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Autore: Lulu Skywalker    07/09/2011    3 recensioni
E se la storia delle nostre eroine fosse un PELINO diversa?
Magari con un Mark che sa fin da subito chi è realmente, con una Pam che decide di lavorare per conto suo, scontrandosi magari con le sue "colleghe" e con altre mille stranezze. Sì, non ho nulla da fare per cui vi propongo una ff piena di intrighi, amori, sofferenze e altro ^-^
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Tutta la mattinata trascorse come se nulla fosse, tranne per il fatto che Strawberry non fece altro che dormire per tutta la giornata. 
- Ma chi ti prende? - le chiese Mimi
- Già, oggi sei davvero strana .-
Megan e Mimi erano le amiche più care che la rossina potesse desiderare.
Quando si trasferì qui, a Tokyo, una paio di anni prima, fece subito amicizia con queste ragazze un po’ svampite e non si abbandonarono più.
- Credo che oggi si metterà a piovere. - disse sbadigliando.
Le ragazze si guardarono in faccia.
- Non è che, il fatto che domani tu e Mark uscite insieme ti stia facendo sentire male? - domandò ansiosa Mimi.
- Ha ragione. Magari è la troppa emozione. - disse la bionda.
Strawberry si guardò in torno e notò che tutte le ragazze la stavano fissando.
- Ma siete impazzite? - sussurrò. - Non voglio che si sappia in giro che uscirò con Mark .-
A pronunciare quel nome, alla ragazza brillarono gli occhi.
Non riusciva a crederci. 
Lei era la ragazza più fortunata di tutta la scuola se aveva avuto la possibilità di uscire con lui. Anche se, deve ammettere che, quando inizialmente Mark aveva rifiutato si sentì davvero triste.
Ma questo non lo aveva confessato alle amiche.
 
La campanella suonò, e le ragazze poterono ritornare a casa.
Mentre camminava, Strawberry notò una limousine che sfrecciava a tutta velocità per la strada.
Chissà di chi era. Ma non aveva voglia di pensarci, doveva decidere al più presto cosa avrebbe indossato il giorno successivo.
- Sono tornata! - urlò non appena si richiuse la porta alle spalle.
Sua madre la raggiunse tutta contenta.
- Com’è andata, tesoro? - chiese sorridendo.
La sera precedente aveva ascoltato per sbaglio la conversazione della figlia insieme alle sue amiche, ed era ansiosa di sapere se Mark aveva accettato o no.
Certo, non lo conosceva ma rimediò andando a cercare il profilo del ragazzo su internet (mamma tecnologica a ore 12 ndMe) .
- Bene mamma. - rispose mal celando una gioia più grande di lei.
- Sono contenta. - Mamma e figlia infondo erano uguali. Bastava solo un’occhiata per capirsi a vicenda. - Adesso vieni, il pranzo è già pronto. - disse sempre più allegra.
A quella notizia Strawberry non fu poi tanto felice.
Sua madre era un disastro ai fornelli, come lei d’altronde, e avrebbe preferito mangiare un panino piuttosto che provare l’ennesimo esperimento culinario di sua madre.
 
 
***
 
 
- L’hai trovata? - disse il moro.
- Credo di sì. Il segnale adesso è fermo in questo punto, guarda. - Indicò un punto rosso all’amico che annuì.
- Bene, allora non bisogna aspettar altro che si muova per poi raggiungerla. - disse con voce seria. - Tieni Ryan, servirà questo alla ragazza. - Kyle gli porse una piccola spilla dorata.
Ryan la guardò attentamente.
Era proprio dentro quella piccola spilla che si celava la salvezza del mondo.
 
