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Autore: Lady Warrior    07/09/2011    3 recensioni
Katherine era una bambina normale. Viveva con la sua famiglia, sino a che lui, Will-occhi-di-ghiaccio, il capo dei vampiri, non la morse. Da quel giorno la sua vita cambiò. Costretta bad ubbidirgli, deve ora abitare coi vampiri e arrendersi all'idea di essere una di loro. Ma perchè hanno morso proprio lei quel giorno? Per fare un dispetto ai suoi genitori, dei cacciatori di vampiri? E sarà vero ciò che dice Will, che lei è la loro massima risorsa?
Il tempo scorre, e lei riuscirà a vedere Will, ma succederà una cosa che stravolgerà la sua già burrascosa relazione con Josh, un altro vampiro. Ma un'altra sorpresa sconvolgerà la sua vita. E questa volta dovrà fare una scelta che le cambierà decisamente la vita.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La verità


L’indomani qualcuno bussò alla porta di buona mattina.
Mi stiracchiai, stufata. Avevo sonno e non mi andava davvero di svegliarmi presto, erano le sette.
Sbuffando aprii la porta.
-    Buongiorno signorina-  mi salutò Marius. Ricordai le parole di Josh, e mi parve strano che Marius fosse tanto sanguinario. Davvero non ce lo vedevo a uccidere delle persone.
-    Ciao Marius. Che vuoi?
-    Sei ufficialmente convocata nella sala riunioni al cospetto del Capo. Saranno presenti anche Lotharius, Liz , Lawrence, Gerald, James e Braeden. E naturalmente io
-    E perché?
-    Questo lo vedrai. Un consiglio: sii forte. Will voleva aspettare, ma non c’è più molto tempo.
Se ne andò al trentunesimo piano con l’ascensore, lasciandomi lì come una scema.
Mi vestii e salii pure io.
Bussai al grande portone di marmo che dominava sul trentunesimo piano.
-    Entra- disse Will.
Entrai furtiva. La porta di marmo si richiuse con un enorme boato.
Le pareti della stanza erano perfettamente bianche. V’erano delle mensole di massello con dei libri, perlopiù volumi antichi. Davanti a me c’erano due enormi finestre con delle tende grigie. In un angolo c’era un’imponente scultura di marmo, e il pavimento era dello stesso materiale.
Al centro della stanza c’era un enorme tavolo di legno, al capo del quale sedeva Will, che fumava una sigaretta.
Accanto a Will, alla sua destra, c’era una sedia vuota.
Will sedeva su una specie di trono in miniatura, una sedia raffinata d’oro. Alla sua sinistra, su una sedia d’argento, sedeva Marius, perfettamente composto, con le braccia conserte.
Alla sinistra di Marius c’era Lotharius. Era un uomo alto e muscoloso, dai lineamenti molto virili. Si era lasciato crescere un po’ di barbetta che accennava a un pizzetto attorno alla bocca. Li vidi tutti perfettamente perché si erano voltati verso di me. Alla sinistra di Lotharius c’era Liz, e dall’altro capo del tavolo, che poteva guardare in faccia Will, c’era poi James.
James, seppur il nome sembri giovanile, era il più anziano di tutti. Aveva dei capelli brizzolati, un po’ lunghi e la barba rosata. Mi colpì la bocca estremamente fine.
Accanto a James v’era Gerald.
Era un uomo abbastanza tarchiato, un po’ stempiato e con un naso a patata. Aveva i capelli neri e aveva qualche chilo in più.
L’ultimo era Lawrence. Era alto, biondo, e magro. Era sbarbato.
Mi stavano fissando un po’ tutti.
-    Buongiorno- dissi. Sentii la mia voce tremare.
Liz mi sorrise.
-    Vieni accanto a me- disse cupo Will, inspirando poi dalla sigaretta.
Esitai un po’, prima di ubbidire.
Mi sedetti alla destra di Will, di fronte a Marius.
Tenevo le mani unite sotto il tavolo.
-    Sai perché sei qui?- chiese Will spegnendo la sigaretta e buttandola sul portacenere.
Mi pareva un po’ distaccato. Anche un po’ in tensione. Non più di me, comunque.
-    No- dissi, tremando ancora una volta.
-    Sta’ tranquilla- intervenne Liz.
Forse erano buone notizie.
-    Nessuno- iniziò a dire Will – nessuno è mai stato qui, a parte noi. È qui che nominiamo i generali-
Generali? No, no, no, no! Per nulla al mondo! Vidi Lawrence guardarmi incuriosito.
