Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: chiupetta    06/09/2011    2 recensioni
-Che vuoi ragazzo?- dissi con aria superficiale.
-Ciao baby, li vedi quei due ragazzi nascosti dietro l'albero?- mi girai per vedere.
-Si li vedo, quindi?- con aria quasi scioccata, continuò indisturbato.
-Ho fatto una scommessa con loro: vogliono che sia tu a chiedermi il numero di telefono.-
-Ma questo io non lo farò, quindi vai via.-
-Lo so, io sono un gentiluomo, quindi ora farai finta di darmi un biglietto e poi me ne andrò.-
-Ma perché proprio io?! Ci sono altre cinquanta ragazze qui al parco!-
-Perchè i tuoi occhi sono speciali, hanno qualcosa da raccont...raccont.. si insomma ci stai o no?-
-D'accordo, basta che poi sparisci!-
Mi guardò come pietrificato e poi alzò il sopracciglio sinistro.
Feci quello che mi aveva chiesto, infine si alzò e mi fece l'occhiolino.
Ci guardammo fino a quando arrivò dai suoi amici, poi mi girai e ripresi da dove mi aveva interrotto.
Che strano... anche i suoi occhi, gli occhi color miele, avevano tanto da raccontare, persino più dei miei.
Genere: Drammatico, Poesia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sarah's Chapter.

Suonai il campanello di casa di sua.
Ero parecchio in tenzione, il cuore colpiva dall'interno il petto con violenza, e sentivo una morsa alla stomaco.
In effetti lasciai andare un po' l'emozione e riflettei su ben altro.
La casa, il posto in cui mi trovavo, era qualcosa di decisamente enorme.
Sembrava più un castello moderno, e magari al suo interno si celavano nascondigli e cunicoli.
E' troppo questo per me, troppe fantasie, meglio metterci una pietra sopra.
Al di fuori della dimora erano state costruite ben due piscine, una grande e una piccola...beh piccola per modo di dire.
Una delle due però era illuminata al contrario dell'altra.
Dall'acqua si intravedevano i bagliori delle luci, molto soft e ben posti.
L'ideale per una serata a lume di candela.
Il prato non poteva che essere all'inglese e pensai subito che non era opera di Justin.
Con il denaro che possiede avrà ingaggiato parecchio personale per tenere curata la villa.
L'aria era umida, fredda come la scorsa notte, e mi dava i brividi.
Ad intermittenza la schiena veniva attraversata da piccoli e lancinanti brividi.
Mi spostai i capelli in modo che coprissero per bene le spalle, che quasi quasi tremavano.

Ripetei il "dlin dlon" parecchie volte ma evidentemente Justin era impegnato.
Dopo svariati tentativi si decise ad aprire.
-Scusa piccola, ma stavo facendo la doccia eh..vuoi entrare?- accennò un sorriso, si in effetti si era presentato con dei pantalonini lunghi e beige, ma della maglietta niente traccia.
Un po' sorpresa e incantata ritornai al discorso, e accenando un sorriso mi feci avanti trovandomi nel centro preciso del soggiorno.
-Allora, che hai fatto?- cominciò lui tambulerrando sulle mie spalle e fischiettando come un bambino.
-Oh niente di importante, ho solo aspettato un'ora fuori che mi aprissi.- dissi facendo un falso sorriso.
-Oh sì l'ho fatto apposta, così saresti stata più contenta di vedermi.- ribbattè lui, per poi accennare un piccolo movimento con i capelli.
Qualcosa di veramente...ah insomma rimasi a bocca aperta.
-Ma non eri sotto la doccia?.-
-Chi ha mai detto una cosa del genere?!-
-Ma sei bevuto?.- gli diedi un colpo sul braccio.
-Solo fatto, di te.- 
-Ah certo non ci provare.-
-E chi ci prova?.- mi accennò un sorriso furbo, nel quale intravisi i canini perfetti.
-Allora vogliamo mangiare le ciambelle?-
-Subito baby!- disse lui facendo una mossa di pugilato verso di me e dando pugni all'aria. Poi si girò e scomparì dietro il muro.
Così decisi di seguirlo e silenziosa cominciai a camminare.
Mi ritrovai in una cucina ampia e luminosa, davvero all'ultimo "grido".
Non mancava nulla, era troppo fornita anche per un cuoco professionista.
-Justin scusa ma tu cucini, non è così?-
-Emh..sì.- rispose tranquillamente.
-Sarai un esperto allora, qui non manca nulla.- sfoderai il mio sorriso migliore.
Si bloccò per un secondo e mi osservò ammaliato, poi scosse la testa e riprese.
-Veramente no. Mi limito a prepararmi la colazione e qualche volta uno spuntino pomeridiano.- lo guardai decisamente scioccata, ma forse era meglio lasciar perdere.
Poggiai la mano su uno dei tanti piani della cucina, non accorgendomi della presenza della farina.
Quando la portai al volto per grattarmi il naso, era troppo tardi e il guaglio era fatto.
-Hahaha ma che cosa hai fatto?- ridacchio lui indisturbato piegandosi in due.
-Perchè, cosa ho?!- lo guardai ad occhi spalancati, accenando un mezzo sorrisetto. Ma questo lo fece ancor più divertire tanto che cominciò a uscire qualche lacrima. Qualche lacrima
dai suoi meravigliosi occhi.
-No è che, hai della farina sulla faccia, sei davvero buffa.- continuò a ridere.
-Se sua signioria vuole, non è che mi potrebbe aiutare a toglierla?- e senza pensarci due volte fece due grandi passi che...
-Ops!- sibilò lui scivolando su della farina a terra, e finendo col naso a pochi centimetri dal mio.
-L'hai fatto di proposito cretino.- mormorai io pietrificata.
Sbattè gli occhi più volte e si leccò le labbra quasi secche.
Mancava davvero davvero poco.
Poi se le morse, infine avanzò per pochi centimetri verso le mie labbra, per poi allontanarsi definitivamente.
-Non so di cosa tu stia parlando!- Annunciò facendo le spalluce e assumendo un'espressione indifesa.
Ero letteralmente sua.
Se mi avesse chiesto di mettermi in viaggio per il mondo, alla ricerca dell'elisir per l'eterna giovinezza, gli avrei risposto si.
Senza pensarci due volte.
-Ah si.- conclusi io con la testa tra le nuvole.
>To be continued.


Nota dell'autrice:
Grazie per le recensioni, ma vorrei riceverne di più.
Vi sono comunque grata per le visualizzioni, sono davvero tante.
A domani con il prossimo capitolo!
C-


   
 
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