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Autore: Lyla Vicious    06/09/2011    3 recensioni
Ad un tratto sentì una mano toccargli il cappotto:” Ho scelto te, nel silenzio della notte, ho scelto te, nello splendore del firmamento ho scelto te…”
Matt alzò il capo, era quella ragazza, la sua voce….sentì per la prima volta dopo tanto tempo lo stomaco attorcigliarsi, non riusciva a proferire parola davanti a lei, il timido ragazzo.
“C-come fai a conoscerla?” le chiese.
“è la mia preferita, sono Vivienne.”
“Vivienne, io sono Matt.” si diedero una stretta di mano.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una luce flebile e quasi impercettibile entrava dalle veneziane semichiuse della stanza d’ospedale.
Un rumore di passi frettolosi scandiva il caotico inizio dell’ennesima mattinata di lavoro del personale della struttura.
Anche Matt aprì gli occhi in quella gelida giornata di gennaio.
Si stiracchiò e sbadigliò appena inginocchiandosi accanto al letto della sua amata.
Quanto tempo era passato?
Forse giorni, mesi…non ne aveva memoria.
Quanto tempo da quando aveva sentito l’ultimo accenno di una sua risata, della sua voce, notato le sue labbra scarlatte aprirsi in un contagioso sorriso.
Gli mancavano i suoi sorrisi, gli mancavano i suoi occhi color smeraldo che lo osservavano senza mai esaurire il loro fascino e la loro curiosità.
Non riusciva a fare meno di lei, di tutto ciò che avevano avuto fino alla sua overdose in discoteca.
Aveva sempre saputo che prima o poi avrebbe maledetto ognuno di quei singoli luoghi per avergliela portata via.
Le stava a fianco tutti i giorni, mai un’eccezione, sperava ancora, nonostante il tempo passato, di vederla svegliarsi e chiedersi dove fosse con il solito fare svampito che amava di lei.  
In ospedale ormai ognuno, che la conoscesse oppure no, la chiamava Bella Addormentata.
Desideravano tutti che si svegliasse, che riprendesse a parlare e che energica e sfrontata tornasse a sfidare la vita come faceva un tempo, come aveva sempre fatto.
Nessuno lo voleva quanto lui, stringere a se la donna che amava, amarla e lasciarsi amare e catturare dal suo vortice di spensieratezza.
Il ragazzo mancava al lavoro da mesi, ma necessitava di comprensione per quanto era accaduto a Vivienne e il suo datore lo capiva.
La baciò sulle labbra rigide com’era solito fare da quando si trovavano lì.
La ragazza dormiva ancora placidamente sulle lenzuola bianche del letto, in un sonno che durava incessantemente da ormai tre mesi, sospesa tra la vita e la morte come un’equilibrista su un filo sottilissimo che poteva reggerla o spezzarsi ugualmente per sempre.
Aveva addirittura iniziato a pregare tutte le notti per lei, lui che era così lontano dalla fede.
Le leggeva interi libri di storie, poesie e faceva interminabili discorsi guardandola in viso, le dormiva sempre accanto e le teneva aperta la porta per non farla spaventare quando e se si sarebbe svegliata.
“Buongiorno signor Stein, ancora ad aspettare che la bella addormentata riapra gli occhi? Non servirà un bacio in questo caso per svegliarla.” Una giovane infermiera in divisa gli portò il pranzo.
“Scusi, non faccia del sarcasmo perché lei, lei non ha minimamente idea di quanto io tenga alla mia ragazza.” Sbottò Matt.
“Ok, ok, signor Stein, Mi scusi, ma nel caso non si risvegli più…il mio numero è sul comodino.” L’avvenente e sfacciata ragazza prese un foglietto, ci scrisse sopra qualcosa con una penna del taschino del suo camice e lo appoggiò vicino al letto.
“L’ultima cosa di cui ho bisogno sono delle avance! Sia professionale o esca subito di qui!!” Il suo volto si fece paonazzo dalla rabbia: come poteva essere così insensibile al fatto che la vita della sua ragazza fosse in bilico tanto da corteggiarlo spudoratamente?
La ragazza uscì alzando le spalle.
Matt gettò il pezzo di carta nel cestino, dove in fin dei conti doveva stare.
Dette un’altra dolce occhiata a Viv: niente e nessuno gliel’avrebbe strappata dalle braccia.
Mangiò il suo pranzo e le tenne la mano esile e pallida.
Si chiedeva cosa stesse sognando nel suo lungo sonno.
Doveva sperare, come gli aveva detto il primario tre mesi prima.
E i baci non corrisposti stavano per divenire cento.
Cento baci alla cieca, cento baci alla sua vita.



Spero tanto che abbiate gradito anche questo capitolo :)
Ringrazio molto:
Gloria Jailbird che legge, recensisce questa storia e che l’ha messa tra le seguite.
Rachel_lullaby_r che ha messo questa storia tra le preferite.
JulietStarlight96 che legge, commenta e che ha messo questa storia tra le seguite.
Un bacio a tutte :)
E anche chi legge soltanto, anche se mi farebbe piacere avere qualche recensione in più.
Peace’n’love
Black
 
  
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