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Autore: Heloissa_    08/09/2011    0 recensioni
Pansy scopre di non avere una buona reputazione tra i ragazzi di Hogwarts. Beh, non può certo dire di non essersela cercata.
Eppure, essere al centro di chiacchiere e derisioni ferisce il suo orgoglio e la porta a riflessioni sulla sua condotta e, più in generale, sull'amore.
Sentimento, questo, che crede di aver compreso fin troppo bene, a causa della persona che gliel'ha ispirato davvero per la prima volta. Una persona nient'affatto facile, per sua sfortuna.
"There are worse things I could do,
than go with a boy or two,
even though the neighborhood thinks I'm trashy,
and no good...
I suppose it could be true,
but there are worse things I could do"
Genere: Introspettivo, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Pansy Parkinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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There are worse things I could do




La canzone che mi ha ispirato questa songfic è "There are worse things I could do" dal musical Grease,
di cui potete trovare la traduzione alla fine, dopo le "note dell'autrice", e che potete ascoltare su Youtube
(ve lo consiglio caldamente, prima o durante la lettura!) cliccando qui

 




Pansy scese di buon umore in Sala Comune. Per una volta aveva finito tutti i suoi compiti e poteva godersi in santa pace il poco tempo che la separava dalla colazione, senza doversi arrovellare per recuperare qualche capitolo o allungare di svariati centimetri una pergamena per questo o quel prof.
Individuò subito una poltrona libera vicino ad un ragazzo che conosceva e vi si sistemò, composta.
“Come va, Flitt?” chiese in quello che pensava essere il modo più grazioso e femminile possibile. Un paio di ragazzine del primo che sedevano vicino al camino sghignazzarono, indicandola. Bastò un suo sguardo sprezzante per farle voltare, rosse in viso.
Flitt, che non sembrava essersi accorto di nulla, rispose “Bene, bene… A proposito, Parkinson, oggi abbiamo gli allenamenti, ti va di venire a vederci?”.
“Certo!” rispose la ragazza, raggiante.
Marcus adorava essere ammirato mentre giocava a Quidditch, e lei non si lasciava mai scappare l’occasione per entrare nelle sue grazie. Non le piaceva particolarmente, ma era il capitano della squadra della sua Casa e conquistarsi le sue attenzioni era un passaporto sociale di alto valore. Molte delle sue amiche le stavano vicino solo perché ci riusciva, mentre l’invidia che suscitava nelle altre accresceva il suo senso di sicurezza e rendeva la sua vita a scuola meno svilente. Essere qualcuno contava, potevano venirgli a fare tutte le lezioncine del mondo ma vedeva chiaramente come passavano il loro tempo ragazze poco corteggiate come la Bullstrode. La cosa più eccitante che gli capitava di fare erano quattro chiacchiere con la sua compagna di banco. E vedeva anche gli occhi suoi e di quelle come lei, avidi di desiderio, mentre la scorgevano passare a braccetto con qualche ragazzo, bello, popolare, o con tutte e due le caratteristiche insieme.
Esattamente come Draco Malfoy… Ecco, se avesse potuto avere Draco, sarebbe stata una persona felice. Non avrebbe di certo desiderato di meglio, sarebbe stata fedele, sempre al suo fianco… Già si immaginava stringerlo tra le braccia dopo una delle sue bravate e consolarlo per una punizione che di certo avrebbe considerato ingiusta…
Non che non ci avesse provato, in effetti.
Ma lui era una persona molto lunatica, e soprattutto capricciosa. A volte, quando gli andava bene – e quelli erano i giorni che preferiva – il ragazzo si lasciava lusingare, si abbandonava alle sue attenzioni placido come un gatto. In molte altre occasioni, però, semplicemente la ignorava perché aveva qualcosa di meglio a cui pensare, o addirittura la respingeva in malo modo.
Quasi sulla scia di quelle sue riflessioni, Draco arrivò in Sala Comune con il solito passo leggero, l'espressione indolente. Poiché era ormai giunta l’ora della colazione, lo vide attraversare il passaggio che portava all’esterno senza nemmeno degnarla di uno sguardo. No, non sarebbe stato un giorno fortunato. Comunque, valeva la pena tentare. Si alzò velocemente per seguirlo. Mentre aveva già un piede sulla pietra del pavimento dei sotterranei, poté sentire chiaramente le due insolenti ragazzine del primo anno ridacchiare ancora.
Pensassero quello che vogliono. E’ tutta invidia.
“Ti sei svegliato male, Draco?” chiese appena lo ebbe raggiunto, in tono scherzoso.
“Anche se fosse, Parkinson?”. La voce del Serpeverde era particolarmente acida. La ragazza pensò esasperata che la sua prima impressione non l’aveva ingannata.
