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Autore: eclissirossa    06/09/2011    2 recensioni
Come si fa a vivere una vita vuota?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Tra le mani, reggeva ancora due lembi di quella copertina, con la quale aveva intenzione di coprirlo e tenerlo al caldo. Vederlo addormentato lì, sul suo divano, stanco. Si, le dava l'impressione di esser stanco da morire, oppure molto, molto, affaticato. Sorrise, ritrovandosi ormai con le ginocchia poggiate contro il divano morbido, stendendo sul suo corpo la coperta pesante, sistemandogliela sulle spalle. Sentiva attraverso i tocchi leggeri delle dita il corpo di Inuyasha. Una volta coperto, si soffermò a guardarlo piacevolmente addormentato, tranquillo. Evidentemente stava facendo bei sogni. Ne fu invidiosa, tremendamente invidiosa. Lei erano due anni, due lunghissimi anni, due fottutissimi anni che non faceva bei sogni, che non dormiva tranquilla. Incubi, ecco l'unica cosa che associava al sonno. Allontanò le mani di scatto, rabbiosa, ma quasi le venne un colpo, quando un paio di mani calde e delicate le avevano afferrato i polsi, bloccandola. Aveva ruotato il capo verso il ragazzo sul divano, trovandolo con gli occhi scuri socchiusi, a fissarla. Lucidi, profondi, immensi. Stava annegando, sentiva chiaramente la forza venirle meno, davanti quegli occhi, e non voleva, non voleva proprio sentirsi libera, non voleva riavere ogni forza e chiarezza. Lasciò che le sue mani la tirassero verso di lui, e si ritrovò stesa su di lui nel giro di pochi attimi, e altrettanto velocemente, sdraiata sul divano, accanto a lui, schiacciata tra il suo corpo e lo schienale del divano, sotto la coperta calda che le infondeva calore in tutto il corpo e la rilassava. Avvertì le braccia calde e protettive di Inuyasha cingerla, facendole poggiare il capo sul suo petto e affondando il viso tra i suoi capelli. Ebbe paura. In quel momento, ebbe paura come ne aveva avuta quando lui le aveva preso le braccia durante il loro unico litigio. Sentire quelle mani cingerle il corpo le fece paura. Tremò, trattenendo a stento le lacrime. Stava bene, dannatamente bene in quell'abbraccio, ma al tempo stesso si sentiva sporca, vuota. La stretta attorno alla sua vita si intensificò, e avvertì Inuyasha aspirare piano con le narici.

‹ Dormiamo così. › Aveva bisbigliato a tono talmente basso e leggero che per un attimo ebbe la strana sensazione di essersi immaginata quelle parole. Aveva un tono impastato dal sonno, l'aria imbronciata, forse dover parlare l'aveva destato troppo dal suo sonno e dai sogni che stava facendo. Gli strinse appena il pullover, affondandovi il viso, venendo avvolta dal suo profumo. Buono. Inuyasha aveva proprio un buon profumo. Abbandonò, scacciò via la paura, quando l'avvertì tornare ad addormentarsi contro il suo capo, con il respiro lento e regolare, ritmato, come il battito del cuore che avvertiva attraverso il suo petto, e che la cullava, quasi come una dolce ninna nanna. Inuyasha non le avrebbe fatto del male. Sorrise appena a quel pensiero, socchiudendo gli occhi, provando a scacciare via i brutti ricordi, concentrandosi su quell'abbraccio, premuroso, e sull'intreccio delle dolo gambe, complici. Si abbandonò alle braccia di Morfeo, che non tardò ad arrivare. Dormì profondamente, e per la prima volta, dopo due anni, non fece incubi. Fu un sonno tranquillo, privo di qualsiasi immagine, sogno o incubo che fosse. Non c'erano immagini. Tutto buio, nero. Ma meglio di un icubo.



