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Autore: Lelli 91    09/05/2006    1 recensioni
Il cielo plumbeo e terso fa da sfondo all’immensa città di Tokyo in quest’insolita mattina di metà Settembre. Probabilmente il tempo riesce a riflettere lo stato d’animo di tutti i ragazzi giapponesi, costretti a ritornare sui banchi di scuola dopo tre mesi di vacanze. Ed è proprio così che ha inizio la nostra avventura. L’avventura di cinque ragazze unite dallo stesso magico destino.
P.S. Leggete il commy all'inizio! Il pairing non é il solito (ovvero, x dirne una, non ci saranno Kai-Hilary o yaoi tra Ray e Max -_-) ma vi chiediamo di leggerla ugualmente, anke se siete dei fan sfegatati delle coppie classiche, la trama é carina e, alla fine, piena di colpi di scena. Grazie! Lelli91 e Freddy90
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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E dopo secoli riusciamo ad aggiornare!!! Godetevi questo capitolo!!!

Lelli&Freddy

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Chapter Fourteen = Punishments and fears


All’uscita della scuola, Fede, Ele, Ray e Kai camminavano silenziosamente l’uno a fianco dell’altro, attoniti, smarriti ed annichiliti come non mai, ognuno con le sue ovvie ragioni dalla sua.
Tuttavia, era impossibile dire chi tra loro esibisse l’espressione più stravolta.
Ray, forse il più estraneo alla vicenda, dal suono della campanella ricreatia aveva scrutato e continuava a scrutare ancora in quel momento il mondo intero con occhi stralunati, la bocca serrata e le braccia ritte come due assi pendenti verso il basso.
Ele apriva e richiudeva la bocca ad intervalli irregolari, tra lo stizzito e l’amareggiato, come se fosse perennemente sul punto di dire qualcosa di opprimente e particolarmente sgradevole, senza mai riuscire ad emettere fiato.
Kai, poi, cercava in tutti i modi di mantenere la sua solita espressione impassibile, ma la sua tempia pulsava con troppa foga e le sue labbra erano pressate con troppa vistosità da risultare anche lontanamente credibile.
Fede, invece, appariva la più calma di tutto il quartetto.
Eppure, proprio lei avrebbe avuto tutti i motivi del mondo per non esserselo, dati gli innumerevoli guai e le innumerevoli frecciatine velenose che si era guadagnata dal momento in cui aveva preso le difese di Ivanov.
Ma non se ne curava. Non aveva timore neanche delle domande che i suoi amici, una volta superato lo shock iniziale, le avrebbero rivolto.
Ad ogni modo, sebbene fossero molto diverse tra loro le reazioni che erano scaturite da quell’evento che aveva spezzato bruscamente la loro monotonia, una costante accomunava i pensieri dei quattro giovani…

Fede: No signore! Non è stato Yuri! Sono stata io!
Era bastata quella frase urlata tutta d’un fiato per far calare un silenzio sepolcrale nel corridoio est dell’istituto, mentre gli alunni della 1^ A continuavano a far scorrere i loro sguardi attoniti da Fede, la quale si era fatta avanti e si ergeva fiera ed altezzosa in tutto il suo metro e sessantacinque, al preside, che strabuzzava gli occhi senza riuscire a dire altro, per posarsi infine su Yuri, il quale aveva assunto un’espressione tale che, se non avesse avuto la fama di essere un ragazzo capace solo di provare odio, la si sarebbe potuta riassumere nella parola MERAVIGLIA.
Passò un minuto, ma ancora nessuno si era deciso ad aprire bocca.
Fede: …beh?! Non ha niente da dire, signor preside?!
Prof. Mori: …signorina Hoshino… Ivanov ha…
Fede: come?! Forse non mi ha sentita bene! IO ho buttato quel mozzicone per terra! Gliel’ho appena confessato! Yuri non c’entra niente!
Prof. Mori: …m-ma…
Fede: …niente ma… non merito forse una punizione? Faccia il suo dovere, professore…
Annichilito, il professor Mori scrutò a fondo gli occhi color giada di Fede, cercando di penetrare quella gelida barriera nella quale si erano trasformati, ma di fornte all’ostinazione della ragazza non potè far altro che…
Prof. Mori: …bene… molto bene… una settimana di punizione per la signorina Hoshino, da scontare nel medesimo modo di Ivanov… dopotutto… era quello che voleva, immagino…
Le labbra di Fede si curvarono per un istante, tanto breve che quando tornò seria la sua espressione era così dura che molti credettero di esserselo immaginato.
Suonò la campanella.
Agli alunni fu intimato di rientrare nelle rispettive aule.
Fede lanciò a Yuri un’occhiata inintepretabile (ricambiata con la stessa moneta), poi tornò in classe.
Si sedette e chiuse gli occhi, decisa a non aprire bocca con anima viva, immaginando di essere bersagliata da una miriade di domande di lì a pochi secondi.
Ma non aveva fatto i conti con lo stupore paralizzante che aveva suscitato.
Nessuno le rivolse una parola, né prima dell’arrivo del professore, né al suono della campanella.
E arrivò la fine delle lezioni…


