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Autore: apochan kenshiro    06/09/2011    2 recensioni
[ATTENZIONE: SPOILER TERZA E QUARTA STAGIONE]
Hanno sparato a Kate Beckett e lei è sopravvissuta, ce l'ha fatta ... Questioni irrisolte, durante la riabilitazione, vengono a galla, ma non rimane molto tempo per discuterne: c'è un nuovo assassino in città, che riserva alle sue vittime un trattamento peculiare...
Tocca quindi alla squadra omicidi del Dodicesimo risolvere la macabra questione, ancora con la compagnia e l'ausilio del nostro scrittore, e con un nuovo capitano che darà filo da torcere...
Ladies and gentlemen, enjoy ...
Genere: Azione, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quarta stagione
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After that, the deluge

Al dodicesimo distretto c'era ancora fermento: da settimane quasi tutte le squadre erano impegnate, come tante piccole api operaie, a cercare di risolvere il mistero, mistero che aveva portato alla morte del capitano della omicidi, Roy Montgomery.

L'ormai famoso di nomea, ma non altrettanto realmente conosciuto Lockwood, era indiscutibilmente l'assassino del rinomato poliziotto, ma i suoi movimenti dal giorno dell'omicidio, se non dalla fuga dal carcere, erano sconosciuti. Quale fosse inoltre l'identità che si celava dietro allo spietato criminale non era dato conoscerla: buio assoluto, un uomo completamente avvolto nel mistero ... Si era così messo alla sua caccia l'intero distretto, pur di riuscire a scovare il minimo collegamento con qualsiasi altra faccenda, nella speranza di avere la stessa fortuna che aveva portato negli anni '30 all'arresto di Al Capone.

Nell'ultima settimana, però, la questione si era complicata: la detective Kate Beckett era stata ferita mortalmente, con un'arma da fuoco, proprio durante il funerale del proprio capitano, nel mentre porgeva le sue esequie alla salma di Montgomery. A quel punto l'intero distretto aveva dovuto raddoppiare le forze: si sarebbe dovuto scovare l'autore di un omicidio e di un attentato, che istante per istante poteva dare la seconda vittima. Fortunatamente così non era stato: in una tiepida mattina di qualche giorno prima, la notizia era arrivata ... Beckett era salva. Il lavoro era dunque ricominciato, con più zelo che mai, soprattutto da parte della Squadra Omicidi ...

 

Richard Castle, poco dopo aver lasciato l'ospedale la mattina successiva, si diresse spedito al Dodicesimo. Ormai la sua musa era scampata al pericolo di morte e lui non poteva stare con le mani in mano. Avrebbe voluto essere ancora all'ospedale, in tutta sincerità, ma non poteva e soprattutto, per quanto gli potesse dispiacere, non era GIUSTO. Con Kate c'era Josh: a quanto era riuscito a carpire, aveva chiesto il permesso al chirurgo di poter osservare clinicamente la situazione della fidanzata.

Lui quella mattina era arrivato presto per salutarla e poterle parlare in tutta tranquillità, dopo che il giorno prima si era defilato magistralmente: aveva biascicato qualcosa sulla "piccola" Alexis, che avrebbe rischiato di essere avvelenata dalla maldestria culinaria di Martha Rodgers, se lui non si fosse precipitato a casa. I presenti avevano più o meno riso e lui era scomparso dietro la porta bianca dell'anonima stanza di ospedale. Finché non era uscito dall'edificio, aveva potuto sentire sulle sue spalle lo sguardo incredibilmente astioso di Josh, che sicuramente non aveva apprezzato il suo bentornato alla detective.

Castle si era diretto su, al terzo piano, nel reparto di riabilitazione. Aveva nella sua mano destra l'immancabile caffè, mentre nella sinistra stringeva una composizione floreale dai colori caldi e vivaci. Aveva intenzione di salutare la detective in un modo decisamente più personale e caloroso. Era arrivato alla porta, aveva bussato, e con un sorriso sornione aveva aperto ... Kate era seduta sul letto, con le coperte che le arrivavano fin sotto l'addome, appoggiata ad una pila di cuscini, e Josh era lì accanto a lei, che le sorrideva dolcemente. La sua espressione felice era morta all'istante, lasciando posto ad una tesa ed indecifrabile.

