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Autore: beautyofsilence    06/09/2011    2 recensioni
Il dolore che si prova a seguito della perdita di un proprio caro non è un dolore come un altro. Nessuno riusciva a capire Jodie, nessuno riusciva ad aiutarla. Un po' perché non lo voleva lei, un po' perché nessuno aveva mai provato quello che stava provando in quel periodo così buio della sua adolescenza.
Ecco, è incredibile come una persona totalmente estranea ai fatti sia riuscita a farle dimenticare tutto, anche solo per un istante. Quel ragazzo l'aveva salvata.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sébastien Lefebvre
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L'indomani mattina a svegliare Jodie fu lo stesso fastidioso infrangersi di sassolini contro il suo vetro di qualche sera prima. Si affacciò, scocciata e assonnata, e vide Seb sotto la sua finestra.
-Hey! - disse lui, non troppo allegro.
-Hey. - rispose lei. -A cosa devo la visita?
-Beh.. a niente. Insomma, ieri te ne sei andata senza salutare e ho pensato di venirti a chiamare io.
Jodie annuì.
-A proposito, perchè te ne sei andata?
-Era tardi.
-Sì, ma potevi salutare.
-Ero stanca, non ci ho pensato.
-Ok.
Il tono di voce di Sébastien era alquanto deluso, ma Jodie non lo notò.
-Sei arrabbiata? - chiese il chitarrista. Jodie non volle mentire, non a lui e non di nuovo.
-Sì.
Seb inarcò le sopracciglia, sorpreso, nonostante avesse il sole in faccia e gli occhi socchiusi.
-E perché?
-Perché non mi hai detto della partenza.
-O forse per la partenza in sé. - irruppe Jeff, sbucato fuori da chissà dove.
-Da dove salti fuori tu? - chiese Seb irritato.
-Ciao Jeff! - lo salutò allegra Jodie, il chitarrista sorrise e le fece un cenno con la mano.
-Oh niente, ero andato a buttare la spazzatura e vi ho sentiti urlare.
Effettivamente le loro voci erano piuttosto alte, data la loro distanza.
-Ok, non ci interessa. - disse Seb.
-Me lo hai chiesto tu! - obbiettò Jeff.
-Sparisci! - urlò Seb irritato. Jeff alzò le braccia in segno di resa e si allontanò.
-Cattivo. - disse Jodie.
-Voglio parlare con te. Da soli. - disse Seb serio. Jodie chiuse la finestra senza dire una parola, si infilò le scarpe e scese in giardino senza neppure cambiarsi.
-Eccomi. Dimmi quello che hai da dire, forza. - disse lei, a seguito di un sonoro sbadiglio.
-Mi dispiace che tu ti sia arrabbiata, non ho potuto dirtelo prima perché è stato deciso tutto ieri mattina, non ho avuto il tempo.
-Fa niente. - disse Jodie scuotendo la testa.
-No, invece. Fa, eccome. Non voglio partire sapendo che tu ce l'abbia con me.
Jodie sorrise: anche quella volta Sébastien era riuscito ad ammorbidirla.
-Vieni. - disse prendendolo per mano. Camminò fino al bordo del marciapiede, dove poi si sedette, trascinando con sé Seb.
-Il fatto è che... Speravo contassi qualcosa per te.
-Che vuoi dire? - chiese Seb perplesso.
-Insomma... Pierre...
-Pierre cosa?
Jodie sospirò, prese coraggio e sputò fuori tutto ciò che aveva dentro.
-Dal momento che Pierre ha insistito per anticipare la partenza speravo che tu avresti altrettanto insistito per posticiparla.
Seb arrossì. Sorrise, abbassando lo sguardo.
-E' una cosa stupida, lo so. Sono una povera illusa, so anche questo.
Seb scosse la testa, in silenzio.
-L'ho fatto.
-Cosa? - chiese Jodie sgranando gli occhi.
-Ho provato a convincere i ragazzi a partire più tardi.
Jodie rimase in silenzio, piena di vergogna.
-Ma tu... Io... Insomma, non stiamo insieme, a differenza di Pierre e Lachelle. Perché lo hai fatto?
-Perché mi piace stare con te. - concluse. Jodie iniziò a provare una strana sensazione, una sensazione che ormai non provava più da tempo. Era come se un brivido le avesse percorso la schiena, facendole venire la pelle d'oca. Sentiva una fitta allo stomaco e le guance andare a fuoco. 
