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Autore: Lily White Matricide    06/09/2011    22 recensioni
E' il giorno del matrimonio di Luna Lovegood ed Harry Potter. Ma la futura sposa sente il bisogno di parlare con sua madre, la defunta Angelica Lovegood.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Luna Lovegood | Coppie: Harry/Luna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Royal Blue

 

In quella stanza caotica, in un bailamme di colori, tessuti ed oggetti strambi, era appeso un bellissimo vestito. L’eleganza e la semplicità di quell’abito contrastavano con l’eccentricità dell’ambiente circostante. 

 

Luna, con i suoi lunghi capelli biondi raccolti disordinatamente, osservava il suo abito da sposa, con il suo sguardo sognante e perso tra le pieghe di quell’abito royal blue. Le altre ragazze, tra cui Ginny ed Hermione, sarebbero arrivate entro breve, per aiutarla a prepararsi ed a truccarsi, data la sua sbadataggine. 

 

Si sentiva stranamente agitata, ma era una sensazione positiva che le prendeva lo stomaco.

 

Era la prima del gruppo a sposarsi. Harry le aveva voluto fare un regalo, ovvero sposarla nel giorno del suo ventesimo compleanno. Esattamente un anno prima, quando Luna si accingeva a compiere diciannove anni, il Grifondoro le aveva fatto trovare l’anello di fidanzamento in un bizzarro portagioie viola e verde, di quelli che piacevano alla Corvonero per poter riporre i propri orecchini vistosi. Erano seduti sul bordo del letto della ragazza. Lei lo aveva guardato sognante e felice, girandosi verso Harry, con gli occhi verdi luccicanti ed emozionati.

 

“Oh, Harry, ma è bellissimo!” gli disse, dandogli un leggero bacio sulle labbra.

“Luna ...”

Le prese la mano sinistra e le infilò l’anello all’anulare.

“Oh ... Mi stai chiedendo se ti voglio sposare?” esclamò pacatamente Luna, suscitando in Harry una grossa risata.

Lei era fatta così, imprevedibile, olimpica nella sua calma e schietta in ogni circostanza.

Rendeva unico un momento che poteva sembrare prevedibile e scontato.

“Sai, Luna, avrei dovuto chiedertelo io!”  puntualizzò con un sorriso il ragazzo.

La giovane era commossa, intenta a rimirare il suo anello.

“Scusami, Harry. Lo sai che sono una pasticciona”.

Harry l’abbracciò teneramente.

“No, non sei pasticciona. Sei la Luna di cui mi sono innamorato” la rassicurò.

Rimasero in silenzio per qualche attimo.

Luna poi si girò verso il giovane.

“Allora ci sposiamo?” gli chiese con un sorriso radioso.

Harry annuì.

 

Xenophilius Lovegood aveva pianto di gioia al momento dell’annuncio dei due fidanzati, ed aveva abbracciato con gioia i due ragazzi.

 

Un anno era volato. Era già il 13 Aprile 2001.

 

La sua unica bambina avrebbe sposato il Ragazzo-Che-Era-Sopravvissuto. Il Ragazzo-Che-Aveva-Sconfitto-Lord-Voldemort. Era al colmo della felicità, avrebbe voluto dedicare un numero speciale del “Cavillo” ai due futuri sposi. Fortunatamente, i due lo fecero ragionare e il buon uomo si ricredette. Non volevano inutile pubblicità, soltanto una celebrazione più semplice possibile del loro amore e del loro legame.

 

In giardino era tutto pronto, decorato in un trionfo di drappeggi e fiori colorati. Non mancavano le decorazioni più strane, fatte arrivare appositamente da qualsiasi parte del mondo. Il blu dell’abito da sposa di Luna era uno dei colori dominanti e la ragazza si avvicinò sorridente all’abito, tastando il tessuto liscio e un po’ lucido.

 

“E’ bellissimo, sei stupenda” fece Xenophilius appena lo vide addosso alla figlia, emozionata quanto lui alla prima prova dell’abito.

Non riuscì a trattenere le lacrime di gioia.

“E’ ... E’ un bellissimo blu elettrico!” esclamò rapito dall’accostamento perfetto.

Capelli biondissimi e blu profondo. 

Carnagione chiarissima e blu .

La stilista, una maga amica di famiglia, lo guardò sconcertata.

“‘Philius, si dice Royal Blue”.

“Certo, certo” fece l’uomo, soffiandosi rumorosamente il naso “Royal Elettrico”.

Tutti scoppiarono a ridere allegramente.

 

Guardava la semplicità dell’abito. Era monospalla, si stringeva appena sotto il seno, e quel punto veniva esaltato da una fascia in tinta con l’abito, tempestata di ricami dorati. Andava giù con molta semplicità e con poche pieghe. L’unica cosa che Luna aveva desiderato era un poco di strascico dietro ed era stata accontentata. Era di un tessuto leggermente più trasparente, impalpabile. 

 

Sul braccio destro avrebbe indossato numerosi braccialetti blu ed oro, tintinnanti e luccicanti.

Quello sinistro, invece, sarebbe rimasto libero da qualsiasi ornamento e la mano sinistra avrebbe brillato della luce dell’anello di fidanzamento e della fede nuziale.

 

Dato che si sarebbero sposati nel giardino della casa di Luna, la ragazza aveva espresso il desiderio di sposarsi scalza. Un’idea per la quale aveva lottato duramente.

 

“Scalza?! Quale orrore!” esclamò inorridita Lucille, la stilista che le aveva disegnato l’abito da cerimonia.

“Sono nel giardino di casa mia e poi odio le scarpe col tacco” spiegò tranquilla Luna. Il padre annuì vigorosamente, appoggiando l’idea della figlia.