"Castle ... come mai sei qui?"

Kate, leggermente stupita, aveva questa volta una voce più soffice e chiara.

"Salve Castle. Allora, qual buon vento?".

A rafforzare lo stupore della donna era intervenuto il fidanzato, aggiungendo anche una punta di falso interesse, correlata da un sorrisetto forzato.

Castle era lì, in piedi, che guardava come inebetito. La mano destra, ormai vuota, causa le rigide regole ospedaliere, ciondolava inerte lungo il fianco, mentre la sinistra cercava di nascondere ciò che stringeva. Kate lo squadrava da capo a piedi, attendendo una risposta, poi, sporgendosi leggermente, vide il mazzo di fiori, che lo scrittore stava cercando maldestramente di occultare.

"E quello cos'è?"

L'uomo come instupidito, portò davanti a sè la composizione floreale, osservandola come se l'avesse vista anche lui per la prima volta, e non sapesse come fosse finita lì, stretta nella sua mano.

"Questa? Ah, beh ... ecco ... è giusto un pensierino dei ragazzi ..."

"Esposito e Ryan?"

"Beh, sì ... sai, sono al distretto, davvero impegnati ... loro e Lanie mi hanno chiesto di venire, considerando che non sono impegnato ... quindi ... ecco qua ..."

Castle si avvicinò al letto, muovendosi in direzione dei due. Allungò la mano, porgendo il mazzo di fiori e lasciando che Josh lo prendesse per la fidanzata.

"Beh, allora grazie Castle ...".

Disse lei, prendendo a sua volta il mazzo ed odorandone il profumo.

"Di niente, è opera degli altri ... ora, credo che andrò, non vorrei disturbare il tuo riposo. Sei decisamente in ottime mani ... ciao ... Josh ...".

E senza che lei avesse la possibilità di replicare, lo scrittore sparì di nuovo dietro la porta.

 

Castle si trovava di fronte all'anonimo edificio che ospitava il Dodicesimo distretto, indeciso o meno se entrare. Sarebbe stato lo stesso stare attorno ad Esposito e Ryan? Dopo qualche tentennamento decise che ne valeva decisamente la pena, considerando l'obiettivo numero uno della squadra.

Attraversò in tutta fretta l'ingresso e si diresse spedito verso l'ascensore, premendo velocemente il bottone. Arrivò in pochi secondi al piano desiderato, uscendo poi all'apertura delle porte, dopo l'usuale campanello. Percorse la stanza, scansando scrivanie e poliziotti, poi raggiunse la stanza a vetri dove stanziavano le scrivanie di Esposito e Ryan.

"Ehilà, Castle! Siamo mattinieri stamani ..."

Fece Ryan, sollevando la mano in un cenno di saluto.

"Ragazzi ... ho fatto solo un giretto, per schiarirmi le idee ..."

I due detective della Omicidi si lanciarono un fugace sguardo d'intesa.

"Accidenti ... e come si chiama questo giretto? Deve avere un nome se è riuscito a svegliare lo scrittore di gialli più dormiglione di New York ..."

Fece Esposito esibendo un sorrisetto fintamente malevolo, ma carico di simpatia. Castle di rimando si lasciò scappare una lieve risatina, massaggiandosi la nuca.

"Beh, che dire ... potrebbe anche averlo, chissà ..."

"Lascia stare, fratello: oggi il nostro scrittore è decisamente enigmatico, e di enigmi ne abbiamo fin sopra i capelli ..."

"Concordo ... ma a proposito di enigmi: oltre al fatto di essere qui in piedi sveglio a quest'ora, com'è che sei qui al distretto, Castle?".

Intervenne l'ispanico, assumendo un tono più neutro e professionale.

"Diciamo che voglio contribuire a risolvere qualcuno di questi rompicapi. La mia passeggiata non ha dato i frutti che speravo ..."

I due detective si guardarono con sguardo interrogativo.

