Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: Bomboletta    07/09/2011    5 recensioni
“Ho…sognato Brittany stanotte..” confessò allora. L’espressione dell’altra cambiò.
“Maledizione…” sussurrò “E’ assurdo che continui a sognarla…”
“E lo dici a me?Mi sono svegliata sudata,col cuore impazzito e la testa dolorante…”
“Sono passati tre anni San..”
“Lo so…” la mora si passò una mano tra i capelli “Non ho sue notizie da tre anni…”
Sono passati più di tre anni dalla fine della scuola.Santana ha una vita quasi perfetta,ma manca qualcosa nella sua vita.Anzi,qualcuno. Brittany si è trasferita in Europa con i suoi e lei non riesce a dimenticarla. Ma succederà qualcosa che ormai non si aspettava più dopo tanto tempo. Che succederà?
Ovviamente Brittana,ma non mancherà la costante presenza di altri personaggi,come Quinn,Puck,Kurt e altri ex membri del Glee club. Compariranno anche altri personaggi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Slash | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Santana Lopez, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Che poi scusa,ma non ne vedo la ragione!” sbottò Santana mandando giù l’ultimo sorso di cappuccino e gettando il bicchiere nel cestino accanto.


“La ragione c’è eccome!” le rispose Quinn con fare pensieroso.

Erano nell’ufficio di Santana,in pausa caffè,la latina era seduta dietro la scrivania,mentre Quinn era davanti a lei distesa su una poltroncina.


“Mi sembra che le cose vadano a gonfie vele…o sbaglio? Insomma…Beth è finalmente dove dovrebbe essere! E’ stato il tuo più grande rimpianto Quinn,diciamoci la verità..a diciassette anni non eri pronta per crescere una bambina,ma ora lo sei…hai un buon lavoro che ti frutta anche parecchio,e tra parentesi non potresti desiderare colleghi migliori” rise indicandosi “E il padre di tua figlia ha finalmente trovato un serio impiego e si è praticamente trasferito a casa tua!” concluse.


“Lo so…appunto…è tutto così…perfetto…”


“E di che ti lamenti allora?” la ragazza alzò un sopracciglio.


“Non mi lamento…ma se succedesse qualcosa? Se ad esempio…tornasse Sam?” sparò.


“Non vedo perché dovrebbe tornare! Non solo si sarà reso conto di aver fatto la cavolata del secolo a mollarti,ma per di più saprà che se torna lo prendo a cazzotti in faccia!” disse infervorandosi. Quinn rise:


“E’ l’ultima cosa che voglio…che lui torni intendo…” annuì.


“Oh mio Dio…” l’ispanica sgranò gli occhi illuminata all’improvviso.


“Cosa?”


“Ci sei andata a letto!”


“Eh?”


“Con Puck! Stronza di una Fabray,ecco perché ti fai le paranoie! Ci sei andata a letto!” le puntò un dito contro.


“Santana ma ti ha dato di volta il cervello?” iniziò,ma il colorito del suo viso la tradì.


“Non me la conti,traditrice! Non mi hai detto nulla!” spalancò la bocca. Quinn chinò la testa rassegnata.


“E va bene…è vero…ma non era programmato…insomma…sai,con Beth…e tutto quello che è successo…ci siamo trovati nuovamente vicini…”


“E’ sempre meglio di bocca da trota” annuì Santana. In quel momento il capo irruppe nell’ufficio diciassette.


“Buongiorno signorina Lopez! Signorina Fabray!” disse entrando sorridente.


“Buongiorno capo!” trillarono all’unisono le due ragazze.


“Sono venuto qui a proporle una sfida!” disse rivolto a Santana.


“Una sfida?”


“SI..sa che credo molto nelle sue capacità perciò ho pensato a lei per questo compito…” spiegò serio sedendosi di fronte a Quinn.


“Quale compito?” chiese la donna.


“Suppongo lei abbia sentito parlare di Bill Coleman”


“Certo..è uno degli stilisti esordienti più in gamba degli ultimi anni…l’ho sentito nominare,ma non l’ho mai incontrato…perché me lo chiede?”


