Storie originali > Avventura
Segui la storia  |       
Autore: LudwigLoodle    08/09/2011    1 recensioni
In un modo eccessivamente imbarazzante e inutile mi presento. Sono un ragazzo come tutti gli altri, ma con qualcosa in più. I miei genitori sono morti dopo un naufragio e di loro non si sa più niente. Vivo da solo, distrutto dalla depressione e dalla solitudine. A 22 anni comincio il mio viaggio alla ricerca del senso della mia vita, ma scoprirò presto molti dettagli interessanti. In un mondo abitato da creature mitologiche, poteri incredibili e strani personaggi inizia la mia avventura. Amori, tradimenti, amicizie, problemi adolescenziali, colpi di scena, voglia di immaginare... questo è il mio mondo. Ludwig Loodle non è altro che il mio alter ego, un ragazzo che soffre dei miei stessi problemi: desidero riuscire a esprimere correttamente tutti i miei sentimenti attraverso la scrittura di questo libro a puntate e anche aiutare chi si trova nei miei stessi panni. Spero che tutto ciò possa essere di vostro gradimento e aiutarvi a riflettere, in un modo, o nell'altro. Questo è il mio diario.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il Diario di Ludwig Loodle
Capitolo cinque: Piacevoli tormenti

26 Dicembre 1892, Neval, Archadia.

Quella fu probabilmente una delle giornate più importanti degli ultimi tempi.

Capii molto di ciò che era successo in passato e di ciò che avrei dovuto fare in futuro.

La mia narrazione riparte.

 

-Si Ludwig, tu non lo sai, ma io ti conosco molto bene. Ti lascio nelle mani di mio fratellino, appena sarai stato medicato per bene, avrai le risposte che da tanto cerchi.

-Ma io non capis…

-Ora… farà…un po’… male…- mi zittì Ken scandendo violentemente le parole mentre teneva l’ago.

Brandiva l’ago per la sutura come se fosse un’arma letale; lo fissai con aria terrorizzata, non perché lo fossi veramente, ma per cercare di fargli capire di usare la maggior cautela possibile, avevo bisogno di sentirmi sicuro, non in pericolo. Soprattutto perché ero in ansia di sapere come facesse quell’uomo a conoscermi. Non mi ero mai fidato troppo di questo tipo di dottori.

Infilò l’ago bucandomi la pelle.

Pensavo di cominciare a urlare come un bambino, e probabilmente lo avrei fatto, se solo avessi provato dolore.

-Se ti stai chiedendo perché non ti fa male, ti stai ponendo la domanda giusta, e so come risponderti. Per il forte impatto hai perso la sensibilità in quella zona della testa, e non sentirai dolore ancora per alcune ore. E’ un aspetto affascinante della medicina- affermò con i denti bianchissimi scoperti- non molti lo sanno, è per questo che sono terrorizzati alla vista degli oggetti affilati.

-E’ davvero strano, non avrei mai immaginato una cosa del genere, d’altronde è la prima volta che do una botta del genere…

-Ecco qua, come nuovo, ti conviene ripassare fra qualche giorno, quando la ferita si sarà richiusa e non sarà più fresca, così avrò modo di finire la medicazione e toglierti i punti; ora vai, penso che mio fratello abbia qualcosa di importante da dirti.

-Grazie signore, posso ricompensarla in qualche modo?

-Tranquillo ragazzo, è cosa da poco, ora và, non farlo aspettare, fra poco dovrà tornare al lavoro!

Trovai Korm intento a lavorare una sculturina di legno con un coltello ricurvo, abbastanza affilato.

-Un bel passatempo, davvero un bel passatempo… sfrutti il cervello, e hai anche lo spazio per pensare… proprio un bel passatempo- mi sussurò l’uomo.

-A tutti piace avere il tempo per pensare, e sfruttare la creatività è molto importante per noi, pochi però sanno che la vita ha un senso solo se sfruttata appieno, secondo me per raggiungere la felicità bisogna mettere a frutto ciò che abbiamo a disposizione per produrre qualcosa di creativo, e cercare sempre di superare i propri limiti. Se non fosse così la nostra vita sarebbe vuota e senza senso, distrutta dalla routine giornaliera.

-Mi piaci ragazzo, interrogarti su questioni così profonde già alla tua età, e cercare di raggiungere la felicità anche se hai perso i tuoi cari genitori. Sai, mi sembra strano che tu abbia preferito dedicarti a queste attività invece di cercare di capire cosa sia successo davvero in tutto questo tempo. Non te lo sei mai chiesto?