"Da quando hai deciso di seguirci, Castle? Non credevamo di interessarti così tanto ..."

Fece Ryan, sfoggiando un sorrisetto impertinente.

Allo scrittore scappò ancora una risatina: nonostante la serietà del lavoro e la gravità del momento, quei due riuscivano sempre ad essere distensivi. A volte un po' irritanti (beh, non quanto lui ...), ma decisamente tranquillizzanti.

"Dai, ragazzi, basta scherzare ... so che detto da me sembra ridicolo, ma voglio essere davvero d'aiuto. Quel bastardo di Lockwood è ancora in giro, e credo di volergliela far pagare almeno quanto voi ..."

"Come hai detto tu, scherzi a parte, grazie comunque per l'intenzione ... "

Cominciò Esposito.

" ... il fatto è che stavolta siamo davvero incasinati, Castle: siamo senza un capitano e le procedure burocratiche sono incontrollabili. I tempi per ottenere permessi raddoppiano o triplicano, a seconda di quello che richiediamo di fare ... il tuo caro sindaco preferirebbe farci fuori, piuttosto che ricevere ancora una delle nostre richieste di consulta dell'archivio ... "

"Inoltre ..."

Intervenne Ryan.

" ... le prove sembrano sparire, come le impronte sulla sabbia. Appena troviamo una pista, questa comincia a scomparire e non appena troviamo un qualsiasi pretesto o permesso, è già troppo tardi ... la buoncostume è fuori di testa: ci hanno trovato un mucchio di piste, che si sono risolte tutte in vicoli ciechi ... e come ha già detto Esposito siamo allo sbando: senza un capitano è il caos qui al distretto ..."

Castle sbuffò per poi afferrare un sedia e sedersi.

"In poche parole mi state dicendo che sarei inutile?"

"Non volevamo essere così brutali, ma il concetto era un po' quello"

Disse amaramente l'irlandese.

"Ok, messaggio ricevuto ragazzi. Però ho bisogno di chiedervi un favore: non mandatemi a casa. L'ansia di mia madre potrebbe uccidermi: dal funerale è in un continuo stato di nevrosi ... E se poi trovassi un maniera di aiutarvi? Prometto che stavolta sarò silenzioso, in un angolino, ma non ditemi di andare a casa, vi prego ..."

Esposito e Ryan si guardarono ancora. In fondo era stato un periodo duro per tutti quanti ed era fuori discussione che Castle fosse così stupido da rendersi indisponente.

"Va bene, amico, puoi rimanere. Però dovrai essere un'ombra, chiaro?"

"Chiarissimo Esposito."

"Bene. Ora io e Ryan andiamo: sembra si sia aperta una possibile pista sul traffico di droga di qualche uomo di Lockwood. Speriamo di arrivare in tempo prima che sfumi ..."

"Buona fortuna ragazzi."

"Garzie amico ..."

Ed i due detective si voltarono, dirigendosi verso l'ascensore.

"Ah, Castle ..."

Ryan si girò prima di svoltare fra le scrivanie.

" ... alla fine in qualche modo potresti essere utile. Se vuoi, puoi provare ad usare il mio computer ... Buona fortuna anche a te, scrittore.".

E levando la mano in cenno di ringraziamento, vide i due detective sparire, oltre le porte automatiche di metallo dell'ascensore.

Castle allora si alzò dirigendosi verso la scrivania di Ryan, posizionandovisi con molta flemma. In quella situazione avrebbe preferito qualcosa di adrenalinico, per scaricare la tensione e stancarsi al punto da smettere di pensare, ma stavolta niente. Avrebbe comunque trovato la maniera di poter dare il suo piccolo contributo.