“Anche se fosse, io non ti ho fatto niente” rispose offesa.
“Infatti, non mi hai fatto niente. Non mi hai neanche salutato, impegnata com’eri con Marcus, giusto?”.
Ecco, ci risiamo. Malfoy non mostrava mai particolare predilezione per lei, almeno, non in confronto alle altre sue “protette”. Eppure, le lanciava sempre quelle fastidiose frecciatine quando la vedeva dedicare il suo tempo e le sue lusinghe ad un altro che non fosse sé stesso.
I primi anni questo le faceva piacere… Però ormai aveva capito che probabilmente si trattava solo di vanità. Nonostante ciò, lei ci cadeva sempre, in quelle trappole.
“Sei geloso?” chiese prendendolo in giro. In realtà, sperava sempre che la risposta a quella domanda fosse affermativa. Uno sbuffo incredulo fu tutto quello che ottenne.
A colazione, comunque, prese posto vicino a lui. Questi, forse per vendicarsi, rivolse la parola solo a Daphne, che era seduta dalla parte opposta. Daphne: un’altra tra le sue elette. Un’altra tra quelle che a volte Pansy poteva considerare amiche. Per il resto del tempo, rivali.
Poco più di mezzora dopo, la loro classe era tutta fuori dall’aula di Trasfigurazione, aspettando di entrare per la prima lezione di quel giorno.
“Sai” le disse Daphne tra una chiacchiera e l’altra “Draco mi ha chiesto se mi andava di accompagnarlo per i suoi giri ad Hogsmeade, Venerdì”.
“Ah” replicò fingendo di annoiarsi Pansy. In realtà, il cuore sembrava essersi un po’ ristretto, e battere a fatica.
“Già…” continuò la ragazza scrutandola con attenzione, come a cogliere un suo passo falso. “Spero proprio che mi chieda di fidanzarci, questa volta”.
“Pfff!”. Pansy non aveva trattenuto una risatina crudele. Quante volte aveva sperato anche lei la stessa cosa! Ma ormai sapeva bene che Draco non desiderava avere una ragazza…
O forse…
Eccola, la ben nota, piccola fitta di panico. Non poteva mai impedirlo, ogni volta che il ragazzo sceglieva di passare del tempo con chiunque non fosse lei. Non poteva impedirsi di pensare come avrebbe potuto sentirsi se proprio quella volta avesse deciso di fare sul serio.
“Sei solo invidiosa”. La risposta pungente di Daphne non tardò a venire, e interruppe i suoi pensieri.
“Invidiosa di che cosa, precisamente?” fece stizzita. Se c’era qualcosa che non sopportava, era essere derisa o creduta capace di sentimenti da deboli, come l’invidia. Non aveva niente da invidiare a nessuno, lei.
“Flitt mi ha chiesto se oggi pomeriggio vado a vederlo agli allenamenti” disse eloquente, come se questa fosse una risposta più che sufficiente. “E credo proprio che ad Hogsmeade ci andrò con Pucey” aggiunse quasi distrattamente.
Aveva fatto centro. Daphne poteva essere tra le persone più vicine a Malfoy, ma non riusciva di certo a raggiungere l'attenzione degli studenti più grandi. I suoi occhi presero a dardeggiare di furia. Era davvero inviperita.
“Oh ma guarda, solo due persone nel tuo discorso”. Fece finta di contare sulle dita. “Wow, credo sia un record per te. Di solito non ne tieni cinque o sei per volta?”.
Molti ragazzi, che ormai si erano messi all’ascolto (come sempre accadeva, quando era in corso un litigio), sogghignarono o si guardarono eloquenti.
Tra loro, c’erano anche alcuni dei Tassorosso. Nel frattempo erano arrivati: avrebbero dovuto frequentare insieme ai Serpeverde la lezione con la McGranitt.
Ma bene, era questo che pensavano di lei?
“Cosa intendi dire?” chiese quindi, paonazza.
“Niente che non sappia già tutta la scuola” rispose la giovane rivolgendo lo sguardo tutto intorno a sé.
Pansy non poté che darle ragione, anche se ovviamente non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce. Ormai di occhi puntati dalla sua parte ce n’erano tanti, e tutti parevano divertirsi un mondo sulla sua reputazione.
Poi, vide la cosa che le dette il colpo di grazia: anche Draco si era unito a quelli che si davano gomitate e indicavano nella sua direzione. Come sempre, non si stava facendo alcun tipo di scrupolo nei suoi riguardi. C’era da divertirsi a scapito di qualcuno? Bene, lui era pronto. Con lei come con gli altri. Nessuna differenza.
Di nuovo la consapevolezza di non essere affatto speciale per lui la assalì, dolorosa. Unita, questa volta, alla vergogna e alla rabbia per le voci che aveva scoperto girare su di lei.
Tenendo stretta a sé la sua borsa, corse via, diretta di nuovo ai dormitori. Mentre passava, si assicurò di dare una spallata, più forte che potè, a quella demente della Habbott, a capo di un gruppetto di Tassorosso che se la stava spassando.
Raggiunse il suo letto, e lì sprofondò, in preda alla tristezza. Allora, e solo allora, cedette alle lacrime.
 