-    Qui si nominano i generali, perciò hai capito perché sei qui. Da oggi …
-    No- esclamai. Sapevo che non potevo farlo, ma era più forte di me.
-    Irrispettosa- sussurrò Lothatrius.
-    Silenzio- disse Will – non ti puoi opporre. È un mio ordine, il mio volere. È quello che sei destinata a diventare- spiegò.
-    Destinata?- chiesi.
-    Ora ti spiego tutto, o quasi-
-    Va bene- strinsi le mani ai ginocchi.
-    Ti ricorderai della volta in cui ti ho morso, non è vero?
-    Certo, non me la scorderei mai-
-    Quando io, Marius e Lotharius siamo venuti lì, era per catturare i tuoi genitori e imprigionarli. Sapevamo a mala pena che essi avessero una figlia. E sinceramente non c’importava. Ma quando ti ho visto, ho capito che cosa sei. Alcune persone, sia umani sia vampiri, a volte hanno qualcosa di … diverso nel sangue. Qualcosa che li rende invincibili, o quasi. Normalmente non si nota. Chi mi ha morso non sapeva che io avevo questa diversità: si è scoperta col tempo. Quando ti ho visto, ho sentito quasi un fremito, e lì ho capito. Io sono come te, dunque ero l’unico a poter capire. All’inizio credevo tu fossi come i miei amici qui. Forte, certo. Ma con poteri limitati. Ma quando sei sparita, due anni fa, sotto il letto il mio sospetto è diventato realtà. Tu sei come me. Uno dei tuoi antenati doveva essere per forza un vampiro. Avevi già qualcosa di non umano, ma non era stato risvegliato. Ora il nostro caso è unico. In genere persone come noi muoiono prima di compiere sei anni. Questi due geni non possono coesistere, normalmente. Ma a noi è accaduto. No0i siamo sopravvissuti, noi abbiamo qualcosa di speciale. Quando ti ho morso ho risvegliato alcuni dei tuoi poteri assopiti, tutt’ora da scoprire per bene, e ti ho trasmesso alcuni dei miei, per esempio quello di apparire e scomparire all’improvviso. Tu non sai gestirli, ma ti insegnerò. Tu sei speciale, unica, come me. E non puoi tornare indietro. Io ti ho salvato la vita. So che non mi perdonerai mai di averti morso. Ma i tuoi genitori sono cacciatori di vampiri, e ti avrebbero uccisa non appena avessero scoperto cosa sei. Devono debellare ogni pezzo di “virus” come ci chiamano loro. Io potevo anche non morderti: tu avresti potuto diventare una mia rivale, e non ho bisogno di rivali. Ma quando ti ho vista, così indifesa, quando ho pensato a cosa avrebbero potuto farti quei … - e sputò per terra – quei bastardi, scusa, non ce l’ho fatta. Non ne valeva la pena di sprecare una vita come la tua. Una vita in generale. Noi non siamo cattivi, non mangiamo le persone ogni giorno. Solo quando non ce la facciamo più, e in genere si tratta di nostri nemici, di coloro che hanno tentato di ucciderci. Se non beviamo sangue moriamo. Se il leone non mangia la gazzella muore. E così è per noi, ed è difficile, specie per me che come te sono stato un umano, e lo sono stato per più tempo di te, ma è così. Ho accetti la situazione o muori. A te la scelta- continuò.
Cercai di non piangere, spalancando gli occhi e stringendo i ginocchi a a più non posso. Ma aveva ragione. Ciò che mi aveva detto … mi aveva reso più triste del dovuto. Avrei voluto urlare, e lo avrei fatto se avessi potuto. Mi guardai le mani,.mordendomi un labbro.  Ero diversa persino tra loro, allora era vero. Mi aveva salvato la vita. Dovevo vederla così. Ma loro erano i miei genitori, non mi avrebbero fatto del male! Glielo dissi, piano, cercando di mantenere il controllo.
-    Non sai di cosa sono capaci-
-    Ma lo sapevano che ero così. Cioè, lo sapevano che avevo un parente vampiro!
Will si morse il labbro. Lo vidi esitare. Che si fosse inventato tutto? No, non mi mentirebbe mai. Forse c’era qualcosa che non mi voleva dire. Vidi Marius mettergli una mano sulla spalla e scrollare la testa.
Fu a quel punto che non ce la feci più. Mi alzai in piedi.
-    Cosa c’è? Devi dirmi tutto, hai sentito? Devi dirmi tutto!- urlai.
Lawrence, accanto a me, mi prese un braccio e mi strattonò giù con forza.
-    La prossima volta che dirai così al capo scoprirai che ti rimane poco da vivere- disse.