Prese il suo inseparabile Iphone e lo posizionò accantò al mouse, poi, con gesti meccanici, dette l'avvio al computer, riaccendendo proprio sulla schermata. Trovò i file del caso, che si accamparono, uno sopra l'altro, sul desktop ad una velocità impressionante. Cominciò a sfogliarli uno ad uno, cliccando col mouse e facendo scorrere giù con le frecce. Beneficiò anche dell'ausilio del suo Iphone, trovando spesso interessanti delucidazioni. Quello che però riscontrò fu un assoluto punto interrogativo. Lockwood era fumo, inafferrabile, e quelle nuove strade di cui gli avevano parlato Esposito e Ryan erano dei veri specchi per allodole: più di una volta aveva trovato qualcosa, apparentemente interessante, ed aveva approfondito le ricerche con le sue applicazioni. Aveva trovato molti vicoli ciechi, che non conducevano assolutamente a niente, oppure, tra racket, prostituzione e giri di scommesse, dopo aver scovato dei possibili collegamenti, finiva sempre in un nulla di fatto, con nomi di piccoli pesci, il cui collegamento con il criminale sembrava essere solo il nome.

Castle si buttò indietro sulla sedia girevole, allungando le braccia e stiracchiandosi. Era proprio come gli avevano detto: tutto inutile. In quello stato di cose era assolutamente convinto di veder spuntare da un momento all'altro i due detective, irritati e stanchi, dopo aver fatto l'ennesimo buco nell'acqua. In realtà dei due non vide nemmeno l'ombra per tutta la mattinata ... forse questa volta erano sulla strada buona ... ma lui, ora, cosa avrebbe fatto?

Lo scrittore si sentì immensamente inutile in quel frangente. L'indagine era ad un punto morto, il distretto era nel caos e non aveva nemmeno potuto far qualcosa per Beckett ... Beckett, già ... sembrava che il Fato si fosse coalizzato con lui quella mattina, lo aveva reso decisamente l'inutilità in persona. Lei era in ospedale sotto le cure dei medici e del suo fidanzato; lui quella mattina non era stato nemmeno capace di dire che quei fiori erano da parte sua: di fronte a Josh si era sentito uno stronzo, forse un profittatore, ed aveva preferito sviare, improvvisando ... Chissà com'è l'avrebbe deriso la detective una volta tornata in forze, venendo a sapere di come era stato con le mani in mano, sbuffando e non tampinando l'intero distretto ... probabilmente gli avrebbe dato del rammollito, e questo pensiero lo fece sorridere un po'.

Castle pensò che tuttavia non aveva voglia di farsi deridere fino a tal punto, anche se bonariamente. Volse il suo pensiero ancora a Kate ed a tutti i loro battibecchi: prima di riavere tutto ciò avrebbe dovuto ancora aspettare un bel po', precisamente tutto il tempo della di lei riabilitazione. Immaginò l'esasperazione dei medici e l'impazienza della donna: avrebbe fatto i salti mortali pur di ritornare al Dodicesimo, ed anche di più, considerando la gravità del momento. La riabilitazione ... chissà se il caro dottorino ci aveva pensato o si era trovato troppo intento a fare il fidanzato in apprensione ...

Scosse la testa, cercando di scacciare quel pensiero; sentiva che se avesse continuato ad assecondarlo, avebbe dato vita ad un torpiloquio mentale. Riportando l'attenzione sulla detective, pensò che forse avrebbe potuto provare a trovare il modo di renderle la permanenza in ospedale meno difficile. Tentare non avrebbe fatto male a nessuno ... Prese ancora il suo Iphone e compose velocemente un numero. Il telefono era libero.

"Studio privato di Fisioterapia Sunset & Soci. Posso esserle utile?"

Una voce femminile, neutra ed inespressiva, rispose all'altro capo del telefono.

"Buongiorno signorina. Sono Richard Castle. Vorrei parlare con il dottor Morgan se fosse possibile ..."

A sentire il nome dello scrittore la presunta segretaria parve animarsi.

"Ah, signor Castle! Le passo subito la linea interna, attenda qualche secondo."

"Grazie."

Alla voce della donna si sostituì quella tediosa e snervante tipica delle chiamate d'attesa. Come promesso, però, quella neanche molto sottile tortura cessò, e la comunicazione si aprì.

"Castle, vecchio mio! Cosa posso fare per te? La signora Rodgers ha ancora bisogno del nostro trattamento rilassante?"

"Mioddio, no, Thomas! In quel caso sia lei che tu risucireste a prosciugare il mio portafogli!"