“Gli ho proposto di lavorare qui…ma purtroppo non sono l’unico a cercare di accaparrarselo…una celebre agenzia New Yorkese richiede i suoi servigi…e certamente un lavoro a Manhattan non è come un impiego a Lima…quindi ho bisogno di un’opera di convincimento…da parte sua…”


“Mia?” Santana si indicò sorpresa.


“Si…ti ho organizzato un appuntamento con lui,qui…dovrai trovare qualche valida argomentazione per convincerlo a lavorare qui con noi…o almeno provarci…” la latina fu sconvolta dal fatto che il capo le desse del tu all’improvviso.


“Ah…beh,d’accordo capo…posso provarci anche se non garantisco nulla…e quanto tempo ho per studiare un piano?” l’uomo guardò l’orologio mentre si alzava e si preparava a uscire.


“Direi circa un’ora…”


“Cos…Un’ora?! Credevo parlassimo di giorni!” si alzò infastidita dall’aria così tranquilla del suo superiore.


“I tempi stringono signorina Lopez,sarà qui tra poco quindi si faccia venire un’idea…se riuscirà,avrà la ricompensa che merita…e lei,signorina Fabray,perché non le da una mano?” disse uscendo senza dar loro il tempo di ribattere.

L’ispanica restò in piedi a fissare la porta,la bocca spalancata dallo stupore,mentre Quinn fissava a intermittenza lei e la porta con occhi sgranati:


“E adesso?” chiese.


“Adesso dobbiamo pensare Fabray…e capire quale stupido idiota sceglierebbe un impiego a Lima invece che a New York!” si passò una mano tra i capelli e si mise a ragionare… le sembrò che fossero passati cinque minuti quando qualcuno bussò alla porta. E ovviamente ne lei ne Quinn avevano trovato un’idea:


“Avanti!” il ragazzo entrò subito,in un completo elegante.


“Santana Lopez?” chiese.


“In persona!” Lei gli strinse la mano.


“Bill Coleman…E lei è?” chiese a Quinn.


“Quinn Fabray!” si presentò.


“Si accomodi!” Santana gli indicò la sedia.


“Non ti dispiace se ti do del tu,vero? Abbiamo la stessa età all’incirca” disse lui con un sorriso.


“Assolutamente no!” lei ricambiò il sorriso squadrandolo per bene.

Era molto alto,almeno un metro e ottantacinque,il suo fisico,sebbene coperto dalla giacca,sembrava scolpito. Aveva un colorito scuro,sembrava abbronzato,la mascella era squadrata e priva di barba,gli occhi di un verde che tendeva all’azzurro. Per finire capelli nerissimi,quasi rasati ai lati,un po’ più lunghi e scompigliati sulla testa. Nel complesso era veramente un bell’uomo:


“Allora..il tuo superiore mi ha convinto ad avere un appuntamento con te..”


“E pensa che io l’ho saputo un’ora fa..” brontolò.


“Allora…dimmi…cosa dovrebbe fermarmi dall’accettare il posto che mi è stato offerto a New York,per prendere in considerazione un posto qui?” chiese incrociando le braccia e gettando un’occhiata a Quinn.


“Beh,in realtà non è che ci sia un elenco sterminato di motivazioni valide per uno stilista emergente come te che riscontra già un discreto successo…” iniziò Santana nel tentativo di tergiversare. In quel momento entrò Jhonny e lei fu tentata di abbracciarlo per quei pochi minuti che le stava offrendo:


“Capo buongiorno,scusi l’interruzione…mi servirebbero un paio di firme su queste pratiche” disse mesto raggiungendola alla scrivania “Giorno..” disse poi all’uomo. Santana firmò quei fogli con estenuante lentezza,fingendo di darci un’occhiata.

Intanto il signor Coleman guardava incuriosito quell’impiegato che aveva interrotto i loro discorsi,squadrandolo a partire dai jeans scuri,passando sulla camicia bianca e la cravatta rossa,per poi soffermarsi sul viso:


“Ecco fatto,Jhonny!” disse Santana restituendogli il malloppo.


“Grazie mille…arrivederci!” disse rivolto a tutti e tre. Bill Coleman lo osservò uscire e seguì il suo tragitto,dettaglio che non sfuggì per nulla alla donna che gli stava di fronte. E a un tratto l’illuminazione:


“Tornando a noi,Bill…non so cosa può offrirti l’agenzia di New York,ma posso dirle cosa siamo in grado di offrirti noi…totale discrezione!”


