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Autore: Arwen_theevenstar    09/09/2011    1 recensioni
LIFE IS RUN, REST IS WAITING … Quando per qualcuno la vita è una corsa, una via di fuga, quando la cosa più importante è sentirsi liberi accarezzati dal vento, quando la moto diventa una croce e delizia, due cuori si incontrano, due cuori il cui battito è il rombo di un motore. Personaggio principale Lyz e Shannon Leto. se volete lasciare un commento o un parere mi farebbe piacere!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Shannon Leto, Tomo Miličević, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi svegliai con una forte fitta al braccio. Dormire in due in un lettino da una piazza a malapena era davvero difficile specialmente nelle me condizioni. Feci una smorfia di dolore e Lyz si svegliò. I suoi occhi erano illuminati dalla luna piena che rischiaravano la stanza. I suoi occhi scuri mi scavavano. “oddio Shan scusami ti sto facendo male disse alzando la testa dalla mia spalla facendo per alzarsi”. Nonostante il dolore al braccio la bloccai e la strinsi forte a me. Potevo sentire il suo cuore battere sul mio petto. La baciai con passione e forza, una sensazione che non provavo da tempo. Mordevo voglioso le sue labbra arrossate e lei in silenzio mi lasciava libero di amarla. I nostri corpi erano perfetti l’uno per l’altra i pezzi mancanti di un puzzle che completano un capolavoro. Il dolore al braccio mi attanagliava, Lyz preoccupata si fermò. “Shannon ho paura di farti male” . Sul comodino c’era una pastiglia di L490 da prendere all’occorrenza. La inghiottii in fretta. “Shhhhhhhhhhhh” la zittii con un dito sulla sua bocca calda. Pochi secondi ed eravamo già nudi. La sua pelle morbida e profumata era bollente, non vedevo l’ora di sentire tutto il suo calore per me. Si scostò leggera per poi sedersi sopra di me. Si muoveva lenta e silenziosa ed era bellissima. Era come un vento caldo del sahara che scalda e fa vibrare tutto quello che accarezza. Fece presa agganciando le sue mani alle mie e le strinse forte quando il nostro piacere toccò il culmine. Scivolò piano al mio fianco e mi portò una mano sul suo petto. Il suo cuore stava esplodendo, proprio come il mio e feci lo stesso. “hey senti come va veloce… sembra una ducati” mi disse sottovoce. “il tuo invece fa tonfi talmente forti che sembra un’harley” risposi sorridendo. Restammo li per il resto della notte, avvinghiati a noi stessi con il ticchettio della pioggia che iniziava a cadere. “buongiorno” fui svegliato da un dolce bacio caldo. “hey chi si vede… come stai?” risposi con la voce ancora roca. “Bene ma…. Cosa diciamo a tua nonna? E’ già sveglia e sta preparando i pancake”. Mi alzai dolorante e mi vestii, anche Lyz si rivestì in silenzio. “shhhh tu rimani in silenzio parlo io” le dissi facendo l’occhiolino e aprendo la porta. Dopo pochi minuti nonna si fiondò in camera mia. “Povera Louise…stella mia ma come hai fatto a dormire tutta la notte in quella poltroncina? Sei un tesoro, grazie per aver accudito il mio Shanni, mi ha detto che ieri ha avuto dolori talmente forti da non riuscire a riposare, vieni che ti ho preparato la colazione” Povera nonna. Era così ingenua , ma io l’amavo anche per questo! “Nonna scusaci ma non faremo colazione qui oggi… ho promesso a Lyz di riportarla a Houston di fretta perché ha un’urgenza a lavoro” Ruby ci guardò entrambi e poi sorrise. “Lyz mi raccomando, se mai dovessi ripassare per Bossier City torna a trovarmi… sei davvero una persona squisita tesoro, abbi cura di te” le disse abbracciandola. Lyz era commossa da tanto affetto e ricambiò energicamente l’abbraccio. “Certamente signora Ruby e mi raccomando, si faccia aiutare da suo nipote con la spesa quando si rimetterà in sesto” le disse facendo l’occhiolino. Uscimmo di casa silenziosamente, io chiamai il mio autista che sarebbe arrivato da li a pochi minuti “Cos’hai in mente Shannon?” mi disse curiosa. “Ti riporto a Houston Lyz. Ho sentito quanto soffrissi la mancanza della tua vita…e poi hai un lavoro urgente da fare”. Si girò di scatto “Cioè?” accesi la mia sigaretta “aggiustare una ducati” le dissi con tono elementare. Gli occhi le brillavano per l’emozione, forse di tornare a casa o forse perché stava per mettere le mani su una ducati. “ma attenzione a non fare pastrocchi, io sarò li con te , ho deciso che passerò li la mia convalescenza, se non mi vuoi tra i piedi affitterò una stanza, ma non lascio la mia moto da sola” le dissi mentre aprivo il cancelletto dei Peterson. Mi strattonò e mi girai, mi stampò un bacio sulle labbra e poi corse in casa a preparare il suo zaino. Sentivo discutere Lyz con suo fratello palesemente amareggiato del ritorno anticipato della sorella, ma in pochi minuti era fuori. “Gli ho detto che avevo un lavoro urgente da finire che mi avrebbe fatto mangiare per 6 mesi e mi ha lasciato andare” disse sorridente. L’auto era arrivata , salimmo e partimmo per Houston. Giusto quattro ore e mezza era il tempo del tragitto e poi avrei visto la realtà di Lyz. Arrivammo nel primo pomeriggio. Lyz viveva nella campagna appena fuori Houston, aveva una piccola casetta in legno e l’officina a fianco. Era tutto minuziosamente sistemato, semplice, ma bello. Un cane drizzò le orecchie e si alzò dal suo sonnellino. Lyz spalancò la portiera e gli corse incontro, e così fece Moon che per quanto saltava era alto quanto lei, sembrava davvero si stessero abbracciando. Tornò da me, togliendomi di mano i due borsoni. “Hey faccio io…sei mio ospite e per di più sei infortunato, dai seguimi, ti presento Moon, ma non fare tante moine con lui presente… è geloso”. Il cane mi guardò e abbaiò. “Ciao Moon molto piacere… tranquillo, non farò niente di male alla tua Lyz ok?” Gli dissi camminando cauto. “dai su… mi sembravi più coraggioso… non ti farà nulla!” disse Lyz che già stava aprendo la porta di casa. La raggiunsi rapidamente, nell’accogliente cucina. Era tutto in legno ed era piena di soprammobili e tappeti colorati. Sembrava davvero una casa di una riserva sioux. Alle pareti vecchie foto in bianco e nero e alcune foto di lei e Bryan da piccoli. In pochi minuti avevo già curiosato per tutta casa e avevo raggiunto Lyz in camera da letto. Stava disfando le valige, e stava sistemando le mie cose in un cassetto vuoto. “Perché se vivi da sola hai un cassetto vuoto? “ Si girò come se avessi disturbato i suoi pensieri. “ L’avevo lasciato per te” mi disse mentre mi tirava a se e si buttava sul letto. Restammo li qualche minuto a ridere come cretini poi Moon tornò a fare il suo mestiere: il satellite, gironzolò attorno al letto fin quando Lyz esausta non si alzò per dargli da mangiare. “Diventerai grasso a forza di mangiare così tanto Moon…. Vorrai mica assomigliare a Pato, il maremmano dei vicini?” la sentivo serena e io stavo bene. L’indomani sarebbe arrivata la mia moto e non vedevo l’ora di mettere Lyz alla prova. Se fosse stata tanto brava da sistemarla giurai a me stesso che l’avrei sposata.
   
 
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