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Autore: Melanto    08/09/2011    7 recensioni
Aria. Acqua. Terra. Fuoco. Alla disperata ricerca del Principe scomparso, mentre nel cielo rosseggia un'alba che odora di guerra. Una lotta contro il tempo per ritrovare la Chiave Elementale, prima che finisca nelle mani del Nero, e salvare il pianeta.
Siete pronti a partire?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alan Croker/Yuzo Morisaki, Hajime Taki/Ted Carter, Mamoru Izawa/Paul Diamond, Teppei Kisugi/Johnny Mason
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Elementia Esalogy'
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ELEMENTIA
- The War -





CAPITOLO 6: Il Circo Acquatico (parte II)

Dhèver – Regno degli Ozora, Terre Centrali

“Un… un circo?!”
Hajime era rimasto senza parole, mentre Teppei ne era così entusiasta da sembrare un bambino mentre osserva, con occhi sgranati, l’immenso spettacolo che si estendeva sotto di loro.
“Accidenti! Che meraviglia!” continuava a esultare, in preda all’eccitazione.
“Davvero notevole” accordò Mamoru
Anche Yuzo ne rimase colpito. “Non avevo mai visto un circo prima d’ora.”
“Veramente, sono un sacco le cose che ancora non hai visto, uccellino principiante” ci tenne a sottolineare il giovane di Fuoco con una sghignazzata che si attirò l’occhiataccia del volante. “Non guardarmi così, suvvia. E’ che me le offri su di un piatto d’argento, non posso ignorarle, sarebbe un delitto.”
Intanto Teppei era già arrivato a metà della discesa che conduceva al circo e costeggiava il cratere. Il cavallo lo seguiva con passo meno sicuro, ma obbediente. “Ehi! Ma siete ancora lì? Forza, venite!”
Mamoru sospirò rassegnato, muovendosi per raggiungerlo seguito da Yuzo.
Hajime era rimasto fermo a osservare l’ampia distesa con espressione incerta.
“Allora, non dici nulla?” Rika lo aveva affiancato, mani dietro la schiena. “Che ne pensi?”
“Beh…” tentennò. “Non saprei. Non conoscevo l’esistenza di un circo dedicato alle sole creature acquatiche… e solitamente… i circhi non mi piacciono molto.”
La giovane sorrise, prendendolo sottobraccio e cominciando la discesa. “Gli animali che ospitiamo sono creature strappate alle grinfie di mercanti senza scrupoli e cresciute in cattività. Non sopravviverebbero a lungo nel loro habitat naturale per questo io e Koshi abbiamo accettato il lavoro: un ex-Tritone e una ex-Sacerdotessa Elementale dell’Acqua, chi meglio di noi avrebbe potuto prendersi cura di loro? Inoltre, le persone che lavorano al circo sono tutte gentili e gli animali vengono trattati con i dovuti riguardi.”
Hajime osservò la vecchia amica di infanzia, distendendo un sorriso fiducioso. “Allora sono sicuro che sono in buone mani.”
“Grazie tante della benedizione, DentiSplendenti, anche se non te l’avevamo chiesta” sbuffò Kanda mentre Mayleen ripeteva battendo le manine.
Accà! Accà!”
Teppei si fermò a osservare l’ingresso del circo con espressione estasiata. Il tendone principale e quelli satelliti erano recintati da un alto e spesso cancello in ferro lavorato tra le cui sbarre vi erano figure di pesci, conchiglie, stelle marine e onde, che si rincorrevano in un elaborato disegno. Delle lunghe torce erano disposte in posizioni strategiche per permettere una completa illuminazione esterna della zona.
La fiumana di gente aveva creato una lunghissima fila alla biglietteria dove madri, padri, intere famiglie e turisti restavano diligentemente in coda.
“E’… è fantastico!” esclamò per l’ennesima volta. “Non ne avevo mai visto uno così grande! L’ultima volta che sono andato al circo ero con Hajime e mio padre ed è stato poco prima della partenza per Tyran. All’improvviso uno dei golkorhas del domatore si è imbizzarrito, rischiando di far venire giù il tendone!”
“Davvero? E che successe?” domandò Yuzo, interessato al racconto.
“Dovette intervenire mio padre, dopotutto è un Minister della Terra.”
Mamoru sbuffò con ironia. “Tsk! Davvero un genio quel domatore. Lo sanno anche i sassi che i golkorhas non sono animali facili da trattare.”
“Già” accordò il tyrano, ridendo. “Mio padre gliene disse talmente tante che credo abbia cambiato mestiere.”
“Ragazzi!” La voce di Rika li richiamò animatamente. Agitava la mano per farsi vedere. “Venite da questa parte!” disse, conducendoli presso un ingresso secondario a esclusivo appannaggio degli addetti ai lavori. “Così non dovremo fare la fila!”
“Ma poi ce lo farete visitare, eh? Vero?”
La Sacerdotessa rise nel vedere il tyrano tanto entusiasta.
“Sì, certo, ma prima vi preparerò una bella cenetta, così potremo parlare in pace.”
Rapidamente passarono alle spalle di alcuni tendoni più piccoli che circondavano quello principale, arrivando nella zona dove c’erano le abitazioni del personale e le strutture dove gli animali riposavano. Essendo una struttura fissa, le vecchie roulotte degli artisti erano state modificate per divenire delle vere e proprie case dalle forme e dai colori più strani.
“Koshi, Rika! Bentornati!” salutarono alcuni addetti intenti a spostare l’enorme vasta della murena più grande che gli Elementi avessero mai visto.
“Ma quella è una Murena Gigante delle Isole Kuru e non sono proprio dietro l’angolo!” affermò Hajime con sorpresa. “Dove l’avete trovata?!”
“E’ rimasta impigliata nella rete di alcuni pescatori lungo la costa Ovest” spiegò Kanda. “Ed era anche ferita, per fortuna avevano sentito parlare del circo e così ce l’hanno portata. L’abbiamo curata noi.”
