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Autore: LadyofDarkness    08/05/2006    7 recensioni
Quando non si può fare nulla perchè ciò avvenga... quando ormai ci si è rassegnati.
E' solo vento. Il resto è dolore.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In Eterno

 

Le lacrime scorrevano lungo le mie guance, sgorgando dolore dai miei occhi.

Passo dopo passo mi avvicinavo alla mia gogna, alla mia fine, alla dama dalla falce nera che, scheletrica, mi fissava con le sue orbite vuote, attendendomi.

Perché era successo tutto quello?

Perché la felicità non poteva essere cosa facile?

Sembrava che, per un semplice essere arrivati a sfiorare il cielo, la terra dovesse poi spaccarsi, inghiottendoti tra le sue viscere, dove sarebbe stato pianto e stridore di denti.

Un inferno che si era spalancato così, inatteso, davanti a me.

Sotto di me.

E che ora mi risucchiava

Perché?

Perché tutto quello?

Quale crimine era stato il nostro?

C’eravamo semplicemente amati.

Amati, di un amore totale, forte, imperituro. Un amore che sapevo sarebbe rimasto eterno.

E che tuttavia si era dimostrato così debole.

Credevamo ci avrebbe protetto da tutti, ci avrebbe protetto dal male che ci circondava, ed invece… si era dimostrato illusorio in questo senso.

Ed io continuavo ad avanzare, ad andare avanti.

Verso la mia condanna.

 

«LASCIATELA STARE!» un urlo forte.

Quella voce.

La sua voce…

Piena di dolore, di paura.

Che urlava il mio nome.

Ti sento amore mio, ti sento…

Rientrava nella mia visuale, lo vedevo, le braccia obbligate dietro la schiena, costretto in ginocchio da suo padre, che cercava comunque di liberarsi, di divincolarsi, e mi fissava, terrore ed immenso dolore misti a rabbia ed impotenza sul suo viso.

Amore mio…

Vedevo le lacrime sgorgare sul suo viso, identiche alle mie.

Perché questo?

Perché?

Eppure, quale era stato il nostro male? Quale la nostra colpa?

Tutto così assurdo. Così terribilmente ingiusto.

Una punizione, ma per cosa?

Per cosa…

Eravamo così felici, e tutto appariva così giusto.

L’amore rende coraggiosi, ci rende decisi, ci fa ammantare di esso, e ci fa sentire quasi invincibili.

L’impatto con la dura realtà era però doloroso.

Fin troppo.

E presto io stessa avrei potuto dire quanto.

 

«LASCIATELA! UCCIDETE ME, MA VI PREGO, LASCIATELA!» continuava ad urlare.

Povero dolce amore mio.

In fondo per me, ora stava finendo… l’ultimo viaggio, e poi più nulla.

Solo pace.

Per lui sarebbe stata la guerra.

Quella guerra maledetta, per cui tutto era successo.

Eccolo il nostro crimine, proprio il nostro amore.

Purosangue entrambi, però di fazioni diverse. Impossibilitati a scegliere bene. A scegliere per la nostra vita.

Se non ci fosse stata quella guerra, il nostro amore sarebbe stato benedetto da tutti, , facile. La felicità sarebbe continuata.

Quella felicità che derivava dallo svegliarsi la mattina tra le sue braccia, dallo stare insieme, anche solo nella stessa stanza a leggere. Nel fare l’amore e sentire di non poter fare a meno dell’altro.

Ma così non poteva essere.

Io sarei stata uccisa, e lui sarebbe stato marchiato con l’immagine della mia salma negli occhi.

Era terribile… terribile sapere ciò che sarebbe stato, averne coscienza, eppure non potere far nulla per impedirlo.

Vedere gli eventi più forti di noi, più forti di quel legame appena sbocciato che ci aveva unito, che ora stava per essere irrimediabilmente spezzato.

Quando non ci sarei più stata mi avrebbe amato comunque?

Quando sarei morta, avrebbe continuato a ricordarmi per sempre?

Quanti corpi, quante donne, avrebbero giaciuto con lui?

Quante avrebbero toccato quel ragazzo che era mio, mio, solo mio?

Diventavo pazza a pensarci, il ricordo della nostra passione, dei nostri baci scambiati di fretta e di nascosto, dei nostri sussurri.

Ma ormai era tardi per pensarci.

Ed infondo non era neanche questo ciò che realmente contava.

