Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Segui la storia  |       
Autore: Stukas are Coming    08/09/2011    4 recensioni
Amando da matti The Grudge,non potevo non riorganizzarla un po' a modo mio. E' una storia del tutto indipendente dalla prima e dal suo seguito. Come vedrete i TH e Tom in particolare ci sono sempre, ovvio, ma... In un altra ambientazione.
I luoghi dove sono accaduti fatti di sangue spesso sono maledetti... E chi ci è morto non riposa in pace.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

15

 

Suono di sirene della polizia, sgommate di auto e ambulanze... Cosa diavolo sta succedendo ? Il mio sonno non è come una volta, ora mi sveglio per un nonnulla, ma il fracasso all' esterno farebbe schizzare in piedi anche un ragazzino. Magari c'è stato un incidente. 'è anche un odore acre, di bruciato. Provo a tentare di riprendere sonno e dopo una mezz' oretta mi alzo, incapace di stare a letto; da quando mia moglie è morta quattro anni fa, morta dormendo, il mio orologio interno che regola il sonno e la veglia si è un po' sballato.

Una fitta alle ginocchia mi fa storcere la bocca, maledetta artrosi o artrite o come si chiama!

Vado in cucina e accendo il fornello mettendoci sopra il pentolino per il caffè, intanto guardo curioso fuori dalla finestra... Il caos proviene dalla zona dietro casa mia, e mi riprometto di fare colazione velocissimo in modo da andare subito a vedere. La puzza di bruciato si sente piuttosto bene ed è fastidiosa. Che sia andato a fuoco un magazzino o un' abitazione, ad esempio a causa di una stufa dalla qual è uscita una scintilla ? Mi siedo attendendo che il caffè bollisca e recupero un giornale dalla sedia, scorro le pagine andando alle sportive.
Passati due minuti sento il profumo della bevanda spandersi in giro e mi alzo per versarmelo; dopodiché mi vesto -con lentezza, non sono più un giovanotto- ed esco per dare un' occhiata in giro.

Davanti a casa mia c'è un signore mio amico, uno del gruppetto dei fungaioli di cui faccio parte.

<< Eugenio buondì, sai dirmi cosa sta capitando ? >>

<< Una cosa assurda ! Un incendio, e poi sono morte due persone. >>

<< Incendio ? Dove ? >>

<< La casa... Beh, la casa dell' omicidio, sai. A quanto pare qualcuno ha versato litri e litri di benzina e ci ha dato fuoco >>

<< Le vittime sono due ragazzi, per caso ? >>

<< Si, ma sono stati uccisi da un' altra parte. Non so dove, ma non dentro al rogo >>

Oh no, oh no. Spero con tutto il cuore non siano quei giovani, ma so perfettamente che sono loro. So tutto, anche chi li ha ammazzati.

Per quanto posso corro fino alla casa, i pompieri la stanno inondando di acqua. Le fiammo erano tanto forti che l' hanno quasi rasa al suolo, rimangono le fondamenta e un' unico spezzone di parete annerita puntato contro il cielo come un dito accusatorio. Pezzetti infuocati volano dappertutto e la fuliggine si posa sul terreno scurendolo.

<< Ci sono stati morti ? >>

Domando alla polizia, sperando che mi dicano dove li abbiano trovati.

<< Lei è un parente ? >>

Risponde un tizio guardandomi con aria sufficiente.

<< Non so chi siano le vittime, signore, non posso sapere se lo sono o no. >>

Sbuffa alzando gli occhi al cielo.

<< Abbiamo trovato due ragazzi al lago, annegati ma con segni di mani sulle braccia; è sicuro che li abbiano annegati trascinandoli giù. Uno di essi aveva la mano ustionata. Stiamo indagando per capire se sia stato lui il colpevole del rogo >>

<< Oh, conosco bene la madre, è una mia cara amica ! >>

Esclamo fingendo stupore, e non il dolore che provo adesso. Lui fa una faccia come a dire “dicono tutti così” e volta le spalle per tornare a parlare con i colleghi.

Mi dirigo verso il lago ma stavolta il bosco è un pullulare di carabinieri, gente della scientifica e curiosi, lampeggianti e oggetti simili.

