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Autore: Flip_ediS    07/09/2011    0 recensioni
Una mia vecchia oneshot basata sulla candone di "How to save a life". Una SeccomxMadotsuki perchè amo questo pairing :3 Una piccola piccola oneshot in prima persona che tratta del loro ultimo incontro
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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seccomado
Salve a tutti :3 aggiungo qua una fanfiction che ho fatto tempo addietro, spero che piaccia comunque. E' un pò aspro come stile di scrittura, ma la mia inesperienza del tempo mi permetteva di fare storie di questo livello
Se non vi piace per favore non sprecatevi ad insultare questo pairing.
Detto questo buona lettura :3

How to save a Life




 



Suono il pianoforte, come sempre posso fare solo questo, sono sempre da solo in questa mia stanza soffocante, così bianca da uccidere. L'unica cosa nera sono io. Io e i piccoli tasti della mia chilometrica tastiera.Ma non mi sono mai lamentato e non me ne lamenterò, in fondo l'hai sognato tu.
Smetto di suonare, penso alle parole che posso dirti, come fare per non farti arrabbiare? Cammino lentamente verso la finestrella, guardando il solito paesaggio di stelle, sempre lo stesso appure sempre diverso, non riesco a ricordare di aver mai visto una stella nello stesso posto neanche una volta.
Impossibile, mi trovo a pensare.
Non mi hai mai capito, neanche da quando mi donasti una bocca. Non hai mai sognato che potessi avere una voce, eh. Non importa, non me ne lamenterò, in fondo non ne ho mai avuto bisogno con te. Tocco il vetro.
Capista, non mi ero mai reso conto che fosse freddo, non mi ero mai interessato alla temperatura dell'ambiente di questa stanza, significherà qualcosa?
A dire il vero mi sento una grande ansia un pò sotto la gola. Mi sono ammalato? E' forse questo che quelli come te chiamano "mal di gola"? Penso proprio di si, non ho mangiato niente eppure la gola mi duole da un pò. Sento un leggerissimo prurito agli occhi.
Ma cos'ho?
Penso proprio di essermi ammalato. Che ironia, proprio oggi. I miei respiri si fanno più profondi, voglio ignorare questo mio malessere.
Ti aspetto. No, non preoccuparti, posso aspettare per tanto tempo. Aspetto, solo te da sempre. Vedo il mio riflesso sul vetro della mia finestra. Non ci ho mai fatto caso ma ora noto quanto sono sghembi i miei occhi. Sono diversi dai tuoi.
Confesso che ogni tanto mi sarebbe piaciuto avere degli occhi come i tuoi per concentrarmi su una cosa alla volta, per indirizzarli solo a te.
Adesso come mai, vorrei poterlo fare, solo per una volta.Devo dirtela questa cosa, è troppo importante.
No, questa malattia sta cominciando a peggiorare. Non voglio farmi vedere da te così.


Aaah, che idiota. Perchè continuo a pensare alle parole che potrei usare? Non posso parlarti. Stringo il pugno sulla finestra e non ci penso più. Vado a sedermi su una delle due sedie al tavolo. Bianco ovviamente. Perchè sono io l'unica cosa nera qua dentro? Do' un'occhiata in giro alla mia stanza, come se non l'avessi mai guardata bene neanche una volta. Beh, infondo è vero. Per il tavolo ci sono solo due sedie, proprio come se qua dentro dovessimo starci solo io e te. E' forse perchè non volevi lasciarmi da solo o perchè avevi bisogno di qualcuno con cui stare quando stai male..e vuoi far male per riempire il vuoto che ti lascia la sofferenza? Probabilmente la seconda, sono soltamente un tuo sogno. Non sai quante volte ho sperato che fosse la prima. Avrei voluto avere una mia identità moltissime volte per non sentirmi un tuo bisogno ma qualcuno che potesse renderti felice davvero.
Impossibile, mi trovo a pensare. Di nuovo.
Chiudo gli occhi, almeno quando li chiudo li abbiamo uguali.
Ah.
Sei già arrivata. Mi alzo dalla sedia ma non ti do il permesso di entrare.
Non sono pronto.
Non sono pronto a vederti adesso. Normalmente ti avrei fatto entrare di buon grado, mi avresti raccontato degli oggetti nuovi che hai trovato e dei posti che hai visto. Mi piace starti a sentire, mi fa sentire una persona con cui stai facendo conoscenza, non una persona a cui hai dato la forma del tuo bisogno d'affetto. No, non fraintendere non me la prendo, sono felice di poterti dare il mio affetto. Ma evidentemente te ne ho dato troppo. Ti ho viziata col mio amore e tu mi hai viziato con la tua felicità. Mi accorgo che però passi troppo tempo qua, andrà bene? Ti sto dando quello che ti merito ma è quello di cui hai effettivamente bisogno? Sono un tuo desiderio?
Queste sono domande...spero con tutto il cuore che siano domande che...
.
Ah, perdonami, ti stai arrabbiando. Ora apro il portale per farti entrare. Aaah...spero che tu non sia troppo arrabbiata quando arriverai qua. Da quando hai trovato quel coltello...non...
Sospiro arrendevole e ti aspetto nella mia stanza. Mi prende un pò di batticuore, ma è diverso da quello che ho di solito quando sono contento di vederti. Non mi piace questa sensazione. E non mi piace provarla. Non con te.
Attiri la mia attenzione con un rauco "eh-ehm" ma nonostante cerchi di farlo sembrare spazientito hai sempre una voce veramente dolce. Mi giro verso di te e quella sensazione un pò svanisce. Sei appoggiata al muro, bianco. Terribilmente bianco.
La tua espressione non è delle migliori.
Era come quella che hai usato quando mi hai raccontato di tua madre che ti ha costretta ad uscire o quando ti sei arrabbiata per colpa di quello psico-qualcosa che non manteneva le distanze con te.
Arrabbiata, delusa, confusa, angosciata, triste.
Non pensavo che mi avrebbe mai fatto così male vedere quell'espressione sul tuo dolcissimo viso per colpa mia. Volto il mio sguardo da un'altra parte per pochissimi secondi prima di tornare su di te, che aspetti una mia spiegazione.
Mi dispiace, ti ho fatto aspettare. Ero...perso nei miei pensieri.

