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Autore: MoonChild5    06/09/2011    2 recensioni
Una ragazza vive la sua vita serenamente, tra amici, scuola e famiglia. A causa dei problemi economici di quest'ultima, Charlene decide di trovarsi un lavoro per aiutare i genitori. Ma lavorare a quell'età è difficile, e Charlene sceglierà la via apparentemente più facile...
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Charlene non tornò a casa il giorno seguente, dopo scuola.

Finite le lezioni si diresse verso gli spogliatoi femminili. Non c'era più nessuno a scuola, a parte il personale che riordinava le aule. Charlene sentiva i suoi passi rimbombare nel corridoio, e dei rumori lontani. La ragazza tirò fuori dallo zainetto una camicetta e dei jeans puliti, riponendo gli indumenti che si era tolta nello zainetto. I jeans aderivano alle sue gambe sottili, sottolineando ancora di più i fianchi generosi e la vita sottile. Lasciò un bottone slacciato alla camicetta bianca e semplice che le aveva regalato la madre per il compleanno. Guardandosi allo specchio sentì una paura crescerle dentro, si sentiva così terribilmente in colpa.

Da piccola era sempre cresciuta piuttosto libera, nessuno le aveva mai detto quello che si poteva fare e quello che era sbagliato, o forse qualcuno sì, ma non era stato ascoltato. Charlene aveva imparato che l'importante era stare bene, e che ognuno per raggiungere questo obiettivo sceglieva la strada che preferiva. Ma a volte capita di sentire una sensazione strana, come un istinto, che ti allontana da certe vie. Era questo che sentiva Charlene, ma la scambiò per semplice ansia. Uscì dalla scuola, slacciandosi il secondo bottone della camicetta.

 

In 15 minuti era arrivata a Regent Street, continuò a camminare veloce, senza pensare troppo a quello che stava facendo. Però si sentiva rassicurata, il quartiere era davvero ricco come aveva detto Jessica, i giardini ben curati e gli edifici graziosi e ordinati. Al numero 29 di Regent Street vi era una casa non diversa dalle altre, a due piani più un terrazzo, un giardino spazioso con alberi e piante verdi, una stradina in pietra che portava fino all'ingresso, un'elegante porta bianca con un pomello dorato. Charlene si soffermò a guardarla: era aperta.

Già a metà della stradina, la ragazza si fermò sorpresa, guardandosi intorno; la via era vuota, silenziosa. Un istinto irrefrenabile la spingeva ad andarsene. Appoggiò lo zainetto a terra, ma continuò ad avanzare verso la porta, forse il padrone di casa si era sentito male. Sulla destra lesse un'etichetta argentata: dr. Barker. Quindi il posto era proprio quello, si ricordava il cognome.

Charlene pensò alla madre che era stata licenziata il giorno prima, alla sorellina che non sapeva niente, che pensava che la mamma avesse la febbre e fosse stata male per quello, che era a casa perché era in vacanza; bussò piano alla porta.

Le rispose una voce maschile, profonda e giovane che la fece sobbalzare. Proveniva da una stanza lontana, ma era molto forte: << Prego, entra pure. >>

Poi un tonfo. Charlene entrò ispezionando la casa dall'interno: un lungo corridoio con tante porte chiuse le si mostrava davanti, sul pavimento di mattonelle scure vi era un tappeto elegante, che aveva l'aria di essere antico. La prima porta a destra era di vetro, ed avanzando notò che era aperta: era il soggiorno. Charlene sentì provenire da quella stanza una musica leggera, dei violini forse. Entrò convinta di trovare lì l'uomo: << Salve, posso? >> Nessuna risposta.

Fece un altro passo continuando a guardarsi intorno. Il caminetto era acceso nonostante non ci fosse ancora tanto freddo, sulla destra vi erano un tavolino e dei divani. Proprio dietro uno di questi Charlene vide una sagoma, poi udì un leggero gemito. Lasciò perdere la prudenza correndo verso quel punto, nella parete opposta alla porta. << Signor Barker, è lei? Tutto b...? >>

Ciò che le si mostrò davanti le ghiacciò il sangue nelle vene: un uomo anziano, sui settant'anni, a terra, con la schiena poggiata al muro. La testa ricadeva da un lato, mentre i suoi occhi erano fissi su Charlene. Boccheggiava con uno sguardo implorante. Poi all'improvvisò tossì, mentre un rivolo di sangue gli scorreva dalla bocca sporcando la sua giacca blu. Girò gli occhi, scosso da un tremito violento.

La ragazza rimase a guardarlo sconvolta, gli occhi sbarrati e le mani tremanti. Sentì una porta sbattere, e urlò forte, girandosi di scatto. Vide l'entrata chiusa, mentre un respiro lieve le solleticò la pelle delle nuca, che reagì accapponandosi.

Charlene si immobilizzò chiudendo gli occhi, soffocando un altro grido. Prima che potesse girarsi nuovamente una mano le afferrò forte il braccio, mentre un'altra chiudeva la bocca della ragazza, coprendole anche il naso.

<< Ciao tesoro, benvenuta. >>

La ragazza iniziò a dimenarsi presa dalla disperazione, mentre la stretta dell'uomo diventava sempre più forte, mentre la stanza appariva sempre più offuscata, e i suoni sempre più distanti.

   
 
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