 
***
 
 
- Sbrigati Strawberry! Sbrigati! - La ragazza saltellava per tutta la stanza cercando di infilarsi i pantaloni. Come al solito era in ritardo, ma stavolta la situazione era alquanto grave. Infatti era in ritardo all’appuntamento con Mark!
Maledizione Strawberry! Ma quando imparerai?
Sei la solita pigrona.
Uscì di tutta fretta arrivando alla stazione.
Mark era già lì con un piccolo opuscolo in mano.
Lei si avvicinò lentamente salutandolo. - Ciao. - disse imbarazzata. Il ragazzo alzò gli occhi dall’opuscolo verde e guardò Strawberry attentamente per un paio di secondi prima di sorriderle. -Ben arrivata. - disse.
Lo sguardo della rossa si fece curioso verso ciò che il ragazzo teneva in mano.
- Di cosa si tratta? - domandò cercando di leggere le scritte.
- Della mostra che andremo a visitare oggi. - sorrise.
Strawberry si bloccò per un attimo.
Davvero a loro appuntamento aveva intenzione di portarla ad una mostra? E di cosa, poi?
Lei avrebbe tanto sperato ad un’uscita più romantica. Magari al cinema o una passeggiata mano nella mano al parco.
Sospirò.
- Di cosa si tratta? - domandò fingendo un interesse che non le apparteneva.
Il ragazzo le avvicinò l’opuscolo. - Animali in via d’estinzione. - disse sicuro di se.
- Fidati, ci divertiremo molto. -
- Sicuro! - esclamò la rossa fingendosi entusiasta. Si girò dall’altra parte e notò una figura che si nascose dietro un palo.
Sarà stata la mia immaginazione, si disse.
Salirono sul treno, e quella strana sensazione non si decideva a lasciarla in pace.
Era contenta di stare con Mark, ma continuava a fare la figura dell’idiota perché, assorta com’era nei suoi pensieri, ogni qualvolta che Mark le domandava qualcosa lei se ne usciva sempre con: “- Non credi che sia una bella giornata?” -.
Seduta, nel treno potè notare la figura di prima che, nascondendo gli occhi con degli occhiali molto scuri, non faceva altro che osservarla.
Per un minuto, Strawberry ebbe davvero paura e si nascose (per quel che poté) dietro la schiena di Mark.
Possibile che la stava pedinando?
Appena uscirono da quella mostra, Strawberry sospirò di gioia e sollevazione.
Avevano passato la triste bellezza di tre ore ad ascoltare incessantemente documentari su animali in via d’estinzione.
Per carità, un argomento interessantissimo, ma non riuscì più a reggere dopo due ore. Infatti poi si addormentò.
- E’ stato davvero interessante, non trovi anche tu Strawberry?- disse il ragazzo avvicinandosi più a lei.
Strawberry si limitò ad annuire. - Che ti va di fare, adesso? - domandò.
Il ragazzo si guardò intorno. - Non so. Che ne dici di andare un po’ al parco? Ho sentito dire che hanno aperto una caffetteria davvero incantevole. -
Alla ragazza venne l’acquolina in bocca. - Mi piacerebbe molto! - esclamò.
Andarono lungo il parco finché non raggiunsero il Caffè.
Era bellissimo, somigliava tanto ad una torta!
Strawberry entrò entusiasmata dall’idea di assaggiare qualche dolce.
Ad accoglierla ci furono due ragazzi.
Uno moro, con i lunghi capelli raccolti in una coda che continuava a sorriderle amabilmente E l’altro, un biondino dagli occhi di ghiaccio che non faceva altro che studiarla con gli occhi.
A questo punto Strawberry ebbe un brivido.
- Salve. - disse Mark affiancandosi alla ragazza.
- Benvenuti al caffè mew. Prego, se volete accomodarvi… - Il moro fece segno di seguirlo e li fece accomodare nell’unico tavolo libero.
Sì, quel locale era affollatissimo.
- Prego, volete ordinare qualcosa? - La ragazza aprì il menù e iniziò a leggere canticchiando nella sua mente. Stava morendo di fame.
- Strawberry? - disse titubante il ragazzo.
- Sì, Mark? - la ragazza alzò gli occhi dal menù.
- Si può sapere cosa hai in testa? - disse Mark avvicinandosi per controllare meglio.
Istintivamente la ragazza si portò una mano in testa, e toccò qualcosa di soffice e morbido. 
 
 
  
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