre risposte!
 
IMPORTANTE!!!! Fatemi sapere se volete che questo capitolo sia l’ultimo o se magari ve ne vanno bene un altro paio, magari con un bacio di mezzo.
 
Bene, vi ho trattenuti anche troppo, è ora di scoprire come torturerò Misa stavolta.
Muahuahua! *risata sadica*
 
Ringrazio tanto Ellis per le sue recensioni così piene d’entusiasmo e, ovviamente, tutti voi lettori che leggete le mie scempiaggini!!! Bacioni e…. ciack! Si gira!
 
 
La caduta della principessa
 
 
 
  • dai, non ti devi vergognare –
  • no –
  • l’abbiamo già fatto prima, non vedo perché tu ora non me lo voglia più permettere –
  • ho detto di no –
  • non fare la preziosa -
  • quale parte di “no” non capisci??? –
  • ma perché??? –
  • Non voglio neanche provare a pensare alle reazioni della gente che ci vedrà. –
  • Che tipo. E dire che ti sto anche aiutando. Dopo quello che mi hai detto poi… -
  • Non fare tanto l’offeso! E poi, è vero che ho detto che mi dovevi accompagnare a casa, ma intendevo nel quartiere… il resto della strada la conosco! –
  • Sì, e secondo te ti lascio andare a casa in quello stato??? Hai tutti i vestiti strappati! –
  • Sei stato tu a farmeli strappare, maniaco! –
  • Ma che dici? Sei impazzita? Hai fatto tutto da sola! -
 
Maledetto pervertito…se mi rimette le mani addosso giuro che gli stacco la testa! Tutta colpa di quei maledetti pattini!
 
Facciamo un passo indietro.
 
Usui mi stava accompagnando a casa, dato che mi ero persa nell’unica parte della città che non conoscevo. Lui faceva strada, tenendomi per mano, e io lo seguivo. O meglio, lui camminava spedito, trascinandomi, a causa dei pattini.
 
Ma guardalo…sembra un bambino al quale hanno appena regalato un nuovo giocattolo…
 
  • dai principessa, sbrigati! –
  • guarda che sei tu che mi stai trascinando! –
 
Ci fu un attimo di silenzio. Poi Usui si fermò.
 
  • senti…. tu devi tornare per forza a casa subito? –
  • beh… la mia famiglia oggi torna tardi quindi se torno adesso sarei da sola –
 
oddio! Perché glielo sto dicendo???
 
  • perché me lo chiedi? –
  • beh… io ora stavo pensando di andare in un posto… cioè, ci vado quasi tutti i giorni e se vuoi ti ci posso portare. –
  • ehi, usa il freno! Che razza di posto è? –
  • non ti preoccupare, non è né un posto sconcio, né uno popolato di yakuza –
  • allora di che cosa si tratta? –
  • è un posto dove vado per rilassarmi…. Se vuoi altri indizi, li avrai una volta arrivati lì –
 
mi fido?non mi fido?.....se avesse voluto farmi qualcosa, prima aveva un’occasione perfetta e non l’ha sfruttata. O è veramente tonto oppure mi devo ricredere su di lui. Senza dimenticare il fatto che ho passato il pomeriggio insieme e lui e mi sono anche divertita, e si è dimostrato anche gentile, oltre che abbastanza intelligente.
Ok. Glielo concedo. Ha il suo fascino. Vabbè, mi butto.
 
  • ok, va bene. –
  • non ti facevo così permissiva!-
  • cosa vorresti dire? Che sbruffone! –
 
alzò le mani in segno di resa
 
     -   scusa, scusa, dai non ti arrabbiare. Di qua, principess… -
  • alt, fermo lì. Prima di portarmi, lì mi spieghi perché diavolo continui a chiamarmi principessa? –
  • non so se ho voglia di dirtelo….  –
  • come no? Riguarda me, quindi è mio diritto sapere! –
  • ma se non te lo dico è per il tuo bene…altrimenti ti arrabbieresti….-
Il suo tono si addolcì e si abbassò fino a raggiungere la voce suadente di un perfetto playboy. Mi fissò con quel suo sguardo languido.
 
  • è inutile, con me i tuoi trucchi da quattro soldi non funzionano! E sai una cosa? Non verrò con te in quel posto finché non mi dirai il perché di quello stupido nomignolo! –
  • non dire così… potrei anche decidere di non aiutarti più a tornare a casa, sai?-
 
 
ecco, lo sapevo. Che tipo spregevole! E io che ho pensato per un momento che potesse essere un bravo ragazzo! Gli uomini sono tutti così… è inutile che mi illuda di trovare “quello giusto”…
 
mi sentii improvvisamente triste, senza sapere neanche il motivo di quella tristezza.
 
