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Autore: Aesir    09/09/2011    2 recensioni
Questa è la precedente versione della fanfiction "Le Ombre sopra il Mondo Emerso - Il Sigillo della Morte"
Genere: Azione, Dark, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dubhe
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Scena Terza (III): FREDDO

 

Wash me away
Clean your body of me
Erase all the memories
They will only bring us pain
And I've seen, all I'll ever need

Muse, Citizen Erased

 Dubhe sospirò. Avrò mai il coraggio di affrontare tutto ciò? Mesi prima, avrebbe riferito senza dubbi questa frase alla Bestia, la maledizione che giorno dopo giorno la consumava. Mai avrebbe pensato di trovarsi davanti ad un dilemma del genere. Anzi, se gliel'avessero detto, probabilmente avrebbe risposto di andarsi a fare un lavaggio del cervello.
Ora invece, si trattava di quella scelta. O io o lui. In passato avrebbe risposto senza esitazione io, perchè nessuno in quella terra era degno di essere salvato, quindi tanto valeva che fosse lei a farlo. Adesso, si profilava l'ipotesi della felicità accanto a Learco. Ma non saremo mai felici, insieme. O perchè io sarò maledetta, e non riuscirò mai a perdonarmi per aver ceduto a causa sua, o lui perchè ammazzeremo suo padre, e non riuscirà mai a perdonarsi per aver ceduto a causa mia. In ogni caso, in questo mondo non esiste la felicità per noi.
E un'altra vocina pressante, comincio ad insinuarsi: Diglielo, Dubhe. Non fai altro che allungare le sue e soprattutto le tu sofferenze.
Devo proprio?
Devi, e lo sai. Tu vuoi che continui, ma non puoi. Fallo. E poi, seppellisci tutto e torna a vivere. E vedrai, è ciò che vuoi.

 “Learco...”
Sì?”
Ascolta, c'è una cosa che devo dirti. Noi... non possiamo... non possiamo stare insieme”, sputò tutto d'un fiato.
Perchè?” Il tono non era arrabbiato, piuttosto stupito.
Lo sai perchè, non devi chiedermelo. Io me ne andrò. Ucciderò Dohor e poi lascerò il Mondo Emerso per non farvi più ritorno. Tu non mi rivedrai mai più. Dimenticami. Cancella tutti i ricordi, ripulisci il tuo corpo da me. Lava via tutto.”
Ma... perchè?”
Finiscila di chiedermi perchè. Lo sai benissimo. Perchè può solo farci male. Da noi due non può nascere niente, non lo capisci? Non può, e non potrà mai. Vattene, lasciami sola. Lascia che trovi la soluzione ai miei problemi, e la metta in atto. Torna al palazzo, trovati una cortigiana, o la regnante di un'altra Terra, per un matrimonio politico, o quel che vuoi. Fai come se non fossi mai esistita.”
Le lacrime cominciavano a bagnarle le guance, ma si ordinò di non abbandonarsi, di portare a termine il discorso che aveva iniziato. “Ti ho portato qui perchè volevo salvarti dal tradimento. Ti amo, non voglio che tu muoia. E se anche tu mi ami, fai come ti ho detto. “
Ma... “
Lei addolcì il tono. “Io non sono fatta per te. Noi non possiamo vivere insieme. Il rimorso ci ucciderà, e non potremmo mai amarci. Guardami negli occhi e dimmi che sto sbagliando. Vorrei stare con te, davvero, ma non posso. Credimi, è meglio per entrambi.”
Sentiva che la sua voce si stava incrinando, non ne potè più.
Addio...”, sussurrò.
Si voltò. Questa volta, forse perchè aveva il cuore colmo di disperazione, ci riuscì. Si allontanò di corsa, il mantello che le frusciava dietro, perchè sapeva che se si fosse voltata, se l'avesse visto di nuovo, si sarebbe arresa. Sentì che lui la seguiva, la chiamava.
Devo andarmene.
Uscì di corsa dal palazzo e attraversato il cortile si infilò nel bosco. Pioveva, e grosse gocce d'acqua la colpivano ad ogni passo. Non si protesse. Andava bene così. Il freddo era un amico, il freddo consolava, il freddo proteggeva. Nel freddo, trovò la verità. Si dice che l'amore ci mostra cosa siamo veramente. Io sono solo un mucchio di tristi ricordi, tenuti insieme dal sordo dolore. Si lasciò avvolgere da quella cappa di foglie bagnate, e finalmente si concesse di piangere davvero.