“Posso anche farti preparare dei sandali piatti e dorati, ma scalza ... Merlino, è così di pessimo gusto!”

“Non è pessimo gusto: è essere me stessa” ribadì pacatamente la ragazza.

Xenophilius esclamò con orgoglio: “Sei proprio mia figlia, Luna!”

 

Era pronta. Ed era scalza.

 

Era semplicemente stupenda. L’abito la faceva sembrare una creatura mitica e d’altri tempi e d’altre dimensioni.

Si era fatta truccare docilmente da Hermione e Ginny, che non avevano per nulla esagerato con i cosmetici. Si erano semplicemente limitate ad esaltare la sua carnagione chiara ed i grandi occhi blu. I capelli erano rimasti lunghi, lisci e vaporosi, con qualche fermaglio dorato vicino alle orecchie, per non farle cadere in avanti tutta la chioma.

 

Si guardò allo specchio ed il cuore le batté forte. Si sentiva un’altra persona. Stava per dire definitivamente addio alla Luna ragazzina. O forse, sarebbe rimasta sempre sognante e dolce, anche quando sarebbe diventata Luna Potter. Solo, con qualche anno in più ed una famiglia da gestire.

 

Luna divenne seria per un attimo: c’era solo una piccola cosa da fare, prima di poter scendere in mezzo al vociare ed all’entusiasmo degli ospiti.

“Hermione, Ginny, posso chiedervi di uscire un attimo? Devo fare una cosa ... Devo parlare con mia mamma”.

Le due annuirono e discretamente lasciarono la stanza, chiudendo con delicatezza la porta.

 

Luna estrasse un piccolo ritratto di sua madre, che si animò subito. Luna avvertì le lacrime pungerle gli occhi.

 

La signora dai capelli biondo cenere, incredibilmente somigliante alla giovane sposa, si agitò.

 

“Oh Luna mia, non piangere ora! Sei così bella!”

“Mamma, mamma cara ... Sto per sposarmi e ancora non ci credo” disse debolmente la ragazza, cercando di non rovinare il lavoro fatto dalle sue due care amiche.

La donna nel ritratto sorrise. “Stai tranquilla, bambina mia, andrà tutto bene e ti sentirai felice. Harry ti ama”.

Luna respirò. Aveva un grosso dubbio da sciogliere, una domanda fondamentale da porle.

“Dovrò rinunciare al mio mondo, al mio modo di immaginare le cose, per poter stare con lui una vita?” chiese d’un fiato Luna.

“Sciocchina. Certo che no. Lui ti sposa per questo. Lascia che lui possa entrare nel tuo mondo e vedere ciò che sogni ed osservi tu nella tua mente. Crea ogni giorno avventure nuove, nuovi misteri da risolvere assieme. Lasciagli sempre una porta aperta, una porta che solo lui potrà riconoscere”.

“Una porta ... Color blu elettrico?” chiese commossa la ragazza.

Royal Blue! Royal Blue!” esclamò la defunta madre di Luna, scimmiottando Lucille.

La Corvonero rise di cuore.

“Mi manchi, mamma” sussurrò lievemente la giovane “Avrei tanto voluto che tu fossi qua con me, oggi”. Accarezzò con due dita il ritratto, come se volesse accarezzare il viso della donna.

La madre la guardò con amore, quel sentimento puro e materno che non aveva mai negato a sua figlia, pur avendo la morte, un’altra dimensione ignota, a dividerle.

“Luna, io sono sempre con te. Mi porti sempre nel cuore e nei tuoi pensieri. E dietro quella porta blu elettrico, ti aspetterò sempre ... Ogni volta che vorrai chiacchierare con me. Ti aspetto con le caramelle ed i biscotti che mangiavi tanto da piccola. Quelli al miele, ti ricordi?”

Luna si sentiva molto più tranquilla ora.

“E io ti porterò Harry, così potrete parlare un po’ e conoscervi meglio. Non fare la suocera cattiva che lo trasforma in un rospo o in qualche strana creatura dovesse mai farmi ammattire!” esclamò contenta la ragazza.

“Non lo farà, è un bravo ragazzo, lui” rispose sorridendo la mamma “Ora va. Ti stanno aspettando tutti giù. Oggi celebra l’amore, la tua giovinezza, con Harry e tutti i presenti. E ricordati di portarmi le bomboniere ed i confetti blu di Mielandia, quando puoi!”

La ragazza annuì.

“Ti voglio bene” fu tutto quello che riuscì a dirle, in un soffio.

 

Nel momento in cui Xenophilius, visibilmente commosso, diede la mano della propria figlia ad Harry, elegante ed affascinante nel suo completo, Luna la vide.

Vide sua madre, Angelica Lovegood, in piedi vicino a suo padre. Salutò la figlia agitando la mano, sorridente, orgogliosa e commossa.

Luna sorrise, persa nel suo mondo. Solo Harry se ne accorse.

 

“Luna, chi hai visto?” sussurrò Harry curioso, intanto che prendevano posto di fronte al mago che celebrava la loro unione.

La giovane sposa si girò raggiante verso il futuro marito.

“Ho visto mia mamma, dietro mio padre. Dopo ci aspetta, oltre la porta blu elettrico, volevo dire royal blue, per far merenda con lei. Vuole essere la prima a coccolarsi il suo genero”.

Harry rise di cuore e le diede un buffetto sulla guancia.

“Sarò ben lieto di conoscere tua mamma, Luna. Non vedo l’ora!”.

Si sentiva fortunato ad avere una ragazza così, sospesa tra due mondi che faceva convivere con naturalezza disarmante. Era la sua forza, la sua gioia di vivere. La voleva per la vita.

Luna, rimani sempre così pensò in cuor suo il giovane Grifondoro, ammirando i piedi scalzi della sua sposa.

   
 
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