-L'idea di starti lontano per mesi mi terrorizza. - ammise il ragazzo, che finalmente aveva deciso di mettere a nudo i suoi sentimenti. Per un po' entrambi rimasero in silenzio, imbarazzati. Seb aspettava un qualsiasi segno da parte di Jodie, ma lei ormai era paralizzata. Lentamente la ragazza riprese conoscenza, e decise di prendersi qualche confidenza in più: non l'avrebbe rivisto per mesi, e non voleva avere rimpianti. Gli prese la mano, sfiorandola delicatamente. Seb la stinse forte, sperando di non doverla lasciare più.
-Promettimi che non ti scorderai di me. - disse Jodie minacciosa.
-Non lo farò. - disse lui ridacchiando. -Andiamo, non sarà poi così male. Tu potrai venire a trovarci, qualche volta. 
-Certo, e i soldi per l'aereo dove li trovo?
-Te lo pago io il volo.
-Non se ne parla.
-Se ne parla, eccome. La questione non riguarda solo te!
-Ah no?
-No! Perché se tu non vieni e io mi deprimo poi lavorerò male, di conseguenza la band lavorerà male e il nostro nuovo album farà schifo.
Jodie sorrise.
-Vedremo cosa fare quando sarà il momento. Adesso basta parlare, godiamoci questi ultimi giorni insieme.
Seb sorrise, continuando a stringere la mano di Jodie. Si alzarono, mano nella mano, e iniziarono a camminare, senza un meta.
Michelle vide sua nipote dalla finestra mano nella mano con Seb, e per poco non si commosse. Finalmente Jodie era felice, glielo si leggeva in faccia. Anche qualcun'altro assistette alla scena, non da casa di Jodie però. Pierre non sembrava affatto contento, la sua espressione non si avvicinava minimamente a quella di Michelle. Che fosse geloso?
 
Quegli ultimi due giorni che restarono a Jodie e Seb trascorsero in fretta, forse anche troppo in fretta. Il giorno della partenza non tardò ad arrivare. 
 
David era ancora in camera sua, che finiva di preparare la valigia, nel panico più totale perchè aveva perso la piastra. Chuck stava mangiando qualcosa in soggiorno, davanti alla tv, Jeff stava finendo di caricare le valige in macchina, Pierre strimpellava sul divano. In casa Bouvier-Stinco-Lefebvre-Dosroires-Comeau regnava il caos più totale. Jodie era un camera di Seb, che poi era anche quella di Pierre, seduta sul suo letto a gambe incrociate.
-Cosa manca? - chiese Seb mettendosi le mani nei capelli. 
-Le scarpe, Seb. 
-Ah, giusto!
Jodie ridacchiò. Anche lui si era ridotto all'ultimo minuto per preparare i bagagli, e la colpa era stata solo ed esclusivamente di Jodie: Seb aveva passato ogni istante delle sue giornate solo con lei, trascurando i ragazzi e i preparativi per il viaggio. 
-Non si chiude, merda!
-Aspetta. - disse Jodie, alzandosi dal letto di Pierre. Si sedette molto poco delicatamente sopra la valigia di Seb, per terra, facendolo ridere. Lui si abbassò e riuscì a chiudere la cerniera. Era tutto pronto, finalmente. I due ragazzi si ritrovarono l'uno di fronte all'altro, a corto di parole. Jodie sorrise, e abbracciò Sébastien, che iniziava già ad avere nostalgia.
-Mi mancherai, cazzo.
-Smettila. - disse lei -Sei più noioso di quanto credessi.
Lui sorrise, lei tornò a sedersi sul letto.
-Quando torni mi porti una cartolina? New York deve essere proprio una figata.
-Potresti anche venire tu a trovarmi e prendertela da sola.
-Se me la porti tu associerò il tuo ricordo a quella città, sarebbe decisamente più romantico.
-Ma come siamo noiosi. - bofonchiò in risposta il chitarrista, che si era disteso accanto a lei. Jodie lo guardò negli occhi, con uno strano sorrisetto in faccia. Si sdraiò sopra di lui, e gli baciò la punta del naso.
-Hai preso lo spazzolino?
Seb annuì. 
-E il dentifricio?
-Quello ce l'ha Dave.
-Bene, allora sei pronto.
-Io invece credo di no.
-Perché?
-Ho bisogno di portare con me un'ultima cosa per poter lasciare questo posto.
-E sarebbe?