“Datemi pure le briglie dei vostri cavalli” disse Rika fermando un giovane inserviente. “Jules, potresti portarli alle stalle e dar loro da mangiare?”
Il ragazzo annuì prontamente e si allontanò con gli animali mentre loro entravano in casa.
L’abitazione si presentò da subito accogliente e piena dei giochi sparsi della piccola Mayleen.
“Non fate caso al disordine!” Si scusò l’ex-Sacerdotessa con un sorriso imbarazzato, prima di invitarli ad accomodarsi in salotto. Lei si diresse in cucina per mettersi ai fornelli. “Vedrete, vi farò assaggiare la migliore cucina di Dhèver!”
E non venne meno alla sua promessa.
Rika preparò, in breve, la più buona cena tradizionale che i quattro Elementi avrebbero mai potuto desiderare. I canestrelli di verdure e l’invitante arrosto di manzo allo zenzero riempirono l’aria con il loro profumo intenso e appetitoso.
“Rika, non sapevo avessi della mani così d’oro in cucina” Si complimentò Hajime, mentre Teppei faceva fuori la terza fetta d’arrosto.
“Però scommetto che le mani di quando ti tirava i capelli te le ricordi eccome!” ridacchiò. La ragazza arrossì, agitando il tovagliolo in modo fintamente minaccioso.
“Teppei! Smettila! Avevo solo tre anni!”
“Allora eri violenta di natura” rincarò Kanda e lei arricciò le labbra.
“Non vale! Siete in tre contro uno! Adesso mi avvalgo di Yuzo e Mamoru per difendermi!”
La serata si mantenne su quel tono fino alla fine della cena, tra ricordi d’infanzia e battute di spirito, ma, soprattutto, tra le occhiate indagatrici che la Fiamma rivolgeva alla padrona di casa. Occhiate in cui sembrava studiarla, valutandone i comportamenti. Poi, l’ex-Tritone decise di passare ad argomenti più seri.
“Si può sapere, ora, il motivo di tanto mistero?” Koshi si rilassò contro lo schienale della sedia, incrociando le braccia al petto. “Qui non ci sono né occhi né orecchie indiscrete.”
Hajime preferì essere piuttosto franco. “Siamo in missione per conto del Re.”
“Qualcosa che riguarda la guerra imminente?” Rika assunse un’espressione piuttosto preoccupata.
“Non direttamente. A dire il vero, non so nemmeno io cosa sia peggiore, comunque, si tratta del Principe Tsubasa: sembra sia scomparso.”
“Oh, Dee.” L’ex-Sacerdotessa si portò una mano alla bocca. “Ma è terribile. Il Principe è il detentore della Chiave Elementale, se finisse nelle mani sbagliate sarebbe una catastrofe!”
“Per questo hanno mandato noi alla sua ricerca” intervenne Teppei. “Avevano detto che un gruppetto di quattro persone, magari, avrebbe dato meno nell’occhio…”
“Forse con chi non ha a che fare con la magia.” Koshi inarcò un sopracciglio con severità. “Ma non di certo per chi la conosce.”
A quelle parole Teppei sospirò grave. “Stiamo facendo il possibile per non attirare troppo le attenzioni di probabili Stregoni nascosti in queste terre…”
“Pensate che siano coinvolti nella sparizione del Principe?”
Il tyrano si limitò a stringersi nelle spalle a quella domanda di Rika.
“Speriamo di no, ma non c’è nulla di certo.”
Con fare pensieroso, Kanda si passò una mano sul mento. “Il Principe è stato qui non molto tempo fa…”
“Lo sappiamo.” Stavolta fu l’Elemento di Fuoco a prendere la parola. “Per questo siamo venuti a Dhèver. Stiamo ripercorrendo le tappe del viaggio del Principe nella speranza di trovare qualche indizio utile per venire a capo della faccenda.”
“Domani volevamo andare dal Doge-” Ma Kanda rivolse un’occhiataccia – l’ennesima – al volante che aveva appena parlato, dipingendosi un ghignetto ironico.
“Mi dispiace deluderti, piccione, ma il Doge è fuori città e non tornerà prima della prossima settimana.”
“Che cosa?!” sbottò Mamoru a quella notizia, con poca delicatezza.
Quell’imprevisto non ci voleva proprio, non avrebbero potuto perdere un’intera settimana nell’attesa che il Doge fosse ritornato, solo per sentirsi ripetere la solita tiritera.
“Se può esservi utile, possiamo raccontarvi più o meno cosa è accaduto. Il Principe è venuto a vedere anche uno dei nostri spettacoli.”
Ascoltando il resoconto di Rika, capirono che nemmeno in quella visita era avvenuto nulla di rilevante, purtroppo. E visto che sia Koshi che sua moglie avevano lungamente avuto a che fare con la magia, il fatto che non si fossero accorti di eventuali stregoni nei paraggi poteva essere interpretato come un buon segno o, in alternativa, quest’ultimi erano stati parecchio bravi a confondersi con la folla il che faceva ritornare tutto al punto di partenza.
“Quindi, domani ci toccherà il solito giro di perlustrazione e poi ripartiremo.” Hajime appoggiò il mento nella mano dipingendosi un’espressione di sconforto. Ormai dovevano esserci abituati a sentirsi sempre rispondere le stesse cose, solo che dopo un po’ diveniva frustrante. In quei mesi, da che erano partiti, non erano ancora riusciti a scoprire nulla, nemmeno l’indizio più misero. Nel frattempo le nubi della guerra si stavano avvicinando sempre di più al grande confine Nord senza avere la certezza di sapere il Principe e la Chiave al sicuro o, almeno, in vita.
Come a leggergli nel pensiero, Rika tentò di confortarlo alzandosi in piedi e cominciando a sparecchiare. “Non temere, sono sicura che presto riuscirete a trovare qualche notizia che possa rassicurare sulla condizione del nostro futuro sovrano. Se lui fosse morto e la Chiave fosse finita nelle mani sbagliate, a quest’ora l’avremmo già saputo. Poco, ma sicuro.”
Il Tritone si ritrovò ad ammettere che aveva ragione, dopotutto, e visto che catastrofi non se n'erano ancora verificate, potevano concedersi ancora un po’ di tranquillità.
