“Justin, dobbiamo trovarti una ragazza.” Esordì Amy entrando nella stanza, e lasciando cadere pesantemente alcuni libri sul tavolo.
“Checocataiditendo?”  farfugliai, con il McWrap ancora in bocca.
Ragazza?
A chi?
A me?!
“Non si parla con la bocca piena, ignorante!” mi rimproverò, guardandomi severa. Alzai gli occhi al cielo, mentre ingoiavo un boccone.
“Tanto ci sei solo tu qui.” Mi giustificai.
“E questo ti autorizza a comportarti come un camionista?”
“Hai qualcosa contro i camionisti?”
Sbuffò, mettendosi a sedere. La osservai meglio, e notai che si era tirata in dietro tutti i capelli, lasciando scoperto il viso.
Lo faceva apposta? Qualcuno l’aveva commissionata per farmi prendere un attacco di tachicardia?
“Stavo dicendo, dobbiamo trovarti una ragazza!” riprese, agitando le mani in aria.
La guardai alzando un sopracciglio “Perfetto. Allora prendiamo l’inventario e scegliamone una. Perché è così che si trovano le ragazze, giusto?” le risposi, sarcastico.
“Non fare il finto tonto! Sei Justin Bieber.” Replicò, rimarcando il mio nome.
“Grazie per avermelo ricordato. Se un giorno dovessi perdere la memoria, ti chiamerò di corsa.”
“Sta per arrivarti un ceffone, lo sai vero?”
Sbuffai, e mollai il McWrap sul tavolo. Tutto questo discorso era inutile. Io non volevo una ragazza, volevo lei. Possibile che non se ne accorgesse? Possibile che non si accorgesse che tutto, il mio tutto, ruotava intorno ad ogni suo gesto o pensiero?
E poi, che cavolo, si guardava mai allo specchio? Era una provocazione continua!
“Senti” iniziai, passandomi una mano tra i capelli “Io non voglio una ragazza. Sono felicemente single, sono un po’ di tutti!”
“Sei un po’ di tutti eh? Quindi sei tipo..una bottiglia di Coca Cola da passarsi in classe?” scherzò, sorridendomi.
Sorrisi anche io, di riflesso.
U smile, i smile. Ennesima canzone di cui lei era l’ignara protagonista.
“Esatto. Io sono una bottiglia di Coca Cola. Sono una.. Bieber Cola!”
“Chissà quanto zucchero contieni!”
Troppo Amy, soprattutto quando penso a te e i tuoi sorrisi.
“Comunque” scrollò la testa, facendo ballare la coda in cui erano racchiusi una marea di capelli castani. Color cioccolato. “Non divaghiamo. Nessuno è felice da single, quindi non raccontarmi cazzate.”
“Questo non cambia niente.”
“Dai, ci sarà una ragazza che conosci che ti interessa più delle altre!” insisté.
La guardai, e per un istante pensai di dirle tutto. Di dirle l’amavo, che la sognavo di notte, che la sognavo di giorno, che era la protagonista di ogni mia canzone e il desiderio di ogni stella cadente. Era la mia stella cadente.
La mia Wishing Star.
“No, non mi piace nessuno.” Ribattei, alzandomi e dandole le spalle.
La sentì sospirare “Jus, si può sapere che c’è? Che ti succede? Sei così..strano in questo periodo.”
C’è che ti penso ogni secondo, e tu no.
C’è che mi ammazzerei per te, e tu no.
C’è che ti regalerei una rosa per ogni ora passata insieme, e tu no.
C’è che ti trovo bellissima anche con una busta in testa, e tu no.
C’è che ti amo,  e tu.
Mi voltai, dipingendo sul volto un sorriso tirato “Non ho nulla, sono solo un po’ stanco per il tour. Ora vado a riposare, a dopo.”
Uscii dalla stanza, con un peso sul petto. Mi faceva male mentirle.
Ma avrebbe fatto più male dirle la verità, ed uscirne sconfitto.
Meglio restare nell’ombra, ed aspettare la prossima stella cadente.