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Autore: Kururu_sumeragi    06/09/2011    0 recensioni
Nel primo atto ci troviamo indietro nel tempo di sei anni nella republica di Padokia,all' interno della famiglia Zoldyeck ci sono grandi preparativi per l'arrivo di una famiglia di ladri,oltre questa cosa ad Illumi viene affidato il compito di fare da maestro ad una ragazzina di 12 anni,la quale dovrà diventare una brava guardia del corpo.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hisoka, Illumi Zaoldyeck, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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La stagione primaverile era ormai giunta alle porte e con se portava i suoi primi raggi solari lievemente più caldi che potevano riscaldare appena, togliendoti quella sensazione di freddo. Era questa l'aria che si respirava nella repubblica di Padokia una delle terre più rinnomate per la presenza della più pericolosa famiglia di mercenari, gli Zaoldyeck. La loro tenuta era qualcosa di spettacolare, pensate che la loro proprietà si estende dalle pendici di un monte, anche se io l'ho sempre visto come un vulcano. Anche in una famiglia cosi pericolosa era facile percepire che c'erano delle novità, dei cambiamenti, un aria strana... di festa. Chi avrebbe mai detto che prima o poi poteva avvenire qualcosa di simile? Difatti tutta servitù era intenta nei preparativi di quella festa che ben presto sarebbe avvenuta. Una giovane donna vestita con un kimono tradizionale camminava per i giardini della sua dimora osservando i domestici mentre adornavano le stanze dell' immensa casa di fiori... Una cosa alquanto strana da vedere, specialmente da parte loro.
Mezzo volto della donna era ricoperto da una strana maschera in metallo, non era possibile vedere l'espressioni del suo volto, era comunque facile comprendere i suoi stati d'animo grazie ad una piccola luce che variava di colore in base a quello che provava.
Era soddisfatta ed anche molto perchè ben presto i profitti della loro famiglia si sarebbero potuti facilmente allargare senza problemi, mancava molto poco, bisognava solo attendere l'arrivo degli ospiti.
La giovane donna ovviamente non era sola in quella casa, vi erano anche i suoi cinque figli maschi che attualmente erano all' interno delle loro stanze. Il secondo come suo solito era seduto nella sua stanza buia ad osservare lo schermo del computer e di tanto intanto stuzzicava qualche snack. Il quarto figlio era stato rinchiuso all' interno di una stanza, isolato dal mondo e dalla famiglia essendo il più pericoloso di tutti a causa del suo grande potere. Il quinto invece, ancora un neonato era tra le braccia della nonna a riposare tranquillamente.
Il primo dei fratelli era seduto sopra il proprio letto, la sua espressione era impassibile, gli occhi erano completamente neri e assomigliavano a quelle bambole prive di vita ed anima, era molto bello. Tratti del viso delicati ma lievemente marcati, il corpo maturo e ben strutturato dalla muscolatura dei suoi lunghi e duri allenamenti. Era di sicuro il migliore nella sua famiglia, ma non poteva essere lui l'erede degli Zaoldyeck, poichè gli mancava l'eredità genetica appartenente a suo padre ossia i capelli argentei. Si chinò ad osservare quello che sembrava essere il corpo di un bambino. Il piccolo stava riposando in tutta pace e tranquillità, a differenza dei suoi fratelli lui era l'unico che aveva ereditato quei capelli di colore argenteo, mossi e morbidi. A guardarlo dormire cosi sembrava un angioletto, mai si penserebbe che un anima cosi innocente gia a quella giovane età possa sporcarsi le mani di sangue. Gli occhi neri ed inespressivi del fratello maggiore continuavano a tenerlo sottocontrollo e lentamente si abbassava sul viso del bambino. In una delle sue mani impugnava un lunghissimo ago che lentamente andò ad avvicinare alla guancia del fratellino pungendolo.
-Aiii!! - Il piccolò balzò di scatto da sopra il letto gridando e mantenendosi la guancia che era stata punta dal primo fratello. Si guardò per un attimo intorno, notando che infine all' interno della stanzaa insieme a lui vi era soltanto Illumi - Fratello, ma che modi! - Si lamentava tranquillamente mentre continuava a massaggiarsi la guanciotta.
Il bruno si limitò a guardarlo con aria fredda e priva di sentimento, era rimasto ancora in silenzio. Lui e suo fratello erano completamente diversi e notava benissimo quella loro grande differenza. Decise d'interrompere quello stato di silenzio - Non dovresti addormentarti durante un allenamento Killu.- Era un rimprovero, ma era stato fatto con tono calmo. Un genitore qualsiasi direbbe, come è genitile, che tranqullità. No, per niente, quando illumi reagiva in quel modo bisognava solo preoccuparsi.
- Ma fratello sono giorni che non dormo, ho il diritto a riposarmi almeno un po!- Si lamentava e sbuffava il piccolino, battendo le mani sul letto in segno di protesta.