Da quell’episodio in poi, tra i quattro era calato il silenzio più teso che potesse esistere, un’incomunicabilità che nessuno aveva il coraggio e la voglia di spezzare, neanche per parlare di cose futili come il tempo del giorno.
Ma Fede (con troppo ottimismo) credeva bene che tutto ciò sarebbe presto finito, che la mattina seguente tutto sarebbe tornato al suo posto e che la sua decisione, una volta superata la titubanza iniziale, sarebbe stata accettata se non addirittura lodata…
Ma lei non si trovava accanto a Kai, trovandosi i due ai poli opposti del quartetto, e non poteva certo vedere la tempia che gli pulsava vertiginosamente da tempo; altrimenti, avrebbe potuto sicuramente intuire in anticipo il motivo per il quale, la mattina seguente, ad attendere lei e sue sorella alla porta della loro villa ci fosse solo Ray…

Ray: …buongiorno ragazze…
Ele: Ray!!!
Fede: …’giorno…
Scrutando con occhi assenti la sorella che correva ad abbracciare il fidanzato, Fede cominciò ad incamminarsi silenziosamente verso la scuola.
La sua mente galoppava.
Perché Kai non era venuto? Era forse ancora per quella storia del giorno prima? Possibilissimo, dato quanto lui e Yuri si odiavano… eppure… lei aveva sperato così tanto di essere capita…! O almeno di essere considerata!!! Perché aveva un ragazzo talmente orgoglioso da non essere capace di chiederle spiegazioni, invece di chiudersi in un silenzio ostinato?!
Con questi interrogativi che le frullavano per la testa, Fede varcò la soglia della hall della scuola.
Alla sua vista, tutti i presenti (bidelli e professori inclusi) comunciarono a mormorare fra loro, additandola.
Fede: “…le notizie corrono…!”
Con aria indifferente e distaccata, la giovane si incamminò con passo sostenuto verso la propria classe, compleamente vuota, dato l’orario anticipato.
Sedette sulla propria sedia con un sonoro sbuffo di disapprovazione, riavviandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, ed aspettò.
Passarono i minuti. Arrivarono Ele, Ray, Takao e molti altri suoi compagni. Solo Kai non si era ancora fatto vivo. Arrivò giusto in tempo per il suono della campana, qualche attimo prima della professoressa Sumimoto.
La salutò, ma non si limitò ad altro.
Fede fece per aprire bocca, quando una frase della professoressa le soffocò tutto in gola.
Prof.ssa Sumimoto: bene, ragazzi! Oggi ho preparato per voi una bella verifica a sorpesa!

***



Quando suonò la campanella della ricreazione, gli alunni della 1^ A erano tutti così stravolti e stizziti che schizzarono fuori dall’aula a guisa di una mandria impazzita.
Takao: …COMPITO IN CLASSE A SORPRESA! COME HA POTUTO?!
Prof: ..suvvia, Takao… non era poi così difficile…
Max: la fai facile tu, prof… sei un genio!
Takao: COMPITO IN CLASSE A SORPRESA!
Confondendosi tra i propri compagni, Fede riuscì a sgattaiolare inosservata nel cortile e a dirigersi in un angolino ombroso che aveva scoperto da poco, nel quale sarebbe stata coperta dalle occhiate indiscrete ed accusatorie dei suoi compagni di scuola.
Guardandosi accuratamente intorno, Fede sedette con espressione rassegnata su di un masso di pietra lavica, eroso per metà. Con fare serafico ed imperturbabile, la giovane estrasse dalla tasca interna della divisa il proprio walkman.
Fatte aderire le cuffie ai padiglioni delle orecchie, si isolò dal mondo.

Nonostante, però, Fede fosse stata molto attenta a non farsi scoprire, ad averla adocchiata erano state almeno un paio di persone.
E tra queste, c’era Yuri Ivanov.
Il quale la osservava rapito, turbato, confuso, mentre centinaia di domande che avrebbe voluto rivolgerle gli affollavano la mente, accavallandosi e fondendosi tra loro, mandandolo in tilt più del dovuto…
Il che era già di per sé paradossale.
Come aveva potuto una ragazzina come la Hoshino, che meno di una settimana addietro aveva tutto il suo disprezzo, riuscire a penetrare la sua barriera di gelidità come solo Karen c’era riuscita?
Doveva parlarle… doveva capire…
Risoluto, Yuri si voltò verso il cantuccio dove Fede si era rifugiata, deciso a parlarle, ma presto dovette disilludersi, perché la giovane non era più sola ma era immersa in un’aspra discussione con la sorella.
Avvilito, il giovane capitano dei Demolition Boys se ne tornò in classe.
Yuri: “…stupido… STUPIDO YURI!”

