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Autore: elyxyz    08/09/2011    28 recensioni
“Gaius! Aspettate! Cosa...?” esclamò il mago, squadrandolo come se fosse impazzito.
L’uomo ricambiò lo sguardo. “Perdonate l’ardire, ma... potrei sapere chi siete?”
“Sono
io!” sbottò allora, allargando le braccia “Gaius! Che scherzo è mai questo?!” domandò retorico, battendosi il petto. “Non mi ricono-” Merlin boccheggiò incredulo, accorgendosi di colpo del florido seno che stava toccando, e lanciò un gridolino terrorizzato. Fu per istinto che raccattò il lenzuolo e si coprì alla bell’e meglio.
Gaius se ne stava sull’uscio, sbigottito anche lui.
“Merlin?” bisbigliò alla fine, come se dirlo ad alta voce fosse davvero
troppo.
“Sì, sono io!” pigolò l’altro. “O almeno credo!”
“Che diamine ti ha fatto Ardof?!” l’interrogò l’archiatra.
(...) Merlin si coprì gli occhi con le mani, mugolando. “Come spiegherò questo ad Arthur?”
[Arthur x Merlin, of course!]
NB: nel cap. 80 è presente una TRASFORMAZIONE TEMPORANEA IN ANIMALE (Arthur!aquila) e può essere letto come one-shot nel caso in cui vi interessi questo genere di storie.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: Gender Bender | Contesto: Prima stagione, Contesto generale/vago
Capitoli:
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Riassunto: Merlin è abituato a salvare la vita all’Asino Reale senza che questi se ne accorga, ma stavolta non tutto va per il verso giusto

Riassunto: Merlin è abituato a salvare la vita all’Asino Reale senza che questi se ne accorga, ma stavolta non tutto va per il verso giusto. Colpito dall’incantesimo del malvagio Ardof, il nostro mago farà i conti con una sconvolgente novità: egli si risveglia trasformato in una donna.
Solo Gaius conosce il suo segreto e, finché non troverà il modo di tornare normale, dovrà inventarsi delle scuse plausibili e prendere il posto di se stesso al servizio del principe. Come riuscirà a conciliare questa ‘nuova situazione’? Come si evolverà il suo rapporto con Arthur?

 

 

Vorrei dedicare il capitolo a quelle persone che hanno recensito il precedente (un abbraccio speciale alle nuove arrivate!):

Yaoithebest (bentornata!), _ichigo85_, ginnyred, chibimayu, Raven Cullen (Wow! Citi addirittura le altre mie fic! *o*), LilithKe, elfin emrys, Emrys__, masrmg_5, Orchidea Rosa, saisai_girl, simplymyself, Saruwatari_, _Tania_ (benvenuta!^^), _Bya_love_, Aleinad, mindyxx, xMoonyx, Anjax11xD (bentornata!), miticabenny, principessaotaku93, Tao, Agito (ciao!, benvenuta! in bocca al lupo per l’esame!), giulia194 (ciao!, benvenuta e grazie!), speranza, crownless e isidrinne (ciao!, benvenuta anche a te! ^^).

E a quanti commenteranno (SE vi va di recensire anche dei capitoli più indietro di questo, il vostro parere non andrà perduto!).
Ai vecchi e ai nuovi lettori.

Grazie.

 

The He in the She

 

(l’Essenza dentro l’Apparenza)

 

 

 

Capitolo XLIV         

 

 

Nel ventisettesimo giorno di riposo forzato, Gaius aveva stilato il quarto Bollettino Medico Ufficiale di Palazzo, alla presenza dei soliti interessati.

 

Arthur, avendo scrupolosamente contato le veglie che lo avevano visto incarcerato contro la sua volontà, stava già subodorando la fine della sua prigionia, motivo per il quale scalpitava, impaziente di sentire il verdetto del medico di corte, che sarebbe stato indubbiamente a suo favore.

 

Purtroppo per lui, l’Archiatra Reale e il suo discepolo avevano stabilito che allungare la degenza del principe avrebbe destato meno sospetti sulla sua miracolosa ripresa – Merlin, infatti, aveva decisamente abbondato troppo in incantesimi guarenti e la cosa poteva ritorcerglisi contro.

 

Questo avrebbe rannuvolato l’umore dell’erede al trono come un temporale d’estate, ma – con encomiabile spirito di sacrificio – lo stregone si era rassegnato a sopportarne le conseguenze.

