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Autore: liviawood    09/05/2006    4 recensioni
“Io ti sto dando una possibilità di riscatto, Narcissa. È molto gentile da parte tua lasciarci usare il castello di Lucius per le nostre riunioni ma spero tu capisca che non è abbastanza… dovresti sentirti onorata per questa seconda opportunità che offro alla famiglia Malfoy…”
Narcissa si mosse, irrequieta.
“Vi ringrazio… mio signore.”
“Sono contento che tu apprezzi, Narcissa. Ebbene, andiamo subito al dunque.”
Ci fu una pausa carica d’attesa. La donna non osava muoversi.
“Tuo figlio Draco è diventato uno dei miei Mangiamorte.”

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Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Draco Malfoy, Narcissa Malfoy, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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La donna si avvicinò con passo esitante alla figura ammantata che, in piedi al centro della stanza buia, troneggiava su tutti i presenti, altre figure mascherate avvolte in mantelli neri. Quando gli fu davanti si inginocchiò ai suoi piedi.
“Mio signore.”
L’uomo le appoggiò una mano sulla spalla.
“Eccoti arrivata, Narcissa. Ti stavo aspettando.”
Fece una pausa, giusto per gustare il silenzio di tomba che lo attorniava.
“Voialtri, andatevene. Devo parlare con Narcissa di una questione tra me e lei.”
La donna tremò. Aveva paura di quello che il Signore Oscuro le avrebbe potuto dire, dopo il fallimento di suo marito, due mesi prima, al dipartimento dei Misteri.
Il Signore Oscuro parlò di nuovo, e tutti i suoi Mangiamorte si fermarono, come se lui l’avesse ordinato.
“Bellatrix. Tu puoi rimanere. Narcissa avrà bisogno di te, dopo che le avrò detto quello che ho da dirle.”
Un brivido percorse la schiena di tutti i Mangiamorte, e la donna inginocchiata proruppe in un singhiozzo.
L’uomo rise, una risata fredda e sprezzante.
“Non avere paura, Narcissa.”
Un’altra donna si staccò dal gruppo dei Mangiamorte che stavano uscendo dalla stanza.
“Eccomi, mio signore.”
“Benissimo, Bellatrix. Narcissa, tirati in piedi. E tiratevi giù il cappuccio, voglio vedervi in faccia entrambe.”
Una con mani tremanti, l’altra con un gesto deciso e in un certo modo anche sensuale, entrambe si tolsero il cappuccio.
La prima, Narcissa, aveva un viso pallido e preoccupato, con gli occhi color ghiaccio gonfi e arrossati, e due profonde occhiaie; i capelli biondi le cadevano lisci sul manto nero, dandole un aspetto cadaverico.
L’altra, Bellatrix, non poteva essere più diversa dalla sorella, anche se altrettanto bella: labbra carnose e rosse, pelle nivea ma non cadaverica, occhi viola che brillavano di una luce malvagia, e lunghi ricci corvini.
“Ebbene, Narcissa. Sono molto deluso da tuo marito. Non solo Lucius non è riuscito a portarmi la profezia, ma si è persino fatto catturare dagli Auror di Silente. Ora…”
Narcissa abbassò il viso, lottando per contrastare le lacrime.
“Lucius ha tentato di…”
“Narcissa, ti prego. Non interrompermi, soprattutto perché non fai altro che peggiorare le cose.”
La voce dell’uomo era fredda e tagliente, permeata di malvagità e disprezzo per la sua interlocutrice.
“Io ti sto dando una possibilità di riscatto, Narcissa. È molto gentile da parte tua lasciarci usare il castello di Lucius per le nostre riunioni ma spero tu capisca che non è abbastanza… dovresti sentirti onorata per questa seconda opportunità che offro alla famiglia Malfoy…”
Narcissa si mosse, irrequieta.
“Vi ringrazio… mio signore.”
“Sono contento che tu apprezzi, Narcissa. Ebbene, andiamo subito al dunque.”
Ci fu una pausa carica d’attesa. La donna non osava muoversi.
“Tuo figlio Draco è diventato uno dei miei Mangiamorte.”
Un gemito sfuggì dalle labbra di Narcissa.
Bellatrix guardò la sorella, con una smorfia di disgusto che le deturpava il bel viso.
“Narcissa. Dovresti sentirti onorata. Solo sedici anni, ed è già uno di noi. A pochi è concesso un tale privilegio!”
“Bellatrix ha ragione, Narcissa. Ma l’essere Mangiamorte, oltre all’onore, porta anche degli… oneri. Soprattutto nel caso di Draco.”
