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Autore: KatherinePierce7    08/09/2011    0 recensioni
La storia di un ragazzo che rivuole la sua amata, una storia d'amore e forze più potenti di se stessi....
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Galoppavo verso Townsville, dove, nel Saloon più grande della città, mi aspettava colei che rallegrava i miei giorni, Jenny. Già me la immaginavo bellissima nel suo vestito preferito, bianca e vaporosa la gonna, mentre il corpetto, dello stesso colore, esaltava le sue forme perfette. Di sicura avrebbe avuto anche il cappello che le avevo regalato per il suo compleanno, pensai. Sembrava proprio un angelo. Risi. Finalmente arrivai nel Saloon di Townsville. Non vedevo l'ora di incontrare
Jenny, così smontai dal cavallo, lo legai, e, velocemente, aprii la porta del locale. 
Lo spettacolo che mi si presentò fu raccapricciante. 
Un bagno di sangue. Corpi agonizzanti.
No, non poteva essere. Townsville non era una città di delinquenti. NO, NO, NO!
Subito la cercai. Ma Jenny dov'era? gridai, facendomi avanti tra tutto quello scempio. Ad un certo punto vidi un batuffolo di tulle bianco muoversi leggermente. Era lei. La mia Jenny. Subito la presi in braccio, facendo attenzione a non fargli ancora più male. mi sussurrò debolmente. le risposi prontamente. La portai fuori e la caricai sul cavallo; dovevo al più presto raggiungere un medico. Feci mente locale: il dottore non era lontano. Mi precipitai nel suo studio col cuore in gola. Jenny continuava a perdere sangue. Non appena il dottore, un mio caro amico, mi vide e soprattutto vide Jenny, chiese immediatamente cos'era successo, ma mi limitai a rispondere e allora cominciò il suo esame di valutazione delle ferite NO! Pensai tra me ero disperato dalle parole che avevo appena sentito e non volevo pensare un solo secondo che avrei potuto perderla per sempre... 
Finalmente stava bene, Patrick era riuscito a salvarla, ma era diversa... Non era più la mia Jenny, la dolce ragazza che avevo conosciuto nel Saloon di Townsville, ora era "cattiva", ma io non riuscivo a smettere di amarla, e più le stavo vicino, più mi sembrava che lei si allontanasse. Poi un giorno capì. Non mi amava più. Era l'unica soluzione possibile, e continuava a fluttuare nella mia mente... 
Non glielo feci notare che avevo capito tutto, più che altro perchè non la vedevo mai, era sempre fuori che si esibiva, diceva lei. 
Ma un giorno, dopo aver cenato, mi disse che doveva parlarmi di una cosa importante, e ci sedemmo sul divano di pelle nera; cominciò lei no, pensai, non dirmi che non mi ami più, non dirmi che ti sei innamorata di un altro... Ti prego, dimmi che ti dispiace se mi hai trascurato, che mi ami ancora! piangevo, e anche lei; non capivo perche mi stesse dicendo quello, aveva detto che mi amava, e allora che senso aveva "non possiamo più stare insime"? Ma furono le sue ultime parole a spezzarmi il cuore non mi diede il tempo di replicare, che prese il mantello e uscì dalla porta. Per un attimo rimasi immobile, a digerire le parole e il gesto che aveva appena fatto, poi mi fiondai alla finestra più vicina per cercarla con lo sguardo, ma non c'era già più. Jenny, la mia Jenny, se n'era andata. 
Nelle settimane seguenti non feci molto, a parte pensare a quello che mi aveva detto, e più ci pensavo, più mille domande mi saltavano in mente; chi aveva lasciato in quel modo il Saloon? E perchè proprio quel Saloon? Perchè Jenny aveva detto che mi amava ma non potevamo stare insieme? Cosa voleva dire? 
Non riuscivo a dare una risposta a nessuna di queste.
Pensai che avrei potuto indagare per risolvere almeno una domanda: Come aveva fatto Jenny a riprendersi così velocemente dopo le cure di Patrick? Decisi quindi di andare da Patrick a chiedere informazioni.
lo salutai cortesemente
mi rispose, ma non appena pronunciò il suo nome, un velo di tristezza mi prese posto in faccia.
ora era un pò allarmato.
Non ci credevo. Patrick sapeva più di quel che voleva dimostrare.
usai un tono di voce pacato, come se fosse naturale che mi mentisse, ma c'era un velo accusatorio nella mia voce.
lo supplicai.