Seb non rispose. Alzò la mano destra, e iniziò a sfiorare dolcemente i capelli di Jodie. L'altra mano la posò sulla sua guancia, e prese a sfiorare la sua pelle rosea. Inspirò lentamente il suo profumo, scolpendolo nella sua memoria per poterlo ricordare per sempre. Jodie si perse nei due oceani blu che quel ragazzo aveva al posto degli occhi, e si dimenticò di tutto. Della partenza, della lontananza, della nostalgia, della paura. Seb alzò impercettibilmente il volto, facendo incontrare le sue labbra con quelle di Jodie: si sfiorarono appena, e ciò bastò a Jodie per farle perdere letteralmente i sensi. Fu la ragazza ad approfondire il bacio, facendo eccitare il ragazzo, che aveva aspettato troppo quel momento. Ma quell'atmosfera così romantica e passionale durò ben poco. Pierre fece irruzione nella stanza, e assistette alla scena. Ne rimase visibilmente colpito.
-S-scusate. - disse abbassando lo sguardo. Jodie si alzò dal letto, imbarazzata. Pierre entrò, evitando gli sguardi dei due ragazzi, per cercare la sua borsa. La prese, se la mise in spalla e per la prima volta alzò lo sguardo, immergendosi negli occhi di Jodie che lo fissava.
-Mi dispiace avervi interrotti. - disse. Jodie scosse la testa, ma non disse nulla.
-Dobbiamo andare, Seb. - concluse il cantante, per poi uscire dalla stanza. Seb sbuffò sonoramente, tirandosi su. Jodie si diresse verso la porta, la chiuse a chiave e tornò sul letto, trascinandosi dietro Sébastien, che stupito riprese a baciarla.
 
-Ragazzi, che fine ha fatto Seb? - chiese Jeff guardandosi intorno. Tutte le finestre erano state chiuse, avevano chiuso il gas, l'acqua e caricato tutte le valigie in macchina. La band era quasi al completo in soggiorno, mancava solo il chitarrista e la loro ospite. In quel momento i due ragazzi scesero: Jodie sorrideva, colpevole, Seb invece era stravolto. Aveva i capelli arruffati e un'espressione a dir poco sorpresa. Non si sarebbe mai aspettato che Jodie potesse.. Insomma, potesse saltargli addosso.
-Alla buon'ora! - disse Chuck.
-No, vorrei ricordarvi che noi avremmo un volo da prendere, teoricamente. - punzecchiò Jeff.
-E lasciateli stare! - li difese David, ridendo. Pierre non commentò.
-Scusate. - disse Seb, sorridendo.
-Forza, tutti fuori!
I ragazzi e Jodie uscirono di casa. Jeff aveva le chiavi, e fu lui a chiudere casa. Jodie non avrebbe accompagnato i ragazzi fino all'aeroporto, perciò iniziò a salutarli da subito.
-Jodieeee! - urlò David, malinconico. 
-Daveee! - disse lei abbracciandolo.
-Mi mancherai un sacco. Anzi, mi lasci il tuo numero?
Jodie sorrise, e lasciò a David il suo numero. Lo segnò anche Chuck, che fu il secondo a salutarla. L'abbracciò, e le promise che le avrebbe portato un sacco di gelatine da New York, visto che qualche ora prima avevano scoperto di avere quella passione in comune. Poi Jodie salutò Jeff: lo abbracciò sorridendo, e il ragazzo le promise che si sarebbero fatti sentire e che si sarebbero rivisti presto.
-Vedrai che questi mesi passeranno in fretta, ci rivedremo presto. - disse Pierre abbracciandola.
-Lo spero tanto, Pierre. Davvero tanto. - disse Jodie lasciandosi stringere. L'abbraccio di Pierre e Jodie durò più del previsto, così i ragazzi salirono in macchina. Chuck e David iniziarono subito a litigare per la musica da ascoltare in macchina, tanto per cambiare insomma. Jeff si mise al posto di guida, aspettando che Jodie finisse di salutare tutti. Seb aspettò pazientemente il suo turno, e una volta sciolto l'abbraccio con Pierre si fiondò subito su di lei. Il cantante la guardò per un'ultima volta, tra le braccia del suo amico, e salì in macchina, davanti accanto a Jeff.
-Mi manchi.
-Non è possibile, sono qui davanti a te.
-Tutto è possibile. - insistette Seb. Jodie sorrise, e si strinse a lui.
-Non dimenticarti di me, Sébastien. 
-Non lo farò.
-Cercami.
-Puoi starne certa.
-E.. Baciami. Adesso.
Seb accolse la proposta senza fare troppe storie, e baciò Jodie, più dolcemente di prima. Un bacio che durò troppo poco, e che fu interrotto dal clacson dell'auto, che invitò Seb a salire. I ragazzi rischiavano di far tardi. Seb si separò controvoglia da Jodie, le baciò la fronte e se ne andò, senza voltarsi. Jeff mise in moto l'auto, che in breve si allontanò da vialetto, per poi svoltare e sparire alla vista di Jodie, che già moriva dalla voglia di riabbracciarli tutti, uno per uno.
 
  
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