Ormai Narcissa tremava in maniera incontrollabile.
“Tuo figlio ha ricevuto da me un compito per cui tua sorella darebbe la vita. Se dovesse riuscire, diventerà il più onorato tra i miei fedeli.”
Bellatrix aprì la bocca, sconvolta.
“Draco?”
“Si, Bellatrix. Quest’anno, quando io lo stabilirò, Draco ci aprirà le porte di Hogwarts e poi… ucciderà Silente.”
Narcissa urlò, poi crollò sulle ginocchia e scoppiò in lacrime.
“Draco… il mio unico figlio! Non ce la farà mai, non è in grado! Vi prego, mio Signore…”
“Deve farcela. E se non ce la farà… lo ucciderò io stesso. E non con l’Avada Kedavra, mia cara, no… lo torturerò fino a quando il suo cuore non esploderà per il dolore.”
Rise, mentre Narcissa piangeva sempre più disperatamente.
“Draco ha accettato il suo destino, ha accettato di morire per mano mia in caso di fallimento. Non può più tirarsi indietro, Narcissa. Io ti ho avvertito della mia decisione per pura pietà.”
“Vi prego… non Draco… ucciderò io Silente... anche a mani nude, ma lasciatemi Draco… uccidete me e Lucius, ma non lui… il mio unico figlio… il mio bambino…”
“Bellatrix, dì a tua sorella di smetterla con questa pagliacciata degna di una Babbana. Draco lo farà, o morirà provando… e queste sono le mie ultime parole.”
Detto questo si smaterializzò.
“Bella… Bella, ti prego, fermalo… se tu glielo chiedi lui accetterà, lo sai che ti tiene in grandissima considerazione.”
Bellatrix mollò uno schiaffo alla sorella.
“Cissy, vergognati, non dovresti neanche dire una cosa del genere! Draco ha fatto la sua scelta, e ci sceglie l’Oscuro Signore non può tornare indietro. Può solo affrontare la morte, e tu dovresti saperlo fin troppo bene. Non tradirai il tuo sangue con queste lacrime indegne, Narcissa!”
“Tu non capisci… tu non hai figli, Bellatrix!”
Bellatrix spalancò gli occhi, e il suo volto divenne una maschera di furia.
“No, io non ho figli! L’unico che ho mai avuto l’ho perso prima ancora che nascesse, sacrificandolo a Lui! Mi ha affidato una missione, e io l’ho svolta, anche a costo di dover abortire. E se anche avessi avuto altri figli, li avrei sacrificati volentieri per la Sua causa!”
Narcissa si nascose il volto tra le mani.
“Tu sei pazza, Bellatrix…”
“No, Cissy. Qui la pazza sei tu, pazza dell’amore per tuo figlio! Non ho intenzione di perdere altro tempo per questa buffonata. Se vuoi, vai da Draco e parlane con lui.”
Anche Bellatrix si smaterializzò, lasciando Narcissa sola con le sue lacrime.

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Draco chiuse il libro che stava leggendo, Storia della Magia Nera: le più grandi stragi, lo buttò per terra e si stiracchiò.
Aveva passato tutto il pomeriggio così, sdraiato sull’amaca all’ombra del pergolato di glicine che copriva il suo terrazzo, ad assaporare il vento fresco e profumato di salsedine che leniva il calore insopportabile di quelle giornate di fine luglio.
Era bello potersi permettere di perdere tempo: sapeva che, una volta tornato a Hogwarts, non ne avrebbe più avuto l’opportunità.
La prospettiva lo terrorizzava e eccitava allo stesso tempo: avrebbe dovuto organizzare tutto alla perfezione, e sapeva che questo non sarebbe stato un problema, non aveva mai sottovalutato la sua intelligenza.
In quel momento però temeva di sopravvalutare il suo sangue freddo: uccidere era una cosa a cui non aveva mai realmente pensato prima di allora.
Sembrava facile farlo… solo due parole, stupide combinazioni insensate di lettere: Avada Kedavra… e poi… il corpo di Silente che si affloscia, silenzioso e calmo, come da copione.
Poi la fuga.
Niente di più.
Davvero niente di più?
Dover sopportare quello sguardo dolce ma fermo, gli occhi grigi di quell’uomo che Draco, nonostante avesse cercato di impedirselo, aveva iniziato a rispettare, mentre pronunciava la formula letale?