“Discrezione? Non ti seguo” rispose lui mentre anche Quinn la guardava stranita.


“Qui sono tutte brave persone…e posso assicurarti che la tua omosessualità non sarà un problema per nessuno!” vide la sua amica impallidire e sgranare gli occhi.


“Cosa? Mi stai dando del gay?” disse lui cambiando espressione all’improvviso.


“Non c’è motivo di inalberarsi tanto,ti ripeto che in questo posto potresti anche essere un travestito,si fanno tutti gli affari propri..” disse mantenendo sangue freddo.


“Santana!”


“Ma con chi cavolo pensi di avere a che fare?Io non sono gay!” sbottò.


“Hey bello…puoi prendere in giro chi ti pare con quegli abiti seriosi e lo sguardo da duro…ma io gioco nella tua stessa squadra,non mi freghi mica!” disse lanciandogli uno sguardo penetrante.

Quinn era sul punto di svenire.

Ci fu un interminabile attimo di silenzio,poi successe qualcosa che nessuno si aspettava: Bill scoppiò a ridere.

E continuò a ridere per secondi abbondanti sotto gli sguardi confusi delle due ragazze fino a quando tra le risate non riuscì a dire:


“Mi hai decisamente beccato!Ahahahahahah!” a quel punto Santana lo seguì tra le risate fortemente risollevata visto che aveva appena rischiato il posto per aver dato del gay a un possibile dipendente dell’azienda “Hai un gay radar incredibile!”


“Oh,grazie!” rise lei. Lui si mise comodo in poltrona,come se si fosse tolto un enorme peso dalle spalle.


“E così…giochi nella mia stessa squadra!” ridacchiò di nuovo.


“Decisamente!”


“E qui a lavoro lo sanno?” chiese.


“Non proprio…diciamo che lo immaginano…non mi metto a gridarlo in giro,ma suppongo che il dubbio ce lo abbiano tutti!” disse lei.


“Perché non la smetti di dire stronzate e ammetti di esserti scopata la metà delle segretarie? Altro che dubbio,avranno sparso la voce!” si intromise Quinn guardandola male. Il ragazzo sembrò divertito dalla bionda:


“Oh oh! E tu? Sei la sua ragazza?”


“No assolutamente,a lei piacciono gli uomini!”  rispose Santana per lei con una nota di disgusto nella voce.


“Come ti capisco!” rise lui “Il nesso è che…lo sanno ma fanno finta di nulla?” tornò a rivolgersi a Santana.


“Esatto…non mi hanno mai creato problemi di nessun tipo,è un ambiente tranquillo! Parliamoci chiaro,Bill,non so se a Manhattan sarà lo stesso…però qui hai anche compagnia” gli schiacciò l’occhio “Certo…dall’altra parte New York…ci andrei anch’io se potessi…”


“Sai una cosa?Mi hai convinto! In fondo non mi piace il caos delle grandi città…E Lima sia!”


“Aaaaah!” strillò Santana saltellando e battendo le mani “Non te ne pentirai,te lo assicuro!” gli strinse entrambe le mani mentre Quinn rideva della scena.


“Adesso vogliate scusarmi,devo scambiare due chiacchiere con mister Walling…beh,ci vediamo a lavoro!” disse salutandole con la mano e uscendo dall’ufficio. Santana non riuscì a smettere di sorridere:


“Ma si può sapere come cavolo ci sei riuscita?” chiese Quinn boccheggiando.


“Merito di Jhonny,anche se mi costa dirlo…dovevi vedere come se l’è squadrato dalla testa ai piedi mentre usciva!”


“Tu sei pazza! Ti rendi conto che potevi rimetterci la carriera?”


“Chissenefrega! Non è successo!” rise “Heeeey!Ma è l’una!” disse quardando l’orologio.


“E allora?” chiese la bionda.


“Dì un po’,madre snaturata che non sei altro…la tua scricciola oggi non aveva il suo primo giorno d’asilo?”


“Oh già è vero!” rispose Quinn battendosi una mano in fronte.


“Anche la mia!” ridacchiò “E mi sa tanto che faceva da maestra alla tua!”


“Andiamo a prenderle?” sorrise dolce la ragazza.


