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Autore: sheneedstyles    08/09/2011    1 recensioni
Perche' solo un incontro può stravolgerti la vita.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You smile.
Un rumore. Mi svegliai di soprassalto. Sbuffai. Non c'era un filo di luce nella stanza, tranne una cosa: il display del cellulare. Lo fissai preoccupata. Fosse successo qualcosa a Lily? Rimasi paralizzata dallo spavento. Il cellulare cessò di squillare. Lo presi in mano frettolosamente. Venti chiamate perse, Harry. Guardai allibita lo sfondo con la sua faccia. L'iphone riprese a vibrare. Me lo portai all'orecchio. «Ma porca troia, quando mi risponde.. Oh! Mi hai risposto! Menomale, e' la cinquantesima volta che ti chiamo! Finalmente! Non vedevo l'ora! Ero in ansia! Che sollievo, Zoey! Come sono contento! Certo che per svegliarti ci vuole una cannonata, eh!..» «Basta Harry! Taci!» Esclamai furibonda. «Come hai detto?» Lo sentii confuso dall'altra parte del telefono. «Piano, riccio, spiega. Perchè diavolo mi hai chiamata alle tre di notte? Voglio proprio sapere cosa c'è di così urgente!» Urlai furiosa. «Volevo sentire la tua voce.. mi mancavi..» Mormorò dolcemente, con un filo di voce. Arrossii violentemente. «Zoey, ci sei? Zoey? ZOEY!» «Si, si, ci sono..» Dissi riprendendo fiato. «Pensavo fossi morta.» Commentò lui ironico. «Ma ti pare?» Dissi io, lasciandomi sfuggire un sorriso. Poi tirai un lungo respiro. «Davvero ti mancavo?» Domandai incerta, mordendomi un labbro. «Non riuscivo a dormire, dovevo sentire la tua voce e chiederti una cosa, non potevo aspettare fino a domani mattina, cioè praticamente fino ad ora.» Rispose lui. Lasciai passare una pausa prima di rispondere. «Beh, ormai mi hai chiamato, dimmi cosa dovevi chiedermi di così urgente.» Feci io, oramai sulle spine. «Domani pomeriggio sei libera?» Chiese. Rimasi in silenzio, sbalordita e contenta contemporaneamente. «Ehmmm.. cioè oggi pomeriggio?» Si corresse lui, fraintendendo il mio silenzio. «Oh.. si, si, sono libera.» Dissi tutto d'un fiato. «Vabene.. e scusa se ti ho chiamato a quest'ora della notte.» «Non ha importanza.» Sussurrai piano. «Allora buonanotte.» «Buonanotte.» Dissi lenta. Harry terminò la chiamata. Mi buttai con la testa sul cuscino e strinsi il cellulare sul petto, precisamente dove si trovava il cuore. Mi sentivo così bene, in pace con me stessa, perfettamente realizzata. Ma cosa mi prendeva? Perchè mi comportavo così? No, dovevo finirla, non dovevo illudermi. Non potevo interessargli. Mi sbagliavo. Alla fine mi addormentai con quel pensiero nella testa.

La mattina seguente. Mi grattai la testa. Questa volta era la sveglia. Mi misi seduta sul letto e strinsi un cuscino. Era un nuovo giorno. Nessuno sa quello che ci riserva la vita. Sospirai. Mi aspettava una mattinata a casa di Lily, cosa che mi mise di buon umore mentre facevo colazione e mi preparavo. Uscii dalla porta e mi girai per mettere le chiavi nella serratura quando mi caddero a terra. Sbuffai e mi piegai per raccoglierle ma qualcuno mi anticipò e le prese prima di me. Un ragazzo se ne stava seduto accanto alla porta, appoggiato di schiena alla parete, con le chiavi in mano e un sorriso meraviglioso stampato in volto. Sbattei le ciglia velocemente. «Harry.» Feci con tono vago. «Buongiorno anche a te.» Disse lui, con tono mieloso. Si alzò e mi porse le chiavi. Le presi. «Dove stavi andando di bello?» Chiese mentre giravo due volte le chiavi nella serratura. «A casa di Lily.» Risposi incamminandomi in direzione della mia bici. Sbuffò. «Ei, Zoey.» Mi afferrò per un braccio, per farmi girare. «Mi sono svegliato presto per te, e tu cosa fai? M'ignori completamente?» Disse guardandomi. «Non ti sto ignorando, riccio, ho da fare. Ci vediamo oggi pomeriggio, occheì?» Mi lasciò andare con un sospiro. «Vabene, a dopo allora.» Disse baciandomi sulla fronte. Sorrisi. «A dopo.» Risposi mentre si allontanava e lo vedevo sempre farsi più piccolo, fino a diventare un insulso punto nero. Mi misi in sella alla bici e partii verso casa di