 

L’importante era che Arthur fosse guarito completamente dalle fratture – e che la spalla fosse in via di miglioramento.

Avergli lasciato un dolore fittizio da sopportare era uno scotto da pagare per simulare dei tempi di guarigione più realistici.

 

D’altra parte, Gaius gli aveva spiegato che la lussazione di un’articolazione prevedeva un tempo di recupero che andava dai 45 ai 180 giorni.

I tempi di guarigione delle costole incrinate si aggiravano attorno ai 20-30 giorni, con una certa variante individuale. La scomparsa del dolore determinava la guarigione completa.

La caviglia slogata guariva in tempi diversi in base alla serietà dell’infortunio. Quella di Arthur, in cui probabilmente vi era anche una frattura, ci avrebbe impiegato almeno tre settimane.

 

Nel quadro d’insieme, però, Gaius aveva fatto bene ad andare cauto, perché quell’Asino capriccioso poi non sarebbe più stato fermo, una volta che avesse avuto il permesso di muoversi.

 

“… Ritengo, perciò, che quaranta giorni siano quantomeno necessari.” Aveva concluso il medico, con perentoria solennità, sovrastando il ringhio basso e costante che proveniva dal nobile Somaro furibondo. 

 

Persino il re aveva finto di non udire le fauci del figlio che macinavano imprecazioni a destra e a manca e aveva ritenuto più saggio dileguarsi in fretta da lì, dopo aver lanciato un veloce sguardo in direzione del suo erede ed avergli comandato un generico: “Fa’ come ti ha detto Gaius.”

 

Lady Morgana era stata così giudiziosa da non presentarsi al suo cospetto fintanto che egli non avesse sbollito. Probabilmente si sarebbero rivisti la primavera successiva.

 

Gaius stesso, dopo aver dato il colpo di grazia al principe, si era volatilizzato, adducendo innumerevoli visite da compiere entro sera.

 

E Merlin, rimasto solo con lui, aveva contemplato due uniche possibilità: subire inerme la sua ira, oppure cercare di sopravvivere. Fu così che gli lanciò contro un incantesimo e Arthur si addormentò di colpo, e tale rimase fino al giorno successivo.

 

 

***

 

 

Dopo la rabbia, con l’andar dei giorni, era subentrata la depressione.

Merlin aveva cercato di distrarlo, di fargli apprezzare i rari vantaggi che quella situazione offriva, ma neppure ricordargli che aveva saltato il Ballo con Lady Morgana serviva più a dargli soddisfazione. E quello era forse l’unico lato positivo della disgrazia a cui avrebbe potuto aggrapparsi.

 

Fu così che, per combattere la sua apatia, Linette lo costringeva ad infinite scommesse ai dadi – in cui, il più delle volte, perdeva di proposito barando magicamente.

 

Arthur dimostrava in quelle occasioni un fugace compiacimento, ma la cosa durava troppo poco.

E allora Lin tentava di distoglierlo dal torpore leggendogli libri astrusi su imprese titaniche di valorosi cavalieri, oppure condivideva con lui noiosissimi trattati sull’uso delle armi che – lo stregone non avrebbe mai capito come – sembravano invece appassionare l’Asino.

 

Poi si prodigava nel raccontargli i pettegolezzi di Corte – dalla proposta di matrimonio che Sir Martin aveva fatto al padre di Lady Theresa, all’ultimo tradimento consumato sotto gli occhi dell’ignaro marito – passando per i ragguagli concernenti i suoi animali: l’impazienza di Antrax, gli acciacchi del vecchio Brutus, l’imminente arrivo di una nuova cucciolata.

 

Da parte sua, il medico di corte (sotto viva sollecitazione di un preoccupato Merlin) aveva concesso al principe di liberare le costole e il piede dalla costrizione delle bende, a patto che non camminasse ancora, fino a nuovo ordine.

Anche questo aveva contribuito a mitigare il malumore del giovane Pendragon, con infinito sollievo del povero mago.

 

 

***

 

 

“Come sta Lily?” s’interessò il principe, quando Linette si era presentata a lui dopo aver portato a passeggio i suoi cani.

 

“Oh, benissimo! E’ enorme!” Aveva risposto Merlin, dolcemente. “Manca poco, ormai.”

 

“Quella cagna è la miglior stanatrice di lepri che abbia mai avuto.” Considerò il nobile, con orgoglio. “Chissà se la sua prole sarà all’altezza…

 

“Non ne dubito.” L’aveva rassicurato il mago. “Sapete? Ha già rubato uno straccio a Blaise e si è costruita un ricovero in un angolo tranquillo della stalla.