  • tanto… che me ne faccio dell’aiuto di uno come te! –
 
la sua faccia cambiò espressione. Sembrava qualcosa a metà tra lo stupore e l’offeso.
 
  • cosa? Uno come me? –
  • hai capito bene! –
  • perché mi dici una cosa del genere? –
  • non cercare di farmi la ramanzina! Voi uomini… siete tutti uguali! –
 
E corsi… voglio dire, pattinai via. Avevo un miscuglio di emozioni che mi turbinavano dentro… e i miei occhi non erano forti abbastanza da tenersi tutto dentro.
 
  • principessa! Aspetta! –
  • lasciami stare! –
 
Fuggii via con gli occhi lucidi. Ma non piansi. Solo una lacrima scese. Una sola.
 
nella testa di Usui
non andare! O almeno, non di là! Da quella parte c’è…
 
  • misakiiiiiiii! –
 
 
usui mi inseguì, gridando il mio nome. Non mi ero mai resa conto di quanto suonasse bello detto dalla sua voce… per in istante ebbi il desiderio che mi raggiungesse.
Gli gettai uno sguardo da dietro la spalla.
 
Caspita, che sprint! Mi sta alle calcagna! E dire che io ho i pattini!
 
  • scema! Girati! Guarda avanti! –
  • eeeh? A chi hai detto scema?? Razza di… -
  • attenta! –
  • ah! –
 
il respiro mi si mozzò in gola. Non mi sentivo più la terra sotto i piedi!!!
 
Oddio, uno strapiombo!
 
Bè, strapiombo è un po’ troppo. Era un fosso con gli argini altissimi e, sul letto del canale, scorreva un rigagnolo puzzolente a dir poco schifoso e dall’inconfondibile odore. Agitai le gambe e sbattei le braccia come un uccello che spicca il volo. Non ho mai desiderato tanto saper volare…e dire che io soffro l’aereo…
 
Cado…!!!!!
 
Strizzai gli occhi e d’istinto raccolsi le gambe al petto. Sperai con tutto il cuore di non rompermi qualcosa. All’improvviso, qualcosa affiorò alle mie labbra…. un sussurro…Un nome….
 
  • ….Usui….-
  • Misaaaa! –
 
Spalancai gli occhi, mentre qualcosa o qualcuno si scatafasciavano su di me, cercando di abbracciarmi. Forse era qualcuno. “quel” qualcuno.
Cademmo rovinatamene sull’altra sponda del….fiume? e finimmo per grazia divina su un praticello dall’erba incolta…. A pochi metri da un ammasso di pietre.
 
La prima cosa che sentii fu…il canto degli uccellini? Oppure lo scroscio di quel fiumiciattolo non a norma? No….sentii…
 
  • IDIOTA! Sei matta? Perché sei corsa via così? Lo sai che mi sono spaventato? Avresti potuto farti molto male! –
 
Aprii a fatica gli occhi, perché il sole illuminava proprio a 90° sopra di me… e quello che vidi me lo ricorderò per sempre.
Lui era sopra di me, con le mani attorno al mio viso come per proteggerlo da un pericolo imminente. Vidi il volto di Usui illuminato dal sole, con i raggi che gli accarezzavano la pelle del volto rendendogliela quasi diamantina, mentre i capelli sembravano quasi una corona di luce d’oro attorno al suo capo. E i suoi occhi… così espressivi, così verdi….sembravano due pozzi di smeraldo, dentro ai quali ero riflessa una faccia.. la mia.
 
  • un angelo… -
  • eh? –
 
immediatamente, la creatura divina si dissolse, lasciando posto alla faccia di usui piena di graffi.
 
  • ah, niente…comunque, sei impazzito? Che modo è di arrivare così? Potevi spaccarmi la schiena, scemo! –
 
mi fissò con uno sguardo penetrante. Poi le sue spalle si rilassarono e tirò un sospiro di sollievo. Poi si avvicinò pericolosamente e appoggiò la sua fronte contro la mia.
 
  • ehi, ma che fai, maniaco! –
  • se hai ancora fiato per insultarmi significa che stai bene…-
 
si tirò su a sedere sui talloni e mi aiutò a rialzarmi sulle ginocchia, per poi abbracciarmi. Avvampai.
 
  • che stai facendo, togliti! –
  • è così che si parla a colui che ti ha salvato la vita? –
  • la vita! Esagerato! Al massimo mi sarei sporcata i vestiti di liquame! –
  • Ma che dici? Hai problemi con gli occhi? Guarda là sotto! –
 
feci come mi era stato detto e… rabbrividii: sul fondo del canale si potevano vedere dei pezzi di lamiera e mattoni rotti, oltre ad un’infinità di attrezzi edili.
 
