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Autore: EvyWeasley22    07/09/2011    2 recensioni
Alice "Ally" Paciock, unica figlia di Neville e Hannah Paciock, è arrivata ad Hogwarts, insieme ai suoi migliori amici James Sirius Potter e Fred Weasley Jr... La sua storia con quest'ultimo, attraversando tutti i momenti belli e meno belli, ma sempre con una regola: un sorriso sul volto e i piedi per terra...o quasi!
Salve a tutti! Questa è la mia prima FF, quindi, ve ne prego, siate buoni! Sono bene accette critiche costruttive e pareri! Recensite e...buona lettura!
Evy
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred Weasley Jr, James Sirius Potter, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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“Basta! Questa è l’ultima volta”  continuo a ripetermi in testa, anche se so che non è vero. Bugia.
“L’ultimissima volta che parlo con lui!”  e continuo a mentire a me stessa così spudoratamente? Caspita, geniale.
“Non succederà più, no, lui non mi piace!”  Ma davvero? Avrei detto il contrario…
“Basta, ora lui con me ha chiuso, si, ha finito di giocare con i miei sentimenti!”  
E mento, di nuovo. Lo so che non è l’ultima volta. So anche che gli parlerò ancora. È ovvio che mi piace. E si, è anche vero che continuerà a giocare con i miei sentimenti.
Alice, diamine! Perché ti fai male da sola? Lui non ti vuole!”  
Ma a me non importa. Lo amo, l’ho sempre amato e l’amerò sempre.
“Sei una sciocca. Soffrirai e basta”
Credi che non lo sappia? Ma nonostante tutto continuo a cercarlo, e anche ora mi viene voglia di andare da lui, farmi raccontare due barzellette e ridere fino a stare male. Solo io e lui, come è giusto che sia.
E da persona intelligente che sono, io e lui abbiamo appena litigato. E stavolta è colpa mia. Non posso evitare alle lacrime di scendere, ora come ora. E mi accascio piano contro il muro della sala comune di Grifondoro, piangendo come una stupida, mentre il freddo pungente dell’inverno mi brucia la pelle. Il camino è spento. La sala deserta. E io sono ancora qua. A pensare a cosa è successo. A piangere per lui.
Mi decido a salire in dormitorio. Salgo le scale e apro appena la porta, quando dietro di me sento una voce che mi chiama. Sento scandire il mio nome. Sento la sua  voce dire il mio  nome.
 
- Ally? -
 
Non voglio rispondere. No, ti prego, no. Ora entro e arrivederci.
 
- Alice? -
 
Oh no… Alice, no! Ora sali in camera e dormi.
 
- Paciock? -
 
No! Devo resistere. Da dove sono non riesco a vedergli il viso, ma so già che espressione ha. In fondo è il mio migliore amico da sempre. So come gli si incurvano le labbra quando mi chiama per cognome.
 
- Ho provato a chiamarti in tutti gli appellativi possibili…-  lo sento dire, la voce ironica di tutti i giorni. – Ti conviene rispondermi, so che sei là, sulle scale. La mappa non mente mai, dovresti saperlo, Ally -
 
Dovevo immaginarlo: la mappa del malandrino! Giuro che se becco quell’impiastro che gliel’ha prestata, io….
 
- Ally, ti prego. Voglio solo parlare con te…-
 
Ally, no! Adesso vai a dormire, apri la porta ed entra nel dormitorio. Ma le mie gambe sono ferme, e la mia mano molla la presa sulla maniglia. Scendo piano le scale. Non voglio farlo, ma devo. Lui mi ha chiamata… Cavolo, sono proprio stupida. Ma a me non importa.
È là. È in pigiama, uno dei soliti confezionati da sua nonna. In una mano ha la bacchetta accesa, e la mappa del malandrino nell’altra. È scalzo. Come sempre, d’altronde. I lunghi capelli rossi spettinati come al solito. E quegli occhi marroni divertiti e curiosi che si posano su di me, come a farmi i raggi X. Mi sorride, un sorriso caldo a cui io non resisto.
 
- Hey. -
 
- Hey -
 
- Cosa vuoi? – gli dico, senza il minimo tatto, come è mio solito. Lui non si scompone, anzi. Mi guarda con un ghigno beffardo stampato sul volto, quasi a prendermi in giro…
 
- Ally, sei arrabbiata. -
 
- No – rispondo falsamente io.
 
- Non era una domanda…-  dice sorridendo lui.
 
- E se anche fosse? Che te ne frega? -  Sono mostruosamente arrabbiata con lui. Anche se il nostro ultimo litigio è causa mia. Ma è per questo che sono arrabbiata.
 