 

Arthur sorrise, fiero.

“Ben fatto.” Approvò, immaginando la cagnetta che eludeva la sorveglianza del capostalliere e trascinava col muso un vecchio drappo in un luogo di suo gradimento. “Assicurati che abbia cibo in abbondanza.”

 

“Già fatto.” Lo tranquillizzò. “Mi sono permessa di affidare a Buddy, il garzone, la sua sorveglianza. Ci avviserà al momento opportuno.”

 

Il principe annuì, concorde.

 

 

***

 

 

Fu qualche giorno dopo che, mentre attraversava una fase alternata di sconforto e rabbia, Arthur vide Linette arrivare nelle sue stanze con un cesto pesante e ingombrante, coperto da un fazzolettone bianco a quadrettini rossi.

 

Ansimando per lo sforzo, la sua valletta lo aveva posato sul letto e poi aveva ripreso fiato.

 

Shh!” lo avvertì. “Non ditelo a nessuno!” e il principe, in quel momento, avrebbe giurato che il paniere di vimini si fosse mosso.

 

Fu così che, inspiegabilmente incuriosito, sollevò il fazzoletto per sbirciarvi dentro e vide un ammasso confuso di pelo: erano la cagna e i suoi tre cuccioli, due dei quali stavano dormendo, mentre uno era sveglio e cercava il calore della madre.

 

“Lily ha partorito stanotte. Pensavo ci teneste a vederli…” motivò, sorridendo. “Fate piano. Si spaventano…”

 

Arthur si illuminò di gioia, mentre accarezzava la bestia che l’aveva riconosciuto scodinzolando e, guaendo festosa, cercava di leccargli la mano.

 

Poi, con un movimento deliberatamente lento per non impaurirla, il principe sollevò il cagnolino sveglio e lo prese in braccio.

Ed era solo una fagotto morbido e caldo, inerme. Sentiva il suo cuore impazzito pulsare contro la propria mano e se lo pose in grembo, sopra le lenzuola, e lo accarezzò piano, sorridendo.

 

Il cucciolo gli leccò le dita d’istinto, poiché aveva ancora gli occhi chiusi, forse scambiandolo per le mammelle della madre e Arthur ridacchiò, sentendo il solletico che la linguetta rasposa gli procurava.

Venne quindi ricompensato da una calda chiazza umida che si espanse all’istante sui suoi pantaloni, sulla camicia da letto e sul lenzuolo.

Egli imprecò sonoramente, mentre Linette rideva di gusto, superato il trauma iniziale.

 

Chissà come, ma credo di averla già vissuta una scena simile!” esclamò la serva, tenendosi la pancia per il gran ridere. “Ma che gli fate, voi, ai neonati?” sghignazzò, mantenendosi a debita distanza dalle ritorsioni del suo padrone.

 

Peccato non si potessero mandare i cuccioli alla gogna… e neppure le serve impudenti…

 

Dopo che ebbe nascosto il colpevole’ e tutta la sua famiglia dietro il paravento perché non fossero visti, lo stregone chiamò due servitori, i quali aiutarono il principe vilipeso a cambiarsi e sostituirono le lenzuola oltraggiate.

 

Sua Maestà non avrebbe avuto l’obbligo di motivare l’incidente, ma – al momento opportuno – aveva bofonchiato (a loro unico beneficio) qualcosa di irritato su del the rovesciato per errore, cosicché i camerieri avrebbero evitato di malignare sulla faccenda.

 

Una volta che furono nuovamente soli e l’aristocratica arrabbiatura era passata per buona parte, la valletta riprese il cesto dal nascondiglio, con l’intenzione di riportare la famigliola nelle scuderie, dove doveva stare – e da dove non sarebbe dovuta uscire – ma inaspettatamente il suo signore la fermò, chiedendole di riavvicinarsi.

“Senza tuttavia togliere nulla dal paniere!” le aveva ordinato, con ironica cautela. “Voglio dar loro un appellativo.”

 

Era tradizione, Merlin lo sapeva, che fosse il principe a scegliere il nome di tutte le bestie che gli appartenevano. Dal primo puledro all’ultimo micetto del castello. E i cani della sua muta da caccia non esentavano dalla consuetudine.

 

“Sai già cosa sono?” l’interrogò.

 

“Due femminucce e un maschietto.” Fu la risposta diligente. “Buddy ha verificato.” Gli rese noto, indicando a turno le tre bestiole.

