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Autore: mazza    07/09/2011    21 recensioni
-Ti sei fatto la barba, Ron?- chiede infine
Lui sorride, torcendo ancora più il collo e fingendosi sorpreso.
-Si nota?
-Abbastanza.
[...]
Sirius lo scruta serio, le mani nella larga tasca della tunica e gli occhi accesi, attenti ma un po’ esitanti.
-Sirius...- inizia, perplesso.
-Harry, mi chiedevo se ti andrebbe di imparare a raderti-.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Ron Weasley, Sirius Black, Vernon Dursley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Schiuma da barba

 

-Lavati la faccia per bene con l’acqua calda. Accio asciugamano. Ora bagnalo e tamponati il viso delicatamente-.

 

Un gradino alla volta, senza far rumore, in punta di piedi.

Calpesta il parquet lucido di zia Petunia, evita il tappeto costoso e si toglie le scarpe, perché il pavimento non scricchioli.

Sa cosa stanno facendo zio Vernon e Dudley, oltre alla porta semi-chiusa.

Gli è permesso vedere solo una frammento di specchio, il fondoschiena di Dudley e il gomito di zio Vernon, ma può bastare.

-Ecco ragazzo, ora sciacqua la schiuma, così, bravissimo. Tieni, voglio vedere come te la cavi con questa. No Dudley, l’hai impugnata al contrario-.

Ridono. Il gomito di zio Vernon si tende all’insù, e Harry lo immagina scompigliare i capelli al figlio.

-Segui il senso del pelo, esercita forza su quella mano, coraggio.

-Così, papà?

-Esattamente-.

Harry sospira, si raddrizza gli occhiali e si passa una mano sulla guancia ruvida.

Sempre in punta di piedi, ma con un bisogno impellente, si dirige verso camera sua, prima che zio Vernon possa dire a Dudley che sì, ora sì che è un vero uomo e sì, anche lui la prima volta non si era tagliato, radendosi.

Si butta di peso sul letto, la testa sprofondata nel cuscino a fissare il soffitto.

Poi, lentamente, si alza e scrive a Sirius.

 

 

-Ora prendi quella schiuma da barba e stendila. Strofina bene e assicurati di averla messa dappertutto. Sì, se te lo stai chiedendo deve diventare di quel bel colore arancione acceso, significa che sei pronto per farti la barba. Se rimane rossa, o sei un Weasley o riprova domani. Battuta stupida? Battuta stupida.

 

Harry mangia il suo bacon in silenzio, sentendo gli occhi di Ron addosso a lui. Continua a non guardarlo, fingendosi molto interessato alla salsa rimasta nel suo piatto, che spazzola accuratamente. Con la coda dell’occhio intravede la guancia dell’amico più vicina di quanto pensasse. Gliela mostra, se la sfiora, gonfia entrambe le gote e forse crede addirittura di sembrare naturale.

Così, forzatamente di profilo ma con gli occhi rivolti comunque verso di lui, speranzoso, Ron sembra strabico.

Sospira, scuotendo la testa. In una qualsiasi altra situazione non riuscirebbe a reprimere una risata.

-Ti sei fatto la barba, Ron?- chiede infine

Lui sorride, torcendo ancora più il collo e fingendosi sorpreso.

-Si nota?

-Abbastanza.

-Mi ha insegnato questa mattina mio padre. Oggi aveva una giornata libera dal Ministero, e così… Ehi amico, e tu? Ancora un po’ e farai concorrenza a Silente-. Ron ride, aspettandosi anche la sua risata. Alza gli occhi e non risponde.

-Ehi, che c’è?-

-Niente Ron, niente- sussurra piano.

Sirius li osserva dalla cucina, un piatto insaponato in mano e lo sguardo lontano.

 

 

-Che cosa? La schiuma da barba Babbana non protegge la pelle dalla lama? E cosa fanno i Babbani, si dissanguano ogni mattina? Attento Harry, devi seguire la direzione della barba. So che adesso hai due baffetti in croce e tre peli sulla guancia destra, ma presto quei tre peli saranno una barbetta super-sexy come quella del tuo padrino, e allora dovrai starci atten…

-Io non ho tre peli sulla guancia!