“Ti aiuto.” Si offrì improvvisamente Mamoru, raccogliendo alcune stoviglie, il tutto sotto lo sguardo perplesso di Yuzo seduto al suo fianco. “Che hai da guardare?!” Gli domandò la Fiamma, seccato.
“Queste sono cose che farei io…”
“Ah, ah.” Lo gelò Mamoru e lui si limitò a trattenere una risata che gli sarebbe valsa una serie infinita di improperi.
“No, non preoccuparti. Voi andate pure a sedervi nel salotto, qui faccio io.”
Kanda non se lo fece ripetere e, presa in braccio la piccola Mayleen, si diresse ai divani. “Vi offro qualcosa di forte che fa uno dei nostri atleti. Roba che ti apre le budella!”
Hajime si passò una mano sullo stomaco. “Grazie, ma le mie stanno bene chiuse.”
Vennero raggiunti anche da Yuzo e Teppei, mentre Mamoru portava le stoviglie in cucina dove Rika stava mettendo via l’arrosto avanzato. La Fiamma le passò i piatti, che lei provvide a lasciare accanto al lavello.
“Grazie” disse l’ex-Sacerdotessa e l’attimo dopo il rumore scrosciante dell’acqua riempì la cucina. “Puoi anche espormi la tua perplessità, so che ne hai una.”
Appoggiato contro il mobile della credenza, Mamoru accennò un sorriso, tenendo le braccia incrociate. Si mosse, raggiungendola adagio e fermandosi accanto a lei, che gli rivolse la coda dell’occhio; sul viso l’espressione divertita.
“Ho sentito che eri una Sacerdotessa Elementale” iniziò l'Elemento di Fuoco, mantenendo un tono neutrale, ma quando sollevò nuovamente le iridi in quelle di Rika, la ragazza poté scorgervi una strana attesa, nel ribollire del nero. “Non ti sei pentita della tua scelta? Non ti manca il Tempio?”
Rika chiuse il lavello e il flusso dell’acqua si ridusse sempre di più fino a che non vi rimase solamente un filo e poi nulla. Asciugò le mani vicino al grembiule e volse anche lei le spalle al mobile, assumendo la stessa posizione della Fiamma.
“Mentirei se dicessi che non ripenso a Rhanora, certe volte, alla vicinanza quasi simbiotica che mi teneva legata alla Dea. Le mie sorelle, le nostre preghiere, l’essere uniche guardiane dell’Elemento Eterno dell’Acqua, la Lacrima. Poi, però, penso anche alla solitudine cui eravamo costrette, l’isolamento dal mondo, l’impossibilità di amare qualcun altro oltre la Dea, l’impossibilità di venire amati. Ripenso a tutto questo, guardo mia figlia, guardo mio marito e sono felice così.” Nel chiaro azzurro delle sue iridi, Mamoru lesse sincerità; una risposta che lo fece sentire pienamente soddisfatto. “Non tornerei indietro per nessun motivo al mondo e, no, non ne sono pentita.”
Lui annuì e abbandonò il mobile presso cui era rimasto appoggiato. A passi lenti s’avviò alla porta per tornare nel salotto, dove gli altri stavano ancora chiacchierando.
“Mayleen è una bambina molto fortunata.” Si concesse di dire, mentre, alle sue spalle, Rika osservava con maggiore serietà e dispiacere la schiena del giovane sulla quale i crini corvini si muovevano adagio.
“Tutte conosciamo la storia di Sakura Takarazuka, anzi, del Mito." Con quelle parole lo fermò che era a un passo dalla soglia. "La Prima Sorella e le Sorelle Maggiori ce l’hanno sempre portata ad esempio, osannandone l’integrità dei principi e l’amore indissolubile per la Dea.”
Mamoru ghignò con sdegno, mentre stringeva convulsamente i pugni. Rika non poteva vederle ma era sicura che le sue iridi stessero ardendo come dannate. “Tsk. Un esempio, eh? Integrità… amore… mi piacerebbe scambiare due chiacchiere con le vostre Sorelle Maggiori.”
“Non ho mai compreso il loro apprezzamento per quanto accaduto. Perché mi rendevo conto di quanto dolore doveva esserci, dall’altra parte, che loro non prendevano nemmeno in considerazione. E ora che sono madre, lo comprendo ancora di più. Io non farò mai una cosa simile, Mamoru, se è questo che pensi possa accadere.”
Le mani, dalle nocche livide per la forza con cui erano state strette, allentarono la morsa fino a sciogliersi del tutto. Non si volse, ma sul suo viso si distese un sorriso.
“Lo so. Hai fatto bene a lasciare il Tempio, le Sacerdotesse sono solo delle pazze.” Abbandonò la stanza senza aggiungere altro.
Quando rientrò nel salotto, Kanda aveva appena messo Mayleen a dormire.
“Ha fatto i capricci?” domandò la voce di Rika, comparendo alle spalle di Mamoru.
L’ex-Tritone sbuffò, passandosi una mano tra i capelli. “Eh già, oggi è stata davvero una monella. Non voleva saperne di mettersi a letto, nonostante fosse stanca morta.”
Lei sghignazzò. “Potevi lasciare a Yuzo il compito, sono sicura che non avrebbe fatto storie.”
Kanda arricciò il naso, assumendo una smorfia spiacevole, e solo in quel momento il volante iniziò a comprendere la frase che gli aveva detto Mamoru sulla questione del ‘maschio alfa’. Subito s’affrettò ad agitare le mani, arrossendo.
“Ma no, ma no! Il papà è insostituibile.”
Kanda gli rivolse la stessa espressione minacciosa pur annuendo adagio, mentre lui stringava un sorriso di circostanza piuttosto imbarazzato.
“Tesoro, perché non accompagni i nostri ospiti a vedere il circo? Sono sicura che gli piacerà da matti!”
Teppei, manco a dirlo, fu il più entusiasta. Subito balzò in piedi, galvanizzato, mentre Koshi aggiungeva: “Non hai bisogno di una mano per sistemare i letti?”
“Non ti preoccupare, posso fare benissimo da sola, che credi!”
“D’accordo, d’accordo, togliamo il disturbo.” Il giovane s’avviò alla porta seguito dai suoi ospiti; lentamente scuoteva il capo, borbottando. “Il solito caratterino.”