 

“Ti prego, non dirmi che quello screanzato è l’unico maschio!” s’era scandalizzato.

 

Il mago ghignò, senza darsi pena di sembrare contrito. “Temo proprio di dovervi deludere.”

 

E Arthur sbuffò, incassando la beffa.

 

“Come intendete chiamarlo?”

 

Roast.” Decretò, risoluto.

 

“Arrosto?” chiese Merlin, sorpreso.

 

“Certo. Magari mi verrà voglia di mangiarmelo!” aveva detto il principe, in tono di macabra rappresaglia. “Grigliato.”

 

Ma Sire!” aveva protestato Linette, inorridendo. “E’ solo un cucciolo!”

 

“Se non è buono da conigli, me lo mangio al posto del coniglio…” aveva infierito il cavaliere, godendosi al sua piccola rivincita.

Ma quando si accorse che la sua valletta non era affatto stata al gioco, ritornò serio.

“Non penserai davvero che potrei mangiarmelo!” aveva sbottato, offeso.

 

“Lo stufato di ratto non vi era dispiaciuto…” aveva appuntato lo stregone, per dispetto.

 

La smorfia disgustata dell’erede al trono ripagò il mago del suo spavento.

Nh! Merlin e la sua linguaccia…” brontolò.

 

“E la seconda come la chiamiamo?”

 

Lulah!”

 

Stranamente, lo scudiero non ebbe nulla da ridire.

“E la terza, l’altra femmina?” gli domandò.

 

Arthur le diede un’occhiata fugace, mentre Lily sorvegliava diligentemente la sua prole.

Dhella.”

 

“Mi piace.” Concordò Linette, sorridendo.

 

“Certo!” il principe gonfiò il petto. “E’ risaputo che io abbia dell’ottimo buongusto!”

 

Ma fu a quel punto che il ricordo una certa ‘Arthuria’ e il battibecco che ne era conseguito veleggiò nelle loro menti, tacitandoli.

 

Merlin passò il resto del pomeriggio a ridere di lui, godendosi il suo adorabile broncio asinino, contento del fatto che – grazie a Lily e ai suoi cuccioli, incidente incluso – Arthur fosse uscito dalla sua apatia.

 

 

***

 

 

Sorprendentemente, un nuovo problema giunse proprio da chi Merlin non si aspettava: Gaius.

Tutto ebbe inizio per caso, quando il vecchio cerusico era venuto a controllare lo stato di salute del principe (come aveva fatto mille volte fino a quel momento), mentre loro due erano accomodati sul letto, in maniera informale, intenti a giocare una partita di carte.

 

La sfida ovviamente era stata sospesa, fintanto che il medico non aveva concluso la visita del paziente.

 

La seconda volta, due giorni dopo, Gaius li aveva sorpresi a ridere di qualcosa di buffo, con una complicità fin quasi sospetta, mentre condividevano dallo stesso piatto un pezzo di focaccia sbriciolata.

 

La terza volta, quella medesima sera, allorché l’archiatra si era presentato nelle stanze reali per somministrare un antidolorifico all’infortunato, li aveva trovati mentre il suo protetto massaggiava la schiena del giovane Pendragon e questi se ne stava a torso nudo a godersi il trattamento.

 

“Credo sia una contrattura.” Aveva borbottato Lin, pigiando sulla pelle con discreta intensità, senza darsi pena di smettere.

 

Il vecchio cerusico, dopo una breve anamnesi, aveva concordato; e si era messo a disposizione per frizionare la spalla ferita del principe, forte della sua esperienza, ma questi aveva rifiutato l’offerta, dichiarando che avrebbe potuto farlo benissimo Linette, e che gradiva che fosse lei a continuare.

 

Quando l’apprendista aveva fatto ritorno nella sua cameretta, per cambiarsi velocemente d’abito, non si sarebbe aspettato di trovarsi di fronte ad una ramanzina.

 

“Dovreste essere più prudenti, potrebbe entrare qualcun altro che non sia io e che non capirebbe!”

 

Ma di cosa state parlando?” aveva chiesto Merlin, confuso.

 

“Oh, avanti!” aveva sbottato il vecchio, perdendo la pazienza. “Non dirmi che-”

 

“Mi dispiace, Gaius, ma Arthur mi aspetta!” lo aveva interrotto il suo figlioccio, scomparendo oltre la porta prima che egli potesse finire il suo discorso.