-    No, ha ragione- s’intromise Will.
-    Ma ci sono cose che non puoi sapere. Non ora. Te le dirò poi, tranquilla- continuò.
-    Ma tu sai dove sono i miei genitori?
Will scosse la testa.
-    Cosa posso fare io in più di loro?- chiesi.
-    Molte cose. Ma queste sono da vedere-
Avevo detto ciò, ma i miei pensieri erano rivolti ai miei genitori. Non mi avrebbero ucciso.
-    Bene- disse Will – tu ora sei una di noi. Hai completato il quadro, per ora. Ti aspetteranno missioni difficoltose. Non sarà una passeggiata. I generali agiscono insieme solo in casi estremi. In genere vanno da soli con qualche vampiro. Ma tu non sei poi molto allenata, anche se Marius ha fatto un eccellente lavoro. E non ne dubitavo. Uscirai in coppia con qualcuno, almeno per ora- disse Will.
-    Io mi offro volontaria!- disse Liz, eccitata evidentemente dall’idea di stare con una femmina.
-    Calma, calma. Lasciamo decidere a lei- disse Will.
Doveva proprio? Non sapevo che scegliere. Non conoscevo nessuno a parte Liz e Marius. Ma chiederlo a quest’ ultimo mi pareva una cosa invadente. E visto che Liz era tanto eccitata … ma non la conoscevo bene, e se Marius ci fosse rimasto male?
-    Per me è uguale- dissi, vaga. Ero già abbastanza confusa.
Questa volta fu Gerald a prendere la parola.
-    È già abbastanza scossa e confusa. Non è molto lucida in questo momento. Credo che la decisione spetti a te, Will- disse.
Lo ringraziai in silenzio. Ero debitrice con lui.
-    Se è così …- disse Will. Guardò gli altri ad uno ad uno – beh, sono di vedute antiche. Ma non mi fido di far uscire due donne. Non voglio perdere le componenti più importanti del gruppo- disse. Liz arrossì, e pure io.
-    Credo che non stiano abbastanza attente-
-    Questo non è vero- brontolò Liz, ricevendo un’occhiataccia da Lawrence.
-    Per te. Comunque, visto che Liz si è letteralmente rotta le palle di uscire con Lotharius che, attento com’è a corteggiarla, ultimamente non si accorge delle cose più importanti, credo che egli farebbe al caso tuo. Con te ritroverebbe un po’ della astuzia perduta- disse Will.- per te va bene?- chiese.
Annuii. Non vedevo l’ora di uscire da lì. Sudavo dalla tensione, seppur facesse fresco.
-    Bene, allora pianifichiamo l’azione- disse Will – è il momento di un’altra verità- continuò, cupo. A lui non piaceva svelare le cose.
-    Quei maledetti ci danno la caccia. Sì, lo so James, lo sapevamo già, ma non è questo il punto. Credo che siano attratti da Katherine. Ho sentito, l’altro giorno, dal nostro amico Al che ho avuto l’occasione di mordere, che hanno una “cura” per noi. Ci farebbero ritornare umani, capite? L’ho visto mentre lo mordevo. E credo che vogliano che Katherine sia la loro cavia- spiegò Will.
-    E tu la lasci andare a giro così? Se Lotharius non riesce a difenderla e la prendono?- chiese Liz, stupita.
-    Hai una bella opinione di me- intervenne Lotharius.
-    Chiunque ce l’avrebbe dopo vari fallimenti. Ma dopo Marius sei il più adatto. Mi fido di te. Un solo passo falso, però, e …
-    Non lo farò
-    Bene. Tu e Katherine stanotte dovrete andare al monumento. Pare che qualcuno si riunisca lì.
-    Portatemi almeno uno di quei cacciatori. Se gli altri vi attaccano, sapete cosa dovete fare.
-    Sì, è un decennio che lo faccio, Will …- disse Lotharius.
-    Perché proprio me?- chiesi
-    Cosa?
-    Perché vogliono proprio me?
-    Ah, ehm … perché credono che tu sia la più debole e quindi la più facile da prendere.
-    Oppure per portarmi dai miei genitori!
-    Ti ho appena detto che ti ucciderebbero, non vedo la ragione di esserne così felice, tesoro. E comunque non possono portarti da loro, non abbiamo avuto più notizia di quelli-
Tacqui. Will terminò poco dopo.
Appena lo fece scesi giù di corsa e mi rinchiusi nella mia stanza a piangere.
Non poteva essere! Io non potevo lottare contro gli amici dei miei genitori!
Marius entrò quasi subito senza nemmeno bussare. Si sedette accanto a me, con una mano sulla mia testa.