Riuscire a impugnare la bacchetta per privare della vita un altro essere umano, un altro uomo che era stato bambino, poi ragazzo, che era stato come lui, che aveva avuto i suoi amori, i suoi amici, i suoi problemi scolastici, la sua vita?
Ci sarebbe davvero riuscito?
Draco aveva iniziato a dubitarne.
Per farsi forza si tirò la manica della camicia su fino al gomito e ammirò ancora una volta il Marchio nero tatuato sul suo braccio, la pelle intorno al segno nero ancora arrossata e dolorante.
“Ora sei un Mangiamorte, Draco. Non puoi più permetterti di dubitare di te stesso. Sai la sorte che ti aspetta se fallirai”
Al ricordo della voce del Signore Oscuro Draco rabbrividì.
“Se fallirai, Draco, ti ucciderò con la Maledizione Cruciatus, godendo a ogni tuo grido, sorridendoti mentre implorerai la morte, fino a che il tuo cuore non cederà al dolore”
No, era decisamente meglio non cedere.
In quel momento qualcuno bussò alla porta.
“Chi è?”
“Draco, sono io.”
La voce di sua madre era flebile e sembrava che avesse pianto.
Draco si alzò dall’amaca, preoccupato.
“Arrivo, madre.”
Si infilò la camicia che si era tolto e corse ad aprire alla porta.
Sua madre era in piedi sulla soglia, scarmigliata e pallida, con gli occhi gonfi di pianto e due lacrime che scendevano lungo le guance scavate.
Aveva indosso l’abito nero dei Mangiamorte.
“Madre… sei stata da Lui?”
Narcissa annuì, e entrò nella stanza. Vedendo che barcollava Draco si affrettò a passare un braccio di lei intorno alle sue spalle e a sorreggerla fino al letto.
“Cosa ti ha detto, madre? Perché sei così sconvolta?”
Narcissa singhiozzò, e Draco, che aveva ormai capito, aspettò che lei riuscisse a parlare.
“Draco… dimmi che non l’hai fatto di tua spontanea volontà.”
“Non posso, madre. È stata una mia scelta.”
Detto questo si tirò nuovamente su la manica e mostrò il Marchio alla madre.
“Allora è vero… ti ha davvero accettato.”
Un’altra lacrima uscì dagli occhi di Narcissa, e cadde silenziosa sulla mano del figlio che stringeva tra le sue.
“Si. Mi ha accettato e mi ha affidato un incarico di grande onore, come suppongo tu sappia.”
“Onore? Onore? Mi sembra di sentir parlare Bellatrix… perché a voi importa solo l’onore?”
Draco la strinse a se, e si meravigliò quando si accorse della fragilità di sua madre, che aveva sempre considerato una donna forte e inflessibile.
“Madre, tu non capisci. Non si tratta solo dell’onore della famiglia, che comunque va riconquistato dopo quello che ha fatto mio padre l’anno scorso. No… si tratta più che altro di… lealtà.”
Narcissa sgranò gli occhi.
“Io sono l’unico che può fare una cosa del genere. Nott, Tiger, Goyle… sono troppo stupidi per riuscirci. Piton attirerebbe troppo l’attenzione di Silente. Io sono l’unico, madre, e non posso tradire la fiducia del Signore Oscuro, fiducia che lui mi ha dato nonostante i fallimenti passati”
“Oh, Draco… ma non pensi a me? Cosa ne sarebbe di me se tu dovessi…”
Narcissa nascose il viso sulla spalla del figlio, stringendolo con forza disperata. Lui le accarezzò i capelli.
“Se dovessi morire tu ti ricorderai di me come tuo figlio che è morto sacrificandosi alla causa per cui la sua famiglia combatte da secoli. Avrai il ricordo di un figlio che non ha fuggito la morte e il pericolo, ma che li ha affrontati. Se io non avessi accettato, sempre che il Signore Oscuro non mi avesse ucciso, ora tu avresti davanti a te un ragazzo vergognoso e disonorato, che non oserebbe nemmeno camminare su queste pietre per non insozzarle, che non potrebbe più guardare in faccia un altro mago che si rispetti senza doversi vergognare. Mi avresti preferito così, madre?”
“No, figlio mio. Suppongo che tu… che tu abbia ragione. Solo… sappi che ti voglio bene.”
Si divincolò gentilmente dall’abbraccio del figlio e uscì dalla stanza, non voleva che Draco la vedesse piangere.
La porta si chiuse dietro di lei.
“Anch’io ti voglio bene… mamma.”
Non gliel’aveva mai detto prima.
Qualcosa gli disse che stava per mettersi a piangere.
  
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