I tendoni, dove erano sistemate e accudite le creature quando non si esibivano, erano quattro, disposti in fila alle spalle di quello principale. Erano meno alti, ma sufficientemente capienti per ospitare tutti gli animali in maniera comoda.
I quattro Elementi li avevano visitati con grande interesse, notando la cura con cui gli addetti li assistevano. Non c’era nulla fuoriposto o lasciato a sé stesso; il Naturalista Animale passava a controllarli tutti i giorni, uno per uno, e Hajime era rimasto positivamente colpito dalla professionalità di Kanda e da come si dimostrasse sempre risoluto e deciso a ogni richiesta di aiuto da parte dei colleghi. Quando stavano ancora ad Agadir, Koshi non era mai stato tanto serio e ligio, anzi, non faceva altro che combinare guai e attaccare briga. Era proprio vero, quindi, che il tempo sapeva cambiare le persone e, notando la differenza, il Tritone cominciò a interrogarsi sul motivo della sua fuga dalla Scuola. Forse con l’immaturità del ragazzo e del compagno tradito, aveva davvero giudicato troppo frettolosamente le sue scelte. Prima di ripartire avrebbe dovuto provare a parlarci.
Mentre varcavano l’ingresso dell’ultimo tendone, Teppei era ancora galvanizzato da quello dei rettili, sicuramente il suo preferito: era rimasto più di venti minuti fisso davanti al terrario dei tricaudati con la faccia spiaccicata al vetro, tanto che Mamoru aveva dovuto tirarlo via a forza.
“Quelle code erano ipnotiche, te lo dico io!” Si impuntò il tyrano rivolgendosi alla Fiamma. “Tu non te ne sei accorto perché non ti sei fermato a guardarle con attenzione.”
“Sì, Teppei.” Il tono accondiscendente di Mamoru fece ridacchiare gli altri e imbronciare l’Elemento di Terra.
Fu Kanda a prendere la parola, focalizzando su di sé l’attenzione.
“E in questo tendone sono custodite le creature più rare del circo.”
Le vasche, i terrari e il loro contenuto non smentirono le sue parole. Un domatore stava nuotando con un demone marino dalla lunga coda biforcuta e le pinne tentacolari, un gruppetto di zaikotti(1) prese a sibilare e schioccare la lingua con piacere appena passarono loro accanto e Teppei si fermò subito a giocherellare con le creature che si accalcarono al vetro. Le bellissime pietre rosse brillavano sotto le luci delle fiaccole che illuminavano l’ambiente.
Ma fu la vasca centrale, la più grande tra quelle che avevano visto, ad attirare la loro attenzione. E Kanda li stava conducendo proprio lì.
“La maggior parte di queste creature erano state contrabbandate dai regni esterni a quello degli Ozora, ma la nostra Guardia Cittadina funziona in maniera davvero efficiente. Gli esemplari che potevano essere rimandati nei loro paesi d’origine sono stati liberati, ma nei casi particolari, in cui la cattività era troppo radicata, sono stati portati qui.”
“E’ davvero stupefacente”, affermò Hajime, “il lavoro che fate e il vostro impegno. Credo che questo sia il primo circo ad avere il mio rispetto.”
L’ex-Tritone abbozzò un sorriso ironico. “Ne dubitavi, forse?”
“Piantala di metterti sulla difensiva. Il mio voleva essere un complimento. Ad ogni modo, ho visto creature, qui, che conoscevo solo tramite i testi scolastici.”
A quelle parole, Kanda gonfiò il petto un po’ di più, indicando la grande vasca centrale col pollice.
“Allora permettete che vi presenti i pezzi forti.”
I quattro Elementi si affacciarono con curiosità alle spalle del giovane, scrutando nelle limpide acque della piscina. Era la più grande tra quelle che avevano finora veduto. Scorsero tre costruzioni che, dalla base, emergevano ben oltre la superficie. Apparivano come micro-case e c’erano tre figure che nuotavano velocissimamente da una parte all’altra. Il suono di voci e risate arrivò fino a loro, lasciandoli un attimo perplessi.
Da quando i pesci avevano la parola? Perché erano creature marine e su quello non si discuteva; le lunghe code che fendevano le acque erano inconfondibili.
Poi, il delicato gorgheggiare d’un soprano bloccò Hajime d’improvviso. Il dito puntato alla vasca e il tono sconcertato: “Avete delle sirene?!”
Lo disse così forte che le tre figure si fermarono all’istante, permettendo agli Elementi di vederle nella loro interezza.
Sì, non ci si poteva sbagliare.
Lunghe code di pesce, busto antropomorfo, crini sospesi nell’acqua, pelle squamata e padiglioni auricolari composti da lunghe e trasparenti membrane.
A Teppei sembrarono la versione femminile d’un Tritone di Agadir completamente trasformato.
Gli Elementi e le sirene rimasero a fissarsi per alcuni secondi, poi le creature urlarono in sincrono, raggiungendo toni ultrasonici che costrinsero tutti i presenti a turarsi le orecchie. Con un guizzo, scomparvero alla vista per nascondersi nelle costruzioni all’interno della piscina.
“Ma che diavolo…” borbottò Hajime, dolorante, mentre Mamoru accanto a lui si massaggiava le orecchie.
“Per poco non mi spaccano un timpano!”
Koshi sbuffò, portandosi le mani ai fianchi. “Ci risiamo” disse raggiungendo la vasca. Salì le scalette laterali che conducevano alla sommità e bussò contro il vetro.
“Ragazze, non incominciate. Venite, abbiamo degli ospiti.”
“No!” Una voce decisa provenne da una delle minicasette.
“Su, non fate le preziose.”
“Dacci qualche minuto, non siamo presentabili!” borbottò una voce diversa dalla precedente, mentre la terza esclamava: “Quante volte ti abbiamo detto che devi avvisarci, prima? Siamo tutte spettinate, che figura ci facciamo?!”
“Oh, ma voi siete sempre bellissime.”
“Seee, seee. Non cercare di adularci, tu” sbuffò la prima voce che, infine, sospirò sonoramente e con rassegnazione. “Siete pronte.”
Le tre sirene uscirono dai nascondigli portandosi presso il bordo e, emergendo dall’acqua, si affacciarono per osservare i nuovi venuti.