-Semplicemente ho cercato di dimenticare per andare avanti… All’inizio, sì, all’inizio mi sono posto molte domande, parenti che non conoscevo venivano a visitarmi per raccontarmi l’accaduto, per confortarmi, per offrirmi una casa. Allora avevo 15 anni, e avevo già capito tutto. Non ho mai desiderato l’aiuto di nessuno, non ne avevo bisogno. Perché avrei dovuto desiderare l’aiuto di parenti che non conoscevo, gente che era saltata fuori solo quando le era più comodo, per avere non una bocca in più da sfamare, ma due braccia in più per lavorare. Sapevo fin dall’inizio che sarei stato sfruttato, che nessuno avrebbe riconosciuto i miei veri diritti… Patrigni e matrigne brutti, cattivi e aggressivi? No, non ne avevo bisogno… Ho preferito rimanere nella mia casa, con le mie cose, anche se era tragicamente vuota.

Ho smesso di pensare a ciò che avevo perso dopo qualche mese, la fatica nel curare l’orto e nel cercare qualche lavoretto per pochi spiccioli mi distruggeva alla mia età, non avevo il tempo per riflettere, né le forze; era allora che avrei avuto bisogno del suo passatempo- indicai la statuetta con un sorriso- ero consapevole che non sarei potuto andare avanti così per molto tempo, avevo già buttato sette anni della mia vita ripetendo le stesse azioni ogni giorno, ero stanco di scappare dai problemi, dovevo affrontarli. Ho intrapreso questo viaggio anche nella speranza di capire cosa era successo ai miei genitori, la loro scomparsa era troppo sospetta.

-Esatto, hai colto nel segno. La loro scomparsa è tuttora troppo sospetta, ed io li conoscevo bene. I signori Loodle erano miei amici da lungo tempo… Sai dove ci siamo incontrati la prima volta? Sulla stessa riva in cui ho incontrato te. All’epoca erano molto giovani, ricordo molto bene tuo padre Lorenz, aveva sempre avuto i tuo stessi capelli, metà ricci e metà lisci, sempre arruffati, indomabili. Invece tua madre, Larissa, aveva i tuoi stessi lineamenti, dolci e un po’ di lentiggini sparse qua e là, se guardo nei tuoi occhi, celesti e marroni con venature verdi, posso rivederli ancora. Quei colori rari da trovare, erano la combinazione di quelli dei tuoi genitori. Ahhh, basta cercare di ricordarli, stavo raccontando come li avevo conosciuti! Dunque, ah si, dicevo, ci trovavamo sulla stessa riva in cui ho trovato te. Come al solito stavo pescando, facevo il mio lavoro da vent’anni, solo quello potevo fare- aggiunse con tono divertito- e faceva un caldo assurdo. Dopo qualche ora ho visto i tuoi che camminavano mano nella mano in mezzo all’ombra degli alberi… Erano giovani, una coppia perfetta, ancora facevano i piccioncini, ma quel giorno c’era qualcosa di diverso nell’aria, una strana elettricità, un brutto presentimento, che non sapevo spiegarmi in alcun modo.

Lorenz e Larissa avevano steso una tovaglia a quadri sul prato e stavano riposando insieme. Io mi ero appisolato dietro un masso, lì avevo assicurato la canna da pesca.

Successe tutto in un attimo.

Un’enorme pesce balzò dall’acqua, era delle dimensioni di una piccola orca, possedeva una lunga fila di denti che avrebbe fatto invidia a qualunque appartenente al regno animale. All’inizio fui sorpreso quanto terrorizzato, ma ebbi il tempo di agire. Il “mostro”, ancora sollevato a mezz’aria, si diresse verso la coppia. Non potevo permetterlo. Guardando quei due vedevo ciò che avevo sempre desiderato, una vita serena e spensierata, probabilmente una famiglia che si sarebbe allargata dopo qualche tempo (non eri ancora nato), non sarei riuscito a sopportarlo. Mentre si avvicinava verso di loro ebbi il tempo di spingerlo di lato, abbastanza lontano. Pensavo che fosse finita, era tornato in acqua, ma non ebbi il tempo di girarmi che mi era di nuovo addosso. Ricordo solo un dolore lancinante alla spalla, e poco dopo più niente.

