Anime & Manga > Fairy Tail
Segui la storia  |       
Autore: Saralasse    07/09/2011    5 recensioni
[...]Un errore. Aveva definito così quello che c’era stato fra loro prima di uscire dalla sua casa, deciso, senza voltarsi. A nulla era servito richiamarlo, scongiurarlo di non lasciarla sola, piangere tutto il suo dolore; la sua schiena mentre si allontanava era l’ultimo ricordo di lui prima di lasciare la sua amata Fairy Tail e la città di Magnolia, i luoghi che aveva definito casa e che cinque anni or sono aveva abbandonato fuggendo come una ladra[...] Una nuova avventura e tanto romanticismo per le NaLu addicted... e per chiunque voglia leggere!
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quella notte per Lázuli fu la peggiore che Lucy ricordasse da quando quella storia era iniziata: la bambina strillava e si dimenava, i capelli incollati alla fronte dal sudore che le scendeva lungo il visino, e né Lucy né Hibiki riuscirono a riscuoterla da quell’incubo tremendo.

Quando finalmente riuscì a svegliarla, Lucy tirò un sospiro di sollievo ma questo ben presto si tramutò nel terrore più nero, alla vista degli occhi ottenebrati di sua figlia. La ‘crisi’ non durò troppo per fortuna e dopo qualche secondo la giovane madre potè rispecchiarsi in un paio d’occhi identici ai suoi ma ancora scossi dalla paura.

“Mamma… portami via, quell’uomo cattivo mi prende!”, esclamò in lacrime, posandosi i piccoli pugni sugli occhi.

Lucy la strinse fra le braccia, cullandola piano. “Sh… calmati tesoro, è tutto finito, era solo un sogno… solo un brutto sogno”.

“C’era quell’uomo cattivo… e tanti mostri, tutti cattivi”, continuò la piccola tra un singhiozzo e l’altro. “E zio Loke ci provava a fermarli ma non ci riusciva… tu non mi trovavi!”.

Hibiki si chinò vicino a Lucy. “Non possiamo più rimandare Lucy. E’ necessario parlare con Makarov, questa storia sta peggiorando notte dopo notte, di questo passo Lázuli si ammalerà seriamente”.

La giovane maga strinse più forte la sua bambina, rifiutandosi di versare le lacrime che le riempivano gli occhi; per cinque anni era riuscita a vivere lontano da Fairy Tail, facendo perdere le sue tracce a chiunque e ora, un crudele scherzo del destino la costringeva a tornare portando con sé l’ultima persona che avrebbe voluto varcasse quella soglia: sua figlia.

“Va bene”, mormorò alla fine. “Porterò Lázuli al master Makarov. E quando tutto questo sarà finito, sparirò di nuovo dalle loro vite”.

“Pensi che ci riuscirai?”.

“Che cosa vuoi dire?!”, esclamò Lucy, il tono improvvisamente stizzito.

“Hai mai chiesto a Lázuli cosa la aiuta a svegliarsi da questi incubi? O meglio, chi?”

Lei puntò lo sguardo smarrito in quello di Hibiki, tentando di ignorare la verità che vi leggeva. “Lázuli tesoro, vuoi dire anche alla tua mamma chi è che ti salva dall’uomo cattivo?”.

Lázuli annuì in direzione di Hibiki e tornò a osservare sua madre. “Un signore strano, però è tanto buono! Ha sempre una lunga sciarpa al collo, secondo me ha anche caldo, anche se sputa il fuoco dalla bocca! E poi mi sorride prima di andar via… però non si ferma mai, nemmeno quando gli dico che tu fai delle torte buonissime”, concluse ostentando un leggero broncio.

Lucy invece non rispose, incapace di pronunciare una sola parola. La gola si era seccata secondo dopo secondo mentre ascoltava la piccola e ora aveva la sensazione di avere in bocca della sabbia che graffiava impedendole di replicare. La descrizione che aveva fatto la bambina era essenziale ma inequivocabile, non poteva ignorare chi fosse l’eroe dei sogni della sua Lázuli.

 

Natsu. La sola ragione per cui aveva lasciato la gilda che aveva sognato per anni e aveva abbandonato quelli che erano diventati i suoi amici più cari, la sua famiglia.