Quella più vicina a Kanda, e con folti capelli neri, gli mollò un buffetto sul braccio.
“E tu volevi che ci presentassimo davanti a questi bei giovanotti tutte in disordine?”
“Suvvia, Solei(2), sei sempre incantevole.”
La creatura al centro, con mossi capelli castani, si portò le mani al viso, arrossendo. “Che carini!”
Mentre l’ultima dalla capigliatura bionda, le pungolò il gomito. “Parole sante, Betei(3)!”
“Ragazzi”, Kanda si rivolse agli Elementi con una certa solennità, “queste sono Solei, Betei e Tamei(4), le stelle del Circo Acquatico.”
Yuzo, come sempre, si occupò di rispondere ai convenevoli, profondendosi in un inchino.
“E’ un vero piacere fare la vostra conoscenza.”
Mamoru borbottò a mezza-voce con un sorriso ironico. “Ecco che ritorna cortesino.”
“Oh, ma il piacere è tutto nostro, mio caro” Solei agitò una mano, sbattendo le lunghe ciglia, poi strinse lo sguardo rivolgendosi a Mamoru. “E tu hai detto qualcosa, belloccio?”
Sentendosi interpellato, la Fiamma di Fyar si volse a osservare la sirena. “I-io?”
Era strano vedere Mamoru in difficoltà, ma sembrava trovarsi a disagio nell’essere l’oggetto dell’interesse femminile, soprattutto se tanto palese.
“Grazioso” Solei sorrise con una punta di malizia e ciò lo fece irrigidire ancora di più fino a muovere un passo indietro.
“Bellezze, loro sono Elementi” riprese Kanda. “Mamoru da Fyar, Yuzo da Alastra, Teppei da Tyran e Hajime da Agadir. Hajime e Teppei sono amici d’infanzia di Rika.”
“Avevamo percepito del potere” affermò Tamei. “Che sorpresa però: tutti di scuole diverse.”
“Come mai da queste parti?” domandò Betei e gli interpellati si scambiarono una rapida occhiata.
“Ehm… vacanza” giustificò Hajime. “Avevamo tanto sentito parlare delle terme e così…”
Ma le creature marine ridacchiarono apertamente.
“Bugiardo” rispose Solei. “Ma immaginiamo ci sia un motivo importante dietro, quindi non chiederemo altro.”
“Grazie della vostra discrezione” Yuzo si beccò una gomitata da Mamoru.
“Ma la pianti?”
“Che ho fatto adesso?”
“Certo che… delle sirene” ripeté Hajime. “Siete lontanissime dalla vostra casa, il Mare Orientale. Come siete finite qui?”
Betei appoggiò il mento nelle mani congiunte a coppa. “Come sempre avviene in simili casi: siamo state catturate. Per fortuna eravamo troppo piccole per ricordare i luoghi e le persone che avevamo intorno e quindi non sentiamo troppo nostalgia di casa.”
“Il nostro rapitore fu intercettato che era già nell’entroterra, e fu accusato di contrabbando” continuò Tamei. “Meno male che eravamo vicino a Dhèver. Portarci qui fu la prima cosa che i nostri salvatori fecero.”
“La mossa migliore, aggiungerei” commentò Kanda.
“Già, e poi qui siamo trattate come regine” ridacchiò Solei. “Presto avremo anche un laghetto artificiale tutto nostro. Questa vasca è un po’ stretta per noi e ingombrante per il circo.”
Le due sorelle annuirono con approvazione, mentre Teppei le osservava con occhi luccicanti. “Meravigliose” esalò e lui aveva sempre avuto un debole per simili creature forse perché, fin da piccolo, aveva vissuto accompagnando i principi dell’Acqua a quelli della Terra.
Solei, Tamei e Betei si schermirono contemporaneamente, agitando una mano e sbattendo le ciglia. “Adulatoooore!”
La sirena con i capelli castani si accucciò dietro al bordo della vasca, scrutandoli con vivaci occhioni nocciola.
“E quanto tempo resterete a Dhèver?”
Mamoru incrociò le braccia al petto. “Solo per questa notte, domani ci rimetteremo in viaggio.”
“Oh, che peccato. Così presto? Non vi fermerete a vedere la nostra esibizione? Siamo brave, sapete!”
La Fiamma sorrise, ma scosse il capo. “Purtroppo non possiamo permetterci nemmeno un attimo di tregua. Magari la prossima volta.”
“Ma anche tutte le volte che vuoi, belloccio.” Solei gli strizzò l’occhio con fare ammiccante e Mamoru gelò all’istante, assumendo una postura rigidissima e l’espressione terrorizzata. Il viso che arrossiva visibilmente. Aveva sempre avuto una certa difficoltà a relazionarsi con le donne, soprattutto con quelle che gli facevano i complimenti, un po’ a causa della sua infanzia non propriamente idilliaca e poi perché era cresciuto circondato esclusivamente da maschi.
Yuzo fece per dire qualcosa, quando Mamoru gli arpionò il braccio con una morsa.
“Non. Una. Parola” sibilò. “Guai a te se fiati.”
Il volante lo accontentò, ingoiando la battuta e cercando di trattenere le risate.
“Comunque sono brave davvero” riprese Kanda. “Quando la gente sa che si esibiscono, il tendone è sempre pieno. Betei è la nostra danzatrice, ma a volte dà supporto musicale a Tamei, l’arpista, mentre Solei è il soprano.”
“Se tu sei di Alastra”, affermò proprio quest’ultima rivolgendosi a Yuzo, “si potrebbe fare un duetto, la prossima volta che passate di qui.”
“Oh, sì! E anche una Danza Acquatica! Ho sempre sentito parlare così bene dei Tritoni” appoggiò Betei con entusiasmo, mentre Hajime inarcava un sopracciglio con ironia.
“Ma davvero? Non di certo per bocca di Kanda.”
“Piantala, DentiSplendenti! E voi non correte troppo con la fantasia, ricordate che per ogni cosa bisogna prima chiedere a Bala.(5)
Yuzo si incuriosì e pose la domanda che stava per fare il Tritone.
“Chi è Bala?”
“Il verme!” sbottò Tamei.
“Il viscido” continuò Betei.
“Il bastardo” concluse Solei.
“Un uomo molto amato a quanto vedo” ironizzò Mamoru.
Kanda parlò di lui in tono più brusco del solito. “E’ uno schifoso sfruttatore che pensa solo a far soldi. È il proprietario del circo.”
“Il proprietario?” fece eco Hajime. “Ma… ma credevo che il Circo Acquatico fosse proprietà dell’intera città e fosse sotto la responsabilità del Doge.”
