Elizabeta s’irrigidì.
- Io non ti amo!
Replicò con voce rotta.
- E tu lo sapevi benissimo. Per quello m’hai fatto questo brutto scherzo.
Disse con la voce tremante.
Gilbert, nascosto dietro la porta, dove l’Austriaco non lo vedeva, bolliva di rabbia. Saltò fuori paonazzo, prendendolo per il fazzoletto che portava al collo, colpendolo al viso.
- NON AZZARDARTI A DARLE DELLA ZINGARA!
Urlò colpendolo.
Più emozioni si riversarono in Roderich. Sorpreso, arrabbiato, desideroso di  metter zizzania.
- Che vergogna, farsi difendere da un villico.
Disse con disprezzo, sebbene schifato dal sangue che gli colava dal naso, e dal fatto che Gilbert gli stesse stropicciando i vestiti.
- E tu, la proteggi? – Rise con superiorità – Dopotutto, lei perché ti ama? Perché non può avermi, povera illusa. Come se ti amasse veramente!
- Non dire queste cose! – Trovò il coraggio di dire la ragazza -  Io amo Gilbert. E’ così da molto tempo, e tu lo sapevi!
Disse con rabbia, stringendo al petto la sacca piena.
- Sei fortunata, zingara. Puoi venire a farmi da serva. Se ti comporterai bene, potr..
- SMETTILA DI UMILIARLA! – Lo interruppe Gilbert – NON L’HAI GIA’ FATTA SOFFRIRE ABBASTANZA?!
Chiese infuriato continuando a riempirlo di pugni.
- Questo è troppo – Disse l’austriaco con fermezza – Finita con un villico e violento. Elizabeta, puoi venire con me. Sono un uomo clemente. Una scusa la si trova. Vieni. Ora o mai più.
Gilbert si voltò verso l’Ungherese, ancora per terra.
- Non voglio venire con te. Io non ti amo. Io amo Gilbert.
Roderich sospirò e la guardò con disprezzo.
- Non so perché ho avuto la pietà di tornare da te.
Gilbert si trattenne dall’urlare una rispostaccia, e Roderich se ne andò camminando piano, tamponandosi il naso con un fazzoletto bianco.
Restarono a guardarlo che si allontanava.
Quando uscì dal loro campo visivo, Gilbert si avvicinò alla ragazza e la tirò su.
- Ti ha fatto male? – Chiese l’ungherese con apprensione. – Hai fatto a botte per me..
- E’ stato un piacere – Sorrise Gilbert - E sto benissimo. Tu, piuttosto?
- Sto.. bene. Però, andiamo via, per favore.








 
 
Mentre andavano verso casa del Prussiano, Gilbert si fermò, inginocchiandosi a terra, trattenendo la ragazza per  un polso.
Elizabeta pensò si sentisse male, e si spaventò leggermente, senza darlo a vedere, voltandosi indietro verso di lui.


 
 
 
 
 
- Elizabeta Héderváry. Vuoi.. sposarmi? –