Alla fine li hanno presi. Non so cosa abbiano fatto negli ultimi giorni, non li ho più incrociati, ma su un punto sono certo: pensavano di averle sconfitte e si sono vendicate. La mia pena per quei poveri giovanotti è sincera, sono stati gli unici ad aver avuto anche solo la determinazione di combatterle, gli unici a percepire immediatamente l' atmosfera maligna dentro quello chalet.

<< Signore, signore ! >>

Urla una voce femminile alle mie spalle. Voltandomi mi fermo e una ragazza graziosa mi si para davanti.

<< Si ? >>

<< Vi ho visto assieme ai gemelli pochi giorni fa, sapete dove siano ? Paiono scomparsi, e l' ultima volta che li ho chiamati al cellulare ho sentito un verso... Strano. >>

Deglutisce, si torce le mani e sottovoce bisbiglia:

<< Mi hanno raccontato delle morte. La voce al telefono, quel gorgoglio, non era affatto umano. E' a conoscenza degli avvenimenti, vero ? >>

Intuisco che sia la ragazza di uno dei due, o comunque un' amica e il dolore per la perdita si accentua, unita all' imbarazzo di riferirle che sono morti.

<< Si, certo. Senta... >>

<< Li sta andando a cercare ? >>

<< So dove si trovano. >>

Si rasserena e fa un sorriso.

<< Benissimo, grazie mille ! Posso venire con lei ? >>

<< No >>

Dico subito, non volendo che magari veda i cadaveri. Fa un' espressione stupita.

<< Perchè no ? >>

<< Dirò che hai chiesto di loro, ma preferirei restassi qui. Lo prometti ? >>

Il suo viso si tinge di sospetto.

<< Signore, dovrebbe accettare senza farsi tutti questi problemi, se andasse tutto bene. Per che motivo vuole che non venga ? >>

<< Magari sono ridotti male, che ne so. Resti qui, davvero, la prego. >>

<< No >>

<< Ti darò notizie tra pochissimo, ragazzina ! >>

<< Voglio venire. E cosa significa questa gente, la polizia e la scientifica ? >>

<< Non la porterò da nessuna parte. >>

<< La seguo. >>

Esasperato mi passo una mano fra i capelli.

<< Se entro dieci minuti non torno vieni al lago, va bene ? >>

Sta per replicare e apre la bocca, ma la richiude e mi lancia un' occhiata furba annuendo.

<< Affare fatto >>

Riparto correndo e sforzando le mie vecchie giunture, rischio di cadere e spezzarmi un femore più di una volta ma non ci do peso. Il cuore mi batte forte per la paura di vedere, di conoscere ciò che è accaduto. Vorrei tornare indietro, il cervello ordina alle gambe di fare dietro front ma nulla, devo andare avanti.

I giovani mi piacciono, mi fa tenerezza la gioventù e riporta a galla piacevoli ricordi della mia; vederla distrutta e rotta e sprecata mi fa rabbrividire. Erano bei ragazzi, avevano diritto a una vita lunga. Perlomeno, non finire uccisi da quelle due stronze maledette.

Scanso gruppi di gente sparsi qua e là nel bosco, stanno parlando concitati e indicano la direzione per lo specchio d' acqua. A chi mi ferma ripeto la storia che sono un carissimo amico della madre e mi lasciano passare, man mano il cuore mi arriva in gola.

La riva del laghetto sembra il luogo di appuntamento per una riunione di qualche sindacato, è piena zeppa di persone e fotografi. Verso destra, vicino al pontile dove fino a poco fa c' era una barchetta ora scomparsa, dei nastri arancio e bianchi delimitano uno spiazzo sulla sabbia bianca. So bene cosa ci sia, dentro alla sezione di spiaggia segnata con lo scotch.

Mi faccio strada tra il foltissimo capannello di gente a forza di spintoni e sgomitate e arrivo davanti ad un poliziotto a braccia incrociate, sembra uscito da un film americano.

<< Non può passare. >>

Biascica, simpatico come un gatto attaccato ai coglioni.