Provò a stiracchiarsi, a distendere le braccia in avanti, com'era solita fare. Ma si bloccò di colpo. Per due motivi molto semplici, anzi no, al contrario, altro che semplici. Il primo era: si era svegliata da sola, erano stati i raggi del sole ad illuminare l'intero salone, anche attraverso le tende bianche tirate, e i rumori esterni alla sua finestra. Nonostante abitasse all'ultimo piano, dei rumori mattutini, come il bus, le auto, si avvertivano. Niente incubi. Nessun incubo aveva invaso la sua mente. Niente mani, niente sguardi, niente lacrime. Nulla. Era tutto nero, vuoto, profondo, ma almeno privo di incubi. Avrebbe esultato di gioia, se, non fosse entrato in scena il secondo problema: aveva toccato qualcuno. Aveva stirato le braccia, ed era finita contro qualcosa, o qualcuno. Deglutì profondamente, riaprendo gli occhi talmente lentamente da far perder la pazienza e ritrovandosi davanti al viso, piacevolmente addormentato di Inuyasha. Sobbalzò, a quell'immagine, mentre i ricordi della sera prima, tutti i ricordi, le venivano alla mente. Si portò di botto le mani alle labbra, per soffocare un gemito di sorpresa, continuando a scrutare la figura maschile addormentata al suo fianco,che al suo movimento, l'aveva stretta con maggior forza. Deglutì piano, mentre una mano andava a sfiorare piano una spalla del ragazzo che le dormiva davanti.

 

I.. Inu.. Inuyasha. › L'aveva richiamato, toccandogli ancora con i polpastrelli una spalla, come per smuoverlo, risvegliarlo dal sonno. Doveva svegliarsi, non poteva restare lì. Su, su ! Svegliati! Riprovò più volte, con la medesima tattica. Tocchetti leggeri su una spalla e richiamarlo a voce. Si fermò, ritirando la mano, solo quando l'aveva visto smuoversi e sbadigliare svogliatamente, stringendole ancora per la vita. Le cose stavano, degenerando, decisamente.
‹ Mh. › Aveva grugnito, aprendo piano gli occhi scuri e assonnati, fissandola come se fosse un alieno. Immaginò di essere inguardabile, così, di prima mattina. Sbuffò piano, e ruotò il viso arrossato di lato, pronta ad ascoltare una sua possibile presa in giro, ma di tutta risposta, il ragazzo rimase immobile, a fissarla, ancora come se fosse un alieno, come se avesse tre occhi. Gli lanciò uno sguardo infastidita, schiudendo le labbra per un attimo, prima di richiuderle, serrarle, e gonfiare le gote ancora arrossate per via della vicinanza. Troppa. Erano praticamente schiacciati l'uno contro l'altra, e le loro gambe, assomigliavano a un groviglio di rami, inseparabili.

‹ Kagome.. › Aveva bisbigliato a tono basso, ancora impastato dal sonno, che le sciolse il cuore, facendole passare, immediatamente il nervosismo di poco prima. In quella posa, con quello sguardo, le labbra appena imbronciate e schiuse, le sembrava un cucciolo. Rimase con la bocca schiusa come un'idiota, guardandolo e boccheggiando piano, mentre lui, tornava a parlare, schiudendo maggiormente gli occhi assonnati. ‹ Che ci fai nel mio letto? › Aveva borbottato con aria curiosa, fissandola attentamente negli occhi, che si erano sgranati tremendamente, tornando a boccheggiare, questa volta per lo stupore. Nel suo letto?! Ma stava scherzando?! Non si era guardato attorno? Non aveva riconosciuto che era la sua casa. Il SUO divano! Continuò a boccheggiare, causando solamente le sue risa divertite. Lo vide stendersi sulla schiena, abbandonando l'abbraccio che li aveva tenuti legati fino a poco prima, un caldo abbraccio che le mancò, immediatamente. Si sentiva protetta, in quell'abbraccio. Ne approfittò, in ogni caso, sganciando le sue gambe dalle sue, e trascinandosi fino al bordo del divano, per poi saltare giù, allontanandosi di qualche passo, con il respiro corto. Era emozionata. Era strano, essere lì, con lui, in quella situazione. Era.. equivocabile! Si sistemò alla meglio i vestiti, stirando la maglia sul ventre, prima di prendere a camminare verso la cucina, avvertendo sulla sua schiena i suoi occhi, perforarla. Strinse appena gli occhi, volgendosi verso di lui, una volta arrivata davanti la cucina e trovandolo ancora steso, come l'aveva lasciato, con un'espressione seria e pensosa dipinta sul viso tanto bello, e gli occhi, quelle pozze scure, puntate su di lei. Studiandola. La stava studiando, diamine. Schiuse appena le labbra, dopo un ampio respiro.