Tsk. Magari fosse vero” Kanda si appoggiò al bordo della vasca. “Purtroppo il circo è nella mani di un unico uomo assetato di potere. Tutti quelli che lavorano qui e, a volte, anche le creature del circo, come le ragazze, lo temono. Considera ogni animale, ogni lavoratore, ogni fibra di questo tendone come un oggetto che gli deve obbedienza, perché tutto gli appartiene. Quando io e Rika arrivammo e ci proponemmo come custodi e responsabili, capimmo subito con chi avevamo a che fare, per questo facemmo di tutto per farci assumere: per riuscire a tenere sotto controllo le creature ospitate; non potevamo permettere che per la sua cupidigia ci rimettessero loro.”
Teppei si guardò intorno con una certa perplessità. “Eppure non mi sembra che gli animali siano trattati male…”
“Questo perché Bala sa benissimo di essere sotto l’occhio dell’intera Dhèver, e il Doge non vuole certo perdere una delle sue fonti di turismo, per questo, anche se non ne è il proprietario, controlla molto attentamente la situazione del circo. Inoltre, c’è da dire che tra Bala e il Doge non corre affatto buon sangue, anzi” Koshi scese dalla scala che portava alla sommità della vasca e sospirò con una certa serietà. “Al momento sembra andare tutto bene, ma non abbasso mai la guardia. Anche se, se fosse per me, cancellerei la sua esistenza dal pianeta senza starci a pensare due volte.”
Tamei si sporse dal bordo. “Ssst! Kanda non parlare così! Sai bene che quello ha mille orecchie. Se ti sentisse, sarebbe pericoloso!”
“Tranquille ragazze! Se lui ha quel bestione di Garcia(6) al seguito, beh, io non sono affatto da meno” esclamò gonfiando il petto con una certa presunzione. In quel momento, uno degli addetti lo raggiunse di corsa. Si fermò accanto a loro col fiatone. Veniva direttamente dal tendone precedente.
“Kanda! Sta arrivando Bala!”
A quelle parole, le sirene si dileguarono in un attimo mentre Koshi storceva la bocca in un’espressione di disgusto.
“Parli del diavolo! Presto, voi quattro nascondetevi dietro la vasca di quella tridacna e non fatevi vedere: Bala non sopporta intrusi e turisti che non siano nel tendone principale. Svelti!”
Gli Elementi eseguirono l’ordine in un attimo. La creatura che popolava la vasca designata come nascondiglio era davvero enorme e riusciva a coprire senza alcun problema la loro presenza permettendo, tuttavia, di poter osservare ciò che sarebbe accaduto.
Dal fondo, la voce di Bala risuonò gracchiante e viscida spegnendo di colpo tutto l’entusiasmo che gli Elementi avevano potuto osservare fino a quel momento. Ogni dipendente del circo si era irrigidito e la tensione era palpabile.
Bala avanzò allargando le braccia ed esibendo una gioia palesemente costruita. Le iridi non riuscivano a nascondere la cupidigia che sembrava brillare in esse, e inoltre avevano la stessa forma tonda delle monete.
“Kanda, Kanda, Kanda!” Iil tono viscidamente gioviale, il sorriso sghembo e l’energumeno al suo fianco che lo seguiva come un’ombra muta. La presenza della scorta rafforzò l’idea che non fosse affatto benvoluto. “Un successone, come sempre.”
“Signor Bala” annuì formalmente Koshi, sul viso una trattenuta voglia di spezzargli il collo. “Grazie, signore.”
“Il circo prospera che è un piacere e tu sai che vuol dire, mi spiego?” sottintese, fingendo complicità, ma Kanda comprese lo stesso. Voleva dire ‘soldi’, voleva dire ‘continuate così o saranno guai per tutti, te per primo’, voleva dire ‘sono un bastardo e voi i miei schiavi’.
“Sì, signore” ringhiò tra i denti.
Quell’immagine di Kanda, sottomesso ai voleri di quell’essere basso, tondo e infame, lasciò Hajime completamente spiazzato. Bala doveva avere davvero un gran potere per riuscire a tenere buono addirittura un carattere ribelle come quello del suo ex- compagno di scuola.
“Perfetto, ragazzo mio, perfetto” ammiccò con due vigorose pacche sulle spalle. Negli occhi del giovane balenò l’istinto omicida per un attimo tanto intenso quanto breve: se l’avesse ucciso davvero, sarebbero stati solo altri problemi, così non reagì.
Bala si sfregò le mani, scrutando poi nella vasca.
“E dove sono le mie bambine, mh?”
Dal suo nascondiglio, Yuzo rabbrividì per il tono usato dall’uomo. Era disgustoso. Alla cieca mosse la mano afferrando il polso di Mamoru, accanto a lui, quasi per istinto e senza voltarsi. La Fiamma rimase perplesso alcuni momenti, poi si soffermò sulla sua mano e avvertì, distintamente, un calore intenso irradiarsi dal punto in cui lo stava stringendo. Lo percepì preoccupato, ma non si divincolò, tornando invece a osservare la scena.
Kanda sembrava nervoso. “Forse sono stanche, signore-”
“Sciocchezze, nessuno è troppo stanco per venire a salutare il proprio paparino. Vero, mie care?”
Ma delle tre sirene non si vide nemmeno l’ombra. Il sorriso di Bala si piegò in una smorfia nel sibilare quel: “Kanda”, che era un palese ordine a farle uscire allo scoperto.
L’ex-Tritone sospirò e obbedì, nonostante sentisse ritorcersi le viscere.
“Ragazze, per favore, venite fuori.”
Per quanto fosse stata la voce familiare di Koshi a chiamarle, Solei, Tamei e Betei non uscirono subito. Si fecero attendere qualche altro momento e poi le loro teste fecero capolino lentamente e con riluttanza. A caricarsi del coraggio anche per le sue sorelle fu Solei, che nuotò con decisione ed espressione incattivita sul volto, mentre Tamei e Betei si tennero dietro la sua scia.
Il sorriso di Bala si allargò, malevolo. “Oh, eccole qui. Ma insomma, volete proprio farvi attendere, eh? Come delle vere principessine.”
La sua risata stridente era fastidiosa. Le sirene si fermarono un po’ più lontano dal bordo e non emersero mai in superficie, ma restarono trincerate sotto il pelo dell’acqua. L’uomo si accontentò, tanto non avrebbero potuto rifiutarsi di avvicinarsi ancora di più se solo glielo avesse ordinato, ma quella sera si sentiva magnanimo e non infierì, anzi, fu lui ad avanzare.