-Zitto, non vorrai mangiarti la schiuma!-

 

-Harry, mi aiuti a mettere a posto i piatti?- chiama Sirius dalla cucina.

Alza un sopracciglio, contento che Sirius gli abbia dato una buona motivazione per sottrarsi dallo sguardo di Ron, ma confuso. Esiste una cosa chiamata Bacchetta Magica, e per quanto ne sa il padrino odia i lavori domestici.

Entra in cucina, si chiude la porta alle spalle e cerca i piatti. Sono ancora insaponati nel lavello.

Lancia uno sguardo interrogativo a Sirius, poi si fa avanti per lavarli.

-Tranquillo, tranquillo, faccio io-.

Con un colpo di bacchetta la schiuma sparisce. Un altro, e non si vedono più. La credenza non si è nemmeno aperta, ma Harry sa che si sono materializzati lì dentro.

Sirius lo scruta serio, le mani nella larga tasca della tunica e gli occhi accesi, attenti ma un po’ esitanti.

-Sirius...- inizia, perplesso.

-Harry, mi chiedevo se ti andrebbe di imparare a raderti-.

 

-Ok Harry, puoi lavarti la faccia. Sei stato… Sì, beh, sei stato bravissimo-.

 

Guarda Sirius dietro di lui, con una mano già sulla porta, e sorride. Anche Sirius gli sorride, e i suoi tratti si distendono, si illuminano e lo fanno sembrare più giovane di dieci anni. Quattordici per la precisione, pensa Harry, mio padre deve aver conosciuto il Sirius che sorrideva sempre in questo modo, con gli occhi che prendono vita, i capelli a posto e la barba-sexy, come la chiama lui.

-Grazie Sirius, sono contento che sia stato tu a insegnarmi-.

Ormai gli occhi di Sirius non si illuminano più spesso, Azkaban sembra averne succhiato via l’essenza. Basta poco per spegnerli, qualche attimo, e ritornano di quel grigio un po’ opaco, un po’ vuoto. Anche ora, ora che Harry lo ha ringraziato, i suoi occhi sono tornati bui. Il ragazzo non dovrebbe ringraziarlo, è compito suo. Non lo vorrebbe, questo compito, in realtà averlo gli fa venire la nausea, ma si rende perfettamente conto di essere la persona più vicina a Harry, dopotutto.

Non sa nemmeno cosa rispondere, non vuole turbare quel sorriso felice che gli vede sulle labbra. Eppure, la frase gli esce sussurrata prima che possa riprendere il controllo.

-Non avrei voluto essere io a farlo- solo a lui la sua voce è sembrata più roca del dovuto?

Harry stacca la mano dalla maniglia, il suo sorriso si incrina un po’, ma il suo sguardo è sincero.

-Per dodici anni ho pensato davvero che nessuno me lo avrebbe insegnato, che avrei dovuto fare da solo, imitando una qualche pubblicità. Credimi, Sirius, quando ti dico che sono davvero felice che sia stato tu a dirmi come fare-

Anche mio padre sarebbe felice.

Questo non lo dice, ma lo pensa. Lo pensa intensamente, spera davvero che Sirius lo capisca.

E lo capisce, Sirius. Lo capisce mentre qualcosa lo spinge a farsi avanti, e un po’ esitante a spalancare le braccia. Qualcosa gli dice che tanti ragazzi della sua età si tirerebbero indietro, ma non Harry.

Qualcosa, o qualcuno. In fondo, entrambi sanno che nel bagno di Grimmauld Place12 in questo momento non sono soli. James avrà anche addosso il suo Mantello dell’Invisibilità, ma nessuno dei due lo sente così vicino da quattordici anni.

 

 

Angolo autrice:

Sarà perché era tanto, tantissimo che volevo scrivere su questi due, sarà perché l'idea mi ha come fulminata ieri notte, sarà perché bo, oggi mi sento un poco più sentimentale del solito, questo pezzo mi piace molto.

Smontatemi, se volete, ma vorrei sentire il vostro parere ^^

   
 
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