‹ Inuyasha, ti va di fare colazione con me? › Aveva mormorato con tono dolce, poggiando una mano sulla maniglia della porta e inclinando il capo da un lato. L'aveva visto sobbalzare letteralmente sul divano, ancorandosi allo schienale per non cadere e guardandola stupito, prima di borbottare un “ va bene “ abbastanza imbarazzato. Aveva sorriso ampiamente, volgendosi ed entrando nella cucina illuminata dalla luce del mattino. Osservò l'orario sull'orologio sistemato sul muro. Le 09.16 . Aveva fatto tardi all'Università. Si era dimentica di sistemare l'orologio la sera prima, e aveva saltato una lezione, non molto importante, fortunatamente. Sarebbe andata più tardi, a fare un giro. Iniziò a trotterellare nuovamente per la cucina come la sera prima, sistemando tutto sul tavolo. Due tazze, due cucchiaini, due tazzine con del caffè appena fatto. Due cornetti. Marmellate varie. Cioccolata, cereali, brioche, biscotti vari. Sistemò anche il latte e il succo d'arancia in tavola, giusto per l'arrivo di Inuyasha, che alla vista di tutto quel ben di Dio, quasi svenne. Fissò, da parte sua, il tavolo apparecchiato per due, e per un momento, rimase colpita. Era.. tutto più bello. Quella sorta di duplicità. Era bella, era romantica, era rassicurante. Sorrise, stringendo le mani tra loro e guardando il ragazzo, che dopo essersi accomodato abbastanza imbarazzato, la fissava. Aveva detto qualcosa?

‹ Inuyasha, scusami.. avevi detto qualcosa? › Aveva bisbigliato imbarazzata a sua volta, accomodandosi al posto della sera prima, dove avevano cenato, recuperando il succo d'arancia e versandolo nella sua tazza fino all'orlo. Lo vide, fissarla, ancora in imbarazzo e boccheggiare appena, indeciso.
‹ Ehm, dicevo, che non dovevi disturbarti con tutte queste cose.. sono.. troppe. › Aveva iniziato, indicando poi tutto quello che aveva messo sulla tavola, come se fosse una colazione per venti persone, o poco più. Gli sorrise dolcemente, stringendosi nelle spalle e alzando il suo bicchiere dal contenuto arancione e scrollando piano il capo.
‹ Non mi disturbi affatto, Inuyasha. Ora mangia. › Aveva mormorato con tono dolce e affabile, indicandogli le cose che facevano da muro divisorio tra loro, sul tavolo. Lo guardò mangiare, ingurgitando un po' di tutto con abbastanza appetito e con un bel sorriso sulle labbra, mentre lei, si limitò a sgranocchiare qualche biscotto. Preferiva guardarlo, le piaceva. Kami se le piaceva vederlo lì, nella sua cucina, tutto intento a mangiare e sbracciarsi, sporcandosi tutto il viso con zucchero e cioccolato, facendola ridere. Avrebbe dato oro, per fermare il tempo a quel momento. Stava bene, stava dannatamente bene.