 

‘Arthur?’ Lo chiamava così, adesso?

L’anziano medico sospirò, scotendo il capo.

Le cose stavano prendendo una piega che non gli piaceva neanche un po’.

 

Visto che il principe era migliorato di molto, qualcuno avrebbe potuto obiettare che la presenza costante della sua valletta personale al suo capezzale non era più così necessaria.

Tuttavia, l’infortunato avrebbe potuto avere ancora bisogno di lei, giacché non doveva effettivamente alzarsi dal suo giaciglio e, per evitare il diffondersi di malelingue tendenziose, – come aveva suggerito Gaius – un buon compromesso era stato che ella dormisse in anticamera, a disposizione sì, ma anche a debita distanza dal letto dell’erede al trono.

 

 

***

 

 

“Merlin!” lo chiamò il suo mentore angustiato, trascinandolo in un anfratto del corridoio vuoto. “Ma dov’eri finito?!

 

“Ho dormito nell’anticamera!” mentì, per non innescare un’inutile predica.

 

“Non è vero! Sono venuto a cercarti e non c’eri… non dirmi che hai dormito col principe!” esclamò, deluso.

 

“No! Non l’ho fatto!” negò, con forza. “Beh, in realtà sì, ma…”

 

Gaius spalancò la bocca.

 

“Non ho diviso il letto con Arthur!” precisò, con foga. “Beh, in realtà sì…”

 

La bocca di Gaius si allargò ancor di più.

 

“Però non è come pensate!” si difese. “L’unica parte di Arthur che ho sfiorato sono stati i piedi! E solo perché erano caldi!”

 

Gaius scosse il capo, sconvolto.

“Merlin, ti considero come un figlio e lo sai.” Premise. “Ma se resti incinta dell’erede al trono, il re vorrà la mia testa!” lo rimproverò. “Almeno lascia che ti dia qualche rimedio per precauzione…

 

Il mago si coprì il viso arroventato con le mani, affranto. Seduti sul letto. Lui si è addormentato e io sono crollato esausto. Tutto qui.” Rispiegò. Ma l’espressione del medico esprimeva tutta la sua perplessità.

 

Io e Arthur siamo rimasti insieme fino a tardi e… e una cosa tira l’altra e… e… e poi abbiamo dormito!” balbettò, sconvolto dalla piega presa dagli eventi. “Per amor del Cielo, Gaius, credetemi!”

 

Fu allora che il suo protettore lo afferrò per la spalle e, superato il disagio, gli snocciolò tutto quello che pensava.

“Il principe sente ancora un vago dolore, anche se non è più ferito; ma di questo abbiamo cognizione solo io e te.” Premise. “Tuttavia, egli è giovane e forte, e ha un sacco di energia ferma in quel letto. Lo sappiamo entrambi che è peggio di una belva selvatica rinchiusa in gabbia, e capisco… capisco che tu abbia ceduto nella foga di compiacerlo, o di consolarlo, ma…” fu a quel punto che il mago fu seriamente convinto che sarebbe morto di vergogna “… ma questa storia non può andare avanti!” gli spiegò, stringendo la presa sulle sue braccia. “Lo sai che ho sempre rispettato le tue scelte, anche quando non le condividevo. Ma stavolta è diverso, Merlin, cerca di capirlo…” ripeté, dimostrando la sua preoccupazione.

 

A cosa sarebbe servito negare, se il suo mentore non gli credeva?

 

Lo stregone si scrollò di dosso le sue mani rugose, indietreggiando per separare anche fisicamente le loro convinzioni.

 

Gaius…” lo invocò, rattristato dalla mancanza di fiducia dell’uomo che considerava alla stregua di un padre. “Siete libero di pensarla come meglio ritenete, ma vi giuro che tra me e Arthur non vi è stato nulla di sconveniente! Egli si è sempre comportato in modo riguardoso e impeccabile nei confronti di Linette, e ciò che avete travisato è semplicemente un rapporto d’amicizia che inevitabilmente si è formato tra noi, poiché abbiamo vissuto queste settimane così a stretto contatto…”

 

Il sospiro di sollievo del suo mentore lo ferì forse più di tutte quelle insinuazioni. Ma la consolazione del vecchio maestro durò poco, e ancor meno per Merlin.