  • ma…ma…ma che diavolo ci fanno quelle cose lì???
 
Mi sorrise.
 
  • mi dispiace principessa, ma qui non siamo nel tuo bel quartiere. Qui nessuno di cura di rispettare l’ambiente e perciò le persone che non sanno dove buttare scarti o altro hanno improvvisato un cassonetto non proprio legale. E tu ci stavi finendo dritta dentro. Prova ha immaginare cosa sarebbe potuto succedere se non fossi arrivato io. –
 
ebbi un singulto.
 
Nella testa di Usui
L’ha immaginato.
 
  • misaki… -
  • sì? –
  • ti spiacerebbe allentare la presa sul mio braccio? Mi stai bloccando la circolazione! –
 
guardai laddove terminava la mia mano. Era saldamente aggrappata al braccio di usui, neanche ce l’avessero saldata. ritirai la mano come se il suo arto avesse preso fuoco.
 
  • ah… sì… scusa… -
 
aaaah! Mamma mia che imbarazzo!
 
Nella testa di Usui
Mannaggia che forza!è tutto intorpidito! Sono sicuro che mi verrà un livido. E poi dicono che le femmine sono il gentil sesso… questa qui avrà minimo la cintura nera di judo! Dolce, piccola fanciulla indifesa!
 
Mi osservava con insistenza, mi scrutava.
 
Beh? Che vuole questo adesso? Non si aspetterà delle scuse!
….mmm…in fondo mi ha salvata… stavolta mi tocca…
 
Inghiottii la saliva
 
  • ehm… senti Usui… -
  • mmm? –
  • sì, beh, ecco, insomma…. Grazie…per… avermi salvata…-
 
nessuna risposta. Mi voltai. Il mio sguardo incontrò quello di Usui che mi fissava come se avessi appena enunciato la formula del moto perpetuo.
 
  • beh? Che c’è? ti ho ringraziato! Perché fai quella faccia? –
  • Misa-chan! –
  • ma che.. ah! Usui! –
 
mi aveva presa da dietro con le braccia, incrociandole sul mio ventre e alzandomi di peso per poi farmi sedere sulle sue gambe incrociate, ridendo come un matto accarezzandomi come una bimba sulla testa.
 
  • si può sapere che ti è preso tutto un tratto, pervertito? –
  • non credevo che potessi essere così umana, principessa! –
  • eeeeeh? Che intendi dire? –
  • prima, mi hai ringraziato…. eri tutta rossa! Sembravi un pomodoro! Allora anche tu sei una ragazza! –
 
 
nella testa di Usui
era davvero carina….
 
  • ma come ti permetti? Sei proprio senza speranza… -
 
scoppiammo a ridere.
Sentii il sollievo che dilagava nel mio corpo e la tensione che se ne andava. Tirai un sospiro di sollievo. Ero al sicuro. Il pericolo era passato. Mi rilassai.
E solo allora mi resi conto della posizione in cui eravamo.
Io, con la schiena appoggiata al suo torace e seduta sulle sue gambe e lui che ridacchiava con il mento appoggiato sulle mie spalle e la mano che mi accarezzata dolcemente i capelli.
Sentii il sangue fluire e la testa che mi girava. Iniziai ad agitarmi.
 
  • aiuto! Fammi scendere! Dai Usui, ti prego, non puoi immaginare che imbarazzo sia per me…. –
  • e perché? Tanto qua ci siamo solo io e te. –
 
o caspita, è vero! Aiuto! Mamma mia! Che cosa si fa in questi casi?????
 
Alzai un braccio per cercare di alzarmi, ma lui me l’acchiappò e le lo portò vicino al viso.
 
  • che fai? –
  • mmm…. Ti sei tagliata a quanto pare. –
  • cosa? –
 
non feci in tempo a esaminare la ferita che lui prese il dito e se lo ficcò in bocca, ciucciandolo.
 
  • ma sei scemo? –
  • lezione di scienze dell’altroieri: la saliva, se applicata sulle ferite, è un ottimo disinfettante, in mancanza dell’ordinario alcool. –
 
accidenti…ha ragione.
 
  • sembra che il flusso non voglia arrestarsi… e va bene, facciamo così allora. –
 
allungò la mano fino a prendere un lembo della mia camicetta (ormai ridotta a brandelli) e lo strappò con i denti per poi improvvisare una fasciatura.
 
  • nooooo! La mia camicetta! E adesso che dico a mamma? –
  • la verità: che sei caduta e che un angelo è intervenuto per proteggerti e ti ha pure prestato soccorso riaccompagnandoti perfino a casa. –
 
oddio, mi ha sentito!
 