‹ Sai.. ieri sera ha chiamato Sango. › Aveva iniziato lei, una volta finito il suo succo e caffè, assieme all'ultimo biscotto. L'aveva visto annuire appena con la testa, come a dimostrazione che era attento alle sue parole, mentre stava attento a non far gocciolare i cereali che aveva nel cucchiaio e che si portava alle labbra, sgranocchiandoli con le fauci serrate. ‹ Mi ha invitato per un fine settimana in montagna. E.. › L'aveva visto annuire ancora, di certo non le parve molto interessato al fatto che lei andasse un fine settimana in montagna. Cosa c'era di strano? E perchè avrebbe dovuto importargli? Non ebbe conferma che lui lo pensava, ma se ne convinse da sola. Inuyasha, era sicuro, non provava minimo interesse per lei. ‹ Mi ha detto che ti cercava, per invitare anche te, ma non ti trovava a casa. › L'aveva sussurrato tutto d'un fiato, arrossendo e mangiandosi qualche lettera, imbarazzata dal fatto che avevano dormito nella stessa casa, nello stesso posto “ letto “, e abbracciati. Se l'avesse saputo Sango, diamine, l'avrebbe sicuramente torturata fino allo sfinimento. Alle sue parole, per poco, il ragazzo non si strozzò con i cereali e le lanciò uno sguardo spaurito e terrorizzato. Perchè ora aveva quello sguardo? Non voleva che Sango sapesse che lui era stato da lei? Certo, lei non l'avrebbe detto, era ovvio, ma .. reagire cosi. Si sentì ferita, e avvertì un forte strappo al cuore, come se fosse stato un foglio di carta.

‹ Tranquillo! Non ho detto che eri qui. Non ti metterei in imbarazzo, tranquillo. › Aveva bisbigliato con tono appena più acuto, forse perchè si sentiva male. Non le era piaciuto il suo sguardo. Forse si aspettava di fare altro, e ora si trovava incastrato con lei a fare colazione dopo una notte di nulla assoluto. Avevano dormito. Per lei era stato.. importante. Era stato il primo, che dopo anni, aveva dormito vicino a lei. Il primo di sempre, a dirla tutta, ma da due anni a questa parte, era l'unico a cui aveva permesso di avvicinarsi tanto a lei. Lo vide guardarla confusa e scuotere appena il capo.

‹ Ehm, Miroku mi torturerebbe. Grazie, comunque. › Aveva mormorato, con aria rassicurante, e per qualche strana ragione, avvertì il suo cuore ricucirsi e tornare al suo posto, appena sgualcito, forse, ma intatto, fortunatamente. Iniziò a sgomberare il tavolo, quando lui abbandonò il cucchiaio con decisione nella tazza vuota e inizio a massaggiarsi piano il ventre piatto, con aria soddisfatta. Gli era piaciuta la colazione, e ne fu contenta. Spostò tutto nel lavabo, almeno le posate e utensili sporchi, quando tornò al tavolo per prendere le ultime cose, Inuyasha le aveva tra le mani e la fissava curioso, in attesa di comandi. Boccheggiò piano, sorpresa di quel suo gesto, indicandogli due ante della credenza dove poter sistemare le ultime cose. Si sposto vicino al lavabo, aprendo l'acqua e lasciandola scorrere per un attimo, prima di richiuderla e iniziare ad insaponare tutto ciò che aveva nel lavandino. Sorprendentemente, Inuyasha le comparì nuovamente accanto, e ignorando i suoi rifiuti d'aiuto, e tentativi di allontanarlo dal lavello, iniziò a sciacquare ciò che lei aveva precedentemente insaponato, sistemandoli nel gocciolatoio con aria attenta, a non distruggere nulla.

‹ Allora.. andrai.. alla gita in montagna, con Sango e Miroku? › Aveva bisbigliato lei, abbastanza rossa in viso, mentre ripuliva il lavello dalla schiuma che era schizzata, sciacquando più volte la pezzuola sotto l'acqua corrente, e tornando a ripulire tutto, prima di strizzarla per bene, per poter eliminare l'acqua in eccesso sui bordi per evitare di macchiare il lavello. Sentì il ragazzo sospirare alle sue spalle, asciugandosi le mani vicino a un canovaccio e sistemandolo nuovamente al suo posto. Si voltò a fissarlo, e lo trovò intento a fissarsi in giro con aria curiosa e di chi stava memorizzando attentamente quell'ambiente. Rimase ferma, per metà piegata sul lavello mentre lo ripuliva, e lo sguardo perso su di lui. Si domandò come potesse essere tanto bello, quanto antipatico alle volte, e di quanto riuscisse a essere dolce in altri momento, come la sera precedente. Deglutì piano, al pensiero, tornando a voltarsi ancora più rossa in viso di poco prima.

