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Autore: Saralasse    08/09/2011    7 recensioni
[...]Un errore. Aveva definito così quello che c’era stato fra loro prima di uscire dalla sua casa, deciso, senza voltarsi. A nulla era servito richiamarlo, scongiurarlo di non lasciarla sola, piangere tutto il suo dolore; la sua schiena mentre si allontanava era l’ultimo ricordo di lui prima di lasciare la sua amata Fairy Tail e la città di Magnolia, i luoghi che aveva definito casa e che cinque anni or sono aveva abbandonato fuggendo come una ladra[...] Una nuova avventura e tanto romanticismo per le NaLu addicted... e per chiunque voglia leggere!
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Persino l’aria sembrava immobile all’interno della gilda in quel momento. Lucy sudava freddo, guardandosi intorno freneticamente per sincerarsi che Natsu non ci fosse; quando si fu assicurata che fosse effettivamente così, riuscì a rilassarsi un pochino. Almeno quell’incontro era rimandato per il momento, sebbene gli sguardi di quelli che erano stati i suoi nakama non promettessero niente di buono.

“Mamma… queste persone sono strane”, piagnucolò Lázuli nascondendosi dietro le sue gambe. Fu il momento critico.

“Mamma?!”.

Un coro di voci si era levato nella stanza, come se le parole dei maghi fossero tornate tutte nello stesso istante, e Lucy arretrò di un passo, quasi spaventata, quando li vide avvicinarsi tutti insieme e tempestarla di domande, dalla più ovvia “Che fine avevi fatto?!”, ad altre decisamente più indiscrete, del tipo “E il papà dov’è?”.

“Ragazzi… uno alla volta, vi prego”, balbettò, tentando inutilmente di calmarli, quando una voce acuta si levò sopra le altre.

“Lu-chan!”, esclamò un piccolo tornado dai capelli azzurri lanciandosi fra le braccia di Lucy. “Dove sei stata, ero tanto in pensiero!”

Lucy si irrigidì per una frazione di secondo, prima di ricambiare in lacrime l’abbraccio di Levi. Quanto le era costato stare lontana, solo ora lo capiva! Lì, in quel momento, fra le braccia di quella che era stata la sua amica più cara a Fairy Tail, tornava a sentire quel senso di calore e affetto che l’aveva portata ad amare la gilda come fosse sempre stata la sua famiglia, come se la sua vita prima di incontrarli non avesse avuto senso.

“Levi-chan… scusami! Io… non potevo restare, perdonami!”, riuscì a dire dopo qualche minuto di pianto liberatorio. Si guardò intorno, incontrando gli sguardi felici dei suoi compagni; qualcuno si era commosso, qualcun altro sorrideva semplicemente, ma una persona la guardava in maniera tutt’altro che amichevole: Lisanna non sembrava felice di vederla. Tentando di ignorare la sensazione di disagio che le provocavano quegli occhi azzurri freddi come ghiaccio, prese in braccio Lázuli.

"Ragazzi, voglio che conosciate una persona, anche se avrete capito tutti che lei è mia figlia! Si chiama Lázuli”.

Levi ridacchiò, accarezzando la testolina della bimba. “Ti sono sempre piaciuti i nomi di fata”.

Lucy sorrise annuendo. “Hai ragione Levi-chan!”. D’un tratto si rabbuiò, ricordando il motivo principale per cui era tornata. “Il master è qui? Ho bisogno di parlargli molto urgentemente, Lázuli è in pericolo”.

“Il master non è qui”, intervenne la voce perentoria di Erza. “Ma qualsiasi cosa minacci tua figlia, dovrà vedersela con noi, giusto ragazzi?”.

Un altro coro, questa volta di frasi affermative, riempì le pareti della gilda e il cuore di Lucy che non potè fare altro che chinare la testa per nascondere le lacrime di gioia che minacciavano di scorrere ancora sul suo viso.

“Grazie ragazzi… siete dei veri amici, però…”, si morse il labbro per frenare il pianto. “Io non so cosa minacci la mia bambina. E qualsiasi cosa sia, la aggredisce nel sonno, mentre dorme”.

“Però il signore buffo mi salva sempre!”, rispose a quel punto la piccola Lázuli.

“Chi è il signore buffo?”, chiese incuriosita Levi.

“Non so come si chiama… ha sempre una sciarpa lunga, lunga e sputa fuoco dalla bocca!”, esclamò la bambina con il suo tipico entusiasmo infantile.

Lucy non aveva detto una parola né accennato una smorfia da quando la bambina aveva cominciato a parlare dello strano signore, e a quel punto, ai più perspicaci fra i suoi compagni, non poterono sfuggire il sorriso sornione e i capelli particolarmente ribelli di Lázuli; ma persino i più tardi fra loro, avevano intuito perfettamente che a salvare la bambina, in qualche modo, era Natsu.