There are worse things I could do,
than go with a boy or two…
Even though the neighborhood thinks I'm trashy,
and no good,
I suppose it could be true…
But there are worse things I could do.
 
Sì, era vero, frequentava numerosi ragazzi, e spesso… E non poteva dire di non essere andata a fondo, con alcuni di loro… Eppure non aveva mai pensato, nemmeno una volta prima di allora, al fatto che questo potesse essere altro se non un vanto.
Odiava tutto quel buonismo. Li vedeva gli sguardi delle altre. Non erano poi diversi dal suo. Se poi non avevano il coraggio di presentarsi di fronte a un ragazzo e conquistarlo, in un modo o nell’altro, che si struggessero da sole, che andassero a piagnucolare nei bagni, ma non venissero a fare la morale a lei!
Questo non era assolutamente giusto. Si sentiva coperta di ridicolo e di vergogna. Lei, che poteva ben considerarsi la ragazza più sveglia dell’intera sua Casa, dietro le spalle veniva additata come una poco di buono.
Ma, in fondo, non facevano così anche molte delle cosiddette “santarelline”? Anzi, forse loro facevano anche di peggio…
 
I could flirt with all the guys,
smile at them and bat my eyes,
press against them when we dance,
make them think they stand a chance,
then refuse to see it through…
That's a thing I'd never do.
 
Se pensavano che non le vedesse, mentre sorridevano innocenti ai loro compagni, e intanto si sistemavano i capelli quando loro erano girati dall’altra parte, si sbagliavano di grosso!
Lei aveva solamente più fegato di tutte loro, ecco tutto. Era ovvio che non la sopportassero, lei aveva quella determinazione che gli mancava per ottenere ciò che desideravano!
Era molto più ipocrita e ingiusto atteggiarsi come molte altre erano solite fare, a parer suo. Fare gli occhioni dolci a tutti, illuderli tutti di avere una possibilità, e poi negarsi per mantenere lo stato di miss-verginella-di-Hogwarts.
Avesse potuto sbirciare anche solo per un secondo nella mente di quelle verginelle, sapeva lei cosa ci avrebbe trovato!
Non riusciva a sopportare di essere la fonte di tutto quel divertimento da parte di arpie di tal genere.
 
I could stay home every night,
wait around for Mr. Right,
take cold showers every day
and throw my life away
on a dream that won't come true.