Lo aveva amato. Se tornava indietro nei ricordi, non riusciva a individuare il momento in cui il suo cuore aveva iniziato a battere, curiosamente, solo per lui; doveva averlo amato sin dal primo momento in cui i suoi occhi si erano posati in quelli puri e sinceri del Dragon Slayer.

L’esame per diventare maghi di classe S sull’isola Tenrou, la terra sacra di Fairy Tail, quello era stato il momento in cui si erano resi conto di quanto fosse prepotentemente forte il legame fra loro; insieme erano più potenti, insieme vincevano ma il rischio corso era stato altissimo e il sollievo per esserne scampati talmente impetuoso da spingerli a cercarsi, a guardarsi, a isolarsi dal resto del mondo allontanandosi dal campo di Fairy Tail.

Suo malgrado, Lucy si ritrovò a sorridere ripensando a quella sera, mentre coccolava la piccola Lázuli addormentata fra le sue braccia. Le accarezzava i capelli, ripetendo lo stesso gesto che tanto aveva rilassato Natsu in quella circostanza; aveva tentato di scansarsi, imbarazzato, ma non aveva potuto che apprezzare quelle delicate carezze, le sue dita sottili intrecciate in quella chioma insolita e ribelle. Con la testa abbandonata sulla sua spalla, le aveva rubato un casto bacio, sollevando il viso nel momento in cui lei, gli occhi chiusi, si apprestava a posare le labbra sulla sua fronte. Lucy aveva subito socchiuso gli occhi, stupita di sentire quel suo sorriso mefistofelico dove doveva esserci la pelle liscia del viso; e aveva sorriso a sua volta, abbracciandolo e tramutando quel semplice contatto in un bacio più profondo.

Avevano continuato a scambiarsi baci e tenere effusioni fin quando la stanchezza e soprattutto la sofferenza che causava a Natsu l’aver mangiato ancora una volta i fulmini di Luxus, avevano avuto la meglio, facendoli crollare addormentati, felici l’uno fra le braccia dell’altra. Il sole e le urla sgomente dei loro nakama li avevano svegliati non troppo delicatamente; eppure, nonostante l’imbarazzo, Lucy non aveva potuto fare a meno di scoppiare a ridere, divertita dalle loro espressioni attonite.

Lo stesso sole la riscosse dai ricordi facendola ripiombare crudelmente nel triste presente che stava vivendo; finché Lázuli era stata bene, non le era stato troppo difficile vivere e andare avanti, pur sapendo dentro di sé che non avrebbe mai smesso di amare Natsu. La sua bambina, però, era diventata oggetto delle mire di qualcuno che certamente non intendeva semplicemente giocare con lei.

Lucy sbuffò stancamente, deponendo la piccola nel suo lettino e la coprì con le lenzuola, perché non risentisse dell’aria fresca dell’alba. Il master Makarov avrebbe forse potuto aiutarla a scoprire chi fosse questo qualcuno e soprattutto per quale motivo avesse preso di mira proprio sua figlia; sapeva già che Lázuli disponeva per dote naturale di un gran quantitativo di potere magico, tuttavia ciò non bastava a renderla oggetto delle mire di una qualsiasi gilda oscura.

“Lucy?”.

Hibiki entrò nella stanza avvicinandosi cautamente al letto di Lázuli. Si chinò a baciarle la fronte, accarezzandole i capelli ribelli.

“Si è addormentata alla fine”.

“Sì, ma ho dovuto tenerla fra le braccia finora. Non riusciva proprio a calmarsi questa volta”.

“E’ stato peggio delle altre volte”.

“Lo so”.

“Non puoi più evitarlo. Dobbiamo andare dal master Makarov, Lu”.

“So anche questo, Hibiki. E mi sembrava di averti detto che non mi piace quel nomignolo”.

Hibiki si fece più vicino, prendendo il viso di Lucy fra le mani. “Non ti ho mai chiesto nulla, lo sai bene. Pretendere che tu provi qualcosa che non senti sarebbe stupido, ma non riservarmi questo gelo. Non credo di meritarlo”.