 

“Comprendo che si sia formato un legame tra voi, figliolo. Era inevitabile. Anche se è azzardato che un uomo e una donna siano amici, ancor più quando si è serva e padrone, questo ha l’indubbio vantaggio di permetterti di stargli accanto e di proteggerlo dai nemici – dalla vendetta di Ardof, anzitutto, perché egli non ha ancora desistito dal suo scellerato proposito. Tuttavia…” Gaius temporeggiò, sentendosi in difficoltà. “Tuttavia, vi ho visti.” Esordì, aspettando che il figlioccio capisse.

 

Merlin lo scrutò, senza intendere. “Cosa…?”

 

“Tu ed Arthur.” Precisò. “Come ridevate, come ti guardava. L’affetto che sta imparando a nutrire per te. Il legame che sta nascendo fra voi.”

 

“Io… non comprendo.” Ammise.

 

“Merlin, non potete diventare amici. Cerca di capirlo.”

 

La ragazza sbatté gli occhi, incredula.

 

“Se il principe si affeziona a te, soffrirà quando te ne andrai. Linette non è destinata a rimanere, ricordalo. Lo ammonì il vecchio, sospirando.

 

Merlin, che stava per ribattere, chiuse la bocca.

 

“Credimi… So come ti senti, so che stai portando un peso enorme sulle tue spalle, tutto da solo, e che ti manca quel sentimento d’amicizia che avevi con lui, ma…

 

Il ragazzo scosse piano la testa.

No. Gaius non poteva sapere come si sentiva. Non riusciva neppure ad immaginarlo lontanamente.

Era stato privato del suo fisico, del suo nome, dei suoi sentimenti.

Imprigionato in un corpo non suo.

E quell’unica consolazione era l’affetto sincero di Arthur.

 

E ora gli veniva chiesto di rinunciare anche a quello.

 

Merlin sentì gli occhi diventare lucidi, mentre si scostava e se ne andava da lì. Ovunque, pur di non rimanere lì dentro un istante di più.

 

Gaius lo richiamò, ma fu tutto inutile.

Linette era corsa già lontana.

 

 

 

Continua...

 

 

 

Disclaimer: I personaggi citati in questo racconto non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.

 

Ringraziamenti: Un abbraccio a Tao, che sopporta i miei scleri. X3
E a Mika, che mi coccola col suo entusiasmo!

 

Note: In realtà, nel Telefilm e nella mia fic, Merlin ha sempre chiamato il principe ‘Arthur’ senza appellativi onorifici davanti al suo maestro, ma stavolta Gaius lo nota, perché è convinto che quella ‘confidenza’ abbia un valore diverso.

E’ dall’inizio del Torneo (quando Gaius insinua quelle cose sulla bandana come pegno) che il rapporto fra i due si è un po’ guastato. Ci girano attorno praticamente da un mese ed ora la cosa è esplosa. Però le cose si sistemeranno, perché Gaius e Merlin si vogliono bene, anche se il confronto/scontro era inevitabile.

Mi piacerebbe davvero sapere cosa ne pensate della reazione del vecchio medico, e intanto vi anticipo la mia opinione (ringrazio Mika che mi ci ha fatto riflettere attraverso i nostri scambi^^).

Anche se ha torto, Gaius non si scusa mai, o quasi mai, neppure nel TF.

E c’è da dire che ci va giù di brutto, però c’è una cosa che mi piace: non si è fermato a criticare il possibile rapporto gay tra il suo figlioccio e il principe.
Arriva persino a giustificarlo, quando gli dice: “So che lo hai fatto per consolarlo, per… ecc…
Cioè. Gaius sa che Linette è un maschio in fondo. E non si scandalizza che Merlin abbia ceduto con Arthur, secondo le sue idee.
E anzi, si preoccupa di ‘eventuali conseguenze’, lì prevale il suo lato medico, quello del buonsenso.
Quando dice: “Se resti incinta, il re vorrà la mia testa”, in realtà è un discorso più ampio del tipo: “Manderai tutto a puttane. Ti cacceranno da qui. Che fine faremo? Che ne sarà di te? Non potrò più proteggerti né aiutarti.” Gaius sbaglia, ma lo fa a fin di bene. Non v’è traccia di egoismo nei suoi pensieri, secondo le mie intenzioni.
E poi si farà perdonare, abbiate la pazienza di leggere il prossimo. ^^

“Se non è buono da conigli, me lo mangio al posto del coniglio…” la frase in corsivo è una forma desueta per dire “se non è capace di fare il suo lavoro…”essere buono’ è come ‘essere capace di/riuscire a’.

