- Anita – mi chiamò una voce.
Guardai oltre Marco – Luca, che c’è?Lui si guardò attorno perso – Io non conosco questa scuola, non ci capisco nulla. Sono andato al bar e non riesco più a trovare la classe.
Sospirai – Andiamo, ti accompagno in classe.
Si era nuovamente messo la felpa e camminava con le mani cacciate dentro le tasche.
- Allora, dove si trovava la scuola che frequentavi? – gli chiesi, per interrompere il silenzio tra di noi.
- In periferia, non conosci sicuramente il posto.
- Andavi al Grassi? – chiesi di getto.
Lui si voltò – Sì, ma come…- Conoscenze, alcuni miei ex compagni sono andati la a studiare.
La campanella suonò, annunciando la fine dell’intervallo, proprio mentre entravamo in classe.Mi sedetti sul banco e guardai Luca – Ti ringrazio ancora per prima…
- Perché avevi gli occhi lucidi? – mi chiese, interrompendomi.
Boccheggiai in cerca di aria – Scusa?- Prima, mentre stavi per aprire il libretto, avevi gli occhi lucidi – mi ricordò.
Deglutii, guardando altrove per non guardare lui – Ci dobbiamo sedere, tra poco arriva la professoressa di inglese e…- Perché non vuoi rispondermi? – chiese, avvicinandosi.
Fortunatamente avevo un amico preoccupato che era corso in mio aiuto.Marco si avvicinò – Mi passi i compiti?
Sì preoccupato, certo.
Annuii, trovando comunque il pretesto per evitare la domanda imbarazzante di Luca.
Presi il libro e seguii Marco fino al suo posto, sfiorando la spalla di Luca.
Che diavolo, era appena arrivato e già iniziava a intromettersi in questioni che non lo riguardano.
- Ho fatto bene? – chiese Marco, mentre scriveva sul suo libro.
Alzai la testa e lo fissai – “Bene” a fare cosa?- A portarti via da Luca – commentò – Ho visto che eri in difficoltà e ho pensato…
- Grazie – dissi, stringendogli il braccio.
Lui sorrise e riprese a copiare i compiti.- Finalmente è finita anche oggi – commentò Erica, lasciandosi cadere sul sedile del pullman.
Annuii, mentre mi accomodavo sul posto leggermente più grande degli altri.- Oggi che fai di bello? – mi chiese.
- Sicuramente studio, poi forse esco. Non lo so – dissi, prendendo il cellulare e controllando di non aver ricevuto messaggi.
Il pullman si era riempito e non c’era ombra di Luca.- Molto probabilmente prende o il 18 o il 75 – commentò Erica, notando che stavo cercando il ragazzo.
Alzai le spalle – Già.- Hei! – urlò Erica, mentre Marco si sedeva affianco a lei.
- Smettila di lamentarti – commentò lui – Questo posto è enorme e ci stiamo tranquillamente in due.
Sorrisi e mandai un messaggio ad una mia amica, per sapere se oggi aveva dei programmi.- Posso? – chiese una voce.
Notai che i miei due compagni avevano smesso di parlare e alzai lo sguardo.Luca era in piedi accanto a me e mi fissava dritta negli occhi.
Deglutii – Sì.
La voce era uscita roca e anomala procurandomi un solo biglietto di andata per le peggiori figure nella storia.
Mi scostai, mentre lui gettava ai nostri piedi la sua cartella e si sedeva accanto a me.
Mi voltai verso Erica e le chiesi aiuto con lo sguardo.
- Ehm, allora Luca, come ti sembra la nostra scuola? – chiese, cercando di creare un dialogo.
Lui alzò le spalle – Non male.Calò il silenzio ma aumentò la tensione di stare a contatto con lui.
Il pullman intanto era partito dal capolinea e filava velocemente per le vie, fermandosi pochi secondi alle fermate.
Ancora una decina di minuti, resisti.
Guardavo fuori dal finestrino, ma tenevo sott’occhio il riflesso di Luca.
- Anita, mi devi aiutare con i compiti – commentò Marco, rompendo finalmente il silenzio.
Mi voltai – Sai che novità, inglese giusto?Lui annuì.
Sospirai – Vuoi venire da me oggi? – chiesi a Erica.
Lei scosse il capo – Mi devo vedere con Andrea.
Sorrisi, ricordandomi il viso dolce del suo ragazzo – Ok.
- Dobbiamo scendere – disse Marco, riportandomi alla realtà – La prossima è la nostra.
Luca si alzò, lasciandomi passare, ma non si sedette.Marco mi si affiancò, prima che le porte si aprissero.
Salutai Erica con la mano e scesi.
- Allora, suppongo che ti devo aiutare con i verbi irregolari – dissi, voltandomi verso di Marco.
Luca era proprio dietro di lui e continuava a fissarmi.- Aspetta, sei di Madonna anche tu? – chiesi sorpresa.
Lui annuì, prima di mettersi le cuffie.Socievole il ragazzo.
- Sì, mi devi aiutare con i verbi irregolari – fece Marco, frustrato.
Annuii – Va bene, tanto abbiamo tutta la giornata a nostra disposizione.Salimmo sul secondo pullman, sedendoci sui posti centrali.
Salutai successivamente Luca, dopo poche fermate.
- Che tipo – commentò Marco, facendomi sorridere.
- Sei geloso? – chiesi sorridendo.
Lui incrociò le braccia sul petto – Ma smettila, alzati che dobbiamo scendere.Scossi il capo sorridendo e scesi con lui alla fermata.
angolo della piccola mente malata
Ok, chiedo subito scusa per gli errori dei tempi verbali del primo capitolo...ora però sono in paranoia e ho paura di aver sbagliato anche qui D=
Ma a voi non interessano i miei problemi quindi passiamo a spiegare qualche cosuccia.
Prima che si urli allo scandalo, Madonna, la zona della città che accenna Anita esiste veramente (ci abito) e si chiama proprio così xD
Luca sembra un po' impacciato dentro la scuola, non trovate?
Anita è attratta si o no da lui? Boh...
Ma passiamo a Marco e Anita la quale dice che ha a disposizione tutta la giornata...chissà perchè! Provate ad indovinare u.u
Saluti e bacioni =D
Ps grazie a tutti quelli che leggono (sarò monotona, ma è giusto ringraziare!)