Conoscenze, banchetti, minacce e le tanto attese risposte
<
Ammetto di non essere più sicura di voler andare >
confessai a
Robert mentre una hostess ci stava indicando le nostre postazioni.
< Ormai
è tardi, Mitchie > ribatté sedendosi
< siamo a bordo e i
biglietti non sono più rimborsabili >
< Che
cosa ingiusta > borbottai sedendomi accanto a lui < pensi
che
sia giusto prendere parte al matrimonio? >
< Penso
di sì > disse prendendo la mia mano tra le sue.
< Non
sarebbe stato meglio andare in auto? >
<
Davvero avevi voglia di guidare per due giorni ininterrottamente?
>
< Ma se
fossimo partiti oggi in macchina saremmo arrivati giusto in tempo per
il matrimonio. Invece con l'aereo arriviamo nella città del
mattone
il giorno prima del giorno prima del matrimonio. E non mi pare giusto
>
< Stai
vaneggiando, lo sai? > chiese ridendo.
Sbuffai una
seconda volta e posai la testa sulla sua spalla, chiusi gli occhi e
mi lasciai coccolare da lui, che di tanto in tanto lasciava dei baci
sui miei capelli.
<
Abbiamo tempo di vedere un film? >
< No,
tesoro. Arriveremo tra un'ora. Verrà tuo padre a prenderci
all'aeroporto? >
< No, è
impegnato con Katia a non so far cosa per il gran giorno. In compenso
verranno i miei nonni >
< Che
tipi sono? >
< Sono
delle persone splendide, non lo dico solo perché sono loro
nipote.
Mio nonno ogni tanto ha la testa tra le nuvole e per questo nonna si
arrabbia sempre. Lei, invece, è un tipo particolare,
è lunatica più
di me, ma è meravigliosa, è stata come una mamma
per me > gli
spiegai sorridendo al ricordo dei miei nonni.
Dopo le
varie raccomandazioni del pilota e del copilota l'aereo
decollò e
per un'ora intera non feci altro che litigare con un bambino che si
divertiva a tirarmi i calci alla sedia. Gli avevo anche promesso un
autografo di Robert con tanto di foto per farlo tacere, ma mi aveva
risposto sputandomi il suo succo di frutta alla pesca addosso.
Risultato? Un'ora dopo la partenza puzzavo di pesca e avevo i vestiti
macchiati, senza contare che quella piccola peste mi aveva macchiato
il mio top preferito. Non avrei mai avuto dei bambini, mai e poi mai.
Dopo aver
recuperato il bagaglio che avevamo diviso per il viaggio feci una
scappata in bagno e cambiai il top con una camicia a quadri, uno dei
pochi indumenti che mi ero portata dietro. Uscii dal bagno e Robert
mi guardò ridendo.
<
Vogliamo fare i gemellini? >
Ebbene sì,
anche lui stava indossando una camicia a quadri. Ma io la portavo
meglio: non l'avevo allacciata e quindi si intravedeva la canotta
bianca e avevo arrotolato le maniche fino al gomito. Lui, invece,
aveva lasciato le maniche lunghe e l'aveva chiusa.
< Sì,
ma sta meglio a me > ribattei sorridendo e lo baciai senza
lasciargli il tempo di controbattere < forza, voglio vedere i
miei
nonni >
Mi sfilò
la valigia di mano e dopo aver afferrato intrecciato le nostre mani
libere raggiungemmo l'ingresso dell'aeroporto di New York, dove ad
attenderci c'era una donna di sessantacinque anni che indossava un
paio di jeans a pinocchietto e una maglia a mezza manica verde. Era
decisamente mia nonna Susan.
<
Michelle! > esclamò abbracciandomi.
< Nonna!
Che bello vederti > risposi correndo verso di lei ricambiando
l'abbraccio.
<
Accidenti, è da un anno che non ti vedo e sei diventata una
bellissima donna >
Sorrisi e
le indicai Robert.
< Nonna,
lui è Robert > dissi orgogliosa.
< È un
vero piacere, signora >
<
Chiamami Susan, ti prego. Signora mi fa sentire più vecchia
di quel
che già sono > disse sorridendogli < coraggio,
Alan non vede
l'ora di vederti >
Girammo
l'angolo e vidi nonno Alan all'interno di una Punto rossa. Non appena
mi vide uscì dalla macchina e venne ad abbracciarmi.