 

Tenendo conto che la chiazza è pipì, ha il colore della pipì e l’odore della pipì, Arthur ha una faccia tosta a spacciarlo per the! XD (ma poverino, non si poteva insinuare che gli fosse scappata a letto XD)

Il principe involontariamente bagnato di pipì è un richiamo al cap. 23, quando è nata Arlin.

E, come recita l’adagio, non c’è due senza tre! XD (ma per quello dovrete aspettare parecchio. U_U).

 

Invece, i piedi di Arthur torneranno presto (presto-presto) ad avere i loro ‘cinque minuti di gloria’, come si suol dire.

 

Le informazioni sui tempi di guarigione che ho inserito nel capitolo sono reali (con un’ovvia variazione da caso a caso) sono presi direttamente da enciclopedie mediche e manuali d’ortopedia, essi non variano molto dal Medioevo ad oggi, in quanto le ossa si rinsaldano allo stesso modo dalla notte dei tempi, come mi ha confermato un amico medico.

 

Nessun cane è stato maltrattato per scrivere questa fic. XD

Il nome “Lulah” è un piccolo omaggio alla ‘Zia Lulah’ di QaF, mentre scrivevo il capitolo mi stavo riguardando vecchie puntate e non ho resistito.

Dhella” invece deve il suo nome a ‘Della Reese’, attrice che stimo.

 

 

Precisazioni al capitolo precedente e domande varie: (a random)

 

- So che la seconda anticipazione, che vi avevo lasciato, era un po’ particolare (sconvolgente?), ma volevo che provaste lo stesso sconvolgimento di Gaius, quando crede che Merlin sia andato a letto col principe. Noto con piacere, leggendo i pareri scioccati, che ci sono riuscita!  ^__^

- Apprezzo che ilbla bla’ della lezioncina non vi abbia stancato, mi dispiaceva ‘tradire’ i regolamenti medievali, mettendo solo alcune regole. Perché quello che ho elencato era un regolamento completo, e il mio animo pignolo mi impediva di tagliuzzarlo. X°D

- Gwen ha pochissimo spazio perché è un personaggio di contorno.

Nella mia fic, lei e il principe NON hanno un legame profondo come invece era nella seconda serie, perché questa storia è una ‘what if?’ innestato dopo la fine della prima stagione. Riporto, per comodità, la spiegazione che ho già messo nel cap. 37:

“Nella prima stagione, Arthur e Gwen non avevano un rapporto particolarmente felice, lei lo considerava viziato e prepotente, e arriva persino a sgridarlo a Ealdor per questo, e poi le cose tra loro non sono cambiate di molto, in questa fic. Arthur non ha mai maturato quell’affetto e l’attaccamento visti nella seconda serie; per lui Gwen è la serva personale della sua sorellastra e un’amica di Merlin. (…) Come ogni serva del castello, lei vede Arthur alla stregua di una star: affascinante e inavvicinabile. Punto.”

Secondo me è già molto che lei passi ogni tanto a vedere se Arthur è vivo o morto per fare un piacere a Lady Morgana! XD

Comunque Gwen non è del tutto scomparsa, verrà nominata già nel prossimo con una piccola particina, assieme alla sua padrona.

- Sì, Arthur sente la mancanza di Merlin, ma è troppo orgoglioso (e asino) per ammetterlo e preferisce reagire così.

- La scena del letto dove Merlin gli legge un libro è una delle mie preferite in tutta la storia. Anche io la trovo molto ‘intima’.

- Uther non è mica scemo! Anche lui sa quando è meglio battere in ritirata! XD

- In fondo Arthur è un bambino viziato, sotto certi aspetti. E’ quello che lo rende umano, come tutti. Io adoro quando fa i capricci! *_* (Merlin un po’ meno, ma pazienza XD).

- UnTrattato di Amor Cortese’ è l’insieme dei dettami di comportamento che regolamentano i rapporti fra nobili di sesso diverso. Il concetto è estremamente ampio e non posso dilungarmi qui, ma l’Amor Cortese nasce in risposta alla decadenza medievale dei costumi sessuali dell’epoca.

Il ruolo della donna viene rivalutato e nasce la convinzione che un cavaliere si debba votare all’amore sublimato (e spesso mai consumato) per una dama. Egli è servo d’onore del suo re, ma è servo d’amore di questa dama. L’Amor Cortese non contempla il matrimonio (poiché i legami politici e quelli di cuore mai coincidevano) ed è quindi un amore adulterino per definizione.