- Sono il tuo migliore amico da quando… da tanto! Da sempre, praticamente. E vederti così mi fa uno strano effetto… sei arrabbiata… ti va di dirmi il perché? -  
 
Me lo dice dolcemente, come solo lui sa fare. Non è arrabbiato per quello che ho fatto, no, neanche un po’. Anzi, è più che altro…confuso.
 
- Ho reagito malissimo quando l’hai baciata; ti ho fatto una scenata. Non dovevo, scusa. - dico, tutto d’un fiato.Ma lui mi capisce, e, con un cenno del viso, mi invita a scendere gli ultimi gradini e andare vicino a lui.
 
- Non ti scusare. Anzi, io dovrei scusarmi con te… non avrei dovuto farlo, mi dispiace… -  
 
Lo guardo stupita: io ho fatto una scenata gigantesca  a lui e alla sua più che legittima ragazza per essersi baciati in mia presenza, e lui…mi chiede scusa? Dopo che sono stata io a dirgli di restare “solo amici”?
 
- Cos…? No! No! È colpa mia, scusa scusa scusa scu…. ! -
 
Mi mette una mano davanti alla bocca per zittirmi, come fa sempre. Io lo guardo, sempre più stupita. Nella mia testa prende forma il pensiero che sia qualcun altro sotto pozione polisucco… Ma no, è lui. Per forza. Deve esserlo.
 
- Mi fai parlare per cortesia Paciock? – mi chiede, il solito ghigno terribilmente attraente.
 
Io sto zitta e lo fisso. Aspetto. “Parla, su!” , vorrei dirgli, ma purtroppo lui stesso mi ha impossibilitata di parlare.
 
- L’ho lasciata. Oggi. Dopo che mi hai fatto la scenata. Non potevo sopportare che lei ti facesse del male…-
 
Lo guardo. Sono stupita. L’ha lasciata. Sono combattuta: non so se essere euforica perché ha lasciato quella “so tutto io” tassorosso oppure arrabbiata perché me lo dice così.
 
-  Non fare quella faccia, Ally. Lo sai perché l’ho fatto. -
 
- Fffff –provo a dire, ma la sua mano mi blocca ancora la bocca.
 
- Prova a parlare in tutti i modi, tanto non ci riesci… e lo sai, a me lei non interessava davvero, lo sai che io am…ahia!!!-
 
Gli mordo la mano. Non mi importa, mi deve ascoltare.
 
- Tu ci stavi perché volevi che fossi gelosa?! Te l’ho detto, ci abbiamo provato e riprovato, ma io non voglio rovinare la nostra amicizia, in nessun modo! -
 
- Lei non mi interessava. – mi dice, e mi prende tra le sue braccia. Provo a opporre resistenza. È una bella lotta, sono forte. Battitrice per Grifondoro dal mio secondo anno. Ma lui lo è di più, e mi preme forte contro il suo petto.
 
- E allora perché? Per rendermi gelosa? -
 
- Mi pare che abbia funzionato però… comunque no, non per renderti gelosa. Per dimenticarti. Ma sotto questo aspetto, no, non ha funzionato.
 
Il mio viso è schiacciato contro il suo petto. Lo sento respirare. Sento il suo cuore battere. Forte, forte, sempre di più. Il mio, d’altro canto, è come un bolide.
 
- Ally, ascoltami bene. Ci voglio riprovare. Voglio stare con te. E ti prometto che la nostra amicizia non ne risentirà. Ti amo. -
 
Pum. Chiamate il San Mungo: sono morta. “Ally, no. Ally, no, no, no. Alice Paciock Jr., no!”
 
- Ti amo. -
 
Troppo tardi.
 
Lui ride. Io rido insieme a lui. È così bello essere lì, complice della sua risata. E nonostante tutto, non ho paura. Non ho paura di rovinare un’amicizia. Forse era solo una scusa. Avevo paura. Adesso no. Come è strana questa notte. Pensavo di andarmene a dormire in lacrime pensando a quanto stupida sia stata, e invece…
 
Mi guarda. Mi sorride. Per un attimo mi stacco da lui e vedo il suo viso vicino al mio, quasi da sfiorarlo. Ho già vissuto tre volte questo momento. Ma ora come ora mi sembra più reale che mai.
 
“Ti amo” , me lo sento risuonare nella testa. È una bellissima melodia, quasi bella quanto la sua risata, sia quella canzonatoria, sia quella divertita.
 
- Freddie? -
 
- Mmm? -
 
- Ti piacerebbe restare qui, per stanotte? -
 
  
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