Una risata rimbombò nel ricevitore.

"Ascolta, Thomas: ho bisogno di un grosso favore da parte tua, ok?"

"Tutto quello che vuoi Richard ... sono tutt'orecchi ..."

"Bene. Vedi, un'amica è finita in coma e solo ieri si è svegliata, senza conseguenze, fortunatamente .."

" ... ma ora deve intraprendere un lungo cammino di riabilitazione, giusto?"

"Esatto. Non è decisamente una persona paziente e non ama molto gli ospedali ... penso che con il tuo staff potrebbe essere molto diverso."

"Se hai pensato questo, hai visto giusto ... sai come la penso sul pubblico, vero Rick?"

"Lo so, Tom, lo so ... allora, mi dai la tua disponibilità?"

"Con piacere. Ma chi è questa tua "amica"? Deve essere abbastanza importante per farti scomodare ..."

Sulle labbra dello scrittore affiorò un lieve sorriso.

"Beh, diciamo che lo è, ma temo che dovrai attendere per scoprire la sua identità: devo ancora chiedere il permesso dei suoi medici ed il suo ..."

"Ah, il pubblico! Come siamo andati a rotoli nell'azienda sanitaria! Meno male che ci sono ancora liberi professionisti come me ... allora per il momento siamo per unb forse?"

"Precisamente. Se hai la pazienza di aspettare, entro qualche giorno ti faccio sapere."

"Volentieri Richard. In fondo è grazie a te se fuori da questo edificio è parcheggiata una Porsche!"

Ancora delle risate riecheggiarono da ambo le parti.

"Mh, aversti potuto avere di meglio, lo sai .... comunque, scherzi a parte, Thomas, questo è quanto. Ti faccio risapere il prima possibile."

"Perfetto Rick. Ah, se volessi evitare la "fila", chiama pure sul mio cellulare: almeno eviterai quell'orribile musichetta ..."

"D'accordo, ci sentiamo!"

"Arrivederci, Rick!"

E la telefonata si chiuse.

Castle si stiracchiò ancora sulla poltrona. Se la cosa non fosse riuscita ad andare in porto, beh, lui almeno sapeva che ci aveva provato ... era pur semrpe una maniera di rendersi utile ...

Mentre era ancora perso nei suoi pensieri, lo scrittore sentì l'inconfondibile campanello dell'ascensore. Fece per voltarsi, convinto di assistere al ritorno dei detective, invece ciò, o meglio CHI vide, lo lasciò un attimo perplesso: dalle porte automatiche era uscito Josh, nella sua usuale tenuta di pelle da motocicletta; sotto il pesante giubbotto poteva intravedere il celeste acceso della divisa ospedaliera.

Quello si diresse spedito verso di lui, con un sorriso appena accennato, scansando abilmente tutto il via vai del piano. Quando comparve di fronte a Castle quel minimo segno amichevole sul suo volto scomparve. Tra i due a separarli stava la scrivania di Ryan.

"Castle, noi dobbiamo parlare."

Lo scrittore avvertì stranamente un nodo in gola ed un brutto presentimento serpeggiargli lungo la schiena.

"Sediamoci.".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ecco qua il secondo capitolo! Il suo parto è stato decisamente faticoso, ma alla fine è venuto fuori XD

Allora, cosa ne pensate? State cominciando a nutrire degli istinti omicidi nei miei confronti? Beh, dovreste, perchè siamo solo all'inizio (ma non disperate ... non c'è alcun avvertimento "Triste" nell'introduzione, quindi ...).

Uno dopo l'altro si sono accampati molti interrogativi e propositi: cosa avverrà ora nel prossimo capitolo? La situazione precipiterà? Si complicherà? A voi scoprirlo ...

Al momento ringrazio tutti i miei lettori, Luli87 e bice_94, per aver recensito il primo capitolo, Tiziana68 e Francybubu, per aver messo la storia fra le loro preferite, ancora Francybubu e bice_94 ed anche CauseNothingEnds e Federicathebest, per aver messo la storia nelle seguite ...

Alla prossima, see you soon! 

  
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