< La mia
bellissima nipotina. Come stai? >
< Bene,
sono felicissima di vedervi > risposi ricambiando l'abbraccio
<
nonno, lui è Robert, il mio ragazzo >
< Salve,
signor Waldorf >
< Ciao,
ragazzo > disse mio nonno ricambiando la stretta di Robert
< ma
io ti ho già visto da qualche parte. Hai mai lavorato nella
rosticceria a Dallas? >
< No,
Alan, lui è un attore > ribatté la nonna
ridendo.
< Sei
sicura, Susan? >
< Ma sì!
È l'attore di cui parla sempre Beatrice >
< Chi è
Beatrice? > domandai curiosa.
< La
bambina dei nostri vicini di casa. Lei stravede per te >
Robert
sorrise imbarazzato e si passò una mano tra i capelli,
facendomi
capire che era in imbarazzo.
< Nonna,
ma voi da quanto siete qui? > chiesi per cambiare discorso.
< Siamo
arrivati due sere fa > rispose mentre ci invitava a salire in
macchina.
Il tragitto
per arrivare a Newark fu abbastanza lungo, ma il tempo
sembrò volare
in macchina con Robert e i miei nonni. Mi divertii da matti con loro,
specialmente perché il nonno fissava Robert dallo
specchietto
retrovisore e gli diceva sempre che se mi avesse fatto soffrire lo
avrebbe cercato anche in capo al mondo per fargliela pagare. Ma il
viaggio fu piacevole soprattutto perché nessuno tocco
l'argomento
rapporto padre-figlia. Verso le sette di sera
arrivammo
davanti al vialetto di casa di George e lui con la sua bella
famigliola felice al seguito mi venne incontro. Il mio sorriso si
spense e mi venne la nausea.
<
Michelle, non sai quanto sono felice di vederti! >
esclamò
prendendomi tra le sue braccia e stritolandomi < Robert,
è un
piacere rivederti > continuò stringendo la mano di
Robert.
< Salve
signore >
<
Michelle, sei bellissima > disse Katia mentre si avvicinava per
abbracciarmi, ma non appena la fissai in cagnesco si limitò
a
porgermi la mano < ecco…loro sono i miei figli
>
< Sì,
George me ne ha parlato > risposi interrompendola e incrociai le
braccia al petto.
< Salve,
signora, io sono Robert > intervenne lui presentandosi e lo
stesso
fece anche con i suoi figli e Hannah lo guardò estasiata.
< Io…io
sono una tua grandissima ammiratrice! > disse mentre gli
stringeva
la mano e lo abbracciò.
< Ti
ringrazio, Hannah > rispose Robert impacciato.
< Amore,
perché non accompagni i nostri ospiti nelle loro camere?
>
propose Katia mentre guardava George e per un attimo pensai sul serio
di vomitare.
< Ma
certo > rispose sorridendole < seguitemi >
Robert
prese la valigia e dopo aver salito le scale George ci disse che io
avrei diviso la stanza con Hannah, mentre Robert avrebbe dormito
nella stanza degli ospiti.
<
Scherzi, vero? > domandai furiosa.
< No >
ribatté secco mentre mi mostrava la mia nuova stanza
< non mi
piace che tu dorma nello stesso letto del tuo fidanzato >
< Come
se non l'avessimo mai fatto prima d'ora > dissi con tono di
sfida
e lo vidi irrigidirsi.
Robert mi
posò una mano sulla spalla e mi mimò con le
labbra un “Michelle,
stai calma”. Una volta rimasta sola nella stanza di
Hannah
sbuffai e mi guardai intorno.
< Scusa,
ero convinta che George vi stesse mostrando la casa > disse
Hannah
entrando in camera sua.
< A
quanto pare non è così, invece > ribattei
mentre mi sedevo sul
bordo del letto < quale dei due letti usi? >
< Quello
di sinistra > rispose indicando il letto sotto la finestra
< ad
ogni modo io sono Hannah >
<
Michelle > risposi atona.
< Quindi
sei tu la figlia dispersa di George. Sai, ti immaginavo
più…diversa
>
<
Diversa in che senso? >
< Beh,
abiti e a Los Angeles e il tuo cognome è
Waldorf…credevo fossi la
tipica oca californiana > rispose e la guardai stralunata
<
senza offesa >
<
Figurati > risposi sarcastica e in quel momento bussarono alla
porta.
<
Ragazze, scusate > disse Robert entrando dentro la stanza
< mi
manda George e vorrebbe sapere se avete voglia di uscire per mangiare
fuori >
< Come
no! > esclamò Hannah e dopo aver preso la giacca che
era sul
letto uscì dalla stanza.