“Siete state brave, bambine, molto brave. Il papà è contento di voi, ma mi raccomando: domani verranno degli uomini importanti con cui dovrò concludere degli affari e voglio che li incantiate, ci siamo capiti, mh?”
Gli occhi di Solei cercarono per un attimo quelli di Kanda il quale annuì impercettibilmente, dando il suo sostegno. Anche Solei accennò col capo un gesto affermativo e Bala si sentì soddisfatto.
“Bene. Siete la mia piccola miniera d’oro, non dimenticatelo, bambine” e, dato un lieve colpetto sul vetro, si volse passando accanto all’ex-Tritone. Con le mani dietro la schiena e la coda dell’occhio rivolta verso di lui, tese le labbra in tono sottilmente minaccioso.
“Mi raccomando, domani dovrà essere tutto perfetto. Dovesse succedere qualcosa alle sirene, sarai tu a rimetterci. Sono stato chiaro, Kanda?”
“Sì, signore” L'insulto rimase tra i denti e lì stette fino a che l’uomo non lasciò il tendone seguito dal suo energumeno. “Flaccido pezzo di merda!” sbottò quando non poté più essere udito. Gli Elementi abbandonarono il nascondiglio per avvicinarsi alla vasca.
“Tutto a posto?” domandò Hajime.
“Certo che sì, che credi?! Ci vuole ben altro per spaventarmi!”
Koshi tendeva sempre a mettersi sulla difensiva e a rispondere in maniera peggiore del solito e in quel momento non ci sarebbe voluto un indovino per capire quanto fosse nervoso.
“E voi, ragazze? State bene?” Yuzo appoggiò una mano sul vetro, mentre le sirene tiravano fuori le teste con mestizia.
“Sì, più o meno” sospirò Betei.
“E’ sempre più viscido! Per tutte le Dee, che schifo! Lo stritolerei con la mia coda se potessi!” Tamei infranse l’acqua con un pugno, mentre Solei s’appoggiava al bordo.
“Lo sai che non possiamo farlo, ha sempre il suo gorilla da passeggio. Pensiamo solo allo spettacolo di domani e ai suoi stramaledetti ospiti.”
Hajime decise che il loro giro turistico si chiudesse lì. “E’ meglio se vi lasciamo riposare, ora. Avete avuto una giornata pesante e la sua conclusione non è stata da meno.”
Le sirene annuirono esibendosi in delicate volute sotto la superficie, mentre la voce di Betei arrivava con un suono diverso, attraverso l’acqua, più musicale. “E’ stato un piacere conoscervi, fate buon viaggio.”
“E veniteci a trovare presto!” sottolineò Solei, dalle lunghe ciglia, agitando mellifluamente le dita in direzione di Mamoru che, al solito, divenne un blocco di marmo mentre indietreggiava adagio.
“Sì. Certo” disse lapidario, pronto per darsi alla fuga.
Accanto a lui, Yuzo tentò una seconda volta di fare una battuta, ma l’altro fu più veloce.
“Ci riprovi?!” Lo incenerì con gli occhi. “Taci.”
“Va bene, va bene.”
Stando attenti che Bala non fosse ancora nei paraggi, riuscirono a rientrare nell’abitazione di Kanda dove Rika aveva già finito di sistemare i letti per la notte e stava preparando del rilassante tè per tutti.
“E allora? Che ve n’è sembrato?”
Teppei fu il primo a mostrare tutto il suo entusiasmo per ciò che aveva visto.
“Insomma", intervenne l'ex-Tritone interrompendo il racconto senza fine del tyrano, "sarebbe potuta andare meglio se non fosse arrivato Bala.”
Rika assunse un’espressione preoccupata. “E’ venuto nei tendoni? E non ha visto i ragazzi, vero? Che è successo?”
Il giovane tentò di rassicurarla, appoggiandole le mani sulle spalle. “Ma nulla, non ti preoccupare. Il solito viscido. Ne parliamo dopo, vuoi?” tagliò corto e, se gli Elementi erano ancora lì, significava che, in fondo, non era accaduto nulla di rilevante o diverso dal solito.
“Va bene” sospirò Rika, poi sorrise ai suoi ospiti. “Starete un pochino stretti nel salotto, spero non vi dispiaccia.”
“Vorrai scherzare?” rise Teppei. “Anzi, grazie dell’ospitalità.”
“Per degli amici, questo e altro. Riposatevi, piuttosto; domani dovete riprendere il vostro viaggio. Lasciate pure le tazze nel lavello, penserò io a metterle via” Agitò una mano, oltrepassando la soglia. “Buonanotte.”
Gli Elementi risposero al suo saluto raggiungendo il salotto, dove solo la tenue luce di un paio di candele rischiarava l’ambiente. Kanda seguì la moglie quasi subito, scomparendo dietro a una porta del corridoio.
Rimasti soli, Yuzo sospirò. Lo sguardo fisso al liquido caldo della tazza che stringeva tra le mani.
“Quel Bala non mi piace per niente.”
“Non sei l’unico, volante” appoggiò Mamoru, che stava già provvedendo a cambiarsi d’abito.
“Ma non possono davvero fare nulla per liberarsene?” insistette il ragazzo di Alastra.
“Hai visto anche tu come tutto sia in regola, gli animali sono trattati con ogni riguardo. Se ci fosse stato un qualsiasi appiglio a cui aggrapparsi per estromettere Bala dalla proprietà del Circo, credimi, Kanda l’avrebbe già usato” intervenne Hajime.
“Non preoccuparti, Yuzo” la mano di Teppei si poggiò sulla spalla del volante. “Non succederà nulla, c’è sempre l’amico di Hajime a proteggere tutte le creature.”
“Non è mio amico” sottolineò il Tritone con stizza.
“A ogni modo, non sono affari che ci debbano riguardare, capito, uccellino?” sottolineò Mamoru con fermezza, visti i precedenti da buon samaritano del giovane.
“Sì, ho capito.”
“E ora vediamo di dormire, perché Rika ha detto bene: domani si riparte.”
“Ma… e il bagno alle terme?!”
Mamoru ruotò gli occhi con pazienza. “Avevo detto ‘vedremo’, Teppei, e noi dobbiamo ancora girare per la città.”
Il tyrano incrociò le braccia al petto, mettendo il broncio. “Oh, come sei pesante.”
“Vuoi che ti ricordi qual è la nostra missione?!” si stizzì il giovane, sentendosi punto sul vivo, ma l’Elemento di Terra agitò una mano dandogliela vinta, tanto era inutile stare a discutere con lui.
“Sì, sì, come dici tu. Però se finiamo presto, ce lo meritiamo un tuffo caldo!”
La Fiamma si passò una mano sul viso prima di infilarsi sotto le coperte. A fior di labbra masticò i suoi soliti borbottii che strapparono un sorriso ai compagni.

