Ciao a tutti! Il vostro caro autore è riuscito a fare gli straordinari scrivendo il terzo capitolo. Spero che sia all'altezza dei precedenti!

Erano appena le sette del mattino quando una fioca luce proveniente dall’esterno svegliò di soprassalto Ash.
Pikachu gli andò in contro, strisciando dolcemente la testa sulla sua faccia.
Era evidente che il suo allenatore aveva avuto un incubo. Piuttosto spaventoso si direbbe. “Hai proprio ragione amico” disse Ash accarezzandolo. “stavo sognando una melanzana. E a me non piacciono le melanzane. Pensa che per via di una calamità naturale tutti erano costretti a mangiare melanzane e….” “TCHIUUU” disse il topino liquidando sul nascere quel discorso demenziale. Mancava solo un’ora alla partenza per Rio de Janeiro. Gli ordini erano piuttosto semplici, acquistare in America latina almeno 5 giocatori per poi andare in Europa per cercare altri due giocatori d’esperienza che potessero trainare meglio la squadra ed altri 3 a prezzo stracciato. Dell’allenatore e di altri due giocatori si sarebbe occupato Oak, Brock degli sponsor e Tracey, insieme alle ragazze, dello stadio. Un dubbio venne ad Ash rifacendo il conto dei giocatori. Solo 12, non 15. “Professore” urlò Ash svegliando tutti i presenti. Avevano passato la notte in casa Oak. “Ciao Ash! Hai fatto bene a svegliarti un po’ prima, dimmi, c’è qualche problema?” “Ecco… 12…. 15” “Ma certo, giocherete anche tu Barry e Gary se ci tenete tanto. Ora preparati, il tempo stringe.” “Ma io…” “Oh, sei troppo buono Ash. Visto che ci tieni tanto non ti darò stipendio, contento?” “….” “Bravo, certe volte è meglio il silenzio della parola!” disse dandogli una pacca sulla spalla, mentre pietrificato andava a cambiarsi.
“Prof./nonno, noi siamo pronti!” dissero allegri come gufi Ash e Gary. “Non deludetemi! Confido nelle vostre doti di “Pulcini del Pallet”. Quanto tempo è passato da quando eravate piccoli, piccoli, piccoli…” “E Barry?” “Ah, non so. Ma anche lui sarà stato piccolo, piccolo, piccolo….” “No intendo dire, dov’è Barry?” Un profondo grugnito si udì provenire dalla stanza accanto. “Tranquilla mamma, in caso di multa ti faccio lo sconto zzzzzz.” “Io lo picchio!” disse Gary spinto da una follia omicida nei confronti del biondino e frenato fortuitamente da Ash. “Cioè, siamo tutti pronti e lui dorme???!” “Oh cavoli mancano solo venti minuti alla partenza, professore, veda se Barry riesce a raggiungerci” “NON abbandonatemi!” disse il biondo svegliatosi per chissà quale miracolo. “18 minuti… Seguitemi, non c’è tempo da perdere!” disse Oak indossando una mascherina antivento portandoli verso la sua Porche decappottabile full optional donatagli da un amico come ringraziamento di una conferenza, poi la mente di Ash si spense tra le esasperate urla di Barry per avere raggiunto 200 km/h.
Dopo qualche minuto, stanche, le palpebre di Ash si sollevarono pesantemente. “D-dove sono?” “Rilassati amico, che può capitarti più di morire?” disse un uomo dalla faccia familiare vestito interamente di nero portante un orologio a forma di mini bara ed una spilla a forma di teschi. Ash fece gli scongiuri. “Sbaglio o ci conosciamo?” “Bè… ho partecipato ad un’altra fic sempre dello stesso autore” Improvvisamente un vuoto d’aria casualmente isolato in quella zona fece perdere molta quota all’aeroplano. “EVVAI!” urlò una voce inconfondibile poco distante “ANCORA, ANCORA!” “Che gran ragazzo, affrontare la morte a braccia aperte. Se fossi in te mi comporterei esattamente…” “Mi scusi ho notato un posticino libero là di fronte!” disse Ash alzandosi repentinamente. “Ma quella è la zona più sicura!” “Aspetta figliolo! Se proprio vuoi salvarti prendi il mio biglietto da visita nel caso dovessimo rincontrarci a qualche funerale!” “N-non è il caso…” “Tieni. Sfigatus Portajella. Direttore di una multinazionale di pompe funebri”
“Signor Sfigatus?” disse Barry seduto proprio dietro di lui. “Ora che si è liberato il posto posso sedermi accanto a lei?” Ash si spiaccicò una mano in testa. Sedersi accanto ad un porta sfiga vivente! Voleva forse suicidarsi, Barry? “EVVAI, un altro vuoto d’aria!” Ash storse la bocca. No, fare solo un po’ do montagne russe
Zafferanopoli- Rio non era poi così distante. Dopo nemmeno tre ore trascorse a sonnecchiare, a parlare con Gary, poco distante, di come era arrivato dopo lo svenimento o a giocare al Nintendo l’aereo atterrò come una piuma per lo stupore di Sfigatus. Quando finalmente scesero tutti i passeggeri il pilota sospirò. “Dobbiamo effettuare una revisione. Proprio là” disse indicando con un dito. “sono accaduti durante il volo misteriosi vuoti d’aria isolati! Roba da pazzi!”
E mentre un bus navetta portava al centro i nostri fantastici tre la grande megalopoli dell’America latina sfoggiava luminosa tutto il meglio (e il peggio) di sé.