Capitolo 4
Lontano
Per prima cosa vado dal garagista, perché è lì che stava la tua macchina, voglio sapere se ti ha visto passare di lì.
-Ehi Zeke!-
-Chiamami con il mio nome, cavolo: EZEKIEL!-
-Non fare il difficile, amico, senti, hai per caso...-
-Ma quanto tempo è che non ti fai la barba, Trent?-
-Lascia perdere, è una lunga storia. Hai mica visto Gwen?-
-Chi, la tua ragazza? Sì...-
Scatto: -quanto tempo fa?-
-Mah, tre giorni fa. È arrivata qui e mi ha allungato quindici dollari per non dirti che era venuta, poi...-
-Buono buono buono buono. Perché non avresti dovuto dirmelo?-
-Non saprei, ma visto che quindici dollari sono pochi, decido di dirtelo... avrebbe dovuto darmi almeno il doppio!- E si mette un dito nella narice.
-Beh, continua!-
-Dicevo, lei viene qua, mi dà una miseria, mette in moto la macchina e vede che non parte, così prende dalla tua macchina i morsetti e collega le due batterie. Alla fine dopo mezz'ora stacca l'armamentario e ti richiude la macchina. Sale nella macchina sua, parte e dopo duecento metri si ferma dal benzinaio. Poi ho deciso di andarmi a comprare un panino. E non ho più visto niente.-
Scatto e corro dal benzinaio, forse questa volta mi andrà meglio, quello lì non è il tipo da farsi panini in orario di lavoro.
Non c'è. Fantastico, perfetto!
Vedo uno dei personal trainer della palestra appoggiato all'uscio a prendere un po' d'aria. Chissà, magari...
-Hey, Tyler!-
-Trent, che piacere vederti! Sai che ultimamente qui è venuta una veramente attraente? È bionda e ha due occhi che...-
-Tyler, mi serve una mano: Hai mica...-
-L'estetista, ecco chi è. Quella lì... Linsday.-
-TYLER! Hai visto Gwen tre giorni fa... al benzinaio?-
-Uh... sì... l'ho vista ripartire!-
-E dove andava?-
-Ha svoltato a destra a quel bivio!-
-È andata al negozio di giocattoli?-
-No, al supermercato!-
-E quella è sinistra, amico.-
Lui si blocca guardandosi le mani perplessamente e impugna con entrambe una penna immaginaria.
-Sì, è la sinistra. Poi è uscita con due buste cariche di qualcosa... mi sembrava roba da panini.-
-E poi?-
-E poi è ripartita e ha seguito la stessa strada.-
-Fantastico. Grazie mille!-
E riparto. Cavolo, sto correndo più oggi che quando giocavo a calcio!
Il supermercato è chiuso, ma una delle cassiere sta nella biblioteca accanto.
Il bibliotecario mi saluta.
-Ciao, Trent!-
Lui in realtà fa lo scrittore, ma ora che i suoi libri hanno molto successo, lui lavora in questa biblioteca, per rilassarsi, dice lui, perché gli arrivano soldi di continuo, dico io.
-Ciao Noah.-
-Che cos'è questa fretta?-
-Affari miei.-
Arrivo in fondo al corridoio.
-Hey, Beth!-
-Ciao Trent, sai che dopodomani faccio i provini per diventare Majorette?-
-Sono contento, per caso hai visto Gwen? So che è passata al supermercato tre giorni fa...-
-Sì, ha preso un quintale di roba fra pane e prosciutto!-
-E sai dove stava andando?-
-L'ho vista ripartire con la macchina e prendere l'autostrada!-
Una voce familiare la interruppe.
-Ti sbagli, ha preso la parallela all'autostrada, la strada per la periferia!-
Era il prestigiatore della scuola materna per il laboratorio.
-Hai ragione, Harold! Quindi è arrivata dalle parti del carcere!-
-Esatto.-
-Grazie mille ragazzi.-
Comincio a correre e imbocco quella strada. La vedo srotolarsi per chilometri e chilometri, ma non mi spaventa. Sento che Gwen è passata lì, mi sembra di sentirne l'odore.
Dopo un'ora non ce la faccio più. Decido di fare l'autostop.
Un camionista si ferma e mi dice:
-Che vuoi?-
-La prego, mi porti al carcere, devo andarci assolutamente!-
-Te lo scordi, io non do passaggi.-
-La prego...-
-Perché devi andare al carcere?-
Devo inventarmi una scusa convincente.
-Ho lì un buon amico, devo andarlo a trovare assolutamente!-
-Va be', sali.-
Io salgo e lui riparte.
-Grazie, grazie mille, lei è veramente una brava persona, un monumento dovrebbero fargli, lei...-
-Hai finito di fare il leccacu...-
-Oh, guardi, sono quasi arrivato!-
Lo interrompo. Scendo e comincio a correre in direzione del carcere.
Intravedo il tribunale, lì accanto e Courtney in giacca nera e camicia bianca che esce.
-Courtney, ciao!-
-Ciao Trent. Oggi il giudice non ne voleva sapere di darmi retta!-
-Ma sei diventata un avvocato?-
-Al suo servizio! Signore!-
-Ma bene... Per caso hai visto Gwen... da queste parti?-
Lei mi guarda male. Il suo viso si contrae, lei ringhia a denti scoperti, la sua pelle passa dal rosa al rosso, dal rosso al viola, dal viola al blu, dal blu al nero.
Poi esplode.
-LA DARKETTONAAAAAAAAAA!!!!-
-Calmati, è tutto a posto...-
-Tutto a posto? Credi che non sappia che si sono rimessi insieme?-
-Come lo sai...?-
-Sono passati qui! Li ho visti che limonavano alla stazione di servizio!-
-E dove andavano?-
-CAROGNE!-
-Calmati, Court...-
-NOOOOO!-
-Andiamo...-
Lei ringhia e mostra i canini, poi comincia a sbavare e gli occhi gli si arrossano impercettibilmente.
-All'aeroporto!-
-Grazie!- E corro, lasciandomi dietro una belva pronta a sbranare chiunque.
Decido di affittare una bicicletta, a piedi sarebbe uno strazio, ma non hanno nessuna bicicletta. Intanto ho una fame che mi sta divorando, così decido di andare al negozio di Owen.
Una macelleria-salumeria-pizzicheria-panetteria. Non potrei scegliere di meglio...
Compro un panino e affitto una moto. Meglio di niente...
Arrivo all'aeroporto in un'oretta. Devo assolutamente andare a vedere la lista dei partiti.
-Leshawna?! Che ci fai tu qui?-
-Il check-in, amico.-
-Ah, senti, mi piacerebbe sapere se per caso hai la lista dei...-
-La tua Gwen è partita per la Jamaica insieme a Duncan. Ora smamma, devo lavorare.-
Obbedisco.
Vigliacca. Sei voluta scappare!
E così ci separano migliaia di chilometri.
Te ne sei andata.
Lontano.
Ho la carta di credito, un aereo per la Jamaica non costerà così tanto.
Sì, è la cosa giusta da fare.
Aspettami, Gwen.
Vengo a prenderti.