“Lázuli ma lo sai che il signore buffo vive qui anche lui?”, sorrise Levi chinandosi a guardare la bambina.

“Davvero?!”.

“Si, davvero, vedrai che tornerà da un momento all’altro”.

A quelle parole, Lucy cominciò a tremare e guardò Levi con un’espressione quasi spaventata. “D-dov’è… dov’è N-Natsu?”.

Lo aveva detto. Dopo cinque anni trascorsi nel tentativo di dimenticare la sua esistenza, tornava a pronunciare ad alta voce il nome di Natsu. Suonava ancora così dolce! Aveva cercato di cancellare tutto di lui, una figlia che gli somigliava così tanto era sufficiente a ricordarle in ogni momento suo padre; eppure, ora più che mai, era evidente che non era minimamente riuscita nell’intento.

“E’ partito per una missione ma si è detto sicuro di riuscire a tornare entro stasera. Lu-chan, lui… non fa altro che lavorare da quando sei andata via, non litiga più nemmeno con Gray… qualsiasi cosa sia successa fra voi, resta; sono certa che tornerebbe il vecchio Natsu”.

 Lucy abbassò lo sguardo, fissando il sorriso fiducioso di Lázuli. “Mi dispiace Levi-chan ma adesso conta solo Lázuli per me. Natsu sa cavarsela da solo”.

 

Natsu scese di malavoglia dal treno quella sera; odiava i mezzi, stava malissimo quando doveva prenderne uno ma negli ultimi cinque anni aveva decisamente rivalutato la spossatezza che quel malessere gli causava. Stava così male da mantenere appena un barlume di coscienza, troppo poco per pensare, troppo poco per ricordare; per ricordare quanto era stato felice quando aveva lei accanto, lei e i suoi occhi che sapevano parlargli prima delle labbra e sapevano udirlo, prima che qualsiasi suono fuoriuscisse dalla sua bocca.

Un mese. Tanto era durata la sua gioia più grande, per un mese aveva amato Lucy e lei lo aveva ricambiato ma poi… poi si era lasciato prendere dalla paura, il terrore nero di perderla, di vederla un giorno mira dei suoi nemici, il timore insensato che morisse fra le sue braccia durante l’ennesima missione in cui la trascinava.

“Che idiota!”, sbuffò mettendosi le mani nei capelli.

“Aye!”, sentenziò Happy che lo seguiva come sempre.

L’exceed non aveva mai saputo cosa fosse accaduto tra Natsu e Lucy; nonostante il Dragon Slayer lo considerasse a tutti gli effetti il suo migliore amico, non aveva voluto rivelargli cosa avesse fatto a Lucy per spingerla a fuggire da Magnolia e sparire nel nulla ma a lui mancava così tanto la sua amica!

“Cosa vorresti dire?!”, ruggì Natsu, reagendo alla sua provocazione.

“Natsu lo hai detto tu, io non ho detto nulla, aye”.

“Senti un po’, da quando sei co…”.

Natsu si interruppe di colpo, e prese a guardarsi intorno freneticamente, cercando una ben nota capigliatura bionda fra le decine di persone che affollavano le strade di Magnolia a quell’ora. Da cinque anni non sentiva quel profumo ma lo avrebbe riconosciuto fra mille; Lucy era tornata in città e forse era andata proprio alla gilda… non c’erano dubbi, quella era la strada che portava a Fairy Tail!

“Natsu?”.

“Happy tu… non lo senti? Non senti il profumo di Lucy qui?”.

Happy rivolse un’occhiata scettica a Natsu, pur annusando anche lui l’aria circostante. “Non c’è proprio nessuno qui… hai le allucinazioni al naso?”.

“Non l’ho immaginato! Lucy è tornata ti dico, ed è andata a Fairy Tail!”.

Natsu cominciò a correre verso la gilda, inebriandosi a ogni passo del profumo che lei aveva lasciato dietro di sé; profumava di buono Lucy, e aveva quella nota particolare che derivava dal contatto con gli Spiriti Stellari. Profumava di stelle, stelle remote che non tutti possono vedere. Lui li aveva visti quegli astri, e aveva stupidamente chiuso gli occhi lasciando che tornassero ad allontanarsi.

Avvicinandosi alla gilda, la fragranza di lei divenne più forte e Natsu rallentò improvvisamente, decine di domande che gli vorticavano in testa. Lucy era tornata ma se non fosse tornata per lui? Sentiva il profumo di un’altra persona con lei, perché non era sola? Possibile che non fosse riuscita a perdonarlo, che dopo cinque anni si fosse rifatta una vita? Che non avesse capito quanto lui fosse soltanto terrorizzato all’idea di perderla?