< Come
sta andando? >
< Sono
qui da dieci minuti e voglio già tornarmene a casa >
risposi
scuotendo la testa < e tu sei un idiota >
< Cosa
dovevo fare, puntare i piedi perché tu dormissi in camera
con me? È
tuo padre e già non credo di stargli molto simpatico >
< Beh,
ora mi sente > dissi incamminandomi verso la porta, ma Robert mi
afferrò per un braccio e mi fece tornare davanti a lui.
<
Mitchie, sul serio, datti una calmata > mi ammonì
mentre mi
passava una mano sulla guancia e pochi secondi dopo mi baciò.
<
Ragazzi, stiamo aspettando solo voi > ci interruppe George.
Mi
allontanai mal volentieri dalle labbra di Robert, presi una giacca e
scendemmo di sotto. Quella sera andammo a mangiare in una pizzeria
non molto lontana dalla loro casa, ma nonostante il tragitto fosse
breve venimmo interrotti un sacco di volte da fans urlanti,
raggiungendo così la pizzeria trequarti d'ora dopo.
< Mi
dispiace per… >
<
Tranquillo, Robert, non c'è problema >
ribatté Katia
sorridendogli.
Riuscimmo
ad avere un momento di pace solo quando entrammo in pizzeria e una
volta seduti al nostro tavolo George ordinò dello champagne
e si
alzò in piedi per brindare.
< Voglio
brindare a questa bellissima donna che tra meno di quarantotto ore
diventerà mia moglie, ai miei piccoli che vedranno i loro
genitori
sposarsi e a Michelle perché è qui. Non potrei
essere più felice >
<
Salute! > risposero tutti allegri, mentre io mi limitai a fare
un
lieve sorriso e a bere a piombino lo champagne.
<
Michelle, come sta tua madre? > domandò Katia
sorridendomi.
<
Nonostante quello che è successo? Oh, sta alla grande. Ora
si scopa
un uomo che non credo nemmeno la ami, sai? > risposi sarcastica
e
ignorai la gomitata che Robert mi diede allo stomaco, mentre a tavola
era sceso il gelo.
< Mamma,
cosa significa sco…cosa ha detto lei? >
domandò la bambina
mentre mi indicava.
<
Niente, amore > rispose Katia accarezzando il suo piccolo viso,
mentre George mi lanciò un'occhiataccia.
Pochi
secondi dopo il cameriere venne a prendere le nostre ordinazioni e
subito dopo mi spostai in bagno per cambiare aria. Mentre mi chiudevo
dentro la toilette sentii la porta del bagno aprirsi e la risata di
due ragazze.
< Oh,
mio dio, hai visto quella sfigata della Sanchez? >
domandò una
voce e capii subito che stavano parlando di Hannah perché in
camera
sua sul suo comodino avevo trovato un libro con su scritto proprietà
di Hannah Sanchez.
< Ha un
orrendo vestito hippie. Pronto, siamo negli anni duemila! Ma come mai
è nello stesso tavolo con quello schianto di Robert
Pattinson? >
sentii subito dire dall'altra voce, nasale come la prima.
<
Sicuramente quella sfigata avrà partecipato ad un concorso,
avrà
vinto e si sarà portata la famigliola al seguito per andare
a
mangiare fuori. Avessi vinto io l'unico posto dove l'avrei portato
sarebbe stato il mio letto e ci saremmo divertiti per tutta la notte
> ribatté la prima ragazza e strinsi il pomello della
porta tra
le mie mani, progettando già di ucciderla, finché
non si aprì
ancora la porta < Hannah! > esclamò una delle
due ragazze <
Ma che bello vederti qui! Ed hai un vestito stupendo, lo adoro! >
<
Ehm…grazie > sentii rispondere con un sussurro.
< Sai,
non ho potuto fare a meno di notare che sei nello stesso tavolo con
Robert Pattinson. Come mai lo conosci? >
< È…è
un invitato al matrimonio di mia madre >
< Ma
davvero? E credi di potercelo presentare? Sai, mi piacerebbe molto
chiedergli un autografo e fare una foto con lui, dopotutto è
il mio
attore preferito > continuò una delle due ragazze.
< Non
credo sia una buona idea, mi dispiace >
<
Coraggio, non farti pregare > ribatté l'altra.