“Si,prendiamo la mia auto” la latina afferrò le chiavi e uscirono dall’ufficio.





 
“Cavolo…questa scuola è un labirinto!” si lamentò Santana. Era la terza volta che le sembrava di percorrere lo stesso corridoio e non si vedeva in giro quasi nessuno.


“Guarda San,chiediamo a quella signora!” Quinn indicò una donna poco lontana che leggeva qualcosa su un foglio.


“Mi scusi…” l’ispanica le si avvicinò “Sto cercando Brittany Pierce..sa dove posso trovarla?”


“Certo,è la nuova maestra…è con i bambini in aula giochi” annuì.


“E come ci si arriva?”


“E’ facile…alla fine del corridoio girate a destra e poi andate sempre dritto!”


“Grazie mille!” le due ragazze si avviarono lungo la strada indicata. Finalmente varcarono la soglia dell’aula giochi.

La scena che si parò loro davanti era da riprendere: Brittany era seduta per terra a gambe incrociate,circondata da bambini,tra cui anche Beth,un libro tra le mani:


“TAGLIATELE LA TESTAAAA! Urlò la regina…e allora tutte le carte si misero a inseguire Alice” alzava gli occhi dal libro per imitare con gesti ampi delle mani le scene e i bambini pendevano letteralmente dalle sue labbra.

Santana si appoggiò allo stipite della porta,un sorriso ebete stampato in faccia,mentre Quinn aveva occhi quasi solo per la figlia:


“E Alice correva e correva…ma proprio quando le guardie della regina stavano per catturarla…” si interruppe e li guardò tutti uno per uno,senza accorgersi delle due donne.


“Che è successo?” chiese una vocina infantile.


“Alice si svegliò…e scoprì che il paese delle meraviglie lo aveva visto in sogno…che la regina di cuori non l’aveva condannata a morte…e che la sua mamma era ancora lì,vicino a lei!” sorrise.
In quel momento alzò gli occhi e vide Santana e Quinn:


“San!” il suo sorriso si fece più grande.


“Mamma!” urlò Beth lanciandosi ad abbracciare la madre. Quinn la prese in braccio con uno sguardo impressionato.


“Come…mi hai chiamata mamma?” le chiese mentre i suoi occhi si facevano lucidi.


“Certo! Sei la mia mamma!” la piccola la abbracciò con naturalezza sentendosi protetta tra le sue braccia sicure. Brittany si alzò e andò ad abbracciare Santana:


“Mi sembra un bel primo giorno!” rise l’ispanica.


“Decisamente!”


“Brittany..” una bambinetta dai capelli nerissimi e gli occhi azzurri strattonò piano i pantaloni della ragazza. Lei allora si chinò alla sua altezza:


“Dimmi Sarah”


“Ma allora…il paese delle meraviglie,non esiste?” chiese delusa.


“Ti dirò un segreto,ok?” la piccola annuì “In realtà esiste,io ci sono anche stata!” le disse complice.


“Davvero?” la bimba sorrise rincuorata.


“Certo che si!” lei allora si allontanò contenta.


 
Stavano camminando verso l’auto di Santana: l’ispanica teneva per mano la compagna,mentre Beth era ancora accucciata tra le braccia di Quinn e giocava distrattamente con i suoi capelli:


“Dì un po’…lo sai che il paese delle meraviglie non esiste…vero?” chiese Santana.


“Certo che esiste!” rispose lei con l’aria di chi ne sapeva molto,facendo scoppiare a ridere le altre due… 









_____________________________________________________________________________________


Angolo dell'autrice

Seraaaa! Innanzitutto grazie mille per gli splendidi commenti al capitolo precedente,troppo buone davvero,il mio alterego sale vertiginosamente ad ogni recensione per poi ripiombare nella semi oscurità XD

Ma bando alle ciance! 

Ebbene mancano ufficialmente 4 capitoli alla conclusione! Lunghi e corposi,ma pur sempre 4...molti mi hanno chiesto di proseguire ancora,ma purtroppo la decisione è stata presa anche perchè vorrei concludere coi botti di capodanno piuttosto che fare scemare la fanfiction diventando monotona e riducendovi alla noia più totale...ciò non significa che non pubblicherò altra roba u.u

Beh,fatemi sapere :D

Bomboletta
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Bomboletta