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Autore: _Garnet915_    07/05/2006    1 recensioni
Tutto quello che volevano era rivedersi... per non essere più soli...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Garnet Til Alexandros XVII, Gidan Tribal
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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II. Dagger – Worrying
I will go to him… I must go to him


Una voce di bambina… era quello che sentivo negli istanti immediatamente precedenti al mio risveglio, una voce di bambina molto familiare.

“Eiko…” sussurro. Lentamente apro gli occhi, cercando subito di ricordare cosa fosse successo: Tera… Branbal… l’Invincible… Madain Sari… riposo… ricordo tutto ora… tranne una cosa… Gidan. Dov’è Gidan in questo momento non lo so, prima sentivo solo la sua voce chiamarmi una volta svenuta, le sue braccia sollevarmi e portarmi fin lì, su un letto...

Mi metto a sedere, stropiccio un po’ gli occhi e quello che vedo mi lasciò senza parole: Eiko in lacrime. Dietro di lei, Quina, Vivi e Amarant, silenziosi, con lo sguardo abbassato, silenziosi tanto quanto la piccola sciamana.

Non capisco. Come mai sono così silenziosi? Persino Quina? E perché Eiko piange? Non è certo il tipo che piange spesso, anzi è la prima volta che la vedo piangere, ridotta in quello stato. Non aveva pianto neppure la volta in Mogu diventò Madein per salvarla da Son e Zon. Questa è in assoluto la prima volta che vedo il lato fragile e delicato di quella bambina di soli sei anni… e lei non sta cercando di nasconderlo, come è solita fare… mi allarmo nel vederla così… qualcosa non va…

Certo non si può dire che stia singhiozzando o piangendo troppo. I suoi occhi sono velati di lacrime e un paio erano scese in precedenza, rigandole le guance. Lei, però, non si era ancora preoccupata di asciugarsele. “che cosa è successo Eiko? Su, avanti, parla! Per favore!” la incito. Non ricevendo alcuna risposta, la scrollo un po’ per le spalle:

“Insomma, Eiko!!” arrivo a gridare, spazientita

“Parla!!”

In seguito a quelle mie urla, Eiko, che aveva tenuto lo sguardo scostato dal mio, lo incrociò e riuscì a trovare la forza di balbettare qualcosa: “Gidan…” sussurrò flebilmente

“Cosa?” grido “Gidan, cosa?”

“Gidan… è andato da quel vecchietto… da solo… me lo ha detto quella bionda antipatica.. Gidan ha detto… che è una cosa solo sua… sua e della gente di Tera… e che… è andato di sua spontanea volontà da sola… io… non le ho creduto… mi sembrava impossibile che Gidan facesse una cosa del genere da solo… ma quell’antipatica… ha ribadito il concetto… allora… non ho retto… e sono scappata via…”

Ascoltai in silenzio, sbigottita, le parole di Eiko; Gidan cosa? Tera? Lui non è di Gaya? Ora capisco perché non trovava la sua vera famiglia… la sua famiglia… ammesso che la si possa definire tale in un posto del genere… era qui…

Improvvisamente, un brivido di freddo mi scuote, percorrendo tutta la schiena. Risoluta, cerco di tirar su di morale ai miei amici:

“Ehi, Eiko! Che ti prende? Ti sembra questo il momento di frignare?!” la bimbetta alza il capo sorpresa e, finalmente, si decide ad asciugare le lacrime

“E anche voi!” mi riferisco anche a Vivi, Quina e Amarant

“vi sembra questo il modo di reagire? Non vi siete forse chiesti il motivo per cui Gidan lo ha fatto?! Di sicuro deve esserci una seria e valida motivazione! Lo conosco bene, ormai… certo, in apparenza è una persona frivola, ma è mossa da saldi ideali, ogni cosa che fa ha una sua precisa motivazione! Le persone non cambiano così rapidamente nel giro di pochi minuti, quindi non credo che Gidan lo abbia fatto per escluderci! Credo che ci sia un motivo preciso sotto tutto quanto! Non so quale sia… ma ho intenzione di scoprirlo! Non so se anche voi volete sapere il perché… ma con o senza di voi io ci andrò! Voglio dimostrarvi che non è il caso di abbattersi, Gidan non ci ha abbandonato!”