< N-n-n…
>
< N-n-n…
> disse la ragazza con la voce più nasale prendendola
in giro <
cavolo, Sanchez, sei una sfigata anche al di fuori della scuola >
Aprii di
scatto la porta facendo appositamente rumore e raggiunsi sia Hannah
che le due ragazze facendo sobbalzare tutte e tre e quando Hannah mi
vide sgranò gli occhi, mentre la mora, che aveva sia il naso
che le
labbra rifatte, e non ci voleva un genio per capirlo, sembrava
volesse uccidermi a giudicare dai suoi occhi assassini.
< Hey,
morettina, fossi in te distoglierei lo sguardo > le dissi
squadrandola e mi portai accanto ad Hannah.
< E tu
chi ti credi di essere? > replicò ridendo e l'amica
bionda la
seguì a ruota.
< Questa
è proprio una sfigata! > esclamò la
biondina ridendo e notai
subito quei dirigibili rifatti al posto del seno.
< Mi
stai dando della sfigata? > chiesi sorridendole e lei
annuì.
< Sì,
hai dei problemi? > ribatté mettendosi le mani ai
fianchi e la
riconobbi subito come la ragazza che voleva portarsi Robert a letto.
< Credi
di farmi paura? > domandai avvicinandomi e mi trovai a pochi
centimetri dal suo naso < Tesoro, qualche settimana fa ho tirato
un pugno sul naso ad una barbie oca proprio come te, non stuzzicarmi.
E se dirai ancora qualcosa di cattivo su mia sorella te ne pentirai
amaramente > sibilai minacciosa e circondai con il mio braccio
le
spalle di Hannah < hey, torniamo di là? >
chiesi guardando
Hannah e la vidi annuire < oh, biondina, voglio mettere in
chiaro
una cosa: prova ad avvicinarti al mio fidanzato di mezzo metro e ti
ci porto io in un letto, ma quello di un'ospedale. Ma prima ti
forerò
quei due gommoni finti che ti trovi al posto delle tette >
sibilai
minacciosa, dopodiché aprii la porta del bagno come se
niente fosse,
feci uscire Hannah per prima e dopo aver augurato alle ragazze un
buon proseguimento di serata tornai al tavolo.
< Ti sei
persa? > sussurrò Robert al mio orecchio < Non
puoi sparire e
lasciare me a fare il lavoro sporco >
< No, ho
solo fatto amicizia con due ragazze davvero simpatiche >
ribattei
guardando Hannah, la quale mi sorrise complice.
Pochi
secondi dopo voltai lo sguardo verso destra e vidi le due rompiballe
di prima guardarmi con occhi spalancati. Risi e le salutai con una
mano, mentre con l'altra afferrai la forchetta e la mostrai alla
bionda. Hannah mi guardò e scoppiò a ridere.
< Che
succede, ragazze? >
< Niente
> rispose Hannah mentre si tagliava la pizza.
Sorrisi a
Robert e gli feci cenno con la testa di non fare domande. Tutto
sommato la cena proseguì tranquillamente e per gran parte
della
serata chiacchierai con Hannah: dovetti ricredermi su di lei, era una
ragazza molto simpatica e socievole. Forse era un po' timida, ma non
appena prendeva confidenza chiacchierava tranquillamente.
Verso le
nove e mezza la figlia più piccola e i due gemellini
iniziarono a
reclamare un letto, così George pagò il conto per
tutti e quando
rientrammo a casa Katia accompagnò i figli a letto. Non
appena
Robert ed io salimmo al piano di sopra perché io prendessi
la mia
camicia da notte dalla valigia, vidi la bambina che mi fissava
accanto alla porta della sua camera. Le sorrisi e mi avvicinai a lei.
< Ciao
piccolina > la salutai inginocchiandomi per essere alla sua
stessa
altezza.
< Ciao >
rispose timidamente.
< Mi
dici come ti chiami? >
<
Madeline, ma odio il mio nome >
< E come
vorresti essere chiamata? >
<
Maddie. Maddie come la ragazza di Zac&Cody! >
esclamò
sorridendo ed il suo sorriso era talmente bello che non potei fare a
meno di ricambiarlo.
< Beh,
Maddie mi piace un sacco. Io mi chiamo Michelle e lui è
Robert >
Maddie lo
guardò e assottigliò lo sguardo.
< Hannah
ha una foto enorme di te nel suo armadio > disse indicandolo.
< Maddie
> ci interruppe sua madre mentre si avvicinava <
coraggio,
saluta i nostri ospiti perché è ora di fare la
nanna >
< Può
mettermi lei il pigiamino? > domandò la bambina
indicandomi e
rimasi stupita da quella richiesta.