‹ Bhè.. se mi invitano, perchè no? › Aveva risposto lui, dopo attimi di silenzio, in cui solo i movimenti di Kagome fendevano l'aria e scandivano frusci lievi che riempivano la distanza. Ispirò profondamente, contenta nella sua risposta, poggiando dietro le manovelle per regolare l'acqua la pezza, tornando a voltarsi verso di lui sorniona. Era felice, insomma, non sarebbe rimasta sola con quei due, e poteva passare un po' di tempo con Inuyasha. Era piacevole passare del tempo in sua compagnia, riusciva a essere anche simpatico e cortese alle volte, e quasi non ci credeva, vistosi come la trattava la maggior parte delle volte alla palestra.

‹ Bhè.. Se hai bisogno di lavarti, comunque, il bagno è di là. › Aveva bisbigliato di botto, per spezzare il silenzio che aveva nuovamente riempito l'ambiente. Subito dopo, resasi conto di ciò che aveva detto, si era subito portata entrambe le mani al viso, coprendolo per l'imbarazzo. ‹ Scu.. Scusa! Non volevo.. Insomma, io .. AH! › Aveva borbottato, con delle scuse alquanto patetiche dandosi un palmo sulla fronte, per la sua deficienza, totale, cosmica, esagerata. Avrebbe voluto veramente infilare la testa sotto il tavolo, o magari sottoterra come gli struzzi, sarebbe stata la cosa migliore, sparire dalla sua vista. ‹ Oh! Insomma, non volevo dire che devi lavarti, perchè puzzi, anzi, hai un buon odore! › Aveva tentato di riprendere in mano la situazione, peggiorando solamente le cose, nuovamente, si era tappata la bocca con entrambe le mani, fissandolo e vedendolo sghignazzare divertito per le sue parole. Stava accrescendo il suo ego, lo sapeva, prima o poi, avrebbe tirato fuori questa storia, e glie l'avrebbe rinfacciata, magari l'avrebbe ricattata anche. Sentì le gote arrossarsi ancora di più, quasi come se fosse stata colpita da un pallone, o da un getto d'acqua bollente in pieno viso. ‹ Non.. non..! › Lo indicò, scaturendo ancora di più le sue risa divertite, davanti alla sua espressione imbarazzata. Sentì la presa delicata sulla sua mano, e calò per un momento lo sguardo sulle dita del ragazzo strette appena contro il dorso della sua mano, avvicinandola pericolosamente al suo viso. Lo guardò torvo, cercando di annullare quel piacevole contatto, fin quando non avvertì sulla sua mano il respiro leggero del ragazzo, che la fissava divertito.

‹ Farò finta che non vuoi vedermi nudo, va bene. › Aveva mormorato, prima di lasciarle un bacio leggero sul polpastrello dell'indice, e incamminarsi verso la porta che le aveva indicato del bagno, fischiettando appena contento. Lo squadrò per bene, soffermandosi sulle spalle larghe e dritte che si allontanavano dalla sua vista lungo il corridoio fin davanti alla porta del bagno. Non aveva idea di cose gli fosse saltato in mente. Improvvisamente era diventato tremendamente.. malizioso, la guardava con quegli occhi scuri, impenetrabili, che la studiavano divertiti e attenti. Non aveva avuto paura, si era solo imbarazzata fino l'inverosimile, era sicuro, che talmente rossa non lo era mai stato in vita sua, ci avrebbe messo la mano sul fuoco. Deglutì pesantemente, portandosi una mano sul petto, attraverso il quale sentiva il cuore batterle all'impazzata. Strinse con forza gli occhi, prima di spostarsi verso il divano per poterlo risistemare e guardarsi un po' di tv comodamente, ma prima doveva affrontare un'altra cosa. Si spostò verso la porta del bagno, bussandovi appena e deglutendo.