Mi svegliai nell’infermeria di mio fratello, ancora mezzo intontito dal dolore, non capivo nulla, tranne che il mostro mi aveva portato via il braccio. Davanti a me c’erano i tuoi genitori. Non potrei mai dimenticare i loro occhi colmi di gratitudine e di compassione, gonfi di lacrime.

Non mi avevano abbandonato un solo minuto. Dopo che il pesce era scappato con un bottino nell’infausta bocca, cercarono invano di farmi rinvenire, tornarono al villaggio cercando aiuto e trovarono fortunatamente mio fratello. Da quel giorno li ho considerati praticamente miei figli, tanto mi era a cuore la loro vita.

Mi informai di più sulla bestia. Quel maledetto essere era un pesce molto raro, soprannominato Galkimasela prendendo spunto da antiche leggende. Si diceva che apparisse nei fiumi di montagna laddove si nascondesse una coppia, per distruggere i cuori dei due amanti. Una bestia malvagia e senza pietà, torna ad attaccare le prede che non è riuscito a eliminare in precedenza.

E così ogni giorno, da venticinque anni, torno nello stesso posto in cui l’ho visto, tentando di catturarlo. Ogni giorno tornava da me, ma non riuscivo mai a ucciderlo, ogni santissimo giorno avevo una trappola diversa, ma lui no, riusciva sempre a fuggire. E poi sei arrivato tu, ragazzo. Lo stesso giorno si ripresentò Galkimasela, in tutta la sua grandezza. Sei stato piuttosto sfortunato a trovartelo sotto, quella dannata bestia non la finiva di strattonare la tua zattera. Dal momento in cui ti ho visto avevo capito che la storia si sarebbe ripetuta, mi trovavo di nuovo a difendere una persona cara. E’ stato in quel momento che ho capito tutto, era quando difendevo qualcuno che avevo la forza necessaria a reagire. Ho fatto appena in tempo a tirarti fuori dall’acqua, che quel bastardo si è diretto di nuovo verso di te, ho messo da parte tutte le trappole che avevo preparato, mi ero reso conto che non lo avrei mai battuto così, e mi sono lanciato tra te e lui con il mio fidato coltello. Lo sollevai appena sopra la testa, lui ci passo sopra durante il balzo, e bastò per squartare il pesce dalle branchie alla coda. Non uscì sangue: svanì nell’aria, emettendo suoni terribili: ascoltando più attentamente mi resi conto che erano le voci di tutte le vittime che aveva ucciso, e purtroppo il suo grido mi sembrò decisamente troppo lungo. Subito dopo si vaporizzò e, non chiedermi come, mi svegliai a casa. Mi ritrovai disteso sul pavimento a pochi metri dal mio letto.

Questa è la mia versione, ha dell’incredibile, non credi?

-Senza alcun dubbio… ma come mai se lei conosceva talmente bene me e i miei genitori non l’ho mai vista entrare in casa mia?

-Ludwig, i tuoi mi avevano detto che appena mi guardavi scoppiavi a piangere, è stata per mia volontà che non sono quasi mai venuto a trovarti… poi otto anni fa, l’incredibile scomparsa dei tuoi… Stentavo a crederci, non mi sembrava vero, era impossibile che avevo perso l’unica cosa che mi aveva mantenuto felice tutto quel tempo. Appena ho saputo che tu c’eri ancora, cercai di raggiungerti, ma i tuoi parenti mi impedirono di prenderti in custodia. Ero ridotto piuttosto male, il fumo e l’alcool mi avevano distrutto, e in più ero senza un braccio, non ero capace di accudirti come i tuoi genitori. E in più tu non mi avevi mai visto in vita tua, non ti piacevo da quando eri piccolo, non potevo entrare nella tua vita così, come un perfetto sconosciuto.

-Capisco, ti ringrazio per avermi raccontato tutti questi particolari, ne avevo bisogno.

-Non ho ancora finito con le sorprese però,- mi stupì, con questa frase, pensavo che avesse terminato il suo discorso- sai bene che non si sa nulla sulla scomparsa dei tuoi, né ora, né luogo, né se per colpa di qualcuno, nulla. In questi anni non sono rimasto di certo con le mani in mano, ho continuato a cercare informazioni. Tempo fa ho incontrato una vecchietta che diceva di sapere cosa era successo, non so se dicesse la verità, ma una cosa è sicura, tentar non nuoce. Ora ci sei tu, ragazzo, penso che sia tuo il compito di cercare i tuoi genitori, ho sempre immaginato di poterli trovare ancora vivi, chissà, magari stanno cercando di tornare a casa, da te. Si sa che sono scomparsi, ma non che sono morti, e i loro cadaveri non sono stati trovati. Dovresti cercare una risposta per il tuo enigma, magari Dio ricompenserà i tuoi sforzi.