< Io non
ho problemi, ma devi chiederlo a Michelle > rispose Katia
sorridendomi timidamente.
< Me lo
metti tu il pigiamino? > domandò Maddie sorridendomi.
< Certo,
piccola > risposi ricambiando il sorriso e dopo averle preso la
mano Katia mi posò una mano sulla spalla e mi
ringraziò.
Robert
accese la luce della stanza e vidi che le pareti non erano rosa,
colore che andava per la maggiore nelle camere delle bambine,
bensì
verdi. E non un verde pisello o verde pistacchio, ma verde
fosforescente. Ed erano le pareti più belle che io
avessi mai
visto.
< Anche
tu dirai che non sono pareti adatte ad una bambina? >
domandò
Maddie mentre prendeva il pigiama da sotto il cuscino.
<
Scherzi? Io le adoro! E poi ti confesso una cosa: a me il rosa non
è
mai piaciuto >
<
Nemmeno adesso? >
< No >
ribattei mentre scuotevo la testa.
< Io
volevo la pelle come quella di Kermit (*), ma quando mi sono dipinta
la faccia di verde la mamma mi ha sgridata >
Risi e
l'aiutai a infilare i pantaloni.
< Ora
chiamo la tua mamma, va bene? > le proposi quando
s'infilò sotto
le coperte.
< Sì >
rispose la bambina annuendo < posso farti una domanda? >
< Certo
>
< Ma se
lui è qui > disse indicando Robert, che era rimasto a
guardarci
dalla soglia della porta < la foto nel poster c'è
ancora o è
sparita? >
< Che ne
dici se domani mattina ci guardiamo insieme? > proposi e
annuì
soddisfatta.
Prima di
lasciare il posto a sua madre, accarezzai la testa di quella bambina
che ricordava me da piccola e lei si sporse per baciarmi la guancia.
Le sorrisi e uscii dalla camera, chiudendomi la porta alle spalle.
Guardai
Robert con gli occhi che brillavano e lui mi trascinò nella
sua
stanza.
< Però,
è una bambina furba > disse mentre si sedeva sul
letto.
< Mi
assomiglia molto, nonostante abbia meno della metà dei miei
geni >
ribattei sedendomi accanto a lui < sto riconsiderando questa
famiglia >
<
Davvero? >
< Sì. O
perlomeno la parte femminile della famiglia: Hannah è
simpatica e
Maddie è adorabile >
< E
Katia? >
Sospirai e
mi buttai a peso morto sul materasso.
< Mi
piace. Insomma, so bene di averla trattata malissimo, ma durante la
serata si è scoperta una persona piacevole. E poi sono
curiosa di
conoscere i due gemelli, non abbiamo parlato molto >
< E tuo
padre? >
Sbuffai e
mi buttai sul letto accanto a lui.
< Una
parte di me continua a detestarlo e credo continuerà a farlo
fino a
che non mi darà quelle dannate risposte >
< Pensi
che te le darà? >
< Sono
qui solo per quelle e lui lo sa bene, deve darmele
>
ribattei mentre stringevo le mani in due pugni.
Quando
bussarono alla porta tornai in posizione eretta e Robert
andò ad
aprire la porta, trovando davanti a lui i miei nonni.
<
Ragazzi, volevamo darvi la buonanotte > disse mia nonna venendo
ad
abbracciarmi < tu non hai idea di quanto sia bello averti qui,
Michelle > mi sussurrò all'orecchio e ricambiai
l'abbraccio.
< Ti
voglio bene, nonna >
Lasciai la
nonna per abbracciare il nonno e augurai loro la buonanotte, salutai
Robert e mi incamminai verso la camera di Hannah per dormire: nonna
Susan mi aveva pregato di dormire nel letto assegnatomi per non far
ammattire il suo figlio maggiore ed io mi ero lasciata convincere.
Attraversai il corridoio e bussai.
< Entra!
> rispose Hannah da dentro la sua stanza e quando mi vide, mi
sorrise < Non ho avuto modo di ringraziarti per quello che
è
successo prima. Sì, insomma…è stato
fico e tu sei stata davvero
gentile >
< Non
ringraziarmi, l'ho fatto con piacere. E poi detesto le oche >
Hannah mi
sorrise e si sistemò meglio sotto le coperte, poi
tornò a
guardarmi.
< Ti
copro io >
< Come?