‹ Inuyasha, le asciugamani sono nel secondo cassetto. › Aveva urlato quasi, attraverso la porta, sentendolo sghignazzare divertito, rispondendole con un “ va bene, spiona “ o qualcosa di molto simile che la fece arrossire ancora di più. Tornò a passo pensante verso la sala, le gote gonfie e arrossate e lo sguardo truce. Le dava della spiona maniaca! Ma come si permetteva. Si buttò sul divano, accendendo la televisione e soffermandosi su un telefilm che stavano dando di poco interesse. Strinse con le braccia le gambe al suo petto, e rimase a fissare lo schermo con aria persa. Inuyasha non sapeva nulla del suo passato, e aveva paura che se fosse mai venuto a conoscenza di cosa le fosse successo, l'avrebbe allontanata, scacciata; forse per ribrezzo, ma era sicura che l'avrebbe fatto per un motivo o l'altro. Strinse maggiormente le gambe, poggiando sulle ginocchia il mento sottile, socchiudendo piano gli occhi. Eppure, avrebbe voluto parlargliene, infondo sentiva di potersi fidare di lui; quella notte non l'aveva nemmeno sfiorata, niente, e per uno strano gioco del destino, lei non aveva avuto incubi di nessun genere. Forse la sua vicinanza, infondo, gli faceva bene, o forse era tutto merito del corso nel quale l'aveva tirata Sango.
Venne richiamata alla realtà dalla voce di Inuyasha e dalla sua figura che le si era parata davanti vestita con i jeans della sera precedente e una camicia con i primi bottoni sbottonati e il pullover sotto un braccio, mentre con una mano smuoveva i capelli scuri e lunghi appena umidi. Lo fissò come se fosse un Dio, davanti a lei, un bel e perfetto Dio greco. Lo guardò, soffermandosi sul sorriso sghembo che le aveva rivolto, e sulle labbra che ora si apprestavano a parlare, ma dalle quali non capto nessun suono, troppo stordita com'era, limitandosi a leggerne il labiale.


‹ Io ho finito, se vuoi puoi andare tu.. Cosi se devi uscire, scendiamo insieme. › Aveva annuito meccanicamente a quelle parole, alzandosi e dirigendosi verso il bagno, con aria ancora assorta, metà persa nei suoi pensieri e metà nella bellezza di quel ragazzo. Si catapultò sotto la doccia, abbandonando i vestiti nella lavatrice e lavandosi e sciacquandosi via il piacevole profumo del ragazzo, che le era rimasto addosso. Si pentì di essersi lavata quasi, le piaceva avere quel piacevole odore sulla pelle e sui vestiti. Scacciò via l'ennesimo pensiero da cotta adolescenziale e si concentrò sui suoi capelli e sul sapone di troppo. Una volta ripulita, chiuse il getto d'acqua bollente e uscì dalla doccia, legandosi attorno al seno un asciugamano, mentre in un altro raccolse i capelli per evitare di gocciolare al suolo. Si guardò attorno, notando come il bagno fosse pieno di vapore, e .. terrore, di essersi dimenticata i vestiti per cambiarsi. Avvertì un mancamento, e si appoggiò al lavandino, contano fino a dieci per trovare una soluzione.

‹ Inuyasha? › Una voce flebile, proveniente dalla porta del bagno appena socchiusa, richiamò la figura del ragazzo che era piacevolmente buttata sul divano a godersi la tv. Lo sentì smuoversi, e avvertì i passi del ragazzo fino all'inizio del corridoio, fin quando la sua figura non comparve, avvicinandosi. ‹ Fermo lì! › Urlo, indicandolo col braccio nudo e notandolo fermarsi di botto confuso.
Che c'è? Hai qualche problema? › Aveva domandato con tono premuroso e affabile, restando fermo nel punto in cui lei l'aveva bloccato, fissandola, o meglio, guardandola in viso, visto che era l'unica parte del corpo che usciva dalla porta del bagno.
‹ Io.. ho.. ehm, ti dispiacerebbe andare in cucina? Io ho dimenticato di portarmi i vestiti e dovrei andare in camera.› Aveva bisbigliato imbarazzata, calando lo sguardo, e aspettando una sua risposta, sperando che non scoppiasse a ridere o s'arrabbiasse. Era una stupidata, lo sapeva, poteva immaginare che lui non ne capisse il motivo, ma non le andava di esser vista, cosi.
‹ Certo Kagome, figurati! › Aveva mormorato, rivolgendole uno splendido sorriso, e voltandosi, avanzando verso la cucina. Rimase ferma, fin quando non senti la porta chiudersi. In quel momento, scatto fuori dalla porta e si avviò verso la sua stanza coperta solo dall'asciugamano, saltellando sulle punte. Entrò nella sua camera e prima di chiudere la porta diede il via libera al ragazzo, che abbandonò la cucina poco dopo.