Le ultime frasi di Korm mi avevano totalmente scombussolato. I miei genitori? I miei genitori ancora vivi? No, non poteva essere, era un’assurdità, non poteva essere vero… Ma un fondo di verità forse c’era… Nessuno aveva notizie certe della loro morte, e in più, se fossi stato fortunato, avrei potuto riabbracciare ciò che avevo amato di più al mondo.

-La vecchietta si trova sul percorso che porta alla prossima città, Kaleb, dalla tua espressione vedo che hai preso una decisione. Ti ho raccontato tutto ciò che avevo da raccontarti, non ho più niente da dirti, ti auguro buona fortuna, e se sai qualcosa di nuovo non tardare ad informarmi, mi raccomando!- strinse l’occhiolino compiaciuto del suo discorso.

Non ebbi nemmeno le forze per salutarlo, tanto ero sconvolto e ansioso per ciò che mi aspettava.

-Ho ascoltato la vostra conversazione- Kelly apparse improvvisamente da dietro un albero –voglio venire con te. La vita qui mi distrugge e voglio cambiare, so che sto sprecando gran parte del mio tempo in questa città, e sinceramente, mi hai colpito, non so perché. Forse per le tue parole, la tua compostezza, la voglia che hai di cambiare… siamo accomunati da tutto ciò, e ormai sono abbastanza grande da poter scegliere ciò che è meglio per me.

Il suo sorriso continuava a sondarmi l’anima, non potevo rifiutare una sua proposta, soprattutto mentre sorrideva.

Kelly ci mise due giorni a preparare il necessario, da donna che era, e durante tutto quel tempo Ken e Korm mi costrinsero a rimanere da loro.

 

E’ venuto il momento della partenza. Kelly sapeva bene che non era un viaggio leggero e adatto a tutti, ho provato a dissuaderla, più per educazione che per cercare di evitare che mi seguisse, non mi avrebbe dato affatto fastidio la sua presenza.

Ken ha avuto il tempo di togliermi i punti dalla testa e medicarmi, e preparate le provviste siamo finalmente pronti ad incamminarci.

Non riesco più a contenere la mia contentezza, la mia speranza, le mie fottute ansie. So solo che erano piacevoli tormenti.

Chissà se sarei riuscito anche a conquistare Kelly. Per ora, è meglio pensare solo al viaggio.







_________________________________________________________________________________________________________________________________________________
In un modo eccessivamente imbarazzante e inutile mi presento.
Sono un ragazzo come tutti gli altri, ma con qualcosa in più. I miei genitori sono morti dopo un naufragio e di loro non si sa più niente. Vivo da solo, distrutto dalla depressione e dalla solitudine. A 22 anni comincio il mio viaggio alla ricerca del senso della mia vita, ma scoprirò presto molti dettagli interessanti. In un mondo abitato da creature mitologiche, poteri incredibili e strani personaggi inizia la mia avventura. Amori, tradimenti, amicizie, problemi adolescenziali, colpi di scena, voglia di immaginare... questo è il mio mondo. Ludwig Loodle non è altro che il mio alter ego, un ragazzo che soffre dei miei stessi problemi: desidero riuscire a esprimere correttamente tutti i miei sentimenti attraverso la scrittura di questo libro a puntate e anche aiutare chi si trova nei miei stessi panni. Spero che tutto ciò possa essere di vostro gradimento e aiutarvi a riflettere, in un modo, o nell'altro.  Questo è il mio diario.

La mia pagina su facebook è  
http://www.facebook.com/pages/Il-diario-di-Ludwig-Loodle/161069023959882?ref=ts, il mio blog http://thediaryofludwigloodle.wordpress.com/ ... spero vogliate visitarlo e lasciare commenti, apprezzerei molto anche le critiche in quanto occasione per migliorare il mio lavoro. Se noto che raggiunge un alto numero di lettori interessati e sinceri riguardo le ottime potenzialità del libro, potrei anche mettermi in testa di pubblicarlo... per ora, penso a finirlo ;)
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Avventura / Vai alla pagina dell'autore: LudwigLoodle