>
< Se
vuoi dormire con Robert, ti copro io. Basta che tu domani mattina
alle sette sia di nuovo qui. George si alza sempre alle sette e mezza
e sicuramente verrà a controllare >
< Grazie
> dissi sorridendole calorosamente e dopo essermi infilata la
camicia da notte uscii dalla stanza e sgattaiolai in quella di
Robert, trovandolo sotto le coperte e intento a leggere un copione.
< Cosa
ci fai qui? > domandò Robert guardandomi curioso.
< Hannah
si è offerta di coprirmi. È il copione di Wide
Sargasso Sea?
>
< No,
questo è un altro. Me l'ha consegnato Emma poco prima di
tornare da
Toronto. Il film si intitola Water for elephants,
è carino.
Lavorerò con Reese Whiterspoon >
< Fico >
dissi sbadigliando.
< Sì,
ma se ne parlerà dopo l'estate >
<
Perché? > domandai sbadigliando una seconda volta.
< Perché
Reese è impegnata in un altro film > rispose mentre
mi copriva
con la coperta e mi avvicinai a lui attaccandomi esattamente come il
cucciolo di koala era solito fare con la madre.
Biascicai
qualcosa che potesse assomigliare ad un buonanotte
e mi
addormentai di botto, dormendo fino alle sette del giorno seguente,
poi mi svegliai senza far rumore e ritornai in camera di Hannah di
soppiatto. Mi misi sotto le coperte, mi addormentai una seconda volta
e verso le otto e mezza venni svegliata dalla mia compagna di stanza.
<
Buongiorno, hai dormito bene? Mamma, zia Jess ed io stiamo uscendo
per l'ultima prova dell'abito di mamma, vuoi venire con noi? >
< E i
piccoli? > domandai sbadigliando.
<
Resteranno con i nonni. Ti prego, vieni con me, non lasciarmi sola
con quelle due. E poi anche io dovrò provarmi il mio vestito
e ho
bisogno di una persona che mi dica che sono la figlia della sposa
più
bella del mondo. E quel qualcuno sei tu >
Risi e mi
misi a sedere.
< Mi dai
dieci minuti? >
< Anche
un'ora se vuoi. L'appuntamento per la prova d'abito è alle
dieci >
< Okay >
risposi sbadigliando una seconda volta e mi alzai dal letto
più
stanca che mai, uscii dalla stanza e mi incamminai fino a quella di
Robert, aprii la porta e lo trovai ancora a dormire beatamente <
forza, pigrone! > esclamai mentre saltavo sul letto,
svegliandolo
di soprassalto.
< Cosa
diavolo stai facendo? > borbottò mentre si
stropicciava gli occhi
e mi misi a cavalcioni su di lui.
<
Buongiorno > gli dissi sorridendo e gli baciai la guancia.
< Perché
mi hai svegliato? >
< Perché
se io non posso dormire, allora nemmeno tu puoi > ribattei
ghignando.
Robert mi
sorrise e mi fece accomodare accanto a lui.
< Quali
sono i programmi della giornata? >
< Alle
dieci devo andare con Hannah, sua zia e Katia alle prove dell'abito
da sposa >
< Bene,
così io avrò la possibilità di
guardare un altro po' il copione >
Sorrisi e
mi tirai su dal letto, tirando fuori dall'armadio il secondo cambio
che mi ero portata dietro.
< Vieni
a fare colazione? > chiesi guardando Robert e lui mi rispose che
mi avrebbe raggiunto tra poco, così io lasciai la sua camera
ed
entrai in cucina < Buongiorno > dissi entrando nella
stanza.
<
Buongiorno, Michelle > rispose Katia sorridendomi < come
hai
dormito? >
< Molto
bene, grazie. Hannah mi ha invitato ad uscire con voi per la prova
vestito, spero non ci siano problemi >
<
Problemi? Scherzi, sono contenta che tu venga! >
Le sorrisi
e mi sedetti davanti a lei, accettando la ciotola con dentro il latte
e vi misi dentro delle palline di cioccolato.
< Mi
dispiace per come mi sono comportata ieri. È solo che
l'impatto mi
ha fatto un certo effetto >
<
Accetto le tue scuse, ma non preoccuparti. Tu non hai niente di cui
farti perdonare >
La guardai
e le sorrisi una seconda volta, poi Robert interruppe il nostro
discorso e scese di sotto.
<
Buongiorno > disse avvicinandosi al tavolo e dopo avermi baciato
i
capelli prese posto accanto a me.
<
Buongiorno a te, Robert. Come hai dormito? > domandò
Katia
sorridendogli.