L’Amor Cortese che viene presentato a scuola (Dante e Beatrice in primis) è un po’ più avanti, cronologicamente parlando, rispetto alla Camelot della nostra fic, ma dentro ai Cerimoniali di Corte del vecchio Geoffrey c’era sicuramente qualcosa al riguardo da studiare a memoria per non offendere nessuno e scatenare qualche guerra.

- Ahahaha! Gaius non può riempire Arthur di sonniferi perché non gli regali un nipotino! XD
Dovrebbe piuttosto trovare altri rimedi! ^_=

- Sì, Arthur sta sempre più affezionandosi a Linette, sa che lei è una donna, ma è così simile a Merlin gli vien spontaneo trattarla diversamente dalle altre fanciulle con cui ha a che fare.

- E’ interessante quello che è emerso dai vostri commenti. Arthur è un tipo impaziente e senza dubbio è una tortura per lui rimanere fermo così tanto tempo in ozio; ma è altrettanto vero che, avendo perso la sua autonomia anche per le piccole cose, egli si senta minacciato nell’orgoglio: chiunque abbia avuto un certo tipo di incidente sa quanto è umiliante farsi cambiare, imboccare, lavare… e sappiamo quanto è orgoglioso il principino boriosetto, no?

- Anche Linette collassa sfinita dai mille doveri (ne abbiamo le prove giusto in questo capitolo), solo che – nella foga di farsi accettare da Arthur – lei si ‘consuma’ ancor più di Merlin. (Sarò femminista, ma come donne sgobbiamo molto più dei maschi e loro manco se ne accorgono. U_U)

- Aleinad hai indovinato! Era proprio un amico a quattro zampe’!

 

Mi scuso per la prolissità delle risposte, ma avete chiesto tanto e mi sembrava giusto darvi i chiarimenti che volevate! ^^

 

 

Le vacanze sono finite, ma durante le ferie sono riuscita a prendermi un po’ avanti coi capitoli.
Mi piacerebbe postare un capitolo a settimana, se il vostro entusiasmo, le letture e i commenti mi faranno capire che riuscite a seguire quel ritmo. Ultimamente ho rallentato per dar modo a tutti di leggere l’aggiornamento anche con le vacanze di mezzo. Ho anche alcune vecchie fic da caricare.

Buon ritorno al lavoro e buon anno scolastico a tutti/e!

 

 

Vi metto ben due anticipazioni del prossimo capitolo:

 

Merlin non avrebbe mai saputo dire come si era giunti a quel momento.

Era successo tutto troppo in fretta e tutto aveva dell’assurdo, a suo modesto dire.

Un attimo prima era chino dentro la vasca delle sanguisughe a pulirne i vetri lerci, e l’attimo dopo veniva trascinato per un braccio da uno zelante leccapiedi del sovrano.

 

 (…)

 

Fu così che, in meno di mezz’ora, Lin s’era ritrovata suo malgrado ad essere la novella sposa del giovane Pendragon – che non era più un Pendragon, ma Arthur Dintagell, del lontano regno di Trevena –, in viaggio per raggiungere quelle terre distanti dopo il matrimonio appena celebrato.

 

Merlin aveva ancora stampata in faccia un’espressione sbigottita e la bocca spalancata, quando, tossicchiando, Uther riprese: “Data la delicatezza della faccenda, mi aspetto da te il massimo riserbo.” Le rese noto, con il consueto sguardo che non ammetteva repliche. E Linette poté solo inchinarsi e assentire.

 

 

Inizia una nuova avventura! *O*

 

 

Un’ultima cosa.

Immagino che ciascuno di voi si sia fatto una propria immagine mentale di come potrebbe apparire Linette, così fisicamente simile a Merlin, in base alle descrizioni che ho lasciato nel corso dei capitoli.

Io ho salvato alcune immy che ho trovato nel web (disegni in stile fumetto) e che metterò al momento opportuno in determinati capitoli, ma Anna Maria è stata così gentile da mandarmi la sua idea di Linette nata dalla manipolazione dell’ignaro Colin.
Non voglio influenzarvi, perciò non caricherò direttamente l’immagine. Se volete mantenere la vostra ‘immaginazione’ siete liberi di farlo. Per chi volesse curiosare, lascio due link. Anche se si discosta dal mio modello, trovo sia molto carina. ^^

 

 

http://i53.tinypic.com/2agrg38.jpg

 

http://i52.tinypic.com/nq7cjd.jpg

 

 

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elyxyz

   
 
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