Lucy sussultò a quelle parole e alzò le braccia a sua volta, stringendo a sé Hibiki. Ciò che lui aveva appena detto corrispondeva al vero, si era preso cura di lei senza chiederle nulla, pur avendo probabilmente intuito la realtà dei fatti; e sin dalla nascita di Lázuli non aveva mai lasciato la bambina, come fosse stata sua figlia.

“Hibiki, scusami. Questa storia mi sta rendendo intrattabile, però voglio che tu sappia che ti sono molto grata per quello che hai fatto per me e Lázuli, e nutro un affetto sincero per te… entrambe ti vogliamo bene”.

“Però, io non sono suo padre”.

Lucy si scostò da Hibiki quel tanto che bastava per guardarlo negli occhi e sfiorargli leggera il viso. “Mi dispiace. Credimi, mi dispiace, per te e per me stessa; perché non potrò mai amare nessuno che non sia lui”.

 

Quando Lázuli si svegliò era già mattino inoltrato. La bambina si stiracchiò, sfregandosi gli occhi con i piccoli pugni chiusi e saltò giù dal letto vedendo Lucy che preparava i suoi bagagli.

“Mamma!”, esclamò correndo da lei e stringendole una gamba. “Andiamo a cercare il mio papà?”.

Lucy la fissò a bocca aperta per qualche secondo; accidenti, sua figlia aveva la sua stessa ottima memoria, pur così piccola ricordava bene quando le aveva promesso che un giorno sarebbero partite a cercare il papà di cui chiedeva sempre più spesso. Cosa dirle senza mentire?

“Ecco… non so se lo troveremo tesoro. Adesso andiamo da un vecchio signore molto buono che farà sparire quei brutti sogni che non ti lasciano dormire”.

Lázuli stirò la boccuccia in uno splendido sorriso, salvo accigliarsi qualche istante dopo. “Però… mammina, se non faccio più i brutti sogni non vedo più quel signore buffo che caccia via i mostri… lui mi vuole bene, lo sai?”.

Lucy strinse più forte il golfino che teneva fra le mani, sino a farsi sbiancare le nocche. Lui non poteva… non aveva nessun diritto su Lázuli, come osava prendere corpo nei suoi sogni, e con quale oscura magia riusciva a farlo?!

“Lázuli devi dimenticare quel signore. I brutti sogni spariranno e solo questo conta; lui non è nessuno di importante”.

La piccola pestò i piedi per terra, fissando accigliata la sua amata mamma. “Non devi dire così, tu non lo conosci! Lui è mio amico e io non voglio che va via!”.

Lucy si voltò di scatto, pronta a sgridare sua figlia ma ciò che vide abbattè in un lampo tutte le intenzioni di essere severa: Lázuli la guardava fisso, piangeva ma non distoglieva lo sguardo dal suo. Era la determinazione a illuminarle gli occhi, la stessa che aveva visto tante volte brillare in altri occhi. E d’un tratto capì. Non poteva nascondere per sempre Lázuli a suo padre, per quanto male avesse fatto a lei, era suo diritto sapere di avere una figlia, così come la bambina aveva tutto il diritto di conoscere l’uomo che l’aveva generata. E purtroppo, Lucy era sicura che si sarebbero amati alla follia.

“Va bene, Lázuli. Andremo dal tuo papà”.

“E il mio amico buffo?”.

“Vedrai che non andrà via”.

Lázuli tornò immediatamente a sorridere felice e prese a saltellare in giro per la stanza, aumentando il caos che regnava tra una valigia e l’altra. Lucy rise con lei, contagiata da tanta allegria, mentre una parte sepolta del suo cuore riprendeva a battere furiosamente.

 

Lucy riuscì a calmare Lázuli soltanto quando, poche ore più tardi, salirono sul treno che in capo a poche ore le avrebbe portate a Magnolia; Hybiscus non distava molto dalla città di Fairy Tail e in realtà si era sempre chiesta come avesse potuto nascondersi dai suoi compagni pur essendo così vicina. Hibiki era rimasto a casa, non potendole seguire per via di un incarico assegnatogli dal master Bob e lei si era sentita stranamente sollevata di questo: sebbene ritenesse di non dover giustificarsi in nessun modo agli occhi di Natsu, fare la sua comparsa dopo cinque anni con Hibiki e una bambina al seguito, avrebbe sicuramente provocato le ire del Dragon Slayer.