Strinse i pugni fino a farsi sbiancare le nocche. C’era un solo modo per avere delle risposte: entrare e vedere con i propri occhi chi accompagnasse Lucy, chi avesse osato avvicinarsi a lei, che era sua e di nessun altro. Natsu Dragneel non si tirava mai indietro davanti a una sfida; e avrebbe dato battaglia persino a Zeref se solo avesse osato guardare la sua Lucy.

Spalancò il portone con malagrazia e vide le teste dei suoi nakama voltarsi tutte verso di lui nello stesso istante. Una sola persona gli dava ostinatamente le spalle ma non aveva bisogno di vederla in viso per avere la conferma che quella fosse lei. Gli altri maghi guardavano ora uno ora l’altro, nello stesso identico movimento che avevano compiuto alla vista di Lucy accompagnata da Lázuli. Fu proprio la bambina a interrompere quel moto perpetuo, sporgendosi dalle braccia della madre per vedere anche lei chi avesse suscitato tanta curiosità.

“Il buffo signore! Mamma è lui, il mio amico!”.

Natsu rimase gelato dove si trovava, sicuro di aver sentito il proprio cuore andare in mille pezzi e temendo che se avesse compiuto un solo passo le gambe non lo avrebbero retto. I suoi timori erano reali, Lucy lo aveva dimenticato e si era rifatta una vita con una persona che non era lui, con una persona che le aveva dato una figlia.

“Lu…”, riuscì a dire, con pochissima voce ma abbastanza perché la diretta interessata lo udisse.

Lucy lasciò scendere Lázuli e si voltò lentamente, tanto lentamente che a Natsu sembrava avesse impiegato giorni per mostrargli nuovamente il suo viso.

“C-ciao Natsu”.

Mosse un passo avanti, verso Natsu; nonostante ciò che era accaduto, nonostante tutto il dolore, nonostante la solitudine patita, sentiva l’impulso di correre da lui, abbracciarlo e finalmente fargli conoscere Lázuli. Fu Lisanna a ricordargli dolorosamente quanto non esistesse più nulla tra loro, correndo ad abbracciare Natsu al suo posto.

“Natsu! Ci hai messo tanto questa volta, va tutto bene?”.

Natsu la fissò smarrito, non meno di ogni mago della gilda, Mirajane compresa. Velocemente, tornò a posare lo sguardo su Lucy ma ciò che vide era inequivocabile: gli dava di nuovo le spalle e si era avvicinata a Mira.

“Mira, pensi che potremo restare qui, io e Lázuli? La casa dove vivevo non è più mia da molto tempo”.

Mirajane annuì appena. “Certo Lucy ma… Natsu?”.

“Non è affar mio, evidentemente”, disse la maga rivolgendo un’ultima, furente occhiata al Dragon Slayer, prima di incamminarsi verso gli alloggi. “Andiamo Lázuli”.

“Lu, aspetta!”, tentò inutilmente di fermarla Natsu, stendendo un braccio come a volerla trattenere.

“E’ meglio che non la chiami così, mamma non vuole! Nemmeno Hibiki può farlo”, disse Lázuli prima di correre dietro a Lucy, inconsapevole di quanto quelle parole stessero straziando il cuore malconcio di Natsu.

‘Hibiki di Blue Pegasus… allora è lui che ha osato… no, che è riuscito a renderla felice’. Salamander non rispose, lasciò cadere le braccia lungo il corpo, restando immobile a fissarsi ostinatamente i piedi.

“Puoi anche smetterla adesso Lisanna. Come hai potuto vedere a Lucy non interessa più nulla di me”.

Lisanna abbracciò piano Natsu. “Voglio solo proteggerti. Da cinque anni soffri per lei, basta”.

“Non è stata colpa sua… sono io che ho rovinato tutto”.

Natsu sedette mestamente a uno dei tavoli, fissando ostinatamente il legno davanti a sé. Aveva creduto che nessuna mancanza potesse essere più forte di quella di Igneel e che se sopravviveva a quella, nessun sentimento lo avrebbe ferito; quanto sbagliava, non c’era assenza che gli pesasse di più di quella della donna che aveva stupidamente allontanato e spinto fra le braccia di un altro.

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Buonasera ^-^

Eccomi qui anche stasera con un nuovo capitolo; a dire il vero non sono molto convinta di questo capitolo, sebbene lo legga e rilegga da stamani, non riesco a ottenere ciò che voglio :s

Spero che non odiate Lisanna, non è per gelosia che si comporta a quel modo ma solo per il grande affetto che porta al suo amico Natsu, spero di essere riuscita a trasmetterlo!

Ho anche rimandato, per il momento, il confronto tra Natsu e Lázuli, non volevo mettere troppa carne al fuoco, il capitolo ne sarebbe stato appesantito altrimenti.

Grazie come sempre a chi legge e due volte grazie a chi legge e recensisce, grazie ^-^

  
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