***



Kai se ne stava seduto a braccia conserte sul suo banco, nella medesima posizione nella quale la professoressa Sumimoto lo aveva lasciato.
Se non fosse stato per il regolare alzarsi e riabbassrsi del suo torace, dato il consueto pallore che gli imbiancava le guance, lo si sarebbe potuto credere morto…
I pensieri del russo si strascicavano svogliati attraverso l’ennesimo, oscuro meandro della sua mente, quando la porta dell’aula si aprì ed entrò Ray, con in volto dipinta un’espressione pietosa.
Ray: “…povero Kai…! È proprio a terra…!”
Con discrezione, il cinese si sedette accanto al proprio compagno di squadra e rimase ad osservarlo in silenzio, donandogli semplicemente la sua muta compagnia.
Passò qualche altro, interminabile minuto, quando nell’aula irruppero Takao e Max, che ridevano come al loro solito.
Takao: …ahahahah…! Oh… Kai! Ray! Che ci fate qui tutti soli soletti?!
Ray: “…oh…no!”
Max: …sai, Takao… forse anche Ray ha litigato con la sua ragazza…! Magari Ele si è messa a fraternizzare con Huznestov!!!
Mentre Takao e Max scoppiavano nuovamente a ridere, Ray si voltò frettolosamente verso Kai, e vide la sua ormai famosa tempia che pulsava frenetica.
Kai: …ah…ah…ah… davvero… molto divertente, Max! Da quando il tuo neurone si è così evoluto da saper formulare una battuta?!
Takao e Max si ammutolirono all’istante.
Non era vero, Max di battute ne sfornava alla stregua di un panettiere con le sue pagnotte, tanto da meritarsi la denominazione di CLOWN dei BLADE BREAKERS, ma in quel momento Kai era così furioso che sarebbe arrivato persino a dire che Takao anteponeva il suicidio a Caty…!
Schiumanti di rabbia, Takao e Max stavano per scagliarsi contro Kai, e Ray, suo malgrado, si accingeva a fare la parte del pacere, quando la campanella risuonò chiara in un momento mai così opportuno…

***



All’uscita, il clima che regnava tra i nostri protagonisti non era dei migliori.
Takao e Max erano arrabbiati con Kai e lo stesso valeva per Ray, dato che il russo si era scagliato anche contro di lui, nonostante non c’entrasse nulla; Fede aveva finito col litigare con Ele e non rivolgeva REALMENTE la parola a Kai da prima di Pasqua.
Almeno, fino a quando Kai non la trattenne per la mano, proprio mentre stava per dirigersi al bagno che doveva pulire.
Kai: …Fede.
Senza dire una parola, Fede si voltò verso il russo, cercando di rimanere seria e non far trasparire l’enorme felicità che il ragazzo le aveva dato prendendo l’iniziativa.
Kai: dobbiamo parlare
Fede: loso.
Controllando che non ci fosse nessuno a portata d’orecchie, Kai lasciò che la ragazza si accomodasse accanto a lui e prese a fissarla con intensità.
Kai: …potrò esserti sembrato una carogna per non averti rivolto la parola in questi giorni, Fede, ma l’ho fatto perché non capivo… avevo paura. Davvero, Fede… ho provato in tutti i modi a mettermi nei tuoi panni, ma proprio non sono riuscito a capire come tu ti sia potuta mettere dalla parte di Ivanov. Proprio lui, che ha picchiato tua sorella fino a farla entrare in coma, lui, che ha rapito Caty rischiando di farcela perdere per sempre, lui, che ci ha fatti lasciare, lui, che ha picchiato Karen… che l’ha mandata in coma… tutto questo ho pensato, e più le immagini di coloro che hanno sofferto per lui mi passavano davanti agli occhi più non capivo… e pensavo a Karen… è stato soprattutto il suo pensiero a farmi dapprima chiudere e poi ribollire di rabbia. Proprio adesso che Karen è in coma quasi irreversibile, proprio adesso che ho più bisogno di te, lui ti sta allontanando da me come ha fatto anche con lei… lei che, come te, voleva aiutarlo… e guarda dove si trova adesso: in un letto di ospedale, da mesi! Mi sono arrabbiato… mi sono rattristato... ed ho capito che non voglio perdere anche te… come stavo quasi per perdere Karen…e come forse già l’ho persa… Fede… stai facendo una follia…!
Al di là di ogni previsione che era mai stata fatta sulle reazioni emotive di Kai, due grandi lacrimoni simili a grosse perle argentee presero a fromarsi negli angoli dei suoi occhi color amaranto.
Fede: …Kai…
Prima di riuscire a formulare qualsiasi pensiero coerente, la giovane si ritrovò a stringere forte a sé il ragazzo tanto amato, mentre i due scoppiavano a piangere all’unisono.
Fede: …Kai… perdonami… io ti amo… non volgio farti soffrire per nessuna ragione al mondo… ma io…
Kai: …so cosa vuoi dirmi… tu lo vuoi aiutare… sei troppo buona… sei troppo dolce… sei la persona migliore che conosco… come Karen… e so che, come lei, non puoi essere fermata… quindi ti dico solo… non ti appoggio… ma ho fiducia in te… vai… ti voglio bene piccola…
Dopo averle scoccato uno squisito bacio sulla fronte, il russo si staccò da lei e, ripulite frettolosamente le lacrime, la spinse verso il bagno, resosi conto di averla fatta attardare troppo.
Kai: …ti aspetto all’uscita…
Fede: …grazie, Kai…