Richiuse la porta dietro di sé, e portò una mano al petto che scalpitava. Aveva avuto paura di trovarselo davanti, ma era stato onesto. Si spostò verso l'armadio e iniziò a vestirsi, in silenzio. Indossò la biancheria intima e subito dopo infilò un paio di jeans scoloriti, appena a vita bassa, e una maglione di lana leggera, largo sui fianchi e sul ventre, e appena lungo, in modo da coprire parte del jeans. Abbandonò i capelli umidi sulla schiena e si spostò verso lo specchio per asciugarli con l'asciugacapelli. Si fissò, guardando il suo riflesso nello specchio e rimanendo piacevolmente colpita. Si vedeva più.. bella, rispetto il giorno precedente, e nonostante i capelli stesso bagnando la stoffa del suo maglione marroncino, macchiandolo d'acqua in qualche punto, non le era mai parso tanto carino come indumento in quel momento. Scrollò il capo, iniziando ad asciugare i capelli con un sorriso dipinto sulle labbra.


‹ Eccomi, scusa. Allora.. io dovrei andare all'Università. › Aveva mormorato verso di lui, dopo esser tornata in sala, trovandolo ancora seduto sul divano a fissare lo schermo, i capelli neri, le ricadevano sulla schiena e sui fianchi leggermente mossi sulle punte. Lo vide voltarsi e sorriderle piano, prima di annuire ed alzarsi, facendo forza sulle ginocchia.
‹ E io a lavoro. Andiamo? › Aveva domandato, spegnendo velocemente la tv con il telecomando e recuperando poi le sue cose in giro per il tavolino e seguendola verso la porta d'ingresso. Si rivestirono, con calma e in silenzio, ognuno perso nei suoi pensieri e nelle sue constatazioni. Dal pianerottolo all'ascensore, e dall'ascensore in strada, nessuno osò parlare, forse complici degli stessi pensieri e dello stesso voler fermare il tempo, magari a qualche ora prima, avvolti ancora nel calore del divano e della coperta. Giunti in strada, si fermarono, in un silenzio complice, lanciandosi sguardi fugaci e consapevoli.

‹ Bhè, Inuyasha.. allora.. ci vediamo oggi alla palestra, si? › Aveva borbottato Kagome, stropicciandosi le mani tra loro, prima di portale sulla tracolla che reggeva su una spalla, sistemandola appena. Fu un attimo, in cui Inuyasha le si avvicinò e le baciò, dolce, una guancia, lasciandole una carezza leggera su una spalla, sorridendole e dandole appuntamento al pomeriggio con un espressione soddisfatta e divertita sul volto, prima di sparire nella folla mattutina diretto verso il suo lavoro. Non fece altro, per tutta la giornata, che sfiorarsi la guancia, quasi come se fosse stata lesa da uno schiaffo o da un colpo, come se le bruciasse, quel bacio tanto innocuo quanto innocente, le aveva scatenato dentro una reazione che classificò come pericolosa. Non poteva permettere che le cose andassero avanti così, era troppo complice a tutto quello che stava accadendo, dimenticato il suo passato e il fatto che Inuyasha ne era all'oscuro, e che nel momento in cui ne fosse venuto a conoscenza, non sapeva come avrebbe reagito.




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ochei, questo è il quarto capitolo!
se a livello di punteggiatura e scrittura fa pena
lo capisco, perchè non l'ho revisionato,
e facilmente potrebbero esserci errori.
Comunque, come vi pare? :D
  
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