- Presto ti riposerai quanto vuoi... - Rispose il tranquillamente il moro dai lunghi capelli corvini alzandosi da sopra il materasso - Presto a casa giungerà la tua sposa, quanto a me.. dovrò allenare una ragazzina per volontà del suo vecchio.. se non fosse per il pagamento che mi è stato fatto non avrei minimamente accettato questo lavoro.. che gran seccatura. - Sbuffò, non aveva la minima voglia di perdere tempo con degli estranei, non vedeva il motivo, purtroppo per lui era stato pagato ed oltre tutto per volontà di suo nonno aveva deciso di accettare quel lavoro che reputava completamente inutile. Il piccolo nel sentire dell' arrivo di una nuova giovane alla tenuta della famiglia si alzò di scatto sopra il suo lettino, gli occhi verdi cominciarono ad illuminarsi, avrebbe avuto una compagna finalmente e non stava nella pelle. - E' carina? me la farai conoscere? Lei si allenerà anche con me? - Lo riempiva di domande, non aveva minimamente ascoltato completamente tutto il discorso che gli era stato fatto precedentemente da parte del fratello. Illumi sbuffò nuovamente, non aveva voglia di rispondere alle parole del suo fratellino. - Come non detto.. riposati pure Kilu... io adesso ho altre cose da sbrigare. - Si avvicinò all' armadio per cambiarsi almeno la camicia, il piccolo lo guardava con un espressione interrogativa, non capiva, gli sembava strano che Illumi lasciasse cosi un allenamento. - Dove devi andare fratello?- Domandò quindi il piccolo, aveva un tono cosi innocente e tenero che chiunque non avrebbe potuto fare a meno di rispondergli, ma per Illumi non era cosi, difatti finito di prepararsi uscì dalla stanza lasciando il piccolo al suo interno.
Ormai erano passate parecchie ore nella tenuta della famiglia Zaoldyeck e tutti erano ancora intenti a svolgere il loro lavoro. Anche il custode come suo solito era andato ad attaccare nuovamente il turno dopo l'orario del pranzo. Quando giunse alla cabina trovò un giovane ragazzino seduto sul pavimento in attesa che lui arrivasse li. Il buon vecchio lo notò e si avvicinò al giovane per sapere che cosa volesse. - Hei tipo, si può sapere cosa cazzo hai da guardare? - Il piccolo ragazzino alzò lo sguardo davanti a se, non ce l'aveva con l'uomo, bensi con qualcun altro che era li insieme a loro e che era sfuggito alla visuale del vecchio. - Nulla... mi chiedevo: Aspetti qualcuno fuori questa porta? - Il vecchio Zeburu ascoltò quella voce che non gli era per niente nuova, tutta via i suoi occhi erano ancora puntati su quel ragazzino. Era vestito con una divisa cinese maschile ed in testa portava un semplice cappellino con berretto di colore nero. Il giovane non riusciva a vedere ancora bene quel tizio, ma nonostante tutto restava tranquillo
-Mi chiamo Fang, e sto aspettando il mio maestro - Il tono era calmo sicuro e deciso, sapeva benissimo come doversi apportare, nonostante ogni tanto uscisse qualche parola un po troppo sguaiata.
Uno strano tipo lentamente si avvicinò alla porta del test che era un grandissimo portone in pietra formato da dodici ante. Era un tipo strano, bizzarro, ma allo stesso tempo faceva paura. Sembrava uno di quei clown che incontri al circo. Su una delle guance aveva dipinta una stella, mentre sull' altra una goccia. I capelli azzurrini erano leggermente lunghi e portati all' indietro. - Perfetto.. vorrà dire che ti precederò. - Disse semplicemente l'uomo aprendo fino alla sesta anta della porta, entrò all' interno della tenuta e una volta dentro le porte si richiusero velocemente. Ormai il piccolo giovane sentiva che il pericolo era passato, quanto al vecchio custode tornò a risedersi all' interno della piccola baracca. Ormai stava passando molto tempo li fuori, cosi tanto che il ragazzino era stanco di portare quel cappellino sul capo. Una volta tolto una lunga coltre di capelli corvini riccadero sopra le sue spalle. I tratti del viso erano molto femminili, era impossibile non capire che quella non fosse una ragazzina. I suoi occhi divennero tristi per qualche istante, non voleva andare in quel posto, si era quasi sentita venduta da parte di suo nonno, non si sentiva più come un essere umano, ma come un oggetto, un qualcosa che poteva essere tranquillamente scambiato. Quell' espressione subito sparì in quanto la porta del test venne riaperta nuovamente. Finalmente era giunto colui che sarebbe arrivato a prenderla, era alto, di bella presenza. Lunghissimi capelli neri corvini, occhi neri e privi di ogni emozione. Illumi era giunto finalmente li, la squadrò da capo a piede per qualche secondo senza dire una parola. - mh.. - Era pensieroso mentre la guardava, quasi come se si stesse chiedendo qualcosa in particolare - Tu saresti? - Le chiese con tono tranquillo, ormai aveva capito che quella era la ragazzina che avrebbe dovuto allenare. - Mei-hua Fang.. sono stata mandata qui da mio nonno affinchè possa imparare il mestiere di mercenario... mi affido a lei - Si chinò salutando il suo maestro. Illumi non ci vedeva niente di particolare in quella ragazzina, ancora si poneva delle domande nella sua mente che sicuramente avrebbe esposto a suo nonno. - Ho capito, seguimi, da questa parte! - Il moro si allungò mostrando quindi la strada alla giovane andando ad avvicinarsi alla porta del test che andò ad aprire con molta facilità. La giovane con aria preoccupata si voltò per qualche istante guardandosi alle spalle con aria preoccupata, come se sapesse che una volta entrata li dentro tutto per lei sarebbe cambiato. Decise di fare i passi finali, varcando cosi la porta per l'altro mondo.
   
 
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