< Alla
grande, davvero. E grazie ancora per l'ospitalità >
< Uhm,
Rob, senti questi cereali, sono fenomenali > dissi mentre gli
porgevo il cucchiaio con il latte e i cereali per farglieli
assaggiare.
< Meglio
dei Cap'n Crunch! > esclamò dopo
che ebbe ingoiato e lo
fulminai con lo sguardo.
< Non
c'è niente di meglio dei Cap'n Crunch,
ricordatelo bene >
Katia rise
e ci porse due tazze fumanti di caffè.
< Siete
proprio una bella coppia, lo sapete? > ci disse sorridendo e
risposi al suo sorriso con uno leggermente imbarazzato.
< Dov'è
George? > domandò Robert.
< È
andato all'aeroporto a prendere suo fratello Marshall e i miei
genitori, dovrebbe tornare per pranzo >
Annuii e mi
alzai dallo sgabello, andai a lavarmi i denti e tornai di sotto.
Pochi minuti dopo Robert se ne andò a guardare il copione,
aspettammo Jessica, la sorella di Katia, e dopo aver fatto la sua
conoscenza partimmo per la nostra destinazione.
Il vestito
di Katia era a dir poco splendido: era lungo e con uno strascico di
almeno tre metri, era bianco e le metteva in evidenza le curve senza
essere volgare.
< Katia,
sei bellissima > le dissi sorridendole e quando fu il turno di
Hannah di uscire con l'abito per la cerimonia le feci altrettanti
complimenti: lei indossava un abito color albicocca lungo fino alle
ginocchia e con la scollatura a cuore e senza spalline.
Rientrammo
a casa che era l'una inoltrata e quando ci sedemmo tutti a tavola
George non incrociava mai il mio sguardo e il suo gesto mi irritava
parecchio: che fosse una scusa per non volermi dare delle risposte?
Beh, le avrei avute, a costo di cercarmele da sola. E così
feci,
infatti. Dopo pranzo lui uscì per fare chissà
cosa, così aspettai
che tutti fossero impegnati per entrare nel suo studio e cercare
qualcosa, qualunque cosa che mi facesse capire perché mi
aveva
abbandonata: lettere di minacce, un esame del mio DNA non
compatibile, qualunque cosa. Volevo delle risposte.
< Cosa
stai facendo? > domandò George all'improvviso.
< Tu non
mi hai ancora dato una risposta, così sono venuta a cercarla
di mia
spontanea volontà > risposi appoggiandomi alla sua
scrivania.
George
sospirò e si sedette sul lettino dove sicuramente stavano i
suoi
pazienti.
< Cosa
vuoi sapere? >
< Sai
benissimo cosa voglio > risposi dura.
< Va
bene > replicò sospirando una seconda volta <
ma voglio che tu
sappia una cosa prima. Non è stato semplice >
< Non è
stato semplice? > ribattei ridendo istericamente < Vuoi
prendermi in giro? Te ne sei andato, punto! Mi hai lasciato sola, mi
hai privato di un padre per dieci anni! Per sette anni era come se tu
non ci fossi, ci vedevamo solo due volte l'anno e improvvisamente sei
sparito dalla mia vita. Hai idea di come mi sia sentita male? >
urlai a pieni polmoni e non mi importava se anche gli altri potevano
sentirci, dovevano rendersi conto dello stronzo che era.
<
Michelle, volevo essere un buon padre per te > rispose
guardandomi
con occhi lucidi e in quel momento scoppiai in lacrime.
< Un
buon padre? Se volevi essere un buon padre, dove diavolo eri quando
mi hanno trovata al parco con Genesis, mezze morte? Dove diavolo eri
quando lei è morta? Dove diavolo eri
quando Bianca mi ha
fatto rinchiudere per sei mesi dentro l'Hill facendomi così
perdere
un anno di scuola? Eh? > sbottai senza riuscire a placare le
lacrime, ma lui mi guardava sconvolto < Rispondi! > urlai
senza
smettere di piangere, ma più io lo guardavo, più
lui abbassava lo
sguardo.
Dopo aver
tirato su col naso uscii dal suo studio sbattendo la porta con tutta
la forza che avevo in corpo e corsi verso la camera dove si trovava
Robert, ignorando i richiami di mia nonna.
<
Mitchie, ma cosa succede? > domandò non appena mi
vide piangere,
ma invece che rispondergli mi fiondai tra le sue braccia e lui, da
bravo gentiluomo, gettò per terra il copione e mi
consolò.
< Voglio
tornare a casa > dissi dopo qualche minuto.
< Ne sei
sicura? > chiese mentre mi accarezzava la guancia e annuii.