 


[1]ZAIKOTTI: sono dei piccoli serpenti da compagnia, molto rari e molto socievoli. Nel mezzo della fronte hanno incastonata una pietra rossa, che gli è valso il nome anche di ‘Rubinati’. La polvere della pietra è un antidoto naturale a tutti i veleni presenti su Elementia. Inoltre, per quanto affettuosi e di compagnia, la carne degli Zaikotti è la più velenosa dell’intero pianeta.

[2], [3], [4]SOLEI /  BETEI / TAMEI: X3 piccolo omaggino a tre pucciautrici di CT! Solarial (Solei), Sakura-chan (Betei) e Momo-chan (Tamei). :****** un abbraccio strizzoso a tutte loro!

[5]BALA: ve lo ricordate Bala? Era il padre adottivo di Carlos Santana. Uno stronzo senza precedenti XD e, ovviamente, anche qui non poteva essere altrimenti! (Bala: *clicca qui*)

[6]GARCIA: ovvero Bonjo Garcia, uno dei giocatori della nazionale messicana nel World Youth. Si fece espellere durante una partita, dopo un fallaccio nei confronti dei Tachibana Bros. Dopo di ciò ha lasciato il calcio per il wrestling, la sua vera passione! (XD come dargli torto, grosso com’è! CiccioBonjo: *clicca qui*)


 

…Il Giardino Elementale…

 

Fa un certo effetto ritrovarsi in questo spazio dopo una sola settimana, vero?! XD
A me ne fa tantissimo! Però in senso positivo! *-*
Continua la permanenza dei nostri eroi nel Circo di Dhèver dove facciamo la conoscenza di altri personaggi. Alcuni amici e altri decisamente irritanti! Staremo a vedere cosa succederà! X3
E anche per questo capitolo è tutto. Un sentitissimo grazie a tutti coloro che continuano a seguire questa storia o che hanno deciso di avventurarsi solo ora per le strade di Elementia! :3


Galleria di Fanart (nessuna aggiunta)

- Elementia: Fanart

Enciclopedia Elementale (nessuna aggiunta):

1) Enciclopedia Elementale – Volume Primo: Le Scuole Elementali e l’AlfaOmega

  • Capitolo 1: La Scuola di Tyran
  • Capitolo 2: La Scuola di Alastra
  • Capitolo 3: La Scuola di Fyar
  • Capitolo 4: La Scuola di Agadir
  • Capitolo 5: Gli Stregoni dell’AlfaOmega


  • 2) Enciclopedia Elementale – Volume Secondo: Elementia: storia e caratteristiche

  • Capitolo 1: La Storia
  • Capitolo 2: La Magia in Elementia
  • Capitolo 3: Le Divinità di Elementia


  • 3) Enciclopedia Elementale - Volume Terzo: Cicli di Studio e Titoli

  • Capitolo 1: Cicli di Studio
  • Capitolo 2: Titoli


  • 4) Enciclopedia Elementale - Volume Quarto: Gli Ozora e i Gamo

  • Capitolo 1: La faida tra gli Ozora ed i Gamo
  • Capitolo 2: L'Armata Reale della famiglia Ozora
  • Capitolo 3: Le Legioni della famiglia Gamo


  • 5) Enciclopedia Elementale - Volume Quinto: Classi Magiche e Professioni

  • Capitolo 1: Elementi e Sacerdotesse Elementali
  • Capitolo 2: Erboristi e Stregoni
  • Capitolo 3: Naturalisti e Alchimisti

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