Era stato mio…

Ed io completamente sua. Solo sua. Sempre sua.

E lo amavo, lo amavo come non avevo mai amato alcuno, e come non sarei mai stata in gradi di amare nessuno.

Eppure ora dovevo lasciarlo.

E nulla sarebbe mai stato più doloroso.

Ora eccolo lì, l’abisso che per me si apriva.

La morte che mi accoglieva. La morte che mi sorrideva, ingannevole.

Sembrava volermi promettere una fine dolce… non sapeva che il mio cuore aveva sofferto una lenta agonia.

Sentii solo un leggero rimescolio allo stomaco, e poi, il vento.

 

Ti amo… ricordalo sempre.

                                                                       ***********

 

E’ terribile vederla procedere verso la morte.

Aberrante.

Disperante.

Avanza dritta e sicura, il volto rigato di lacrime, gli occhi coscienti nonostante l’Imperius con la quale è stata incantata.

E’ lì, bellissima ed altera, ammantata della sua solita eleganza, anche se prossima alla morte. Cammina, sulla cima di questa torre, nel “nostro” maniero.

Una felicità troppo breve ci è stata concessa.

Un tocco di cielo, per ingannarci, farci abbassare la guardia.

Cerco di liberarmi, vorrei raggiungerla.

Morirà solo perché ho deciso che non mi sarei fatto marchiare. Morirà come mia punizione, per una mia scelta “sbagliata”.

Morirà perché sono convinti che così io cederò, che il dolore mi renderà più morbido e malleabile.

No… il dolore mi strazierà e mi annienterà, e reclamerà il suo tributo.

Mi marchieranno davanti al suo cadavere.

Lo faranno facendomi soffrire.

E crederanno di avermi tra le loro mani. Le loro mani, sporche del sangue della mia amata.

Non sarò mai dei loro. Non sarò mai loro.

Perché sono tuo, irrimediabilmente tuo.

Perso di te.

E lo vedo, l’ultimo sguardo che mi lanci.

Lo vedo nonostante le lacrime che mi rigano il volto, nonostante quello che rigano il tuo, lo vedo nonostante il pianto che non riesco a trattenere.

E leggo tutto i esso.

Tutto quello che siamo stati.

Tutto quello che saremo.

Ti amo anch’io.

E ti vedo sporgere l’ultimo passo, e precipitare, i tuoi capelli che si alzano, come una lingua di fuoco.

Ti vedo scivolare giù, abbandonata.

Bastardi… mi hanno riservato il posto in prima fila.

Vorrei chiudere gli occhi, ma non posso. Non posso, perché non riesco a non guardarti, nonostante tutto.

E poi sei lì, piccola, scomposta sulla dura terra, eppure ancora bellissima.

Forse respiri ancora.

Forse la morte è stata pietosa e ti ha cullato tra le sue braccia scheletriche al primo impatto.

Non importa.

So che ti porterà via. Ora o dopo, ti porterà lontano da me.

Li sento stringere le loro mani su di me.

Odo la voce di mio padre sussurrarmi qualcosa nelle orecchie, mentre il dolore si propaga sul mio avambraccio.

Urlo, urlo, ma non è nulla in confronto al grido del mio cuore.

Quello non potrò mai esprimerlo.

Ti ho persa, ma non per sempre.

Ti raggiungerò, troverei anche il modo di raggiungere il paradiso per te, quando non è altro che l’inferno che merito, corromperò gli angeli che ti terranno tra loro, ammaliati di te, e mi riprenderò ciò che mi appartiene.

Perché tu sei mia. Ed io tuo.

In eterno.

 

 

E’ solo lo sclero di una ragazza che non capisce se è depressa o meno.

Chi sono i protagonisti della storia? Potete leggerci chi volete.

Potete decidere voi. Draco e Ginny forse.

O forse chissà…

Per me sono Theodore e Tracey, le mie due lacrime, ma forse a voi dicono troppo poco. Purtroppo…

._____.

Evito di dilungare troppo il mio spirito depresso, e vi lascio. =****

 

Marcycas – The Lady of Darkness


Nota al 31/07/2014: Se voleste leggere altro scritto da me, ho pubblicato un libro a quattro mani che potrete trovare a questo link http://www.amazon.it/Guilty-Pleasure-Ludovica-Valle-Marcella-ebook/dp/B00K37549M. Dateci un'occhiata mi raccomando!
  
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