La Pioggia mi attraversa il corpo. Entra nella pelle pallida penetrandomi le vene.
Il sole non asciugherà la pioggia dentro di me.
L’arcobaleno non farà sorridere le mie vene bagnate.
L’alcol non allieverà il dolore della Pioggia.

Beth non tornerà a sorridere. La sua musica ha provato in vano a rassicurarla sulla Pioggia.
Ma quest’ultima è troppo forte su di lei. Ha preso il controllo del suo corpo indifeso.
Le ha strappato gli organi uno ad uno rendendola ancora più fragile di quanto già non era.
È partita dal cervello rendendola impotente delle sue azioni.
Poi è arrivata alle corde vocali, la cosa più importante che le permetteva di cantare.
L’intestino, lo stomaco, il fegato tutti in una volta per non farla più mangiare.
Reni e polmoni per non respirare più.
Occhi, per non vedere più la pioggia su altre persone o strutture.
E infine il cuore, bagnandolo completamente, distruggendolo.

Il suo corpo amorfo giace sull’asfalto.
La Pioggia continua a bagnarlo.
Il suo lavoro l’ha svolto con eccellenza e verrà premiata dalle nuvole che la guardano compiaciute compiere gli ultimi ritocchi al suo capolavoro.
Le mancava solo l’anima.
Con un bacio le strappo anche quella privandola di ogni ricordo felice.
La Pioggia aveva svolto la sua mansione in modo eccellente.
Prima di andarsene guardò la carcassa di Beth.
Voltandosi iniziò a piangere.
La Pioggia non era poi così forte e coraggiosa come pensava.
Rimpiangerà il massacro che ha compiuto.

Ma non potrà più tornare.