< Tre
anni. Ho aspettato tre fottutissimi anni per ricevere delle rispose e
cosa ottengo? Un bel niente >
In quel
momento la porta si aprì e vidi George fissarmi.
< Non mi
sono fatto più sentire perché ogni volta morivo
quando leggevo la
sofferenza nei tuoi occhi. Ci ho riflettuto parecchio e dal momento
che ci stavamo allontanando sempre di più ho creduto che se
fossi
sparito saresti stata meglio senza un padre bastardo come me, ma di
certo non avrei mai pensato che poi tu avresti iniziato a…
> si
bloccò e mi venne incontro < oh, Michelle. Sei la mia
bambina ed
io ti voglio bene. Te ne voglio tantissimo, non puoi immaginarlo.
Sono stati anni massacranti questi >
Singhiozzai
e scossi la testa.
< Non so
se ti credo e se posso fidarmi ancora di te. Chi mi dice che non mi
abbandonerai di nuovo? >
George mi
guardò piangendo e mi prese le mani tra le sue.
< Ti
prego, perdonami per tutto il male che ti ho fatto. Perdona un padre
stupido che, credendo di fare la cosa giusta, ti ha rovinato
l'adolescenza >
Lui era lì,
a pochi centimetri da me, ed io non ce la facevo più. Mi
sporsi
verso di lui e lo abbracciai, finalmente felice di aver avuto le mie
risposte e ritrovato il mio papà.
<
Promettimi una cosa > dissi scostandomi da lui.
< Cosa?
>
< Non
abbandonarmi più >
< Te lo
prometto > rispose sorridendo e mi prese le mani <
resterai per
il matrimonio? >
< Sì >
dissi abbracciandolo e dopo che mi ebbe baciato la fronte si
alzò
dal letto e si avvicinò alla porta < ehm,
papà? >
< Sì,
tesoro? >
< Visto
che abbiamo chiarito…non è che questa sera mi
lasci dormire con
Robert? >
Papà mi
guardò scoppiando a ridere e scosse la testa.
< Ci hai
provato, signorina > disse aprendo la porta e quando
uscì lasciò
Robert e me con due sguardi confusi.
< Credi
che Katia possa convincerlo? > domandai, ma zio Marshall
entrò
nella stanza degli ospiti e interruppe il nostro discorso.
<
Robert, questa sera andiamo a festeggiare per l'addio al celibato di
mio fratello. Vieni con noi? >
< Certo,
cosa si fa? >
<
Andiamo a bere qualcosa e poi il suo collega Jacob ed io abbiamo
preparato una bella sorpresina… > rispose ghignando.
< Ma
certo, noi donne passeremo una serata al karaoke e voi uomini vi
divertirete con una spogliarellista. Non è corretto >
< Nasci
uomo la prossima volta, nipote nana >
Guardai zio
Marshall e gli feci la lingua e dopo aver detto a Robert che
sarebbero usciti per le sei ci lasciò soli.
< Il mio
fidanzato trascorrerà la serata con altri uomini arrapati ed
una
spogliarellista, mentre io canterò e mi
ubriacherò al karaoke! >
esclamai alzando le mani al cielo e mi buttai sul letto < Non
è
giusto >
<
Vorresti anche tu una spogliarellista? > domandò
Robert sedendosi
accanto a me, ma dopo quella sua triste battuta mi alzai dal suo
letto e tornai in camera di Hannah, la quale alzò gli occhi
dal
libro di trigonometria e mi guardò.
< Sei
pronta per questa sera? >
< Sono
pronta a sentirvi cantare, io non so cantare > risposi e
scoppiò
a ridere.
< Mi
dispiace, ma tutti devono cantare, nessun escluso >
< Ma io
sono stonata come una campana! > esclamai imbronciandomi.
< Queste
sono le regole > ribatté alzando le spalle.
Provai a
convincerla in tutti i modi che cantavo malissimo e lo stesso feci
anche con Katia, Jessica e le loro amiche, ma nessuna mi volle dar
retta. Anzi, cantai talmente male che mi chiesero per tre volte il
bis.
(*) Kermit
la rana, pupazzo dei Muppets
Ciao!
Mi scuso
per il mio enorme ritardo, ma tra il lavoro e i test di ingresso non
avevo tempo di postare. Ma ora tecnicamente ho finito tutto, quindi
spero di riuscire a postare ogni settimana.
Spero mi
perdoniate per il ritardo e che il capitolo sia di vostro gradimento.
A presto,
Giulls