<< Conosco i ragazzi. >>

<< Non sarà certo l' unico >>

<< La loro madre è una mia amica di infanzia, ho cresciuto praticamente io quei due ! Devo vederli ! >>

<< Li porteranno all' obitorio >>

<< Voglio vederli qua. >>

Termino seccamente, e il tizio sbuffa di nuovo.

<< E va beh, su, vada >>

Sospira il poliziotto agitando la mano, con un tono come se si fosse fatto un mazzo per il mio desiderio.

Attendo che i colleghi dello stronzo allontanino i curiosi e quando reputo il momento adatto, senza pubblico o altro, passo sotto al nastro. Un paio di lenzuola bianche coprono due corpi, ma da uno spunta una mano e dall' altro un ciuffo di capelli neri.

Sto per correre via ma facendomi coraggio mi inginocchio accanto a quello più vicino da cui affiora la ciocca di capelli e, deglutendo e tremando, sollevo cautamente il lembo del tessuto.

Riconosco il ragazzo androgino, disteso su un fianco e fradicio. Gli guardo le mani ed effettivamente la destra è ustionata, capisco perchè. Forse ha pensato di potere far terminare tutto, o sperava che così agendo non ci avrebbe potuto vivere più nessuno... Ma la donna l' ha trovato.

Di colpo mi rendo conto di una cosa: è strano.

Voglio dire, un morto per annegamento è una cosa orrenda a vedersi, il cadavere è gonfio e brutto. Lui invece è... Intatto. Molto innaturale.

Mi sposto vicino all' altro corpo, il ragazzo con le treccine e i lobi aperti, e noto la stessa identica cosa. E' come se fossero stati immersi in acqua per un secondo e subito tirati fuori, mentre secondo i miei calcoli dovrebbero essere stati immersi per un giorno e mezzo. E' impossibile conservarsi così dopo tante ore.

Afferro il polso del cadavere con il pollice e l' indice e lo lascio con uno scatto: è assurdamente leggero, troppo leggero.

Accidenti, la promessa dei dieci minuti ! Ormai saranno passati ! Mi volto per andare a bloccare la ragazza ma è tardi, la vedo a cinque metri da me.

Ha gli occhi sbarrati.

<< Oddio ma ma ma sono morti, oddio, ma chi sono ? >>

Mi getto a trovare in fretta e furia una storia finta ma, con orrore, noto di aver messo male il lenzuolo e così da sotto il bordo spuntano due treccine. Lei lo vede e si porta le mani alla bocca.

<< No, no, no, Tom cosa ci fai là sotto. >>

Si getta in ginocchio, strappa via il telo e scoppia a piangere abbracciandolo. Sembra una rivisitazione di quei quadri dove c' è la Madonna che sorregge il corpo appena tolto dalla croce di Gesù.

<< Aiuto, aiutatelo, venite a darmi una mano, portatelo in un ospedale ! >>

Grida singhiozzando. Cerco di dirle la verità ma per tutta risposta mi da uno schiaffo sulla mano e seguita a urlare.

In un istante avviene una trasformazione mostruosa.

I capelli diventano lunghi e neri, spandendosi sulle braccia della ragazza, e le braccia dello spettro la stringono con una terrificante parvenza di affetto. Lei urla e io la imito; fa un balzo indietro e mi guarda terrorizzata. Capisco ora perchè siano così ben conservati e leggeri: i due spiriti sono dentro di loro. Sono diventati come la donna e la bambina.

L' allucinazione svanisce e tornano ad essere i corpi di prima, umani eppure non.

Il tremito alle mani e folle, e mi rassegno al terribile consapevolezza che sono perduti. La ragazzina scappa via piangendo e raccogliendo gli sguardi sorpresi degli astanti, e riesco in qualche modo a rimettere le lenzuola sopra i cadaveri.

Un' altra cosa mi rode l' anima, la paura mi stordisce, il presentimento mi fa impazzire: se ora la loro tana è distrutta, cercheranno un altro posto dove andare, doppiamente furiose.

La mia vita dura ancora quattro giorni, e nell' ultimo secondo prima di morire mi chiedo dove sarà il posto nel quale, tra poco, riinizierà tutto.

E questa volta saranno in quattro.

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: Stukas are Coming