La perspicacia non era di certo la sua dote preminente e sebbene chiunque avrebbe potuto capire che Lázuli non aveva in effetti nessun legame di parentela con il mago di Blue Pegasus, Lucy era certa che Natsu avrebbe finito per aggredirlo, nella convinzione che avesse osato avvicinarsi a qualcuno che era stato suo e reputava ancora tale. La possessività di Natsu era qualcosa che le era sembrato subito evidente nei pochi giorni in cui erano stati insieme.

Il sole era ormai al tramonto quando in lontananza potè vedere le prime case e la mole imponente della cattedrale di Magnolia, a breve distanza dall’altrettanto enorme edificio di Fairy Tail; Lázuli dormiva con la testa sulle sue gambe e Lucy sentì un senso di familiarità espandersi dentro di lei, andando a riempire ogni angolo della sua anima. Era stata lontana ma adesso era finalmente a casa.

Non appena il mezzo entrò in stazione, la bambina aprì gli occhi, guardandosi intorno disorientata.

“Mamma, siamo arrivate?”.

“Sì Lázuli, dobbiamo scendere, vieni”.

Lucy prese per mano la sua figlioletta ancora assonnata e recuperò il loro bagaglio, trascinandoselo dietro lungo la strada. Ogni passo che compiva verso Fairy Tail le faceva sentire i piedi di piombo ma non avrebbe ceduto adesso. Per il bene di Lázuli avrebbe affrontato tutti i demoni dell’inferno.

“Mamma… che posto è questo?”.

La ragazza seguì lo sguardo di sua figlia e fu allora che la vide: la gilda. Si stagliava in tutta la sua altezza contro il cielo stellato, oscurato quasi dalle luci che provenivano dall’interno delle finestre. Urla e improperi erano chiaramente udibili anche dalla strada, accompagnati dai rumori sordi delle scazzottate e da quelli decisamente più forti degli oggetti che inevitabilmente finivano distrutti. Per un attimo, Lucy si chiese se fosse il caso di portare Lázuli in un posto simile; e non potè impedirsi di chiedersi se per caso anche Natsu stesse facendo a botte con Gray o qualcun altro, proprio in quel momento.

Strinse saldamente la mano della piccola e avanzò fino al pesante portone d’ingresso; lo spinse discretamente ma non appena la sua capigliatura bionda fece capolino all’interno, le urla, i rumori e le risse si quietarono all’istante. Il cuore le balzò in gola notando gli sguardi di tutti passare da lei a Lázuli e viceversa, le parole d’un tratto sparite dalle bocche di ognuno.

“Sono tornata”.

***********************************************************************************************************

Buonasera ragazzi/e ^^

Ebbene, contrariamente a quello che pensavo, sono riuscita a trovare il tempo e l’ispirazione per scrivere il secondo capitolo della fic, siete contenti/e :P?

Chiedo scusa a Rose1487 per aver utilizzato la sua definizione del sorriso di Natsu; tesoro, davvero, scusami ma me ne sono accorta dopo aver aggiornato, è che mi è rimasta impressa perché la trovo perfetta! Ovviamente se riterrai sia il caso, la cambierò immediatamente :)

Lucy è finalmente tornata a Fairy Tail e si è cominciato a svelare qualcosa di ciò che l’ha portata a fuggire e del perché abbia inserito l’avvertimento What if… cosa sarebbe successo se dopo la battaglia all’isola Tenrou, Natsu e Lucy fossero andati oltre l’amicizia? E come si sarebbe evoluta la situazione? Portate pazienza e saprete il resto ;)

Grazie per aver letto fin qui e un grazie un po’ più speciale alle gentili persone che hanno recensito il primo capitolo , mi piacerebbe sentire le voci anche degli altri lettori, non pretendo che tessiate le mie lodi eh, scrivete quello che sentite, sempre se vi va :P

Al prossimo capitolo <3

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Fairy Tail / Vai alla pagina dell'autore: Saralasse