- Hmpf. Sei proprio bravo a fare la faccia da cane bastonato.- parli come se stessi sputando veleno, ma si vede che non vuoi indirizzarlo a me. Non mi guardi mai quando dici cose che non pensi.
Dovrei esserne contento? Non lo so.

-Che cos'hai? Perchè hai quello sguardo?- Magicamente tutte le emozioni negative sono sparite, come posi i tuoi occhi dallo sguardo perfettamente simmetrico su di me. Non ti nascondo che la tua attenzione affettiva su di me mi ha sempre un pò spaventato. Madotsuki. Io sono soltanto un riflesso dei tuoi sogni. Cosa succederà quando non avrai più bisogno d'amore? Sparirò per sempre dalla tua mente? Una qualsiasi altra persona come te non sparirebbe... - Sensei?- pigoli e spalanco gli occhi al vedere quanto vicino è il tuo viso al mio. Come ho fatto a non accorgermi che ti sei avvicinata così tanto? Come ho potuto lasciartelo fare senza pensare alle consegueze?

Allontano la tua mano dal mio viso, dolcemente, ma non ti guardo. Non voglio vedere il tuo sguardo, non voglio neanche immaginarmelo, ma a causa del mio occhio sbieco riesco a vederti lo stesso. Non ti opponi al mio rifiuto e fai un passo indietro quasi sconvolta.
No ti prego, non volevo ferirti scusa...
I tuoi occhi si fanno più lucidi, che ti succede?
No, non sto dicendo che non ti voglio più bene...no, ti stai arrabbiando...non arrabbiarti dai...
Non so cosa fare, sono quasi in panico. Mi alzo in piedi e ignoro il fatto che indietreggi. Ti stringo a me.
Perchè?
Perchè non posso fare giri di parole per dirti che non possiamo stare insieme? Non posso ammortizzare questo dolore con parole.
Spaventata riesci a capirlo dai miei occhi, assimmetrici, come volessero cercare disperatamente un'uscita da questa situazione.
Mi spingi via, delle piccole gocce d'acqua scendono dai tuoi occhi, il tuo respiro si fa più intenso, più udibile.
Ti ho forse passato la mia malattia?

-Perchè?- chiedi e ripeti, l'acqua che scende dai tuoi occhi sembra un piccolo ruscello.
Oddio come faccio a dirtelo?
Ah, la malattia mi sta tornando...no...non ora. Tocco il mio petto sul punto del cuore e piego leggermente la testa.
Cosa mi succede?

-Stai dicendo che non sei sicuro di volermi bene?- mi chiedi, i tuoi occhi non sono più tristi e spaventati solo arrabbiati. Tendo la mano libera verso di te. - cosa? io sono sicura di quello che provo per te, ti amo!- alzi la voce. Io no. Non riesco ad arrabbiarmi con te. Penso che non ci riuscirei mai...non sono mai stato arrabbiato con nessuno. - E tu?-
Io ti amo...ma ti amo perchè sei tu a volerlo?
Stringo i lembi delle mie vesti nere e ruoto di pochissimo la testa a destra e sinistra per poi guardare te che spalanchi leggermente gli occhi, sporgendomi di pochi millimetri, mentre lascio che la malattia prenda il sopravvento su di me.

Come dicono quelli come te in questi casi?
Ah si...

Prego Dio che tu capisca...

Mi fissi, con il tuo faccino confuso, rovinato dalle lacrime. Non capisco l'espressione che stai facendo.
Si può piangere da arrabbiati?
Scuoti la testa leggermente e indietreggi.
Pregare Dio funziona evidentemente, ma forse ho dimenticato di chiedere di non arrabbiarti...forse?

Aaah...stai tirando fuori il coltello...non so bene cosa vuoi fare e neanche tu a quanto vedo...ma forse...un'idea ce l'ho...
Cammino verso di te. Non mi va di essere 'unico oggetto del tuo amore, di portarti via dalla tua realtà e magari di scomparire qando non avrai più bisogno di cercare amore...della mia esistenza.
Tanto sarebbe successo lo stesso, mi ripeto per farmi coraggio.
Ti accarezzo la testa mentre mi guardi col tuo viso dolce e innocente che trasuda di spavento e confusione. Con l'altra mia mano prendo la tua, quella che stringe il coltello.
Prendo il respiro e spingo la tua testa verso la mia, la stessa cosa faccio con la tua mano verso il mio cuore.
Un dolore pungente mi pervade il petto, così pungente che anche le lacrime che mi escono dagli occhi, per colpa del dolore, mi fanno male come fossero acido.




Ah...finalmente la stanza è diventata tutta nera...come me...

Addio...

  
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