***



Quella settimana volò.
E il clima che lasciò era molto diverso da quello che aveva trovato.
Lo stesso pomeriggio della riappacificazione tra Fede e Kai, Ele, Caty e tutti gli altri fecero pace con chi di dovere e la scelta di Fede fu approvata con sincera benevolenza.
E non era tutto.
Il rapporto tra Fede e Yuri era di gran lunga migliorato ed aveva fatto nascere trai due una solida amicizia.
Con questo, non vogliamo dire che Yuri divenne tutto all’improvviso un dolce e mansueto agnellino, ma che in compagnia di Fede si faceva molto più umano, se lo si sapeva prendere…

Quella mattina, al suono della campana che annunciava la fine delle lezioni, Fede stava per avviarsi verso quella che sarebbe stata la sua ultima ora di punizione con Yuri, quando Ele e Kai la bloccarono per un braccio.
Ele: Fede.
Fede: ditemi.
Kai: …possiamo venire a vederti oggi?
Fede: …cosa?!
Ele: …beh… dici che Yuri è migliorato tanto…!
Kai: vorremmo vedere con i nostri occhi, insomma.
Fede: e come? Vorreste spiarci?
Ele: …spiarvi è una parola così grossa…!
Kai: non faremo nulla di male, te lo promettiamo…
Fede: …uff… e sia… ma se succederà qualcosa di brutto non ve lo perdonerò molto facilmente…
Ele/Kai: Ok capo!!!
Senza dire una parola di più, Fede si voltò e si diresse a passo sostenuto verso il piano superiore, dove si trovava il bagno che quel pomeriggio lei e Yuri avrebbero dovuto pulire…

Nel frattempo, Yuri era già al lavoro.
E mentre ripuliva energicamente il pavimento del bagno, la sua mente lavorava, concentratissima.
Si sentiva un peso opprimente all’altezza dello stomaco, era una cosa al contempo bellissima e dolorosa, che gli frullava nella testa da quella mattina.
Si era affezionato a Fede.
E questo non doveva succedere, proprio no!
L’ultima volta che si era affezionato a qualcuno, c’era mancato poco che questo ci rimettesse le penne!
Non poteva finire così anche quella volta, non con Fede che lo aveva trattato così bene…!
Doveva trovare una soluzione… e alla svelta!

***



Fede: Yuri?! Yuri, dove sei?!
Sorridendo con semplicità, Fede fece un giro su se stessa, ammirando il lavoro che già il suo amico aveva fatto, compiacendosi di essere riuscita ad istruirlo così bene…
In quella, la porta di uno dei bagni si aprì di scatto, facendola trasalire.
Mentre Fede si voltava, Yuri le si avvicinò, lanciandole continue occhiate tra il truce e l’addolorato.
Fede: …YURI!!! Per poco non morivo d’infarto…
Il moscovita non disse nulla, ma continuò ad avvicinarsi pericolosamente a lei.
Fede: …Yuri…?! Ma che cosa hai?! Sei strano!! Stai bene?!?
Cominciando ad avvertire i primi segnali di paura, Fede indietreggiò lentamente, fino a quando non si ritrovò con le spalle a muro.
Yuri continuava ad avanzare.
Fede: …Yuri… mi fai paura…!
Negli occhi color del ghiaccio del moscovita saettò un lampo di disperazione.
Un attimo dopo, le sue labbra erano premute prepotentemente contro quelle di Fede.

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Bastarde vero?! Fateci sapere cosa ne pensate!!!

Lelli&Freddy
  
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