 Il sole bucò la cappa dei rami, illuminando una figura vestita di nero, rannicchiata al suolo. Una creatura scivolò fuori da un albero: una fanciulla composta interamente d'acqua, con I capelli che ondeggiavano intorno al volto. Si avvicinò alla sagoma in nero, le mise una mano sulla spalla, scuotendola leggermente.
Ehi. Tutto bene?”

 No. Dubhe alzò gli occhi verso chi l'aveva svegliata: era una ninfa. Chissà perchè, quel fatto le trasmise una grande tranquillità. “Adesso sì...”, mentì spudoratamente. “Grazie.”
La ninfa sorrise: “Vieni, vedo di accompagnarti al palazzo...” Mai!
Quale palazzo?”, disse, cercando una via d'uscita.
Lei parve sorpresa. “Quello di Laodamea, no?”
Laodamea? Dove sono finita?”
Perchè?”
Ero diretta nella Terra della Notte. Con la tempesta di ieri, ho perso l'orientamento. Hai visto per caso un cavallo?”
No...”
Mi stupirei se tu l'avessi davvero trovato, dato che non esiste.
Infatti, dev'essere scappato molto lontano da qui”, inventò. “Forse lungo il confine con la Grande Terra.”
Se è li che devi andare, ti ci possiamo portare. Noi ninfe non possiamo avventurarci dove il suolo piange e non ci sono alberi, ma fino al confine non è un problema... Un momento!”
La sua voce era mutata di colpo, adesso era spaventata. “Non sarai mica un'Assassina della Gilda?”
Non sono un'Assassina.” sospirò, e si scoprì il braccio. “Sai cos'è questo?”
Un sigillo”, rispose la creatura d'acqua senza esitare. Dubhe si chiese come lo sapesse, poi ricordò che le ninfe erano in grado di percepire naturalmente i vari tipi di magia, data la loro peculiare vicinanza con la natura. Spiegò dunque la propria storia.
Accidenti”, commentò l'altra. “Sembra la trama di un libro.”
Già. Adesso devo andare nella Terra della Notte, e ammazzare Dohor, poi sarò libera”, confessò.
D'accordo. Ho capito che sei sincera e il tuo animo nobile e la tua sofferenza giustificano ampiamente le bugie che mi hai raccontato poco prima...”
Ehi!” La ladra era sempre stara orgogliosa delle sue capacità di mentire, che le avevano salvato la pelle più di una volta. “Come fai a saperre che erano bugie?”
Beh, la tua reazione è più che eloquente...” Dubhe si accorse di essere avvampata. “Comunque, noi ninfe siamo parte della natura. Non puoi mentire a noi.” La ragazza si appuntò mentalmente di prestare attenzione, in futuro, qualora si fosse trovata di nuovo a dialogare con una di loro. ”In ogni caso”, continuò l'essere d'acqua, la tua missione significherebbe la pace per queste Terre, ed è troppo che la Terra piange, ti aiuteremo.”
'Aiuteremo'?”
Dagli alberi uscirono frotte di creature eteree. “Nel caso tu fossi stata davvero un'Assassina, sai...” Pareva imbarazzata. “Non offenderti...”
Nessun problema. Però, se voglio portare a termine il mio piano, mi sere una cosa. C'è qualcuna che può entrare al palazzo?”
Ad una risposta affermativa, indicò la posizione della propria stanza e cosa prendere.
Le boccette per tenere a bada la pozione, in essenza. Poteva essersi assuefatta quanto voleva, ma sapeva che ce n'erano talmente tante che anche a berne una al giorno sarebbero ampiamente bastate. E poi l'ultimo contenimento di Theana reggeva ancora.
La voce della creatura la riscosse: “Hai bisogno di qualcosa, intanto?”
C'è un ruscello, una sorgente, qualcosa del genere, qui?”, chiese. Arrossì leggermente: “Avrei bisogno di darmi una lavata.”
La stessa ninfa che l'aveva accompagnata finora le sorrise. “Certo”, disse. “Vieni con me.” 

   
 
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