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Autore: miss dark    08/09/2011    3 recensioni
C’era una vecchia canzone nell’aria. Avrei voluto seguirla tra i cortili bui, tant’era la malinconia che mi pervadeva. Avrei dovuto seguirla, tanto tempo era passato dall’ultima volta che avevo avuto il coraggio di farlo.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A G.

07.09.2011

 

 


C’era una vecchia canzone nell’aria. Avrei voluto seguirla tra i cortili bui, tant’era la malinconia che mi pervadeva. Avrei dovuto seguirla, tanto tempo era passato dall’ultima volta che avevo avuto il coraggio di farlo.

C’erano ragazzi che cantavano una vecchia canzone e ridevano, probabilmente con una bottiglia di vino nascosta tra le gambe. Avrei voluto conoscerli per sapere tutti i loro nomi e cantare con loro, perché le parole le sapevo, le amavo, anche se non le avevo mai capite davvero. Avrei dovuto conoscerli, perché un amico se ne stava andando e nel cuore avevo tanta confusione che non volevo districare.

C’era l’aria dell’estate che finisce, quel profumo di settembre che si porta via il tuo tempo e il tuo spirito. Avrei voluto partire, anziché tornare, perché è più promettente, più poetico e più spaventoso, e io avevo bisogno di avere paura. Avrei dovuto partire perché non fa mai bene tornare alla vita quando non è ora, quando non si è pronti.

C’era la notte con l’odore di sudore e di fritto dal cinese sotto casa. Avrei voluto scappare dalla finestra, come avevo pensato di fare troppe volte, senza averne mai il coraggio, e mangiare in mezzo alla piazza deserta insieme agli amici, per dimenticarmi che ogni tanto c’è qualcuno che se ne va e che prima o poi io dimenticherò. Avrei dovuto uscire tra le strade vuote a correre per non andare nemmeno troppo lontano, solo per correre in mezzo ad una grande città e sentirmi un po’ libera.

C’era una tristezza palpabile che usciva alla mia finestra, a mescolarsi con canzoni e risate. Avrei voluto amarla, per soffrire un po’ meno e ricordarmi che nel male c’è sempre qualcosa del bene. Avrei dovuto amarla, per confondermi e ripensare a questo sette settembre come a un nuovo inizio felice.

C’era un libro che leggevo controvoglia e una lettera che volevo scrivere. Avrei voluto buttare tutto a terra e dormire come se niente fosse, come quando si torna tardi e tutto il tuo corpo pensa solo a sdraiarsi sul letto. Avrei dovuto lasciarmi tutto alle spalle e guardare dalla finestra le nuvole che correvano via.

C’erano ricordi insistenti aggrappati alla mia mente, come scene di film visti e rivisti. Avrei voluto metterli in ordine e archiviarli per sempre, per ricominciare da capo una nuova me stessa. Avrei dovuto metterli da parte e basta, perché c’era sempre quell’amico in mezzo e io non ci volevo pensare, che tutto era cambiato e che lui se ne andava.

E c’era una vecchia canzone nell’aria. Avrei voluto inventarne le parole per dire quanto mi dispiaceva non essere stata abbastanza. Avrei dovuto chiudere la finestra e non ascoltarla, restare in camera con la mia tristezza e scrivere quella lettera che, tanto, non gli avrei mai dato.

 

 

 

 

A G.

dato che oggi è anche il suo compleanno.

 

  
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