-    Ehi, calma, Katherine
-    Io non ce la faccio, non ce la posso fare. Sono confusa. Fino ad ora ho creduto che i cattivi foste voi, e ora mi dicono che i miei genitori mi avrebbero ucciso, io non ci credo, non posso crederci. E come fanno a essere cattivi gli amici di mamma e papà che a Natale mi riempivano di doni?- dissi, stringendo la catenella di mia madre.
Marius prese aria.
-    Vedi Katherine,. Il mondo non è tutto bianco. E nemmeno tutto nero. Il mondo è per metà bianco e per metà nero. Come noi, come il nostro cuore. Non è tutto ombra o tutto luce. Il nostro cuore è per metà ombra e per metà luce. Il nostro, il loro. L’importante è sapere da quale parte stai. Se stai dalla luce l’ombra esisterà ugualmente per sempre, ma tu sarai buona. Se sarai cattiva la luce, seppur fioca, ci sarà. Noi non siamo dei santi, né degli eroi. Ma non siamo nemmeno cattivi. Abbiamo aiutato delle persone anche umane, abbiamo aiutato te. Ma anche noi abbiamo fatto cose atroci. Abbiamo ucciso alcuni nemici senza pietà. Nella nostra posizione è difficile dare retta alla luce. Ugualmente i tuoi genitori hanno forse fatto delle cose bellissime ( ma ne titubo), ma ci danno la caccia e ci uccidono come bestie. Come se non avessimo sentimenti … magari sono loro quelli buoni. Per me non lo sono.  Hanno ucciso mia moglie  mia figlia in un modo atroce. Prima hanno violentato mia moglie, poi l’hanno picchiata con l’argento davanti agli occhi di mia figlia, e ai miei. Ero senza forze, picchiato quasi sino alla morte. Se non ci fosse stato Will mi avrebbero ucciso. Popi hanno tagliato la lingua a mia moglie e infine le hanno tagliato la testa, mettendola poi nelle mani di mia figlia, e poi nelle mie. Urlavo, imploravo pietà per mia figlia, ma non mi hanno ascoltato. Hanno picchiato anche lei, le hanno tagliato gli angoli della bocca. Poi le hanno trafitto il cuore con una decina di coltelli d’argento. Infine lì’hanno fatta sciogliere nell’acido e poi l’hanno buttata davanti a me. Quando sono andato con Will da te, volevo ucciderli, e volevo ammazzare pure te. Volevo ucciderti, Katherine.  E nel modo più orrendo che esistesse. Ma poi ho visto i tuoi occhi. Ho visto la tua faccia innocente, e mi hai ricordato Jane, mia figlia. E mi sono detto che non c’entravi niente. Tu non avevi fatto niente. Lo avevano fatto i tuoi genitori. E poi io non ero, non sono come loro. Sono andato via da loro, quando Will mi aveva ordinato di tenerli fermi perché non li volevo vedere, altrimenti li avrei uccisi. Una parte di me lo voleva, l’altra diceva che io non ero un mostro, non ero come loro. Se on l’avessi uccisi avrei inflitto loro una punizione peggiore, perché si sarebbero rosi il fegato vedendo che ero migliore. Perciò sono andato da Will. Ho ascoltato due volte la mia parte di luce. E per due volte ho creduto di aver fatto male, ma poi mi sono reso conto che ho fatto bene. Sei qui, e non sei come loro.  Sei qui e io sono migliore di loro. Non li ho perdonati, certo. Sono qui e penso che se ti avessi uccisa a quest’ora sarei stato un assassino. Un mostro. Sarei stato uno di loro. Magari te gli darai ragione. Magari te ne andrai, magari mi sono illuso che tu fossi diversa da loro. Ma se te ne vuoi andare … convincerò Will a permettertelo. Però ti prego … - raccontò Marius, piangendo.
Voleva consolarmi. E farmi vedere di chi ero figlia.
E quelle parole mi fecero smettere di piangere. Mi o5rsi il labbro. Non volevo più essere figlia loro, se avevano veramente fatto ciò. Strinsi la mano di Marius.
-    Mi spiace. Gliela faremo pagare, insieme-  gli dissi, e ci abbracciammo.
-    Se ti avessi uccisa a quest’ora non avrei un’amica come te- disse.
Rimanemmo abbracciati per molto tempo. Poi  lui se ne andò.
Mi affacciai alla finestra.
Adesso sapevo qual’era il mio destino, sapevo cosa sono e sapevo di chi sono figlia. Strinsi i pugni.
Perché io non ero figlia di nessuno da quel momento.
Ero la figlia del vento.

   
 
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