Mi girai e corsi fuori dallo studio di quel traditore che non voleva dirmi cosa stesse succedendo, ma mentre uscivo, gli urlai e scappai, scappai nell'unico posto che avevo per pensare. Il Saloon. Appena entrato rimasi un pò sorpreso, non si vedeva più una macchia di tutto il sangue visto una o due settimane prima. Mi avvicinai al bancone e chiesi un Whisky, appena lo ebbi finito ne ordinai un'altro, e poi un'altro ancora, e ancora finche non ero completamente ubriaco. Mi piaceva quella situazione. L'alcol non mi faceva pensare a Jenny, rimuoveva il dolore, ma non del tutto. Jenny urlava nella mia testa, e non riuscivo a farla smettere. Urlava ancora dopo 17 bicchieri di Whisky, non capivo bene le parole, ma sembravano qualcosa come e io rispondevo a voce alta . A quel punto tutti nel locale mi guardavano esterrefatti, non capendo le mie parole, quindi mi fecero stendere a terra e mi buttarono in faccia tanta acqua fredda quanto bastava per farmi tornare in me. 
E alla fine ci riuscirono. Tornai in me. Mi scusai e me ne andai da quel posto...  Tornai a casa, l'unico posto dove potevo stare da solo, ma ci trovai una persona che non avevo mai visto, con i capelli corvini e gli occhi castani. Si presentò senza che chiedessi nulla < Mi chiamo Victor, sto cercando Jenny> Jenny? Chi era quell'uomo, e perchè cercava Jenny? rispose immediatamente, quasi sapesse già cosa gli avrei chiesto vampiro? Chi era costui, e perchè si prendeva gioco di me? Lo guardai con faccia interrogativa, ma si limitò a rispondere > ok, ora non mi interessava più che era un vampiro, aveva detto che era qui per aiutarmi a ritrovarla, importava solo questo ora. detto questo si scagliò contro di me e mi morse l'arteria della gola, nel punto esatto per uccidermi. Ma non morì. Anzi, mi sentivo più forte, più veloce, sentivo tutti i muscoli tesi, pronti a saltare. Sentì anche una nuovissima sensazione per me. Avevo sete, ma il bicchiere d'acqua posto sul tavolino non mi attirava. Mi attirava un odore giù in strada, dove in quel momento stavano passando delle persone.
Mi indicò la strada.
Mi buttai in strada, non riuscivo a fermarmi, ci provavo ma non ci riuscivo e in un momento avevo i denti nel collo di un signore e gli succhiavo via il sangue. Sentivo che circolava dentro di me, lo sentivo e ne godevo! Capivo quello che stavo fancendo e ne ero inorridito, ma non riuscivo a fermarmi. Quando staccai le labbra dal collo dell'uomo l'altro mi guardava spaventato. E ora che faccio?
Lo guardai dritto negli occhi e lui ripetè pari pari le mie parole, ma in prima persona.
Subito presi il corpo ormai privo di sangue e ritornai di fretta in casa, dove c'era ancora Victor, ora seduto sul divano. Fu lui il primo a parlare risposi in modo automatico, non feci in tempo a pensare quello che stavo per dire, che la mia bocca stava già emettendo le parole che pensavo
concluse semplicemente. 
NO! Non avrei ucciso per sempre... mi voltai e corsi via, nel deserto... 
Qualche giorno dopo arrivai in una cittadina tranquilla, e l'istinto prese ancora una volta il sopravvento. Dopo aver nascosto i corpi, questa volta erano due, mi incamminai nel Saloon, dove di solito si incontrava la gente del paese.... Non appena entrai, rimasi immobile. Sul palco, cantava, accompagnata da un pianoforte, Jenny. Appena la vidi provai un moto di rabbia verso di lei, ma ben presto la felicità di rivederla coprì la rabbia. Dovevo avvicinarmi, abbracciarla... Mi avvicinai al pianoforte e gli imposi di poter suonare, Jenny aveva gli occhi chiusi, e non si rese conto di me, ma, appena il musicista si spostò per farmi suonare e iniziai, spalancò di scatto gli occhi e mi fissò. Non sapendo cosa fare, continuai a suonare, e le note risultavano più melodiose suonate da me, era la musica di un'angelo, era la mia musica, che avevo scritto per lei, ma che non avevo mai avuto il coraggio di suonargliela. Ma lei l'aveva riconosciuta, non sapevo come avesse fatto... Ma ne ero contento.
Non appena finii la conzone il pubblico esibii un prolungato applauso, sia a musicista che a cantante. Jenny tornò nel suo camerino, ed io la seguii. Mi doveva delle spiegazioni. Bussai, lei mi fece entrare e la spiai da davanti al paravento. Era perfettamente come la ricordavo, solo particolare era cambiato. Sembrava più perfetta di prima, le curve più definite, i capelli ancora più millimetrici... O forse era il mio occhio da vampiro a notare quelle cose. Uscii da dietro il paravento e mi parlò Cominciavo a capire... Lei mi amava talmente tanto, che per non farmi del male era dovuta scappare... mi interruppe le sorrisi. E le raccontai tutto quello che era successo mentre lei non c'era. 
Non avevano un senso due cose, però. Perchè Victor aveva bisogno di lei e che cos'era effettivamente successo nel Saloon, ma non ci importava molto. Finalmente eravamo insieme, e mai e nessuno ci avrebbero più separati.
  
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