  • soccorso! Esagerato! Mica morivo per quel graffietto! –
  • continui a fingerti dura fino alla morte, eh? Vabbè, controlliamo se ci sono altre ferite. –
 
fortunatamente, me la cavai con un cerotto sul naso.
 
  • graziosa! Ti dona proprio quel cerotto! –
  • smettila! Antipatico! –
  • dai che scherzavo! Vieni qua, ti aiuto ad alzarti che ce ne torniamo a casa. –
 
 
mi prese sotto le ascelle, sollevandomi senza il minimo sforzo, ma quando fui in piedi caddi di nuovo per terra.
 
  • che succede? –
  • non lo so, è come se non avessi più il senso dell’equilibrio! –
  • ma ti gira la testa? –
  • no, per niente! –
 
veramente è a causa tua che la mia testa gira come una giostra, accidentaccio!
 
  • può essere…. Alza un attimo la gamba –
  • perché? -   chiesi con sospetto
  • mmm, mamma mia che roba! Quando ti deciderai a fidarti di me? –
 
protestai sottovoce e mugugnando lo accontentai. Lui mi prese il piede e esaminò i pattini con occhio clinico.
 
  • mi spiace dirtelo, ma il tuo pattino destro è andato. Su quattro route che ci sono, tre sono fuori uso. –
  • noooo! E ora? Come torno a casa?? –
  • intanto, cerchiamo di tornare sull’asfalto, così almeno riesci a stare in piedi. –
  • va bene. –
 
 
dopo essere ritornati sull’altra sponda, provai a camminare, senza successo.
Provai e riprovai molte volte, ma il risultato rimase invariato.
 
  • usui… che devo fare? –
  • beh, se vuoi ti posso aiutare io, anche se dubito che acconsentirai. –
  • spara –
  • ti posso portare sulla schiena. –
 
 
silenzio.
 
  • neanche per sogno!! –
 
 
ed ecco il motivo per il quale stavamo discutendo così animatamente.
 
  • mmm… penso di aver capito la situazione. –
  • eh? Di che parli? –
  • del motivo per il quale sei sempre così diffidente. –
  • ah, sì? Sentiamo! –
  • non sono un grande  detective, ma visto il modo in cui ti comporti sempre così freddamente, penso che tu abbia subito un qualche tipo di trauma a causa del quale tu non ti fidi più dei ragazzi. Ho indovinato, principessa? –
 
e ammiccò con un sorriso ebete. Ero stupita.
 
Ma come ha fatto?
 
  • …centrato. –
  • Evvai, sono un genio! –
  • E non vuoi sapere che cosa mi è successo? –
  • No. Se un giorno ti fiderai di me, sarai tu a confidarti. –
  • Aspetta e spera. –
  • Sto aspettando. –
  • In che senso? –
  • Pensi che non me ne sia accorto? Tu ti fidi già di me! –
 
 
 Ma… ma…non è possibile!
 
  • ma se siamo stati insieme solo questo pomeriggio?!? –
 
dissi con una punta di amarezza nella voce
 
  • tranquilla, vi porrò rimedio subito. –
  • ah, sì? E come? –
  • ti starò appiccicato per sempre… e un giorno sarai tu a cercarmi. Intanto…–
  • eh? –
spalancai gli occhi. Usui mi aveva caricata sulle spalle, attaccandomi sulla sua schiena come una scimmietta.
 
  • usui! –
  • sst! –
 
mi azzittii.
 
  • cosa vuoi fare, ora? –
  • mmm? –
  • ti lasci portare a casa o vuoi portare quella maschera da dura per sempre? –
  • beh… io…. –
 
 
senza accorgermene la mia mano fece presa sulla sua camicia. Appoggiai la testa sulla sua schiena, sospirando.
 
  • muoviti. –
 
usui sorrise tra sé e sé.
 
  • dormi, sei stanca. –
 
nessuna risposta. Mi ero già accoccolata sul suo dorso, chiudendo gli occhi. Quella volta, sapevo di potermi fidare di lui.
 
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Mentre camminavo con misaki saldamente attaccata sulla schiena, La sentii parlare nel sonno.
 
  • usui… sei uno scemo…-
 
e con le braccia mi cinse il torace.
 
Però, che sorpresa! Alla fine avevo ragione.. è sempre la principessa di allora… e ha ancora bisogno di lei come io ho bisogno di lei…
 
  • sei uno scemo…..ma.. come.. come diavolo… fai… a vedermi dentro?...-
sorrisi. Senza lasciare la presa, voltai la testa e le diedi un bacio sulla fronte. Emise un suono simile a quello di un cucciolo disturbato durante il sonnellino e strofinò la guancia sulla mia spalla, per poi raggomitolarsi ancora di più sulla mia schiena.
 
  • dormi tranquilla, principessa. Il tuo angelo ti proteggerà –
  
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