Tutti quanti, anche Steiner e Freija, si erano convinti di quanto detto. Forse, però, la persona che stavo cercando di convincere… ero io… quando Eiko mi aveva detto quelle cose sul conto di Gidan, la paura mi assalì. Una paura forte, che ti toglie il respiro, che, come una tenaglia, non ti lascia via di fuga, ti intrappola e ti soggioga, ti manipola la mente fino a farti impazzire. Con quelle parole cercavo di convincere, più che gli altri, me stessa.

Gidan non può averci abbandonato.

Non ci credo.

Non ci voglio credere!

Gidan non è mai stato il tipo di persona da abbandonare i suoi amici. Siamo sempre stati come una grande famiglia, dove ognuno poteva contare sull’aiuto morale degli altri… anche di Amarant… sì anche dell’uomo salamandra tanto scontroso e che non si impensieriva in genere dei problemi altrui.

Devo farmi forza, alzarmi e andare da lui.

“Eiko, tu sai dov’è ora, vero?” le domando frettolosamente

“Certo, è alla residenza di quel vecchietto vestito di nero che abbiamo intravisto anche noi appena giunti qui a Tera… Garland, se non mi sbaglio” mi risponde

“Bene” e, rivolgendomi anche agli altri “dobbiamo andare lì e cercare Gidan, voglio sapere cosa gli passa per la testa!” dissi. Uscii per prima da quella strana abitazione tutta blu, seguita a ruota da Eiko, Freija e gli altri.

Mentre camminavo a passo svelto, gettavo occhiate furtive alle strade di Branbal: tutto era quieto, silenzioso, come se il tempo si fosse fermato. I simili di Gidan, a parte l’aspetto fisico, non gli assomigliavano per niente: occhi spenti, persi nel vuoto, volto inespressivo, tutti fermi a pensare a chissà che cosa – ammesso che pensavano davvero a qualcosa – o a osservare una strana luce blu che permeava tutta l’atmosfera e colorava tutto: i muri, i tetti, anche alcuni tratti della strada.

“Un mondo non da Gidan, senz’altro” mi ritrovo a pensare in mezzo a quel mondo disperso e silenzioso



“Che strano posto! E che gusti pessimi di arredamento!” esclamo. La prima cosa fu dettata dal mio stupore, la seconda da un certo senso di ironia che era sbocciato in me per poi morire subito, soltanto per spezzare un po’ la tensione che faceva battere velocemente, all’unisono, il mio cuore e tutti quelli dei miei amici. Eravamo tutti tesi, ma allo stesso tempo ansiosi di scoprire la verità.

“Molto bene!” esclamo risoluta “Dividiamoci e cerchiamolo! Non deve essere andato troppo lontano! Se qualcuno lo trova, rimanga con lui, oppure vada a cercare gli altri assieme a lui!”

Poi, ci spargemmo tutti alla sua ricerca, Vivi andò con Eiko, Steiner con Quina, Amarant – incredibile a dirsi – andò con Freija, mentre io andai da sola.

Tutti quanti, come me, vorrebbero sapere la verità.

Eppure, non lo dico per montarmi la testa, credo di essere la più preoccupata in assoluto.

Temo che gli sia successo qualcosa.

Non lo avevo detto a nessuno, ma quando Eiko mi disse quelle cose, un tremendo senso di paura mi aveva pervaso.

Non lo avevo detto a nessuno per non farli preoccupare. Già è sufficiente che sia preoccupata io. Molto preoccupata… non so cosa fare, non so dove sbattere la testa. So bene che devo mantenere la calma…

Anche se, in realtà, mi viene voglia di urlare a squarciagola il suo nome, correre all’impazzata per cercarlo, fare qualcosa di pazzo pur di trovarlo.

Ma so che non servirebbe a niente, non posso perdere la calma, nemmeno in questa situazione.

Se sbaglio rischio grosso, rischio di non vederlo mai più!



!!!

ma io… perché penso queste cose? Perché penso che potrei non vederlo più?!



Dunque, è così grande il mio timore?!

Io… voglio solo andare da lui…

Andrò da lui…

Devo andare da lui…



  
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