 
Perchè non avrebbe dovuto divertirsi un po’, quando in fondo altro non aveva?
Non aveva certo intenzione di sprecare la sua vita dietro lo stupido sogno dell’unico, grande amore.
Ci aveva creduto, sì. Ad undici, dodici anni, forse. Ma poi aveva capito che era solo una frottola, ancora più falsa e illusoria delle fiabe per bambini che leggeva da piccola, quando ancora era talmente inesperta da credere a tutto.
Un paio d’occhi bellissimi, ma freddi, gliel’avevano insegnato, che i sogni rimanevano tali. Era stato proprio lui, in effetti, ad averle insegnato tutto ciò che sapeva sull’amore. E ora lei non si faceva certo ingannare da anelli e dolci parole sussurrate al chiaro di luna. L’amore era sensualità, era istinto, era scaricarsi addosso forti emozioni e niente altro. L’amore era bugia… Dolore.
 
I could hurt someone like me,
out of spite or jealousy…
I don’t steal and I don’t lie,
but I can feel and I can cry:
a fact I'll bet you never knew.

 
Di certo, se si fosse accorta che qualcuno era davvero innamorato di lei, non ci avrebbe giocato a quel modo. Non aveva mai sperimentato tale seccatura, però.
Purtroppo.
Se avesse notato che qualcuno nutriva per lei un interesse minimamente simile a quello che lei aveva provato (e provava ancora, dovette pensare, frustrata) per Draco, di certo non sarebbe stata tanto sadica da continuare ad illuderlo. Non sarebbe stata così crudele da spillargli una goccia di speranza ogni giorno, finché ne fosse rimasto completamente privo, in compagnia solo della delusione e della sofferenza.
L’immagine di Draco che si univa a quelli che motteggiavano sui suoi modi troppo libertini le tornò in mente, come una fitta d’emicrania.
Ebbe nitido davanti agli occhi quel sorriso che tante volte aveva sognato di poter suscitare in lui. Ed ebbe anche tutto l’amaro, quando si rese conto che per una volta era stata esaudita. Peccato, però, che non rideva per lei, ma di lei.
Si vergognò di essere corsa via a quel modo. Chissà cosa avrebbe detto la McGranitt. Se fosse stata fortunata, avrebbe avuto il doppio dei compiti da fare per la volta dopo.
Ma non le importava. Fissò le tende verdi del letto a baldacchino con un briciolo della solita determinazione negli occhi ancora umidi. Era fiera di essere riuscita almeno a non perdere del tutto il controllo, se non nel suo letto.
 
But to cry in front of you,
that's the worst thing I could do.








  
Note dell'autrice
Questa è la prima songfiction che scrivo, però non credo assolutamente sia l'ultima LOL
In effetti, anche prima di conoscere questo meraviglioso mondo delle FF (e ciò avveniva poco più di un mese fa), spesso fantasticavo di varie storie ascoltando musica, senza sapere che in realtà stavo facendo songfic :P
Credo che il genere mi piaccia, eccome!
L'ho scritta di getto... Forse fin troppo! xD Sarei molto felice di sapere cosa ne pensate, comunque!

Se vi va, sto pubblicando anche una longfic, "In fondo anche il nero è un colore". La trovate nella mia pagina! E anche quella è la mia prima long, ma che lo dico a fare xD

Spero di sentirvi quindi! E alla prossima!

  
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Qui la traduzione italiana del testo della canzone usata per questa songfic:



Ci sono cose peggiori che potrei fare

Ci sono cose peggiori che potrei fare
che andare con un ragazzo o due
anche se il vicinato pensa che io sia una persona volgare
e una poco di buono
suppongo che potrebbe essere vero,
ma ci sono cose peggiori che potrei fare:
potrei flirtare con tutti i ragazzi,
sorridere loro e sbattere le ciglia,
strofinarmi contro di loro quando balliamo,
fargli pensare che hanno una possibilità,
e poi rifiutare di andare avanti,
è una cosa che non farei mai.
Potrei stare a casa ogni sera, aspettare in giro che arrivi Mr Giusto
farmi una doccia fredda ogni giorno e gettere via la mia vita
per un sogno che non si realizzerà mai...
Potrei ferire qualcuno come me, con gelosia e malizia...
Io non rubo e non mento,
ma posso provare dei sentimenti e posso piangere:
è un fatto che scommetto tu non hai mai conosciuto.
Ma piangere di fronte a te,
è questa la peggiore cosa che potrei fare
.
   
 
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