Capitolo
quattro
Korm
26
Dicembre
1892, Neval, Archadia.
Non penso di aver mai fatto una
figura
peggiore in vita mia davanti ad una ragazza.
Ero fermo e la guardavo.
A bocca aperta.
Direi anche con la faccia da ebete
e un
po’ di bava che colava dal margine della bocca, ma sono
dettagli. Fatto sta che
la parte idiota in me assopita da appena due giorni si è
risvegliata di colpo,
e proprio nel momento in cui avrei dovuto espellerla dal mio corpo.
Non so quanto tempo sono rimasto
lì ad
osservarla, forse ore, ma lei non sembrava minimamente turbata, anzi
sembrava
divertita.
Posso assicurare che la sua risata
non è
terrena.
Ascoltarla mentre ride è
stata una delle
esperienze più celestiali mai vissute finora: dalle sue
dolci labbra emetteva
una voce così pura, che faticavo a credere a ciò
che ascoltavo.
Voi magari penserete che sto
esagerando,
e forse è così. Quando lo dico io che
l’amore fa male.
-Scusi posso aiutarla?-
-Ehm no, no, non si preoccupi, anzi
si,
no lasci perdere, mi scusi ho le idee un po’ confuse...-
-Beh un po’ si nota,
sicuro di sentirsi
bene?
-Veramente no, infatti devo cercare
subito un medico, devo aver sbattuto la testa e mi sento leggermente
debole, ma
nulla di preoccupante.
-Mio padre è un dottore,
può aiutarla
lui, mi segua.
La ragazza ha abbandonato il suo
dolce sorriso
nel momento stesso in cui ha visto i miei capelli sporchi e incrostati
di
sangue secco, e ha capito che non sono pazzo; almeno su questo mi sono
salvato.
La casa non è molto
distante dal porto,
dopo cinque minuti di camminata si intravedeva già
un’insegna di legno
attaccata sopra la porta di quello che sembrava un cottage stile
inglese.
L’insegna recitava
“Dottor K. Kingsley”.
-Oh mi scusi tanto signorina, che
sbadato, non mi sono ancora presentato, il mio nome è Ludwig
Loodle.
-Molto piacere, io mi chiamo Kelly,
e da
come può vedere dall’insegna, il mio cognome
è Kingsley. I miei nonni erano
maniaci riguardo la scelta dei nomi, le iniziali dovevano essere le
stesse sia
per il nome che per il cognome, è una regola di famiglia- mi
disse lei
sbuffando e con un sorriso un po’ strano, non senza
nascondere un po’ di
imbarazzo.
-Oh non si preoccupi, i miei
genitori
non erano da meno- risposi io cercando di sembrare leggermente
più disinvolto.
Entrammo in casa. Era uno splendido
cottage in stile rinascimentale, tutti i mobili erano antichi e di
legno
massiccio, con intarsi molto belli. I proprietari dovevano avere un
buon gusto,
e anche parecchi quattrini.
-Ludwig, ti presento mio padre Ken.
Papà, quest’uomo ha bisogno delle tue cure.
-Ludwig Loodle, molto piacere
signor
Kingsley. Ieri ho attraversato il torrente con una zattera e ho battuto
la testa,
però non penso che sia grave.
-Mi lasci dare
un’occhiata… No non è
grave, ma è una ferita larga e potrebbe cominciare ad
infettarsi presto. Kelly,
portami il necessario per disinfettare e suturare la ferita, appena hai
fatto
vai a chiamarmi lo zio Korm.
-vado subito
papà…
Continuavo a guardare la ragazza
che
usciva dalla stanza, il suo abito fluente che accarezzava il pavimento
in
mattoni e i capelli che volavano in perfetta armonia con
l’aria fresca di
campagna.
Ken mi rimproverò
amaramente su come
guardavo sua figlia, essendo l’unica della famiglia ed ancora
molto giovane,
nonché ingenua: dal suo comportamento capivo che era molto
attaccato alla sua
famiglia e non mi avrebbe mai permesso di andare dietro a Kelly senza
prima
avermi conosciuto e strapazzato per bene. Meglio un passo alla volta,
ho
pensato.
Finalmente Kelly tornò
con gli attrezzi,
questa volta però non riuscii a guardarla in faccia.
Non era colpa sua ovviamente, se
fosse
stato per me avrei continuato a fissarla per anni, c’era
qualcos’altro che
aveva catturato la mia attenzione, e la risposta era subito dietro di
lei.
Korm, lo zio di Kelly,
nonché fratello
maggiore di Ken, era il vecchio pescatore barbuto e senza braccio che
non
riuscivo a guardare da bambino, ed era l’uomo che avevo visto
al di là del
fiume.
-Ciao Ludwig, ci si rivede!-
Esclamò il
vecchio con lo stesso ghigno beffardo che avevo intravisto il giorno
prima.
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In un modo eccessivamente imbarazzante e inutile mi presento. Sono un ragazzo come tutti gli altri, ma con qualcosa in più. I miei genitori sono morti dopo un naufragio e di loro non si sa più niente. Vivo da solo, distrutto dalla depressione e dalla solitudine. A 22 anni comincio il mio viaggio alla ricerca del senso della mia vita, ma scoprirò presto molti dettagli interessanti. In un mondo abitato da creature mitologiche, poteri incredibili e strani personaggi inizia la mia avventura. Amori, tradimenti, amicizie, problemi adolescenziali, colpi di scena, voglia di immaginare... questo è il mio mondo. Ludwig Loodle non è altro che il mio alter ego, un ragazzo che soffre dei miei stessi problemi: desidero riuscire a esprimere correttamente tutti i miei sentimenti attraverso la scrittura di questo libro a puntate e anche aiutare chi si trova nei miei stessi panni. Spero che tutto ciò possa essere di vostro gradimento e aiutarvi a riflettere, in un modo, o nell'altro. Questo è il mio diario.
La mia pagina su facebook è http://www.facebook.com/pages/Il-diario-di-Ludwig-Loodle/161069023959882?ref=ts, il mio blog http://thediaryofludwigloodle.wordpress.com/ ... spero vogliate visitarlo e lasciare commenti, apprezzerei molto anche le critiche in quanto occasione per migliorare il mio lavoro. Se noto che raggiunge un alto numero di lettori interessati e sinceri riguardo le ottime potenzialità del libro, potrei anche mettermi in testa di pubblicarlo... per ora, penso a finirlo ;)