Capitolo
tre
Daydream
26
Dicembre
1892, Gingertown, Archadia.
Ahi, quanta bellezza.
Il parco dove ci trovavamo
stranamente
risaltava dei caldi colori dell’autunno (pur essendo
già entrati in inverno):
foglie gialle, rosse, arancioni e marroni si sollevavano da terra
sfruttando la
presenza di un soffice venticello.
Osservare in silenzio i suoi
capelli,
dannatamente belli e luminosi, di un rosso incandescente e che le
arrivavano
oltre le spalle, mi distraeva da tutti i miei problemi. Quella ragazza
non aveva
nemmeno vent’anni eppure aveva già il potere di
stregarmi, mi conquistava ogni
secondo di più, manipolava mente, corpo e anima; ma lei non
lo sapeva.
Sono innamorato di lei, del suo
sorriso
raggiante, dei suoi occhi angelici, celesti e freschi come acqua di
ruscello,
la sua bellezza era ammaliante, andava oltre ogni immaginazione.
Il mio cuore palpitava ad una
velocità
impressionante quando i nostri sguardi si incontravano, ma cercavo
sempre di
distoglierlo per primo, per non sembrare troppo maleducato .
Era molto serena e sfoderava il suo
sorriso ogni volta che ne aveva l’opportunità.
Un autentico spettacolo della
natura.
Poi mi chiamò. Mi
chiamò per nome! Il mio
cuore esplodeva. Seduti su panchine diverse, relativamente vicine,
separate
soltanto da un albero.
- Ludwig! Ludwig, svegliati!-
La mia testa! La mia povera testa
esplode! Dio mio, che diavolo è successo?
Ah, ma allora è stato
tutto un dannato
sogno.
Mi sono svegliato ripensando a
quella
ragazza, ma solo ora mi rendo conto di essermela inventata. Sembrava
talmente
reale! Lo ammetto, avrei preferito continuare a sognare.
All’inizio ho provato
a riaddormentarmi per riprendere il sogno da dove l’avevo
lasciato, per
rivederla di nuovo, ma con i vestiti bagnati era davvero difficile.
I vestiti bagnati! Mi ero
completamente
dimenticato! Dove diavolo mi trovo?
Sono arrivato alla foce del fiume!
Ma
come ci sono arrivato qui?
Avevo intenzione di tornare
indietro
seguendo la riva, ma la via era bloccata da alcuni massi.
Chissà come sono
arrivato qua, devo aver
percorso chilometri interi galleggiando, sono fortunato a non essere
annegato!
Non mi resta che andare avanti.
Zaino in spalla, sono costretto a
lasciare il lume a olio, diventato ormai inservibile.
Sulla destra si apre un sentiero,
non
molto comodo a dirla tutta, ma l’unico possibile.
L’esperienza di ieri era più
che sufficiente.
Comincio a seguire il sentiero.
Si sviluppa quasi completamente in
salita, è ricco di alberi e rocce, ci sono anche parecchie
vipere, ma i miei
fidi scarponi non mi abbandonano, grazie a Dio, almeno loro.
Poi mi torna in mente la strana
figura
che ho visto prima di perdere i sensi.
Il mio cervello afferma di non
averla
mai incontrata prima d’ora, ma il mio cuore mi suggerisce di
cercare più a
fondo nella mia memoria…
Vuoto totale.
Mmmm, troppe riflessioni, mi gira
la
testa.
Prima la bellissima ragazza, poi
l’uomo…
Mi gratto la testa e mi accorgo,
con mio
grande orrore, che ho i capelli interamente intrisi di sangue.
Devo aver battuto la testa su
qualche
scoglio, la ferità non è molto profonda, ma
è larga, meglio sbrigarmi a trovare
la prossima città.
Finalmente a metà
sentiero incontro il
primo segnale, indica che la prossima città dista solo due
miglia dalla mia
posizione attuale, mi conviene sbrigarmi.
Neval, questo il nome della città, è
molto diversa da come me la
aspettavo.
Importante città
portuaria, non l’ho mai
visitata da bambino perché i suoi pescatori mi incutevano
autentico terrore.
Barbuti, alcuni senza gamba, altri
ciechi, altri ancora senza braccia, allora pensai che la
città avrebbe dovuto
rispecchiare l’aspetto degli abitanti. Quanto mi sbagliavo.
Una delle città più belle che io
abbia mai visto.
Alberi maestosi, mostrano tutto il
loro
incanto con effetti di luci e ombre, danzando armoniosamente sulle
panchine del
parco.
Il parco. Il parco! E’
identico a quello
del sogno! Ma questo significa che…
Ed esattamente sulla stessa
panchina che
avevo sognato c’era la ragazza che avevo sognato la mattina
stessa.
Ho ripreso a
sognare, ma stavolta a
occhi aperti.
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In un modo eccessivamente imbarazzante e inutile mi presento. Sono un ragazzo come tutti gli altri, ma con qualcosa in più. I miei genitori sono morti dopo un naufragio e di loro non si sa più niente. Vivo da solo, distrutto dalla depressione e dalla solitudine. A 22 anni comincio il mio viaggio alla ricerca del senso della mia vita, ma scoprirò presto molti dettagli interessanti. In un mondo abitato da creature mitologiche, poteri incredibili e strani personaggi inizia la mia avventura. Amori, tradimenti, amicizie, problemi adolescenziali, colpi di scena, voglia di immaginare... questo è il mio mondo. Ludwig Loodle non è altro che il mio alter ego, un ragazzo che soffre dei miei stessi problemi: desidero riuscire a esprimere correttamente tutti i miei sentimenti attraverso la scrittura di questo libro a puntate e anche aiutare chi si trova nei miei stessi panni. Spero che tutto ciò possa essere di vostro gradimento e aiutarvi a riflettere, in un modo, o nell'altro. Questo è il mio diario.
La mia pagina su facebook è http://www.facebook.com/pages/Il-diario-di-Ludwig-Loodle/161069023959882?ref=ts, il mio blog http://thediaryofludwigloodle.wordpress.com/ ... spero vogliate visitarlo e lasciare commenti, apprezzerei molto anche le critiche in quanto occasione per migliorare il mio lavoro. Se noto che raggiunge un alto numero di lettori interessati e sinceri riguardo le ottime potenzialità del libro, potrei anche mettermi in testa di pubblicarlo... per ora, penso a finirlo ;)