Lily. Una volta arrivata a casa della mia amica, parcheggiai la bici davanti casa sua e suonai il campanello. «Oh, finalmente.» Disse Lily, una volta aperta la porta. La presi per le mani e la trascinai dentro. «Ci sono i tuoi?» Chiesi ansiosa, guardandomi intorno. La ragazza scosse la testa e io m'illuminai. «Bene, ho da raccontarti molte cose.» Dissi portandola in soggiorno e facendola sedere sul divano. Mi misi a gambe incrociate e le raccontai tutto, senza tralasciare nessun dettaglio. Conclusi il tutto con un «Ma non devo farmi idee sbagliate, non sono sicura di interessargli e non mi devo illudere.» Lily mi guardò ad occhi sgranati. «Ma ti sei forse impazzita? Ti rendi conto di quello che hai appena detto? Dici che non gli interessi? Ma come fai a dire una cosa del genere, oh mio dio. No, aspetta, ti bacia sulla fronte, ti chiama durante notte inoltrata, dice che gli manchi, che gli mancava la tua voce, ti chiede un appuntamento e..» Le misi una mano davanti la bocca per zittirla. Quando cominciava a parlare perdeva la testa e non c'era nessun modo per fermarla. O forse si. «Sei fai la brava e te ne stai zitta zitta, posso chiedergli se conosce Francisco Lachowski.» Dissi togliendo la mano dalla sua bocca e facendo un gran sorriso. Era rimasta a bocca aperta. «Che? No, dai, scherzi, vero?» Domandò battendo le palpebre non so quante volte in una frazione di secondo. Scossi la testa. Lily mi buttò le braccia al collo e cominciò a ringraziarmi all'infinito, aggiungendo frasi del tipo «Sei mitica, ti amo, ti lowo, sei la migliore, unica.» La staccai con forza e sospirai. Lei era fatta così, divertente, pazza, con i suoi difetti come tutte le persone del mondo ma pur sempre la mia migliore amica, come una sorella, dolce e coccolosa quando necessario, sempre disponibile nei momenti di bisogno. Era semplicemente lei, Lily, e a me piaceva così come era, non l'avrei cambiata per nessun motivo al mondo. La mattinata passò velocemente, restai a pranzare da lei. Poi arrivò il momento di andare all'appuntamento con Harry. Lily mi fece un sacco di raccomandazioni (nemmeno fosse mia madre) e mi incoraggiò. Salii nuovamente in bici e mi preparai al peggio. Arrivata al parco parcheggiai la bici nell'apposita zona. Iniziai a camminare in direzione dello stagno, dove ci eravamo dati appuntamento. Ma quando lo vidi rimasi agghiacciata. Non potevo crederci. No, non poteva essere. Dopo tutto quello che avevamo condiviso insieme, dopo la telefonata, il bacio e tutto il resto, stava lì, tranquillo, e chiacchierava animatamente con una ragazza più o meno della mia età, accarezzandole talvolta il viso. Poi si guardò intorno e mi vide. Rimase per un bel po' a fissarmi tanto che la ragazza si girò per vedere cosa o chi guardasse. Mi voltai e iniziai a correre. La bicicletta l'avrei lasciata lì, non m'importava, la sarei andata a riprendere in un altro momento, o ci avrei mandato Lily. Corsi fino a casa, infilai le chiavi nella serratura, girai e una volta dentro cercai di chiudere la porta ma qualcosa la bloccava. Forse Harry, non lo sapevo, le lacrime non mi permettevano di mettere a fuoco il soggetto. Ci rinunciai, la persona che mi sbarrava la porta aveva certamente più forza di me. Ripresi a correre su per le rampe di scale e giunsi in camera mia. Cercai di chiudere anche quella porta ma nemmeno questa volta ci riuscii. Misi a fuoco e lo vidi. Era lì che spingeva. Harry. «Vattene, non voglio vederti. Ti odio Harry Edward Styles. Sei la mia rovina.» Urlai tra le lacrime, furibonda. «Perfavore, Zoey, lasciami spiegare.» Urlò lui. «No, vattene.» Dissi io, quando stetti sul punto di cedere, avendo esaurito tutte le mie forze. «Ti amo.» Quelle due parole bastarono per rinunciare ai miei tentativi di chiudergli la porta in faccia. Rimasi paralizzata. Il mondo doveva essersi fermato, oppure girava dalla parte opposta. Tutto girava, girava persino il riccio, persino io. Sentii il calore delle sue labbra sulle mie. Il mio tutto precipitò in un burrone.
  
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